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Nessuno è depositario del verbo. Voi autori dovete però custodirlo, preservarlo, non alterarlo. In Per l'onore del Texas, Carson e Damned dimenticano di essersi già incontrati. Anche in altre circostanze c'è stata qualche piccola forzatura, nella tua riscrittura del passato: ci sta, nessuno ne fa un dramma né lo considera un tradimento, sono piccole strettoie, probabilmente inevitabili, che vanno attraversate a cuor leggero. Ma in questa storia no. I miei toni non sono carichi come quelli di Diablero, però il punto va tenuto. Far tornare Higgins (per fargli fare le stesse cose del passato, tra l'altro, anche se questo è un aspetto che al massimo nuoce solo alla bontà della storia in sé) è sbagliato. Perché c'è una lancia che si spezza. Perché c'è una vendetta compiuta. Perché c'è un giuramento esaudito. Perché c'è una delle storie più iconiche della saga che andava lasciata stare, già perfetta in sé, senza bisogno di inutili appendici. E non lo dice un nerd che sacralizza Il Giuramento, che grida alla lesa maestà, che protesta alterato per l'oltraggio al Vate. Lo dice un lettore amareggiato che vuole coerenza nell'epopea, lo chiede un lettore romantico che si è emozionato allo spezzarsi di una vecchia arma conficcata in una dura pietra da anni, lo pretende un datato texiano che SA che in quel momento, su quella roccia, gli dei sono intervenuti sulla lancia perché i colpevoli sono tutti morti. Perché chi doveva pagare ha pagati. Tutti. È troppo? È da nerd? Perdonami, Mauro, ma credo proprio di no.15 points
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Questa storia ha diversi punti in comune con la prima che Nizzi scrisse alla fine degli anni Ottanta e che si reggeva su un personaggio proteiforme, capace di assumere, con una "maschera" diversa, diverse identità, un character teatrale che recitava abilmente la commedia sia con i suoi affiliati sia con chi veniva a indagare sulla scia dei suoi fatti criminosi. Anche quest'ultimo albo ha, seppure in misura minore rispetto al primo di cui si è discusso nelle pagine iniziali, confermato come l'autore si sia divertito a far recitare la commedia ai suoi personaggi, pensiamo a Kit Willer e a come riesce a liberarsi dei due scagnozzi che la Tigre gli ha messo alle calcagna in cui finge di essere morso da un serpente oppure alla recita di Daniel che vuole dare a bere al padre che terrà prigioniero Kit Willer mentre invece combattono assieme per la liberazione dei villaggi, o ancora, in tono minore, durante la scalata della torre per liberare van Horn, il lamento di aiuto di quest'ultimo che servirà a distrarre le guardie alle porte. Se non teatrale almeno filmica è la scena in cui la Tigre dà l'assalto alla reggia con un "avanti miei prodi" che è preso ovviamente da Salgari. Ora Nizzi nel suo libro intervista specifica come la Tigre solo inconsciamente nacque da Salgari, se dobbiamo credergli dice che non aveva pensato affatto ai bei racconti scritti a cavallo del Novecento dall'autore veronese. Con questo ultimo capitolo della lunga saga Mauro Boselli ha dunque deciso di sterzare vistosamente verso quella direzione, lo richiedeva la storia, lo richiedeva il disegno iniziale che lo stesso Nizzi aveva pensato vent'anni fa e che gli fu bocciato da Sergio Bonelli, lo richiedeva soprattutto il paesaggio d'incanto rappresentato dal Borneo. E curiosamente, quei quattro albi che sarebbero stati troppi nel 2006 per un disegnatore lento come Venturi, sono stati disegnati proprio da lui in tempi tutto sommato ragionevoli. Da un punto di vista di storia editoriale la cosa fa un po' sorridere. Venturi ha probabilmente con queste pagine realizzato il suo capolavoro grafico: è perfetto in ogni situazione ed è giunto a un'invidiabile maturazione stilistica che ne fa uno dei disegnatori di punta della Casa editrice. Un po' di spazio anche per la povera Lohana. Muore come Marianna nello sceneggiato televisivo, ma dopo che la Tigre ha dato il suo nome alla sua nave ammiraglia. Con la sua morte abbiamo comunque anche un'esplicita citazione dal finale della seconda storia della Tigre ambientata nel delta del Mississippi, in cui Nizzi aveva previsto che lei cadesse intercettando il tiro di Tex che aveva mirato al fuggitivo Omoro e che Sergio Bonelli rifiutò con la motivazione che Tex non poteva macchiarsi del sangue di una donna. La scena l'abbiamo rivista quasi identica in questo quarto albo, la cosa penso debba aver fatto piacere a Nizzi, penso che Boselli abbia pensato un pochino anche a lui scrivendola. E' una scena d'impatto, fortemente melodrammatica, anche se l'autore riesce a evitare lo scoglio lacrimevole che Nizzi invece aveva previsto, rendendo l'azione concitatissima e dedicando le ultimissime pagine, come era logico, al vero attore della storia, la Tigre che in punto di morte si riconcilia con il suo grande nemico, con Tex che promette che darà una mano al figlio, riconoscendo implicitamente alla fine come le gesta della Tigre finalizzate alla riconquista del suo regno nascessero da una buona e giusta causa. Boselli ha deciso di sbarazzarsi in un colpo solo non solo della Tigre ma anche di tutto il clan di vuduisti, la cui sorte era rimasta in sospeso nella storia precedente e come nel caso di Mefisto e Yama Boselli riprende in mano i personaggi e scrive un coerente finale alle loro gesta. Lohana paga la sorte di tante eroine che negli albi di Tex non hanno avuto vita lunga, pensiamo a Fiore di Luna. Sono personaggi ingombranti, che narrativamente non hanno più niente da dire e che comunque non possono essere lasciati in sospeso. All'inizio non avrei scommesso molto sulla sua morte, ma riflettendoci bene era legata a quella della Tigre e quindi pochissime erano le speranze che potesse sopravvivere. Un personaggio come Daniel invece aveva tutte le possibilità di vedersi alla fine insediato nel trono. Nell'ultima pagina ci lascia con un quien sabe? Non deve trarre però in inganno, non è un Nick Castle per cui è già pronto un seguito nella testa dell'autore, resta solo una porticina aperta se mai venisse fuori un'idea geniale per ripescarlo. Il trono, in questo senso, cui si aggrappa, lo salva dalla sfortuna nera che perseguita da anni gli amici più cari di Kit Willer. Una delle cose più meritevoli di questo ultimo albo è lo spazio lasciato a Kit Willer e, anche se meno appariscente, il ruolo recitato in queste pagine da Tiger Jack. Del primo personaggio molto bella è la scena in cui lui si batte con il coccodrillo e instaura poi un bel rapporto con la bella e altrettanto protettiva malese Dara, un rapporto caratterizzato dall'incomunicabilità e tutto regolato a gesti e azioni molto teatrali, molto hollywoodiana per esempio è la scena dell'arrivo della cavalleria (dei dayaki) che lo tolgono da una brutta situazione quando ha il fucile puntato sulle sue ginocchia. Kit Willer è il vero protagonista della storia, tutte le scene migliori convergono su di lui, a cominciare nel secondo albo dalla scena in cui il figlio della Tigre lo addormenta con il sonnifero, pratica che cita più o meno volontariamente le criminali gesta dei recrutatori che nelle bettole dei porti di mezzo mondo arruolavano i marinai da spedire a bordo anche se non consenzienti, con il seguito che ci ha permesso di rivivere una delle pagine più emozionanti della storia che GLB scrisse a metà anni Settanta con protagonista Barbanera. Non dimentichiamo poi la situazione da fibrillazione a cui Kit riesce a sottrarsi nelle pagine iniziali del quarto albo: se non si fosse imbarcato di nascosto, situazione che fa da contrappeso alla precedente che ho appena descritto e che gli rimedia la figuraccia, lui sarebbe stato giustiziato dalla Tigre. Ma ritorniamo a Tiger Jack. Parla e agisce. E' un piacere vederlo aiutare il vecchio maltrattato quando arrivano a palazzo, poi addestrare gli incapaci sepoys, ancor di più è vederlo emozionarsi e abbracciare la causa dei malesi maltrattati che restano comunque dei pirati (stesse dinamiche per i pellerossa del sudovest americano, se ci pensiamo), quindi sposare apertamente le idee di Kit Willer pur sapendo che con Tex avranno qualche difficoltà a passare. Non l'abbiamo mai visto così vivo e partecipativo. Un Tiger che è anche lui una Tigre, se ci limitiamo almeno al nome. Il fatto è che Mauro Boselli, evitando ogni retorica, ci dà uno spaccato cruento ma realistico della colonizzazione fatta dagli europei a fine Ottocento ai danni delle popolazioni locali che loro sottomettevano, che sia il West americano o l''Oriente, un potere di vita e di morte che resta costantemente sospeso sul capo dei pards e che solo la loro abilità questa volta "politica" di negoziatori riesce a evitare. Un ultimo appunto lo vorrei spendere parlando di tecnica narrativa: la storia segue un tracciato molto caro all'autore e il soggetto si riduce sostanzialmente a una lunga caccia che porta gli eroi nella tana del nemico che affrontano e sconfiggono. Di storie come questa, con queste dinamiche, Boselli ne ha scritto a bizzeffe, solo per citarne una pensiamo a El Supremo. In questo caso però ha aggiunto il terzo incomodo, Van Gulik, che recita a differenza dei personaggi terzi delle altre sue precedenti avventure un ruolo almeno paritario con quello del grande cattivo rappresentato stavolta dalla Tigre. E soprattutto ha abbracciato uno stile narrativo che ricorda i grandi classici del feuilleton ottocentesco. Ogni albo si conclude, se ci facciamo caso, con una situazione molto drammatica lasciata in sospeso per il numero successivo: nel primo albo non sappiamo come Tex uscirà vivo dalla palude, nel secondo ignoriamo la sorte di Kit Willer e non sappiamo quali delle due navi è quella della Tigre, nel terzo albo è addirittura la vita di Kit Willer a essere minacciata. Dal feuilleton Boselli prende anche i colpi di scena a effetto: pensiamo all'identità di Daniel Silva che diventa clamorosamente il figlio della Tigre, pensiamo nel quarto e ultimo albo al modo in cui Kit Willer riesce a sottrarsi al pericolo di morte nascondendosi a bordo della nave. Adesso è difficile dire se questa storia possa un giorno salire agli onori dei grandi classici scritta da Mauro Boselli, solo il tempo potrà dircelo, ma ha tutte le carte in regola per poterlo diventare. Da dire c'è che i ritorni di vecchi personaggi quasi mai riescono a ripetere per interesse e bellezza gli albi in cui i personaggi sono apparsi per la prima volta. Lo stesso Boselli, penso a Zagor, ha avuto in passato esisti contrastanti. Questa volta no. Ha ripreso un personaggio non suo e ha, con molta delicatezza, se non superato almeno pareggiato la prima storica avventura che narrava le gesta delle Tigre. Per storie come questa, ora, mi sento portato a spendere un 10 ai testi e un 10 ai disegni.10 points
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Però io vorrei davvero sapere quali sono queste caratteristiche peculiari di Tex che si sono perse con Boselli. Tutti a blaterare di un Tex 2.0, di un Tex che non è più Tex, di Boselli che non rispetta il personaggio, e via così. Ma si può sapere o no concretamente che cosa ha di tanto diverso il Tex di Boselli da quello di GLB? Si accusa il curatore di aver stravolto Tex proprio in un periodo in cui stiamo leggendo storie davvero belle, dopo gli anni di narcolessia dell'ultimo Nizzi! Tutti a riempirsi la bocca di discorsi astratti, ma raramente ho letto esempi concreti di cosa stia sbagliando Boselli. Il suo stile, il suo modo di scrivere le storie, è diverso da quello di GLB, senza dubbio; ma basta questo a poter affermare che "non ha compreso le caratteristiche peculiari del personaggio", per citare il nostro nuovo amico del forum? E quali sarebbero, di grazia, queste caratteristiche? Va di moda, sui forum, su facebook, la formula "Tex 2.0". E quello di Nolitta, allora, non era un Tex 2.0? Quello sì che era un personaggio diverso da quello di GLB, in quel caso sì che si poteva dire che Nolitta aveva stravolto le caratteristiche del personaggio. E vogliamo parlare di tutti i periodi successivi? Quanti Tex 2.0 ci sono stati in 700 numeri? Tex è oggi nelle mani di colui che, all'interno della SBE, lo conosce meglio di tutti; ci è cresciuto con Tex, lo conosce a menadito, e ha avviato un progetto di rilancio basato proprio sul recupero delle atmosfere, toni e personaggi del Tex classico. Magari non riuscirà nel suo intento, ma accusarlo di presunzione e di delirio di onnipotenza è davvero fuori luogo, nonché irrispettoso nei confronti dell'autore. Vabè, sarò uno di quei talebani che si esaltano per le anticipazioni delle storie che ci attendono... se è un male essere contenti di vedere l'impegno attorno alla testata a fumetti che si legge più volentieri. Che poi cose che non mi vanno a genio in questa gestione ce ne sono, vedi ad esempio la scelta di far fare il texone a Breccia lasciandogli tutta la libertà grafica di cui poi a mio parere ha abusato, quindi non si può proprio dire che io - come la maggior parte di chi scrive qui sul forum - sia un "entusiasta a prescindere". Mi sembra invece che in giro ci siano tanti che sono solo dei "detrattori a prescindere". Scusate lo sfogo, ma tutto l'astio che leggo in giro in questi giorni nei confronti di chi lavora per mandare questo fumetto in edicola e regalarci momenti piacevoli di lettura di belle storie non lo capisco, e credo appartenga soltanto a chi Tex, in fondo, non lo ama davvero.10 points
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Ennesima notizia ferale in quello che, dopo meno di un mese, si prospetta sotto tutti gli aspetti come un Annus Horribilis dal punto di vista politico, sociale, culturale. Nonostante fossi a conoscenza della sua malattia la cosa mi coglie di sorpresa, dato che l'ultimo numero della sua newsletter è arrivato nella mia casella di posta il 6 gennaio. Mi mancherà la sua prospettiva radicale e orgogliosamente "fuori tempo", il rifiuto di arrendersi alle logiche di un mondo governato solo dal Dio Denaro e dall'interesse personale, che ha dimenticato il significato di termini come "collettività" e "socializzazione". Mi rimarranno invece per sempre i suoi fumetti e i suoi libri, ho già ripreso in mano l'ultima trilogia di Magico Vento, sempre ben documentati e mai banali, e le sue canzoni che continueranno a riportarmi ad un periodo in cui si poteva ancora sperare in un futuro migliore, senza bisogno di andare su Marte inseguendo le follie di un oligarca demente. Grazie Gianfranco e ovunque tu sia Mitakuye Oyasin.9 points
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Esco dal mio consueto e sempre reiterato lurkaggio, spinto dall'occasione, sperando di scrivere brevemente alcune cose sensate che possano in qualche modo contribuire a stemperare la tensione. Premetto che non ho intenzione di elaborare un contributo memorabile, ma solo approfittare dell'occasione per far notare - da lurkatore incallito - che trovo piuttosto fastidioso il fatto che sotto ogni santissima storia di Nizzi si finisca a parlare non della storia, ma del modo di concepire Tex secondo Nizzi. Alle volte anche con spunti interessanti, che è assai piacevole leggere (non mancano in questo stesso topic), e che meriterebbero quindi di essere sviscerate a parte, ma questo modus operandi seriamente rende il forum, a mio parere, piuttosto disordinato e poco fruibile. Questi flames o semi-flames (vero che Tex ci insegna a non essere delle educande, ma a volte trovo che si esageri) nascono sempre dalla stessa radice: il tentativo (soprattutto da parte di Diablero) di convincere altri utenti riguardo la propria visione dell'interpretazione texiana di Nizzi, largamente non condivisa o comunque fautrice di interlocuzioni vivaci, delle quali Diablero non riesce a farsene una ragione, apparendo a lui cristalline le proprie argomentazioni e (concedetemelo, senza astio) essendo sistematicamente incapace di lasciare l'ultima parola a qualcun altro. Giova ricordare che siamo in un forum di discussione, ove il sale della partecipazione è la disponibilità a scambiarsi opinioni, accettando il punto di vista dell'altro, che non è necessariamente errato qualora non parlassimo di fatti ma di interpretazioni dei fatti: non stiamo dibattendo se la terra sia tonda o piatta (fatto); stiamo dibattendo, ad esempio, su come decifrare uno stato d'animo reso esteriormente col desiderio di farsi una birra in compagnia del proprio migliore amico dopo una batosta (interpretazione). Ora, le osservazioni di Diablero sulla trama e sul personaggio solitamente non sono opinioni, sono fatti. Fatti indiscutibili e incontestabili, e ottimamente espressi e sviscerati, per quanto a volte un po' prolissi. Ma affermare (a titolo di esempio) che Nizzi è colpevole di lesa maestà per aver retconnato un'indicazione di Bonelli, o sostenere che Nizzi trovasse Tex antipatico al punto da volontariamente imbastire una vendetta letteraria nei confronti del creatore (meno male che di fronte a certe affermazioni l'avvocato difensore di Nizzi non abbia deciso di esplorare il labile confine tra diritto di critica e art. 595 del c.p.) non sono fatti: sono interpretazioni, a volte anche ben argomentate e ben ragionate, ma restano interpretazioni su cui è lecito avere idee differenti. "Sì, Nizzi ha retconnato una conclusione di Bonelli: e non ce ne frega niente, perchè da quello spunto è nata una storia che reputiamo buona" è un pensiero perfettamente legittimo. Altrettanto lo è l'interpretazione "Eh, ma quella frase di Tex non va presa alla lettera: può essere compresa come uno sfogo dovuto all'amarezza, e comunque Tex può avere cambiato idea, e comunque secondo me può essere interpretata ecc ecc" senza per ciò considerare Tex uno spergiuro. Ed è qui che Diablero perde (ai miei occhi) di credibilità, perché l'astio nei confronti dell'autore è evidente, e impedisce di ritenere obiettive le sue (ripeto) argomentatissime recensioni. A me pare che tutti, ma proprio tutti, qui dentro siano d'accordo sul fatto che ognuno dei tre successivi "grandi autori" di Tex abbia avuto un'interpretazione del personaggio differente rispetto a quella del suo creatore (e, per inciso, io trovo molto più "sfasata" la versione nolittiana rispetto a quella primo-nizziana, eppure su Nolitta non si scatena mai un bel flame... che delusione). Ci si scorna malamente sul fatto che c'è chi considera tale diversa interpretazione una lesa maestà, chi è disposto a concepirla senza la minima difficoltà se questo risulta propedeutico a una storia reputata di qualità (e suppongo che questa possa somigliare alla posizione di borden nel momento in cui afferma che "Caccia all'uomo" o "Fuga da Anderville" siano assolutamente degne di pubblicazione), e persino chi è talmente di bocca buona da considerare potabili anche le storie del periodo nizziano post-500 (peraltro Diablero ha più volte impeccabilmente fatto notare che quelli che diventeranno difetti indigeribili dopo il 500 sono in realtà elementi della scrittura di Nizzi che sono già presenti in nuce fin dalle prime sceneggiature, ma la qualità percepita delle storie consentiva - e consente tuttora, perchè rileggere il passato col senno del futuro è attività assai discutibile - di godersi il periodo d'oro nizziano). Ma su questo non ha senso scornarsi, perché il livello su cui poniamo l'asticella che distingue la texianità dalla non texianità è personale: son gusti, di cui possiamo discutere in eterno, accettando il fatto che potremmo non arrivare mai a una sintesi condivisa, e che è inutile farsi il sangue amaro o generare flames per una differenza incolmabile di vedute che restano legittime. Valerio l'aveva anche scritto, pagine e pagine fa, in una frasetta forse scritta anche con un po' di humor, ma che invece è il succo del discorso, e suonava più o meno così (la citazione esatta sarebbe da recuperare): "sì Diablero, hai ragione nell'analisi della storia, indubbiamente; ma ciononostante, a noi questa storia piace così". Fine. Torno nel lurkaggio.9 points
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Certo, ma ribadirlo a ogni messaggio di @Dix Leroy in merito, con tanto di battutina sarcastica ogni volta, è stucchevole, soprattutto perché non mi risulta che Dix abbia mai fatto altrettanto nei confronti di chicchessia, dimostrandosi anzi uno degli utenti più rispettosi e pacati del forum. Da quale pulpito tu distribuisca patenti di bigottismo e sessuofobia agli altri, poi, mi sfugge. Proprio in virtù della libertà di espressione, qui sopra Dix deve sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni senza che nessuno lo stigmatizzi o si permetta di affibbiargli epiteti la cui natura offensiva è ben nota. E questa no, non è libertà di espressione.9 points
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Stiamo parlando di gente che nel comunicato sull'aumento dei prezzi non ti comunica i prezzi ma ben si premura di spingerti a comprare più arretrati possibili prima che i prezzi aumentino. Stiamo parlando di gente che sta ristampando i texoni in formato ridotto e a colori. Non hanno rispetto né per i lettori né per il fumetto. Non fosse perché hanno ereditato la gallina d'oro di nome Tex, che comunque stanno ammazzando, sarebbero tutti a spasso da un bel po'. L'aumento di prezzo non è il problema, è tutto quello che c'è attorno. Non parlo di sceneggiatori e disegnatori, ovviamente, quelli hanno e meritano il nostro rispetto e affetto (e i nostri soldi).8 points
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Innanzitutto va considerato il fatto che anche prima della famigerata crisi Nizzi aveva richiesto a Sergio Bonelli di essere alleggerito del lavoro, anche perché lavorava a tempo pieno anche su Nick Raider (la sua serie). Giunsero quindi da parte sua diverse richieste e questo anche per una serie di altri motivi: a ) all'inizio era sorretto anche dal lavoro dello stesso Nolitta su Tex (che poi si è dileguato come autore), ciò probabilmente lo aiutava psicologicamente. b ) l'introduzione del Texone e il suo successo che in redazione davano tutt'altro che certo. In quel momento l'Editore matura l'idea di una collana speciale che significa nell'ottica di Nizzi lavoro aggiunto per lui che è l'unico che allora scrive per la testata: la storia di Giolitti è dirottata sul Texone, poi c'è Magnus, poi Zaniboni e De la Fuente, praticamente cinque nuove storie compreso anche il texone di Galep solo nel 1989! Nizzi si lamenta, difatti si vede accreditato finalmente il suo lavoro. Credo che nell'ottica di Sergio non fosse una concessione da poco (lo stesso Boselli ha accennato recentemente che Sergio aveva occhi solo per i disegnatori). Sergio ha da decenni l'idea di questa serie con guest star nazionali e internazionali, ci tiene e si mette alla ricerca di disegnatori e intanto commissiona una storia anche a Berardi per Letteri con cui Nizzi non vuole collaborare. Inizia a fare le bizze, insomma, forse si è un po' montato la testa. Sappiamo come è andata. Berardi doveva essere nei piani della casa editrice la spalla di Nizzi: ma Oklahoma delude le attese dell'editore. Nel frattempo Sergio riprende lui stesso la penna in mano e lavora su una storia di cinque e più albi con Letteri non appena si libera del primo Maxi (nel 1990), il tanto di tenerlo impegnato per qualche anno (poi chiedetevi delle cause delle lungaggini presenti in quel polpettone e del taglio finale di una trentina di tavole). Poi Sergio lavora con Giolitti (nel 1991) per il quale da tempo desidera scrivere una storia nordica (lo dice lui stesso nella posta di Tutto Tex). Quando Galep finisce il 400, siamo tra la fine del 1992 e l'inverno del 1993, gli affida la sua storia su Pat (Galep ne disegna all'incirca 60 pagine fino all'estate fino all'operazione che va male e che mette fine alla sua carriera nell'estate del 1993). Quindi IMO c'è un tentativo serio da parte dell'editore di aiutare Nizzi già prima del 1992: direi a partire dalla primavera del 1989, è frutto delle contingenze o del fatto che Nizzi non volesse più lavorare con Letteri, non posso onestamente dirlo. Chiaramente a Nizzi non basta. Nizzi nel 1991 è però ancora in salute, anche se brontola: finisce le belle storie per Villa e Ticci, ne inizia di molto promettenti per Fusco e Marcello (i primi albi sullo Yukon e lo Yucatan sono in ogni caso frizzanti e vivaci), poi ha la crisi nel primo semestre 1992 e quando i disegnatori devono essere riforniti di altre pagine di sceneggiatura lui non riesce più a scrivere una riga. IL DRAMMA. Sergio corre ai ripari e chiama eccezionalmente al lavoro un terzetto improvvisato: il fidato Canzio (che cade dalle nuvole e non sa più che pesci pigliare, tanto che per la seconda storia si rivolge allo stesso Nizzi per lo spunto), tenta la carta del sardo Medda e poi c'è quel ragazzo di bottega che sta scrivendo storie per quella serie che non legge nessuno e che è da chiudere: l'unico in realtà che sa quello che deve fare, che da anni aspetta quel momento e che ha in saccoccia UNA STORIA EPOCALE. Ma Sergio dubita ancora di Boselli, inizi tardi gli dice. Boselliha raccontato più volte di come lui, pur lavorando da anni in redazione, facesse comunque parte del clan di GLB di cui Sergio in un certo senso diffidava. Ci vorrà il giudizio positivo dello stesso Nizzi, al quale ha fatto forse leggere già nel 1992, parlo della prima parte della storia, che come si sa allora è rimasta interrotta a pagina 100. Credo che qui servirebbe Boselli per dirci quando ciò avvenne. Boselli passa intanto con successo su Zagor accompagnato da Marcello. Non consideriamo mai cosa debba aver comportato in termini di credibilità e di affidamento il fatto che Boselli, pur partendo con un bellissimo primo albo, abbia mollato l'osso dopo appena qualche mese non sapendo come andare avanti. E questo mentre Sergio ha assoluto bisogno di nuove storie. Sergio ritorna quindi alla carica con Nizzi che dopo qualche mese di riposo si è un po' rimesso e che difatti si mette a scrivere nuove storie. Medda e Canzio, dal canto loro, fanno altrettanto. Ma il primo è bocciato (troppo in fretta) o forse non è troppo interessato a continuare sui Tex, su Canzio l'editore non può contare, resta quindi il solo Boselli che intanto nel primo semestre 1994 ha ripreso e finito la storia addirittura di tre albi! ma a ridosso della pubblicazione! Ed è un successo, proprio quello che serviva a Boselli per continuare su Tex e quello che serviva a Sergio, che gli rifila anche, nel 1997, persino la continuazione della sua storia ambientata nel Colorado che Galep aveva lasciato interrotta. Boselli ha tutti i disegnatori con i quali Nizzi non vuole lavorare: c'è il pericolo di un nuovo rigetto. E' una fortuna per Boselli che può continuare a lavorare per Marcello, per Letteri, per Capitanio e per una storia anche con Ortiz. Abbassando tutti quanti noi i toni, a volte troppo polemici, forse un giorno si deciderà al ritorno. Per ora è molto difficile, ma sperare non costa niente.8 points
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Concordo con MV….sintetizzando, Stella d’argento è una buonissima storia, uno Speciale davvero speciale, contrariamente ad altri che non meritano tale titolo. Carson si avvicina ad una donna ed il tema è, innanzitutto, funzionale alla trama, oltre ad essere narrato con estrema delicatezza. Quindi, piccolo consiglio a chi ha gradito il lavoro di Giusfredi: saltare senza indugio i pipponi lunghissimi😎8 points
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Sono d'accordo. L'atmosfera del Forum è nettamente peggiorata nell'ultimo anno. Ma la responsabilità è anche dei moderatori che hanno lasciato troppo correre qualsiasi offesa o atteggiamento scomposto o aggressivo. Tanto che ormai anche quando intervengono non se li fila più nessuno. Mister P dice di interrompere l'off topic e tutti continuano come se niente fosse. Dice di non insultarsi più e i forumisti continuano a battibeccare tranquillamente. Esiste un regolamento nel Forum (come in qualunque contesto civile): bisogna portare rispetto sia nei confronti degli altri utenti, che nei confronti degli autori. Non è una questione di censura, tutti possono criticare tutto, è una questione di LINGUAGGIO e di TONI. Ed è da un pezzo che qui ognuno fa quel che gli pare. E magari non se rende nemmeno più conto (tempo fa venivano richiamati e poi eventualmente sanzionati). Non invidio i moderatori, visto il clima. Se Rauch e Boselli, per esempio, qua non mettono più piede non è perché sono troppo permalosi, ma perché gli hanno parecchio rotto le scatole e spesso anche con toni maleducati. Questo vale anche per molti utenti che non intervengono più o se ne sono andati perché stufi. Ripeto: nessuno si deve autocensurare o essere censurato, ma esiste un regolamento che tutti abbiamo accettato. Ma mi sa che qua ormai tutti passano col rosso. Molti poi dicono che sono obiettivi nelle "analisi", ma non è vero (ed è da qui che nascono molte liti). L’obiettività (e la verità) non ce l’ha nessuno. Al massimo ci sono quelli che SI SFORZANO di essere oggettivi (pochi), quelli che FANNO FINTA di esserlo e quelli che CREDONO davvero di esserlo. Alcuni, poi, si sono rotti le scatole di Tex, è evidentissimo, ma continuano a comprarlo lo stesso (vai a capire perché: leggetevi qualcos'altro) e a parlare male di qualunque storia a prescindere, così finisce che la leggono già con l’intenzione di criticarla il più possibile. Anzi se la storia è bella secondo me ci restano persino male. Per cui cercano a tutti i costi di trovare degli errori o di ingrandire delle minuzie. Naturalmente non lo ammetteranno mai neanche sotto tortura. Ma è talmente palese a chiunque... E comunque ogni riferimento a persone esistenti è puramente casuale. Se continua così il Forum diventerà una specie di Comix Archive, quel “simpatico” sito dove non conta neanche più parlare di fumetti e di storie, basta lamentarsi noiosamente di qualcosa, qualsiasi cosa. Mi sa che se Tex è peggiorato, sono peggiorati anche i suoi lettori... Ok, sono andato off topic anch'io, quindi i moderatori è giusto che mi ammoniscano!8 points
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Ha perfettamente ragione @Letizia, non mi riferivo nello specifico ad un tuo commento, dato fra l'altro che non hai offeso nessuno. La mia era una riflessione "ad alta voce" su come sia ormai diventato un hobby sterile e soprattutto crudele stroncare qualsiasi storia che non provenga dalla penna di GL Bonelli, ammettendo che queste storie siano state realmente lette tutte e si ricordino perfettamente. E non voglio tirarmi fuori dal novero di coloro che talvolta abbiano storto il naso e criticato aspramente certe scelte, ma credo che adesso si stia proprio esagerando. Il lavoro che @borden e @PRuju svolgono da anni è soltanto encomiabile. Qualche storia, ma soprattutto qualche scena, non incontra il nostro favore? Nella maggior parte dei casi si tratta soltanto di punti di vista diversi dal nostro, raramente possono comparire discordanze con scene ormai consolidate nella nostra memoria, altre infine dovrebbero farci capire che oggi Tex mostra tutto nei dettagli, senza eludere o sorvolare come accadeva all'epoca di Bonelli senjor. Vogliamo sostituirci agli sceneggiatori ufficiali e scrivere da noi le storie di Tex che più ci interesserebbe leggere? Qualcuno come @Letizia hai il piacere di affiancare alle storie edite anche le proprie. In un altro caso recente, da un soggetto di un componente del forum è stata tratta una sceneggiatura scritta da @PRuju. Sarebbe dovuta diventare un capolavoro, dato che soltanto noi del forum abbiamo la Verità infusa. E invece? Credo di poter affermare che proprio quella sia stata una delle più brutte storie di Tex. Vogliamo dare la colpa a @PRuju ? Sarebbe un'ingiustizia, come da un bel pò di tempo accade con le sue storie, nella quasi totalità ben scritte, sempre accattivanti, con snodi geografici e temporali intriganti, un pizzico di apprendimento psicologico e anche del mistero che non guasta mai. Cosa vogliamo di più? Abbiamo rotto le scatole a tal punto @borden che ha preferito tirarsi fuori da certe atmosfere asfittiche e negative. Forse qualcuno sfoga qui le proprie frustrazioni o spera che le testate chiudano per un piacere soltanto sadico. Anche perché chi critica maggiormente si scopre poi non comprare gli albi regolarmente o ha sospeso l'acquisto anche da parecchi anni, oppure ha una visione così ristretta del personaggio che non si avvicina neppure ad una serie più innovativa come Tex Willer o agli album cartonati alla francese. Che pazienza devono avere questi nostri autori ... ma fortunatamente noi rappresentiamo una esigua parte dei lettori.8 points
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Il Ranger a cavallo, stavolta in solitaria. Disegno che ho realizzato poco tempo fa. Una buona serata pards!8 points
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Quelle che porta Diablero NON sono prove. Sono le argomentazioni concrete con le quali motiva le sue più che legittime opinioni. Pensa che Nizzi abbia fatto fare la figura del pagliaccio a Tex sulla base di questa o quella scena. Non c'è niente di sbagliato, anzi, ben vengano simili argomentazioni, ma non sono prove di alcunché. L'errore sta nel ritenere che tutti debbano confermare la figura del pagliaccio di Tex in quelle scene. Davvero, mi sembra incredibile che sia così difficile accettare che ciò che per Tizio costituisce una figura da pagliaccio non costituisca lo stesso anche per Caio. Una storia di Nizzi che per me contiene una scena da bollino rosso è "Zhenda". Non mi ricordo in quale punto, più o meno a metà, Tex viene preso alle spalle da un banditucolo qualsiasi, neanche fosse il primo che passa, e lo salva qualcuno dei pards. Ora, per me quella è una scena da strapparsi i capelli per lo scandalo (Tex che si fa aggirare in quel modo? Lui che metterebbe nel sacco bande intere prendendole alle spalle?). Per me. Ma che ci posso fare se un altro, invece, non la trova così scandalosa? Se anzi non gli fa né caldo né freddo? Se, addirittura, lo trova un tratto umanizzante del personaggio? Ma perché devo obbligarlo a pensare ciò che, in totale buona fede, non pensa? Per me Tex che rischia di farsi impiombare in quel modo da un banditucolo da due soldi è un errore da penna rossa. Per un altro no. Estiqaatsi? A me piace quando qualcuno espone una visione di Tex che non ho o che fa delle considerazioni alle quali non ho mai pensato. Lo vedo come un arricchimento ed è il motivo per il quale sono qui. Ciò che non mi piace è quando si arriva all'insulto e quando si insinua la malafede di qualcuno. Non è più semplice pensare che abbiamo visioni diverse? Mia nonna dice sempre che se fossimo tutti uguali lei sarebbe mio nonno.7 points
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Fischi per fiaschi. Il tuo discorso avrebbe senso se qui ci mettessimo a dire "fatemi andare alla Bonelli che sistemo tutto io" o "che ci vuole a fare un fumetto di successo? È facile, vi spiego come". Ma facciamo un esempio facile: se vai al ristorante, paghi molto e mangi male, ci torni? O vai al ristorante un po' più in là dove mangi meglio? Oppure di fronte a una minestra scotta o una pizza bruciata che ti hanno fatto pagare anche più del solito, dici "beh, dopotutto io non sarei capace di gestire un ristorante, quindi mangiamo, paghiamo e poi ci torno, non mi è consentito lamentarmi"? Va di moda paragonare il prezzo dei fumetti Bonelli alle pizze (e la mia risposta tipica è che le pizze, cioè la SOCIALITÀ, lo stare FRA AMICI IN COMPAGNIA, l'allegria e il parlare, valgono MOLTO DI PIÙ di un fumetto noioso che ti deprime da solo in casa...). Bene. Io l'ultima pizza che ho mangiato era buona. Non so quanti co###oni si sia fatto ormai il pizzaiolo del suo lavoro, quanto sia stufo di stare tutte le sere davanti ad un forno a fare sempre le stesse margherite o quattro stagioni, ma anche se è stufo... nel prodotto non si vede. Ogni fetta era una goduria, cotta alla perfezioni, buoni ingredienti, ho passato una bella serata fra amici e di sicuro non mi sono annoiato mangiandola. Mi è costata solo 6 Euro + coperto (non vivo a Milano, qui in provincia i prezzi sono più bassi e non prendo mai pizze troppo elaborate) Ci sono state storie recenti Bonelli che ho letto di 2-3 albi (quindi, costate 10-15 Euro) in cui era davvero chiarissimo quanto si stesse rompendo le scatole a scrivere l'autore. La ripetitività, l'allungamento del brodo, i soliti "pam pam ahhh!" ripetuti in maniera estenuante... non solo si stava rompendo le scatole, ma la cosa traspariva chiaramente nel suo lavoro! Ma davvero gli conviene paragonare il prezzo di certa roba con il prezzo di una succulenta pizza? Poi, è ovvio che il VERO problema è quello: la qualità. Il divertimento. O viceversa, la noia. O magari l'incazzatura, come in troppe storie recenti che toccano cose sacre che non si dovevano toccare. Ovvio che una storia BELLA la paghi senza problemi. L'ultima di Zerocalcare per me è bellissima, 24 euro ben spesi e che rispenderei. Ma nel campo del fumetto seriale multi-autore, non hai sempre il capolavoro. Se escludiamo il periodo d'oro di Tex, rarissima eccezione quasi unica, nel campo del fumetto seriale hai nell'arco d un anno, un tot di storie fiacche. Quanto fiacche? Quando spesso? Cioè, quanto paghi, se segui una serie, per storie che ti deludono? Quanti soldi butti via? E allora, se non ti diverti a leggere, se leggere è una fatica, allora sì che se hai speso 5 euro invece di 2 ti inizia davvero a tirare il cu... E se poi vedi le uscite triplicarsi, scaffali interi (e costano anche quelli) divorati in pochi mesi da una bulimia editoriale che butta in edicola roba improponibile come gli ultimi Nizzi disegnati da chiunque sia libero, il dubbio diventa certezza, "qua mi stanno a prendere per il..." Per DECENNI, nel fumetto Bonelli in genere (con alti e bassi) se ti piaceva una serie avevi ogni tanto la storia memorabile, una certa routine, qualche schifezza, ma tanto spendi poco, e non ti occupa troppo spazio in casa, è perdonabile. Ma se inizi a chiedere cifre alte e mi vuoi fare il paragone con la pizza... allora deve ESSERE COME LA PIZZA. Cioè BUONA SEMPRE. Sempre ben fatta. Magari una volta un pochino bruciata, capita, ma non troppo, e se una volta è immangiabile... non mi vedi più in quella pizzeria. Quanto durerebbe oggi la Bonelli se i suoi lettori gli dessero retta e pretendessero la qualità delle pizze?7 points
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Qualunque serie a fumetti ha un ciclo vitale, in cui (una volta) partiva, prendeva lettori, arrivava al massimo successo, poi calava (più recentemente con l'estinzione del lettore occasionale, la continuity oppressiva e per me anche il livello di certe proposte, al posto di questi ciclo vitale ce n'è uno più semplice in cui le copie calano sempre continuamente dal numero uno, ma il finale è lo stesso: le vendite calano) Questo fatto è accaduto, da sempre, ad ogni serie Bonelli (anche se alcune come Tex hanno avuto un ciclo vitale lunghissimo e mantenuto buone vendite per decenni: però Tex è anche una delle pochissime serie Bonelli che era fatta in maniera da poter prendere nuovi lettori ad ogni albo senza un eccessivo peso della continuity, e questa cosa conta). Come mai la Bonelli non è andata in crisi con il calo di vendite delle strisce? Si è inventata un nuovo formato. Poi quando sono calate le vendite del Ragazzo nel Far West è uscito Zagor. Escono ancora L Pattuglia dei Bufali, i Tre Bill e Hondo? No, ma sono arrivati Martin Mystere, Dylan Dog, Nathan Never, etc. Insomma, man mano che le serie andavano in crisi, come TUTTO da sempre va in crisi prima o poi, si sono sempre inventati qualcosa di nuovo. Oggi questo ricambio non esiste più. L'ultima serie Bonelli con abbastanza gambe da durare è stata Dragonero, dal 2013 (ma il personaggio è del 2007 con il suo Romanzo a fumetti), un piccolo modesto successo che secondo me (in base a quello che vedo in edicola, poi le cifre di vendita non le so) si è già sgonfiato ma ancora ha i numeri per stare in edicola. Ma è stato DODICI ANNI FA! Da allora tutti flop o iniziative di poco respiro destinate da subito a durare pochi albi (o tre storie come Deadwood Dick), o roba per librerie che davvero non so come potessero pensare di vendere in Italia: credono che ci compra Zerocalcare poi si cerchi qualsiasi altro cartonato a fumetti? Gli mancano gli autori. Un sacco di quelli della vecchia guardia o sono morti o sono in pensione, quelli rimasti sono già oberati di lavoro: ma dove sono i nuovi Castelli, Sclavi, Berardi, o anche i nuovi Enoch e Vietti? E non parlo di BRAVURA che quella è opinabile (ho un giudizio molto scarso sulla reale bravura di molti nuovi autori esaltati da certa critica), quando della capacità di fare qualcosa di VENDIBILE, che abbia il suo pubblico disposto a pagarla. Non aiuta la crisi generale del fumetto come media, certo. Rende tutto più difficile, e te le puoi scordare le 700.000 copie di una volta. Ma il punto attuale di pareggio di un albo Bonelli regolare è sotto le 20.000 copie: davvero il fumetto sarebbe così in crisi da non riuscire più a superare le 20.000 copie? Il pubblico residuo dei lettori abituali di fumetti in edicola è di come di diverse centinaia di migliaua di persone e i lettori Bonelli sono ancora come minimo 150.000 persone (ipotizzando che siano sempre gli tessi a comprare tutti gli albi bonelli altrimenti sono molti di più): il fumetto è in crisi ma non è ancora deceduto, come si vede bene dalla massa di albi ancora pubblicati, è che la bonelli mi sembra molto più in crisi del fumetto. "Là fuori" ci sono ancora nuove proposte innovative. Solo, non dalla Bonelli. È un problema di nuovi autori che non fanno nuovi personaggi "vendibili", come dicevo, ma è anche e soprattutto un problema di SCELTE EDITORIALI. Invece di rischiare di lanciare nuovi personaggi, la nuova direzione Bonelli ha deciso di "spremere" i lettori delle serie più vendute inflazionandole con una folle iperproduzione che ne ha fatto calare a picco la qualità. Vediamo oggi quanto sia stata lungimirante questa scelta, con i lettori che fuggono a frotte. Nuovi formati? Hanno scommesso su quell'assurdo "formato audace" che aveva come punto di forza ai loro occhi per me "così copiamo la Marvel anche nel formato", un flop epocale (mentre il formato indovinato per questo periodo per me l'hanno beccato quasi per caso con Tex Willer ma poi non l'hanno utilizzato molto altrove) E soprattutto hanno creduto a quella favoletta, che ha detto Recchioni in pubblico in un forum ma che avevo già sentito dire da tanti altri, tanto che penso fosse un mantra ripetuto da tutti nei corridoi Bonelli "il prezzo non conta"... e si sono resi conto invece che conta. Ma se ne sono resi conto un po' tardi, DOPO che hanno portato il costo annuale per seguire anche il solo Tex a quasi 250 Euro contro i 40 Euro di quindici anni fa... E adesso dopo che hanno visto i risultati di tante mosse sbagliate, danno la colpa al calo delle edicole! Capisco che non sarebbe stato molto ben recepito un discorso più onesto tipo "scusate, abbiamo pensato di poter campare sugli allori sprementi i vecchi personaggi triplicando le uscite e raddoppiando i prezzi spremendo voi lettori, ma abbiamo sbagliato i calcoli, scusatevi tanto, promettiamo che ridurremo le uscite e faremo di tutto per contenere i prezzi", ma sarebbe stato, appunto, più onesto. Ma vedo che ancora non stanno calando in maniera significativa i collaterali e ancora aumentano i prezzi. Si vede che la lezione ancora non gli è bastata....7 points
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Per me che mi prendo all'inizio del mese con dieci euro (banconota) il Tex e lo Zagor, dover tirare fuori la moneta da un euro (o due) fa molta differenza. Psicologicamente, non monetariamente. E pagare per il Tex Wiler il prezzo che pagavo fino a ieri per il gigante anche. L'aumento dei prezzi, poi, che a questo punto diventa prevedibile come il tempo a Londra d'inverno pure non giova: mi sento un bove al mattatoio. Vediamo a quanto ammonta il rincaro, ma resta una politica editoriale assolutamente discutibile. Poi gli alti e bassi sulla serie regolare (l'ultimo albo neppure letto...) Infine, le edicole chiudono perché i prodotti in vendita non si vendono come si vendevano prima. Inutile prendersela con la gente che non legge più o con gli smartphone, la verità è che se proponi un prodotto di valore la gente te lo acquista. E TE LO LEGGE! Negli anni settanta Tex vendeva 700000 copie senza uscite collaterali e storie con tutti gli attributi, Zagor Idem, Mister No idem. Oggi quella qualità ce la scordiamo e siamo costretti a pagare di più un prodotto che vale meno e che per questo vende dieci volte di meno. E le edicole chiudono, certo che chiudono, per tutta questa roba che resta invenduta perché è scadente. Ma è un problema non solo della Bonelli ma della carta stampata in generale. Prendiamo i quotidiani nazionali o locali che veramente ci vuole fegato a leggerli, per non dire che a me verrebbe la voglia di andare a picchiarli tutti quanti... Altro che regalare loro uno o due euro al giorno come mi capitava solo trent'anni fa. E le edicole chiudono. E si dà la colpa alle edicole. Ma è come nascondersi dietro un dito che però non nasconde la pochezza di quello che mandi in stampa con rincari la cui ragione di essere è quella di coprire i buchi nei bilanci annuali in cronica perdita. È brutale come analisi ma cercare capri espiatori non aiuterà a salvare il salvabile. Così come l'ennesima ristampa cartonata che avrei comprato e seguito numero dopo numero se in prima pagina avessi letto scagnozzi invece che uomini. Non è una questione di spendere una manciata di euro in più o in meno, è proprio quello che mandi in edicola, CHE NON INTERESSA. Ma quanto ci vuole a capirlo? Io ho perso la speranza.7 points
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TUTTE LE MIGLIORI STORIE DI TEX PER CENTINAIO 001 - 100 101 - 200 201 - 300 301 - 400 401 - 500 501 - 600 601 - 700 Il tranello Tra due bandiere I ribelli del Canada La taverna sul porto Il passato di Carson I Lupi Rossi Sei divise nella polvere La gola della morte Sulle piste del Nord Tucson La città corrotta Delitto nel porto Athabasca Lake Salt River La voce misteriosa Il figlio di Mefisto Il clan dei cubani Nelle paludi della Louisiana Cercatori di piste Colorado Belle Tombstone Epitaph Sangue Navajo Diablero Gli eroi di Devil Pass La leggenda della vecchia missione L'uomo senza passato Puerta del Diablo El Supremo Pueblo Bonito In nome della legge Il marchio di Satana Le rapide del Red River Gli invincibili Intrigo nel Klondike La stirpe dell'abisso New Orleans Terra Promessa Giungla crudele La congiura Bufera sulle montagne Morte nella nebbia Luna insanguinata Incubo San Francisco Il ritorno del Carnicero Sioux Il presagio Omicidio in Bourbon Street I Rangers di Lost valley Il passato di Tex Il laccio nero I delitti del lago ghiacciato L'uomo con la frusta Le colline dei Sioux Missouri Il segno di Yama Vendetta indiana Mingo il ribelle Il colonnello Watson La Tigre Nera La maschera dell'orrore La mano del morto Jethro Terrore sulla savana El Muerto Fuga da Anderville Furia Rossa La grande invasione Un ranger per nemico L'ombra del Maestro7 points
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Ho letto questa mattina questo speciale (avevo e ho un po' di letture arretrate). Giusfredi, uhm, finora non mi aveva mai troppo appassionato, però questa storia è davvero bella e merita più di nove, forse anche il termine ''capolavoro''. Sono contento per lui perché ha dimostrato due cose: saper scrivere grandi storie e avere il coraggio di osare e di andare oltre l'ordinario, la banalità. La storia offre un sacco di spunti, ma é soprattutto articolata in modo tale da confrontare padri e figli e non ti aspetti che sia il capo comanche a soprassedere sulla sia gloria quando c'è da salvare la sua prole, giungendo al sacrificio personale quando la figlia cade nelle mani di Shepard. Questo individuo invece avrebbe voluto il maschio e si trova una volitiva figlia, ma avete già scritto di come la tratta e l'abbandona a se stessa quando è malata. Sulla lapide leggiamo beloved daughter, amata figlia e non moglie. La giovane è stata lasciata anche dall'ufficiolotto, ma si capisce da lontano ormai che il suo cuore era stato conquistato interamente da Carson, anche senza leggere l'epilogo che resta tra i migliori che siano mai stati scritti. Abbiamo due coppie in questa storia, alla fine restano una ''vedova'' comanche che in dieci anni non ha mai dimenticato il suo uomo, e un Carson donnaiolo, ma non superficiale, con le sue ferite profonde, scritte direttamente nel cuore. Ed è qui, nell'esitazione che gli impedisce di varcare la soglia della camera, che ne capiamo la grandezza d'animo, nel tenersi stretto quel fucile che nasconde quella che per lui era più di una simpatia e di un'amicizia, che Tex non è ancora in grado di capire fino in fondo, fino a che non incontrerà sulla sua strada Lilith. Come scrive Boselli nell'introduzione, tra questo Carson e quello macchiettistico che si lamenta, c'è un solco. Storia questa, dunque, molto importante, cinematografica come ha ben detto Monni, non solo per il riferimento alla lanterna magica che ispirò i fratelli Lumière, ma per averci mostrato una guerra con i comanche prima della grande invasione, per aver dato a Carson un'avventura sentimentale che non è raccontata ma solo suggerita, emozionante e durissima nella sua conclusione 'romanzesca' e 'fiabesca'. Immaginarne una di questa portata prima di Lena era difficile, lo stesso Mauro Boselli si era limitato recentemente solo a rapporti occasionali (Maria Pilar), sulla stessa linea di un Tex che conosce solo delle donne con cui non si lega. Nello scrivere una storia come questa, quella pagina 100 che spunta a sorpresa durante la lettura è invece quanto di più scontato che ci si potesse aspettare, la ragazza non poteva ''vivere'', ma è il modo in cui Giusfredi l'ha raccontata a meritare i nostri applausi, è una pagina che gli permette di costruire tutti quello che è raccontato dopo, un turning point, una chiave di volta, che negli albi di Tex si contano sulle dita di una mano. Per tutto questo e per altro, questa storia merita 10, perché dopo averla letta ti viene subito la voglia di rileggerla, come solo per i classici.7 points
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Mi è stato approvato un nuovo soggetto, che sto ampliando (l'originale era appena una traccia base di mezza pagina!), che questo episodio sia anche la mia prima sceneggiatura per Tex? Si tratterebbe comunque di una storia da due albi. Se ingrano qualcuno mi dovrà aprire il thread nella sezione dedicata agli autori . Burattini è stato un buon maestro e ora spero che certe mie incertezze presenti nella mia prima sceneggiatura per Zagor rimangano ricordi del passato.7 points
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Ticci unico autore ad essere presente dalla prima storica fascia (1-100). Rispetto per un maestro assoluto!7 points
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Nota bene Diablero, ti stimo da tempo e sono sempre il primo a sostenere che l'allontanamento di Borden non sia dovuto alle tue motivate critiche, (figuriamoci Mauro ti teneva giustamente in considerazione per la tua indiscutibile competenza e acume) ma permettimi di dire che, ogni volta che alludi alla mancata capacità di capire un testo scritto degli altri utenti mi fai cascare le braccia. Il post di Jeff, oltre a esprimere un suo opinabile pensiero sulla faccenda, elogia pure il lavoro di Borden e Ruju sulla saga e magari qualcuno ha messo il suo like pure per questo, o sbaglio? Uno dei like è il mio, sebbene ti abbia sempre difeso da quella accusa, pensa te! Continuare a dare del lettore superficiale o poco sveglio con questa leggerezza è quel tipo di critica arbitraria e a senso unico che non accetto. Denota una forma di attezzosità che rischia di surriscaldare gli animi. Senza rancore...7 points
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Tutti i quattro Vangeli raccontano dell'unzione di Betania. Una donna si avvicina a Gesù, rompe un vaso d'alabastro e lo unge con una rilevante quantità di costosissimo olio di nardo. Il gesto ha un significato profetico - anticipa l'unzione funebre di Colui che presto sarebbe stato crocifisso - e teologico - l'olio viene offerto, "sprecato" proprio come presto Gesù avrebbe offerto, "sprecato" la sua vita in Croce -. Ma per chi ha guardato la scena con occhi umani, prosaici, il gesto è stato uno spreco bello e buono: come osserva l'Iscariota, vendendo il profumo si sarebbero potuti ricavare trecento denari, con cui aiutare i poveri. Ecco, passando alle nostre parva res, l'albo n. 755 mi ha richiamato alla mente l'unzione di Betania. Ma, trattandosi di fumetto, e quindi di cosa profana, questa unzione l'ho vista con gli occhi dell'Iscariota. Disegni fenomenali, un'ottima colorazione, l'emozionante sogno di Tex, la beffarda fine del senatore. Tutto sprecato, per una storia tutto sommato inconsistente, che ricorderò solo per l'inopinata risurrezione di Higgins. Risurrezione, sì, perché, per le mille ragioni già illustrate da @Exit, @Diablero, @Leo e ancora altri, Higgins era morto, anzi non poteva non essere morto nel deserto. Risuscitato da @borden, ma per fargli fare cosa? Ripetere stancamente quello che già aveva fatto negli albi passati (cosa che, invero, sta accadendo un po' troppo spesso ai personaggi redivivi). E scappare da Tex, che però nemmeno questa volta riesce a realizzare la vendetta che aveva giurato. Mi duole, mi duole veramente dirlo, ma questa storia è in tutto e per tutto sbagliata.7 points
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Se leggi le interviste dal 2017, spesso parla di questo aspetto: secondo lui scrive il Tex che il lettore medio si aspetta, cioè un tipo di storia secondo lui ''classica'' che ovviamente è l'opposto di quello che è una storia originale. Nel 1982 quando scrive Tex per la prima volta l'editore gli chiede una copia del Tex bonelliano. All'inizio qualche barlume di originalità si manifesta quando scrive per Ticci e Letteri dei gialli, Sergio Bonelli gli mette subito lo stop. Nizzi gli dice che sente più suo il Tex nolittiano, vorrebbe scrivere il Tex alla Nolitta che allora andava ogni mese in edicola, Sergio Bonelli gli intima di seguire la traccia del Bonelli paterno. Che abbia letto tutti i duecentocinquanta numeri della serie può anche essere vero (anche se materialmente in quel lasso di tempo è impossibile che l'abbia fatto), per me si è letto bene i numeri dal 100 in su, le storie del Carnicero, Tucson, quelle di Fusco, San Francisco, Il laccio nero. Non inventa nulla, ricalca con brio. E si incazza pure. A un certo punto vede Sergio avallare le storie di Boselli, ne riconosce l'originalità, se la prende, ma come? A lui gliele lasci scrivere e a me hai imposto dei modelli ''classici'' ( lo metto tra virgolette). Ed ecco che ti scrive il Texone dei Parlov, dove lascia parlare i sentimenti, anche se come originalità c'è l'impronta prattiana, giustificata in parte proprio dalla presenza del Croato. Da quel momento Nizzi si lascia andare, è meno rigoroso, smette di guardare del tutto al tex glbonelliano e lo fa come vorrebbe lui, nolittiano, solo che è in vistosa fase calante, quando va bene lo sorregge il mestiere, quando va male scrive storie poco ispirare o insulse. Dopo il 5O0 non si mette freni, scrive svogliatamente il Tex che ha in testa (che ha poco di Bonelliano o nolittiano, è solo un povero sfigato che ne combina una dopo l'altra), gli fa fare figuracce, svarioni, MA gli hanno messo in testa che ha salvato Tex e lui non si mette mai in discussione nelle sue scelte, anche quando gli fanno capire che sbaglia è convinto di scrivere il Tex come va scritto. Nel 2008 lascia, legge di tanto in tanto i Tex di Faraci e Ruju, diversi dal suo Tex, e quelli di Boselli che non riconosce come storie texiane. Ma si morde le mani perché sono belle storie, da qui il suo astio. Nell'autunno 2016 Boselli, che è un signore, da un lato ha bisogno di autori che scrivano Tex in modo accettabile, tanto c'è lui che supervisiona sulle magagne, cosa che Decio e Sergio non facevano più da tempo, dall'altro Boselli ha la scusa di voler scrivere il ritorno della Tigre. Nizzi si lascia tentare, non ci sono più Canzio e Sergio i cui tempi rimpiange (nelle interviste) dimenticando di dire che ormai gli bocciavano tutte le storie (perché facevano schifo), mentre ora con Boselli curatore chissà... In ogni caso torno, incasso un po'di euro, faccio felici i lettori che da dieci anni non leggono più una storia decente di Tex, con me ritorna il Tex dei battibecchi con Carson, le patatine e le bistecche, le storie come questo Maxi che non hanno un bricciolo di originalità ne pretendono di averla, tutto il contrario, e peggio per chi il polpettone non lo digerirà, Boselli lo sopporta anche, perché lui, cioè nella testa di Nizzi, lui è la primadonna, insomma l'unico in Italia ancora capace di sapere scrivere Tex come va scritto. Solo che in redazione ti correggono alcune cose, poche a sentire Boselli, e non ti danno il disegnatore che vuoi, Biglia, che sta per disegnare il Texone, Guarino che gli sussurra all'orecchio: ma il texone dovresti scriverlo tu per lui, chi meglio di te? E volano gli stracci. Perché in via Buonarroti non manca la pazienza ma nessuno, proprio nessuno ha voglia di passare per il coglione della situazione. E vorrei vedere anche. Questa è la mia chiave di lettura, penso non troppo lontana dalla verità. Questo è quello che Nizzi ha sempre ammesso: le storie bonelliane possono essere ridotte a schemi. Dice di aver letto le storie ed essersi ricavato così questi schemi. Ma non dimentichiamo che del 1979 era il libro di due giovani universitari seguaci della scuola russa, di Propp, quello della ''fiaba'' e dei suoi modelli, tutta la letteratura che può essere ridotta a questi schemi attanziali. Questo libro, quando tre anni dopo inizia a scrivere Tex, Nizzi lo conosce. Impossibile che non l'abbia letto. Se l'è bevuto, per me. Che dica balle, ormai lo sappiamo. Da qui per me il Tex manierista, per usare un termine che mi è sempre piaciuto poco, perché comunque riduttivo.7 points
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Come dice Ymalpas, il grande successo della Collezione Storica a Colori (in una casa editrice dove molti denigravano apertamente G.L. Bonelli ritenendolo "vecchio" e "superato" mentre i loro ripetuti fallimenti erano "fumetto colto") ha sbalestrato parecchi, compresi molti critici modaioli. Visto che non potevano accettare che il "vecchio" e "superato" GL Bonelli avesse ancora tanto seguito, si erano per me convinti che fosse perchè "era a colori", e si sono presi una sbandata grossa come un elefante per il colore e per qualche anno hanno sverniciato di tutto. Salvo rendersi conto che la roba che non vendeva in b/n non vendeva manco a colori... Come ha detto Recchioni in un (raro?) momento di lucidità nella lezione che tenne alla Holden (la trovate su YouTube), "in Italia negli anni 70 GLBonelli vendeva 800.000 copie di ogni numero, Berardi con Ken Parker ne vendeva 40-50.000 (UN VENTESIMO!), ovviamente da quel momento tutti gli autori di fumetti italiani cercano di imitare Berardi e nessuno imita GL Bonelli..." (aggiungendo poi che anche lui non faceva eccezione..). Basta vedere quante "Berardeggiate" sono state pubblicate nei Color Tex Storie Brevi: di fronte alla possibilità di scrivere una storia di Tex, il 99% degli sceneggiatori italiani, vittima di una specie di sindrome di Stoccolma, dicono "oh, finalmente potrò scrivere Ken Parker!" Non è che GLBonelli in particolare sia "fuori moda" nel fumetto italiano, nel fumetto italiano è proprio "fuori moda" e cosa disdicevole il fare fumetti PER I LETTORI e CHE VENDONO. Non è una cosa da "vero autore". Non si fa! Che in una situazione simile per far quadrare i conti si aumentino gli albi di Tex (cioè, praticamente dell'unica cosa che fanno che vende sul serio grossi numeri), nell'incapacità di pagare gli stipendi con "i fumetti colti", è abbastanza ovvio. Però era ovvio dagli anni 80. Certo, nella seconda metà della decade hanno fatto il colpaccio con Dylan Dog, ma prima, nonostante la crisi di tutto il settore, di Tex continuavano ad uscire solo 1 serie (quella regolare) più 1 sola serie di ristampe (la tre stelle). Perché se Sergio Bonelli era tanto favorevole a questa cosa non la fece all'epoca? L'ovvia deduzione, guardando anche alla cautela nel mettere nuovi autori su Tex e alle tante storie nel cassetto, è che Sergio Bonelli non era favorevole per niente a questa proliferazione. Guardava più alla sopravvivenza della casa editrice a lungo termine che all'incasso del mese dopo, e quindi temeva di uccidere la gallina dalle uova d'oro spremendo troppo i lettori di Tex. Il primissimo collaterale di Tex è il Texone, pubblicato nel 1988 in occasione del quarantennale del personaggio. Ed è una scusa per pubblicare una storia di Buzzelli che aveva nel cassetto da anni (all'epoca era una storia leggendaria, nel fandom la notizia di Buzzelli che faceva Tex aveva fatto scalpore tipo il Texone di Magnus, e c'era stata molta delusione quando era stata chiusa in un cassetto). Molte caratteristiche del Texone arrivano semplicemente per caso da quella storia, che era per caso lunga esattamente 224 pagine (se fosse stata lunga 180 pagine tutti i texoni successivi avrebbero avuto 180 pagine...) Idem per il maxi: per smaltire storie impubblicabili. impubblicabili per paura di scontentare un lettore texiano visto come estremamente tradizionalista e ostile ad ogni novità. Questi collaterali sono una serie di "tentiamo la sorte, se va male almeno abbiamo vuotato i cassetti", seguiti dal vedere, fra la sorpresa e il sollievo per lo scampato pericolo, che il pubblico gradiva e vendevano. Solo DOPO aver visto questa cosa "passava la paura che i lettori inferociti rifiutassero di comprarla" ed entrambe sono diventate serie regolari. Ma anche con quelli, si arriva a 14 uscite all'anno. Anche l'almanacco nasce così, ma su un'altra testata, fu un idea di Castelli su Martin Mystere: andò bene, e l'iniziativa si allargò anche agli altri personaggi. Ma anche con l'almanacco del west, si arriva 15 albi di Tex all'anno. E sono rimasti solo quindici PER 15 ANNI! Per tanti anni, dal 1996 al 2011, non si aggiunge nemmeno una pagina in più! (vabbè, qualche storia breve qua e là, bazzecole...), nonostante la crisi delle vendite, nonostante la chiusura di tante serie, Sergio Bonelli non aumenta le uscite di Tex. Gli mancano anche gli autori, le continue difficoltà di trovare autori adatti a Tex sono note a tutti qui nel forum. Poi arriva il boom della CSAC, e si lancia il Color Tex. Agosto 2011. Annuale. E siamo a 16 albi di Tex in un anno. Subito dopo Sergio Bonelli muore (settembre 2011, fa appena in tempo a vedere il primo Color Tex), e da quel momento... INIZIA LA SARABANDA! MUSICA, MAESTRO! - 2013: IL COLOR DIVENTA SEMESTRALE (17 albi all'anno) - 2015 SI LANCIA LA SERIE DEI CARTONATI ALLA FRANCESE (da subito semestrali) (19 albi all'anno) - 2018: IL MAXI DIVENTA SEMESTRALE (20 albi all'anno) - 2018: PARTE LA SERIE TEX WILLER (che, ricordiamolo sempre a futura memoria, nelle intenzioni di Airoldi doveva essere un reboot delle vecchie avventure tipo "Zagor le Origini" ma con "disegnatori più moderni", tipo quelli dei supereroi...) (32 albi all'anno) - 2019: PARTE LA SERIE "SPECIALI TEX WILLER" (33 albi all'anno) - 2021 SI AGGIUNGONO GLI ALBI "BIS" (34 albi all'anno) - Nel 2021, esce anche l'anastatica a striscia, a cui vengono allegati 6 albi inediti. Aggiungendoli arriviamo a 40 ALBI DI TEX PUBBLICATI NEL CORSO DEL 2021. (e non finisce qui, cosa si inventeranno prima della fine del 2022? per me fra pochi anni ci arriviamo a 50 albi all'anno...) Quindi... Dal 1957 al 1987 escono, per 30 anni, 12 Tex all'anno. Dal 1988 al 1993 escono, per 6 anni, 13 Tex all'anno. Dal 1994 al 1996 escono, per 3 anni, 14 Tex all'anno. Dal 1997 al 2011 escono, per 15 anni, 15 Tex all'anno. Nel 2021, dopo soli 10 anni dalla morte di Sergio Bonelli, escono 40 Tex in un anno! A me la frattura, lo stacco netto e la giravolta a U col il cambiamento a 180 gradi di direzione, passando da "bisogna stare attenti a non scontentare i lettori, i personaggi devono durare" a "spremiamo quei polli dei lettori, chissenefrega della durata dei personaggi" mi pare più che evidente....7 points
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Buongiorno a tutti i pards del forum, qui sotto un mio recente studio/disegno dedicato al nostro. Un saluto!7 points
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Ho letto le altre storie (quattro) che ancora mi restavano e lascio un ultimo commento solo per quella scritta da Ulzana. Prima considerazione: è una storia dedicata a Tex, un tributo alla sua grandezza e a quello che rappresenta per noi lettori. Tante volte la lettura di un Tex ci ha tolto dalla mente pensieri, preoccupazioni. Tante volte in questo senso ci è venuto in aiuto senza che noi si potesse dirgli grazie alla fine della lettura. In questo vecchio soldato Ulzana ci ha messo se stesso, ci ha messo noi lettori. Poter incontrare Tex, per mezzo di un personaggio fittizio, nelle sue pagine e nella sua storia che ne declina ancora una volta il mito, è un po' il sogno di tutti noi. Una storia tutta per dirgli grazie, semplicemente questa parola per decine, centinaia di avventure che ci hanno fatto divertire nella sua compagnia. Beh Ulzana, il gioco dell'immedesimazione l'ha giocato fino in fondo, ci ha lasciato come il suo personaggio, dopo aver detto un grazie a Tex e senza potergli spiegare il perché. Che io ricordi di albi dedicati a Tex e al suo mito ce ne sono stati pochi. C'è quello di Magnus che è il massimo tributo dedicato da un'artista al personaggio creato da Bonelli e Galleppini. Anche Magnus, come Ulzana, per pochi mesi non ha potuto vedere l'albo in edicola, con il suo nome riportato sopra. E' un qualcosa che, tutte le proporzioni mantenute, li accomuna. La storia è una storia crepuscolare, c'è il Tex che salta fuori all'improvviso, nel momento di maggior bisogno. E' quello che ci si aspetta da un eroe. Ulzana l'aveva capito benissimo. Lo capiscono molto meno quegli autori che pur di metterlo in difficoltà non fanno di lui il salvatore, quello che ti tira le castagne dal fuoco, ma quello che ha bisogno di essere aiutato e qualche volta salvato. Il che ci sta anche, ma le figure da piccione per il Tex glbonelliano non sono mai ammesse. Ecco perché il Tex immaginato da Ulzana è un Tex glbonelliano nel profondo dell'anima, il Tex che noi lettori amiamo e pretendiamo, sbrigativo nel risolvere i problemi. Ecco perché questa storia vale molto di più di quello che può sembrare di primo acchito. E che questa sia la sua prima e ultima storia per Tex ci aggiunge malinconicamente quel tocco poetico in più, una storia di cui saresti potuto andare ben fiero. Adios amigo!7 points
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Sono veramente sconvolto. Leggere Boselli e lamentarsi dei molti personaggi è come leggere Manara e lamentarsi della fica.7 points
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Le tue parole mi hanno commosso pard; profonde, condivisibili, intense. La tragedia di Emanuele ha scosso molto anche me, dinanzi a simili eventi luttuosi non si può esimersi dal fermarsi e riflettere: riflettere di quanto sia sottile il filo dell'esistenza e quanto sbagliamo nella quotidianità a perdere di vista le vere priorità, correndo dietro improbabili chimere o dannandoci per gli imprevisti della quotidianità. Purtroppo la vita va avanti e si finisce irrimediabilmente nel consueto vortice degli affanni quotidiani, ma dovremmo ascoltare più spesso la voce dell'anima e non solo quella della razionalità, che dinanzi a simili "ingiustizie" rimane disarmata. Condivido appieno pure le considerazioni sul particolare legame che si instaura qui sul forum: appena iscrittomi non credevo affatto che ciò potesse accadere e invece adesso lo sto provando sulla mia pelle. E' solo un'amicizia virtuale però spontanea, accumunata dalle comuni passioni, sincera senza secondi fini o scopi. Ci si affeziona presto all'ironia acuta di Virgin, all'eleganza verbale di Pecos, agli interventi concisi ma efficaci di Mister P, alla coinvolgente saggezza di Leo, ai bei commenti di Poe, alla competenza di Diablero, Natural Killer, Carlo Monni. Si sorride dinanzi le battute taglienti di Letizia, o si viaggia subito sulla stessa frequenza d'onda col simpatico Juan Ortega. Si interagisce con piacere con pard come Juan Raza, Laredo, Loriano Lorenzutti, Barbanera e anche con coloro in cui è più marcato il salto generazionale, vedi Grande Tex, Mac Parland o Magico Vento, ben presto li consideri come "fratellini minori". Per non tacere dell'onore di interloquire con Borden, saggiarne la sua immensa passione per il fumetto, il rispetto per i lettori, la sua schiettezza e sincera impulsività. Sembra quasi di entrar a far parte di una grande famiglia virtuale e nei momenti in cui per problemi tecnici non è possibile l'accesso, ti manca seriamente qualcosa. Mi piace credere, che la nostra comune passione abbia parzialmente aiutato il compianto Ulzana, a lenire un po' il lancinante dolore dei suoi ultimi terribili mesi.7 points
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Eccoci all'elenco delle modifiche e censure più appariscenti. Ho deciso che aspetterò alcuni giorni prima di postarle ogni volta (se le continuerò a postare, e non è detto) per lasciare lo spazio alle reazioni più "genuine" di chi scopre queste storie "non censurate" per la prima volta, tipo: E ti dirò che nelle prossime strisce ci saranno modifiche ancora più evidenti, anche allo svolgimento delle storie! (ti do un indizio: Lucas quando ha modificato la scena fra Han e il cacciatore di taglie nel bar, non è stato il primo... ) Striscia numero 3, Terrore a Calver City: pag. 1 vignrtta 3, Tex ai tempi dava del voi, oggi è più sbarazzino e dà del tu... pag. 3, vignetta 2, Coffin era il "predone" di tutto, poi è diventato il "padrone" (questa comunque mi pare una svista del solito letterista...) Pag 3, vignetta 3, "Città" diventata poi "cripta" pag 5 vignetta 1, ritroviamo gli indiani "pinte"... pag. 5, vignetta 2, qui iniziamo a vedere modifiche più sostanziali. In originale l'indiano fa promettere a Tex "giura... [...] che ucciderai Coffin". E Tex lo giura. Nelle ristampe diventerà "Che farai vendetta", anche in punto di morte Dente di Lupo ci tiene a rispettare la legge... pag. 5, vignetta 3: eddai, Tex, anche tu ti ci metti, se insisti ad usare il nome di Dio invano ("Perdio!") per forza le parrocchie poi proibiscono di leggerti! (nelle ristampe hanno semplicemente tagliato l'esclamazione, lasciando uno strano spazio bianco nella nuvoletta) Pagina 8, vignetta 1, in originale Tex dice a Tesah "mentre tu te andrai al sicuro a S. Thomas", nelle ristampe è stato cambiato in "ti metterai al riparo a S. Thomas". Ma che senso ha? Boh, a volte mi pare che cambiassero solo per il gusto di pasticciare... pagina 8, vignetta 2, "Stai in guardia, Tex! Sei un fuorilegge e Coffin ha molti amici a Calver City, lo sai!" diventa "ricorda che sei solo e Coffin ha molti amici" Pagina 8, ancora la vignetta 2, Tex risponde "Certo che lo so Tesah ma stai tranquilla, prima che lo sceriffo possa muoversi con i suoi uomini..." mentre nelle ristampe diventa "certo che lo so Tesah, ma sta tranquilla, prima di un paio di giorni...". Il senso della modifica è chiaro, e cambia parecchio la situazione. A Calver City c'è lo sceriffo, ma Tex è un fuorilegge, non denuncerà Coffin e non cercherà nessun aiuto, farà fuori Coffin e se ne andrà prima che lo sceriffo lo becchi. Nella ristampa tutto questo viene tolto e sostituito con un generico e blando "in due giorni ho finito".. Pagina 9, vignetta 1, il letterista colpisce ancora! Black Panyon! Pagina 14, questo è un cambiamento molto più sostanziale. In originale dice "Potrei uccidenti come un cane, Coffin... ma così sarebbe troppo bello... avrai quello che avevi destinato a me... il terrore prima della morte!" Nella ristampa diventa "Potrei uccidenti come un cane, Coffin... ma così sarebbe troppo bello... finirai i tuoi giorni in una lurida cella!" Pagina 19, prima vignetta, "Branco di idioti" diventa "branco di pecore" Pagina 19, seconda vignetta, alla domanda di Coffin "chi sei", Tex risponde "Lo saprai un attimo prima di morire, Coffin!", nelle ristampe gli fanno dire "Sono l'uomo che ti farà varcare le soglie dell'inferno". Evocativo ma molto meno chiaro sulle sue intenzioni... Ma è nella pagina successiva che davvero le censure cambiano completamente il senso dell'azione di Tex. pagina 20, vignetta 1: "prendi la tua pistola e difenditi, cane! Io sparerò solo quando avrai in pugno la tua pistola!" diventa nella TuttoTex "l'ho promesso al povero piute che tu hai assassinato, e Tex Willer mantiene sempre la sua parola!" È solo nella versione originale che le azioni di Tex hanno un senso! In originale Tex è un ricercato che va ad assassinare un uomo, davanti a testimoni. Ovvio che si copra il volto e non dica chi è! Nella ristampa TuttoTex invece non si capisce che intenzioni ha ("l'ho promesso al piute", ma nella ristampa censurata il piiute non gli fa giurare di uccidere Coffin, ma solo di "fare giustizia". Che fa nel saloon Tex? Vuole arrestare Coffin? Con che autorità? Vuole sfidarlo a duello? Ma allora che senso ha mascherarsi se poi dice il suo nome davanti a tutti? La cosa è tanto insensata che il dialogo viene "aggiustato" ulteriormente nella Nuova ristampa, dove Tex dice ""l'ho promesso al povero piute che tu hai assassinato, e io mantengo sempre la parola!", dando almeno un senso al fatto che Tex si copra il viso (svarioni come questo fanno capire la cura e l'attenzione con cui venne fatta la TuttoTex...) Anche quello che succede viene cambiato: nella ristampa, Tex come un pollo si fa sorprendere, sta tenendo Coffin sotto tiro, ma non si capisce cosa voglia fare, se sparargli o consegnarlo allo sceriffo... In originale è Tex che ha DETTO a Coffin di prendere in mano la pistola, perchè sta per ucciderlo e non vuole farlo a sangue freddo sparando ad un uomo disarmato. Quindi in originale è Tex che sta giocando con lui come il gatto col topo, lasciandogli anche il primo colpo. Pagina 20, vignetta 2, in originale Coffin dice "All'inferno allora, maledetto!", nella ristampa diventa "All'inferno ci andrai tu, dannato" Pagina 21, vignetta 2 e 3 (unendo due nuvolette): "Maledetto... e non ti potrei uccidere ora? ...sei nelle mie mani... e l'Inferno ti attende, Coffin... ma può attendere ancora un poco, Coffin...La vita è bella, vero? E allora ti lascerò vivere ancora un poco, cane! ", nelle ristampe censurate diventa "questo per impedirti di scordare la condanna che ti attende. Goditi gli ultimi momenti, Coffin, fra poco tornerò per saldarti il conto" Fra l'altro per rifare i balloon, nella TuttoTex mettono una nuvoletta messa alla "c##zo di cane" che tocca il bordo del cappello di Coffin, che è un errore da penna rossa per un letterista. Nella nuova ristampa cambiano completamente (di nuovo!) i balloon... e mantengono lo stesso errore! (in generale, hanno massacrato migliaia di tavole originale per cambiargli i balloon... peggiorandoli, quelli della TuttoTex sono messi davvero male e coprono i disegni, e quelli della Nuova Ristampa non sono molto meglio) Pagina 22, vignetta 1, in originale era "Oh, non respirare ancora... vivrai ancora... ma per poco, Coffin... molto poco. Ricordalo!" Nella tuttotex diventa "e non cercare di fuggire, amico, saprei scovarti anche in capo al mondo!" Pagina 24, nella ristampa Tex si nasconde "in una folta macchia", ma in originale era un più virile "folto macchione"! Pagina 27, in originale Coffin ha tutta la mano bendata e inutilizzabile, nelle ristampe ha una piccola fasciatura da leggero taglietto Ragioniamo sui cambiamenti: 1) versione originale: Tex sembra che stia semplicemente giocando con Coffin, ma sta invece ragionando lucidamente e sta seguendo un piano astuto. Tesah gli ha già fatto notare che se uccide Coffin verrà catturato probabilmente dallo sceriffo e dai suoi uomini. Tex va nel saloon, spaventa Coffin e lo ferisce, ma poi fugge. E si fa inseguire dagli uomini di Coffin, portandoli su una falsa pista e allontanandoli. Se avesse ucciso Coffin al saloon avrebbe avuto addosso tutti subito dopo, compreso lo sceriffo. Invece così lo sceriffo non lo chiamano nemmeno e Coffin gli manda addosso solo i suoi sgherri, rimanendo solo con una guardia del corpo. Poi, ad uccidere Coffin, Tex non va più in pubblico, ma lo fa fuori tranquillamente entrando nella sua camera di notte e svignandosela alla svelta prima che avvertano qualcuno. Altrra cosa: in questa versione è chiarissimo che Coffin è morto, o comunque Tex lo lascia per morto. Perchè ucciderlo "come un cane" è dall'inizio il suo scopo, il suo obiettivo. 2) Ristampa censurata tre stelle. Non si capisce cosa voglia fare Tex. Cincischia, pare indeciso, prima si maschera e poi dice il suo nome, affronta Coffin e si lascia sorprendere, poi se ne va e poi torna... visto che non si capisce che vuole fare, rimane dubbia anche la scena finale, e cosa succede a Coffin. 3) Ristampa censurata nuova ristampa: almeno correggono lo svarione di Tex mascherato che dice il suo nome. Ma insomma... non è chiaro come la storia originale non sia solo più avvincente e "tosta", ma ha pure più senso? (la striscia dopo la faccio domani che ci ho messo troppo con questa, ci sono davvero un sacco di censure...)7 points
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L'amico Francesco Bosco ha fatto del "manierismo" di Aurelio Galleppini e di tutti gli altri disegnatori (italiani o internazionali) due bei libroni e dovrebbe essere a buon punto con il terzo. L'ha fatto per amore di quel Tex e per lo stesso Galleppini, al quale ha reso uno straordinario omaggio, peccato che non tutti l'abbiano capito e non gliel'abbiano perdonata. Bisognerebbe scindere le due cose: si parlava di schemi narrativi, non di parti copiate di sana pianta o imitate con lo stile "manierista". Ora se a un autore viene richiesto di mantenersi fedele, cioè ha quella formale richiesta da parte dell'editore, quello deve fare. Berardi, la sua storia è finita nel maxi: impubblicabile perché non adatta agli standard della serie regolare, cioé Berardi al posto di Nizzi non sarebbe durato fino al panettone. Sergio lo chiedeva fino alla nausea anche ai disegnatori: Buzzelli dice di essere partito cercando di mantenersi nella linea di Galep, poi non ha retto. Buzzelli era uno dei tanti disegnatori chiamati a dare una mano ai vari Galep e Ticci e non superò la prova. Risultato: a casa! Il suo texone fu pubblicato dopo quattro anni e i volti dei personaggi subirono un lifting redazionale. Questa è una notizia che nessuno ha voluto commentare: Sergio ha censurato Buzzelli come Wilson! Insomma: questa era la via. Sergio era ben conscio che gli anni ottanta e i novanta (e così a lungo andare) non avrebbero repplicato i successi di vendita degli anni sessanta e settanta. Tanto più quando i lettori avrebbero scoperto che dietro le storie non c'era più GLB. Niziz fu costretto a eclissarsi, cosa che gli costo tanto. La consegna era di creare un prodotto riconoscibile e questo Nizzi è riuscito a farlo benissimo e Sergio, almeno all'inizio, glielo riconosceva (Nizzi ha scritto ininterrottamente quasi da solo tutte le storie della regolare dei texoni dei maxi fino al 2007). Quello che Monni chiama manierismo, con una connotazione negativa e un velato disprezzo nei confronti della scrittura di Nizzi tende a non considerare che c'era da salvare un personaggio, una casa editrice, i posti di decine di collaboratori, di autori e disegnatori che lavoravano per Tex e per altri personaggi (va bene per Diso e soci che non avrebbero una "pensione" altrimenti). Carlo avrebbe dato un calcio nel sedere a Nizzi e avrebbe arruolato subito D'Antonio, quello che era bravissimo ma non riusciva a capacitarsi come il suo fumetto vendesse un decimo in confronto al Tex. Siamo realisti. Gli intervento redazionali erano numerosissimi, invasivi e soprattutto non negoziabili. Zhenda non deve morire, per esempio. Nizzi non era curatore di se stesso come lo è Boselli. Questo si può fare e questo no: il nipote di Tex, ma che scherziamo ? Con Sergio non avrenmmo mai visto "Nueces Valley", non con quel Sergio. Certo Nizzi non è riuscito al 100% nel ricreare l'opera di GLB, innanzitutto non era Tex come invece lo era GLB, il carattere era all'opposto. A Nizzi interessava scrivere i gialli, si è dovuto adattare al West (che comunque aveva già praticato con un certo successo con le storie brevi di Larry Yuma), è uno scrittore avventuroso, che conosce la letteratura avventurosa, ma non possiede il genio creativo che fu quello di GLB, che resta unico nel quadro nel novecento. Gli fu chiesto di imitare pedissequamente quelle storie e lui si è dovuto piegare: questo comportava scrivere le solite frasi che tutti conoscono, ricopiare altre porzioni di testo, rifarsi anche spudoratamemte a certe sequenze: il manierismo. L'ha fatto quando probabilmente avrebbe voluto avere le mani meno legate sin dall'inizio, quando questo è avvenuto sono nate le sue grandi e più belle storie (quelle a cavallo degli anni novanta) fino al momento in cui ha avuto la crisi. Continuate a fargliene una colpa, avete capito tutto. Non sono l'avvocato di Nizzi, sono un estimatore della sua opera anche se ho iniziato a leggere Tex prima che lui iniziasse a scriverlo, con le ultime di GLB e le tante di Nolitta, non proprio il massimo insomma. Per il resto i contatti (pochi) che ho avuto con Nizzi sono stati quelli di un autore con "uno di quelli che scrivono (male di lui) su internet", gente che proprio detesta. Non fraintendete, sempre corretto e professionale. Alla fine ho detto basta perché io ero alla ricerca di notizie e si stava quasi per litigare. Quindi umanamente sono abbastanza deluso. Avevo un'intervista per cui mi aveva già detto di si per il Magazine, ho lasciato perdere. Questo detto perché non ho peli sulla lingua, ma ormai l'avrete capito da un pezzo.7 points
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Onestamente, se ciò che Texan afferma fosse, anche in parte, vero, la cosa non mi andrebbe per niente a genio. Da quanto capisco, credo di essere uno dei più anziani lettori di Tex, avendo iniziato alla fine degli anni 60. Non mi pare che Tex sia mai stato - e neppure che sia diventato - un fumetto (e un personaggio) caratterizzato politicamente. Letture del genere, ne sono state tentate, ma mi son sempre pare arbitrari tentativi di far sdraiare il nostro Tex "sul letto di Procuste". Se in Tex si leggero sempre storie con indiani buoni, vittime, "nobili selvaggi" e bianchi malvagi, avidi, vigliacchi, crudeli, allora sì che il risultato sarebbe stucchevole e falso. Falso come suonavano i film come Soldato Blu, il cui scopo, tra l'altro, non era neppure tanto quello di rivalutare gli indiani, bensì di denigrare le giacche blu, in quanto antenati dei berretti verdi... A ben vedere, il Tex di Bonelli e di Boselli è molto simile all'autentico, classico cinema western, che, se preso nel suo complesso, offriva molte storie con gli indiani "lupi predatori", ma ogni tanto sottolineava le colpe dei bianchi o i diritti negati degli indiani. Mi risparmio gli esempi, perchè sono certo che sono conosciuti da molti. E che dire dei negri (palle di neve, mi pare li chiami Tex in Black Baron) o dei cinesi oppure dei messicani? Sempre presentati come buoni? non direi. L'accusa di Texan è, mi pare di capire che, se un tempo Bonelli non si peritava a far sì che i nemici di Tex appartenessero a questi gruppi etnici, negli ultimi anni, invece, il virus del "politicamente corretto" avrebbe infettato il vecchio Tex. Guai, se fosse vero! Se c'è una cosa assurda, falsa, ridicola, detestabile, fanatica ed ignorante è proprio la "political correctness" (purtroppo diffusa negli atenei americani). Oggi Shakespeare non potrebbe scrivere Otello o il Mercante di Venezia... A me, non pare proprio. Quello che si nota, magari, è una maggiore cura per i dettagli storici ed etnografici, ma non penso proprio che Boselli sia un cultore di questo credo. Messicani cattivi, si sprecano. Non mancano neppure gli asiatici cattivi. Neppure i negri (qualcuno ricorda l'avventura a New Orleans Il vecchio di mezzanotte?). Forse, l'unico stereotipo che a volte può apparire eccessivo (ma che deriva, guarda un po', proprio da GL Bonelli) è quello dell'ufficiale incapace o senza scrupoli. Mi sembra un po' poco, per formulare un'accusa, Texan. In conclusione, credo che Tex sia ancora, e tutto mi fa pensare che resterà, un grande, ottimo, fumetto d'avventura, senza zavorra ideologica, in cui Tex e i pard fanno giustizia nel singolo caso, senza sociologismi, remore, riguardi per nessuno. Nel loro mondo, fortunatamente, è possibile leggere avventure con torme di indiani assetati di sangue e poi passare ai patimenti di qualche umile tribù Pima perseguitata da cacciatori di scalpi. Infine, non bisogna, soprattutto, scambiare il "politicamente corretto" (che è una vera e propria perversione mentale) con una inevitabile e giusta evoluzione del gusto, del modo in cui certe azioni vengono rappresentate, del modo in cui parlano i personaggi.7 points
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Oppure è in relazione ai disegni? O è la trama che l'ha portato a quel dato giudizio? E perchè?) "Voto 1/2/3/4/...". Secondo me si poteva fare meglio" (motivazione: cosa avrebbe cambiato l'autore di questo messaggio? Quali erano le sue idee?) "Le mie critiche erano rivolte ad alcuni numeri un po' deludenti" (motivazione: quali? Sarebbe interessante saperlo, in quanto potrebbe anche aiutare a stilare un'eventuale lista delle preferenze) Altri esempi potranno esser inseriti man mano... Nota 2: Sanzioni. Tali messaggi spam definiti nella nota 1 verranno o cancellati o "censurati" ed il contatore dei messaggi per il singolo utente verrà rivisto in base alle modifiche! Nel caso di SPAM / OT troppo presenti: 1a ammonizione: nessuna sanzione reale. Non verranno ammesse repliche o discussioni nella discussione ove sia presente l'intervento di moderazione. Esse potranno esser fatte nell'apposita discussione: Chiarimenti tra utenti e staff. 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Dov'è che si riconosce il Grande Scrittore? Nelle sue opere migliori? Nei capolavori indiscussi? Certo, ma qualche buona storia capita nella carriera anche degli scrittori più fiacchi. No. Per conto mio il Grande Scrittore è quello che riesce a farti innamorare dei suoi lavori crepuscolari, che riesce a stupirti positivamente anche nelle storie di una carriera che si sta concludendo. E in questa storia lampi del genio che fu GLB ce ne sono. Oh! se c'è ne sono! Non avete visto come la storia sia un confronto etico (!) tra i tre pards e i loro doppelgänger? Come le azioni degli uni siano improntate al bene, alla relazione positiva e quelle degli altri al male, alla soddisfazione egoistica? Magistrali i momenti speculari e opposti in cui i due gruppi entrano a Banderas: i doppelgänger ritengono normale che lo "sporco indiano" rimanga fuori dal paese, i pards non solo entrano con Tiger Jack, tengono testa ai razzisti, ma addirittura riescono a non entrare in conflitto con questi ultimi e, alla fine, a portarli dalla loro parte. Non è più solo avventura, Tex diventa anche un manuale di gestione del conflitto relazionale! Pedagogia nel suo più positivo significato! E cosa dire dell'interrogatorio di Durango Jim? Tutti aspettano gli sganassoni che invece non ci sono! Anche in questa sottrazione c'è la zampata del genio! Genio che affiora ancora nei dialoghi: "SIATE PRUDENTI!... SONO IN TANTI." "STATE TRANQUILLA, SARÀ NOSTRA PREMURA RIDURLI DI NUMERO." Che magnifico viale del tramonto ci ha regalato Gianluigi Bonelli!6 points
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Borden, il tuo discorso avrebbe una logica... SE I FUMETTI NON LI VENDESSERO ANCHE AL SUPERMERCATO! E in ogni caso, è comunque una logica "rovesciata". I cinema staccano meno biglietti perchè i film non li vede più nessuno? No, perchè li vedono ALTROVE, in streaming. Al cinema costa di più e ci si deve spostare. Ma in edicola il prodotto costa UGUALE e ANZI, la Bonelli ci dice che sta chiudendo proprio la sala "che non ti fa spostare", l'edicola: che paragone è? Prendiamo un paragone dove la roba costa uguale, che hai fatto tu: "Anche le drogherie sono scomparse perché i loro prodotti sono pessimi (non perché la gente preferisce acquistare gli stessi prodotti al supermercato dove può parcheggiare la macchina)!" L'hai scritto tu: "la gente preferisce acquistare gli stessi prodotti al supermercato dove può parcheggiare la macchina" Infatti, anche a me non risulta che i produttori di quei prodotti stiano giustificando gli aumenti di prezzo con "la chiusura delle drogherie"... I fumetti Bonelli si trovano nei supermercati, negli autogrill, in abbonamento, online, si possono spedire, e comunque le edicole, anche se in calo, sono comunque una rete di punti vendita molto più estesa, per esempio, delle librerie: eppure i libri si sono venduti anche con così pochi punti vendita. Perché voi non ci riuscite? Come fa Harry Potter a vendere milioni di copie in una rete di punti vendita da qualche migliaio di esercenti, mentre voi sostenere che non vendete più di centomila copie (al massimo) in una rete di punti vendita molto più capillare e con molti più esercenti? Eppure, negli anni 70, con il grande, massimo boom dei fumetti... le edicole erano poche. Nei decenni successivi le licenze sono state moltiplicate a vanvera (e anche per questo poi molte hanno chiuso). Adesso non so se siamo scesi sotto gli anni 70 di nuovo, ma come mai all'epoca la Bonelli riusciva a vendere tanti fumetti in così poche edicole? Capisco che, anche umanamente, sia più bello raccontarsela come "là fuori ci sono milioni di persone che amerebbero i nostri fumetti, se solo non vivessero a 4 ore di macchina dall'edicola più vicina" (una situazione tipica italiana! ), ma a un certo punto, bisogna anche accettarla la realtà: che ci sono in giro maniere di usare quei cinque euro che danno molta più soddisfazione. Le edicole chiudono non solo perchè i fumetti non vendono più un tubo, ma anche perchè i giornali non vendono più un tubo? Vero. Ma in quel caso, la gente non compra il giornale perchè le notizie le trova online nei siti degli stessi giornali, scritte dagli stessi giornalisti, e "in tempo reale". Voi non avete quella concorrenza, pure la pirateria nel fumetto italiano non mi pare così rilevante e non arriva prima della copia stampata come nei quotidiani. Comunque, nel mio piccolo comune c'erano negli anni 70 tre edicole, quando Tex vendeva 700.000 copie. Poi sono salite a 7 edicole più almeno 4 supermercati quando hanno dato la licenza anche a quelli (e all'epoca gli edirori piangevano - con molte più ragioni secondo me - perchè con così tante edicole le copie da esposizione erano un costo eccessivo). Ora sono calate di nuovo a 3 edicole e a almeno due supermercati che tengono ancora il reparto edicola che io sappia. Significa che per comprarsi un fumetto devi farti ancora un po' di strada in bicicletta come negli anni 70, oh che dramma. Eppure, vedevo la pila di fumetti Bonelli assottigliarsi PRIMA che chiudessero le edicole, che strano... Ovvio che 700.000 copie non le vendi più. Ma non perchè calino le edicole: per la concorrenza di 400 canali TV più i satellitari, internet, smartphone, etc: è il prodotto "fumetto" che ormai non è più competitivo. il PRODOTTO, NON il punto vendita! Che chiude perchè non vendono più i prodotti, non il viceversa! Rimane un altro mistero: se il "tappo" è dato dal numero di edicole, e i fumetti sono bellissimi e se ne venderebbero centomila copie se ci fossero abbastanza edicole... perchè alcuni vendono dieci volte quello che vendono altri? Ci sono "edicole di Schrödinger" che sono aperte per Tex e sono chiuse per Martin Mystere? Ma se si accettasse la sconvolgente rivelazione secondo cui se vendi ventimila copie è perchè ti vogliono leggere proprio solo ventimila persone, magari?6 points
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Un mio piccolo aneddoto sull'autore che ci ha lasciati. Eravamo nel 2009, credo, e Manfredi era appena passato alla serie regolare con la storia dell'acqua disegnata da Civitelli e ricordata poco sopra da Monni. Era l'epoca in cui il forum cercava di emergere dalla mediocrità e tra gli utenti che si davano da fare vi era un indiavolato Anthony Steffen, che davvero si prodigava in tutte le maniere. Fu lui ad avere l'idea del Tex Magazine del forum e sempre lui a fare una piccola intervista a Manfredi che aveva contattato in privato. Ricordo che mentre ne parlavamo gli dissi: Carmelo, che ne dici di mettere l'intervista direttamente sul magazine? (Era inizialmente prevista infatti la sua pubblicazione sulle pagine del forum). Fu così che decidemmo di fare qualche altra domanda a Manfredi e alla fine ne venne fuori un'intervista carina e simpatica di diverse pagine. Lui fu gentilissimo e rispose a tutto senza mai tirarsi indietro. Quando il magazine fu online, attraverso Mauro Boselli giunse nelle mani di Sergio, immagino in una versione cartacea stampata negli uffici della casa editrice. Il Sergione ci fece sapere che reputava la nostra davvero una bella iniziativa, aveva sempre un occhio di riguardo e qualche buona parola per i piccoli fanzinari da incoraggiare, e venne fuori che una delle cose che maggiormente lo sorprese fu proprio la disponibilità che Manfredi ci aveva concesso (visto che eravamo proprio alle prime armi e nessuno ci conosceva). Non riusciva proprio a capacitarsene. Con l'autore ebbi anche il modo di fare una gaffe ponendogli la domanda se dovessimo considerare quella storia in edicola come una storia a tesi, idea che lo rivoltava proprio, che ne potevo sapere, decisi lo stesso di conservare quella domanda nell'intervista del magazine e la relativa risposta un po' piccata in cui il buon Manfredi mi tirava le orecchie! Lo ricordo con molta simpatia anche se le storie pubblicate su Tex le ho sempre giudicate atipiche.6 points
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Cioè fatemi capire: @borden ci ha nuovamente mostrato il suo attaccamento tornando sul Forum (poteva tranquillamente non farlo visto la sua rispettabile scelta del passato) e gli si contesta di difendere il suo punto di vista? Cioè un utente può criticarlo (anche a volte non leggendo la storia oggetto della critica, o storpiando titoli a suo piacimento non avendo il minimo rispetto per il suo lavoro, perchè una storia può piacere o meno ma il rispetto non deve mai mancare) e lui non può far valere la sua perchè è un autore? Mi par di capire che si vuol far passare Mauro come una grande minaccia al diritto di critica, ma stiamo scherzando spero! Anzi son felice che sia tornato, poichè da tempo si notava una deriva di critiche non sempre costruttive, che senza contraddittorio avrebbero portato a esiti poco felici. Per informazione a chi vorrebbe nuovamente far passare il falso punto che qui siamo tutti succubi di Mauro, sono tanti anni che frequento il Forum e di sue storie ne sono state criticate tante, anche dal sottoscritto, eppure mica ogni volta l'autore ha perso le staffe o non ha accettato le critiche. Se fossi in qualcuno, qualche domanda me la porrei prima di "chiedere la testa dell'autore". Ha detto bene @Carlo Monni, rispettare le opinioni altrui è il miglior modo per guadagnarsi il rispetto e ultimamente non sempre accade. Poi se si vuole un Forum monopolizzato da dogmi e toni sprezzanti, fate pure, ma non stupitevi se ci sarà "Resistenza".6 points
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Torno ad intervenire nel forum dopo una pausa di riflessione visto che l'andamento generale delle discussioni mi aveva stancato. Non sono l'unico a quanto pare. Ahimè poco è cambiato purtroppo e quindi ad oggi trovo ancora preferibile tenermene lontano. Ma quello che non capisco è: perchè se uno non apprezza piu il personaggio, nella forma attuale, sente l'esigenza di dirlo in continuazione sul forum del personaggio tramortendo gli zebedei a chi con alti e bassi trova ancora un senso nel personaggio stesso alle attuali condizioni e vorrebbe discuterne con serenità nell'apposito forum? Perche c'è questa esigenza di fare una cricca di 4 gatti super polemici con qualsiasi nuova proposta arrivi in edicola?... perchè ormai questo è diventato il forum, tenendo conto che il 95% dei messaggi li scrivono 4 gatti e sono sempre messaggi dello stesso tono, più o meno motivati. E' evidente che non c'è interesse in un utente "in pace con Dio" nell'ascolatare sempre e solo lo stesso disco rotto, per quanto soggettivamente motivato sia. Onestamente anche chi modera il forum sembra aver fatto una scelta a mio avviso deleteria per il forum stesso nel permettere tutto cio'. E' una mia opinione, non vogliatemene troppo. Ma io onestamente qui ormai ci vengo solo a cercare info... non sono piu coinvolto nelle discussioni sulle storie. Peccato perchè il forum dovrebbe servire anche a quello... altrimenti diventa un archivio e basta.6 points
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Avete notato quante vere e proprie BUFALE vengono dette su Tex, facilmente smentibili, ma che continuano a venire riproposte in continuazione? Non sto parlando di cose che per me sono sì totali "bufale", tipo il fatto che "Nizzi si sarebbe letto tutti gli albi", ma che non ho prove per dimostrare (a parte l'incredibile massa di errori e incongruenze nelle sue storie, collegate al prendere solo una piccolissima parte del materiale precedente di GL Bonelli), parlo di cose che "tutti dicono", anche molti "cosiddetti critici" (oggi, se non lo sapete, c'è una tale fame di "persone che scrivano gratis sul sito xxxx", che potete presentarvi tranquillamente come critico di qualunque cosa. Vi prendono. Però non vi pagano) e che sono chiaramente false. Una bufala simile è saltata fuori recentemente nel thread su Tex Willer 67-70, e riflettevo sul fatto che lì, la spiegazione non la leggerà mai nessuno... Allora mi è venuta l'idea: creare una serie di thread. Anche scritti da altri (anzi, più ne scrivete, meno devo faticare io...), un thread per ogni "cosa che sanno tutti" clamorosamente falsa. Questo thread in particolare è sulla seguente bufala: "GL Bonelli ha creato lilyth solo perchè gli serviva una madre per il figlio di Tex" È una bufala perchè 1) All'epoca Tex era attorniato molto spesso da donne, anche le altre sarebbero madri di figli di Tex? (subito prima della storia di lilyth c'è stato il ciclo di Lupe Velasco, dopo arriva come "cattiva" Eugenia Moore, nei primi anni di Tex sono più le storie con belle donne attorno a Tex - come alleate o nemiche - di quelle senza) 2) Alla morte di Lilyth non si fa alcun cenno ad un figlio: se era lo scopo, perchè non rivelarlo? Invece la prima citazione dell'esistenza di un figlio di Tex si ha solo sette albi dopo quello con la morte di lilyth, e il fatto che la cosa venga "buttata lì" in mezzo ad un avventura dove non compare per me fa capire che a GL Bonelli l'idea era venuta in quel momento, ma non poteva inserire un figlio dentro un avventura già iniziata) Da qui in poi in gran parte copio-incollo dal thread su Tex Willer: ------------------------------------------- [...] GL Bonelli per me voleva semplicemente scrivere storie avventurose. Senza pensare che Tex sarebbe durato anni. L'annuncio della esistenza di Kit viene dato MESI dopo quello della morte di Lilyth. (Per esattezza, la morte di Lilyth SENZA NOMINARE FIGLI viene data nella Collana del Tex II serie numero 56, pubblicato il 2 gennaio 1951, nell'ultima pagina dell'albo (interno del retro di copertina) come si vede da questi scan tratti dalla striscia: : Secondo la versione originale di GL Bonelli, Lilyth muore UN ANNO DOPO IL MATRIMONIO, COME SI LEGGE NELLO SCAN PRECEDENTE. (e muore nel 1889... ). Anche se materialmente il tempo ci sarebbe, è troppo poco per dargli un figlio già svezzato (e infatti quando GL Bonelli scrive "il giuramento", quasi 20 anni dopo, allunga molto il tempo in cui Tex e Lilyth stanno assieme, e indica che Kit ha già due anni) Se già all'epoca avesse avuto in mente di dare un figlio a Tex, l'avrebbe fatta campare un po' di più, almeno il tempo di svezzarlo... E infatti NON SI FA CENNO AD UN FIGLIO. Né nella nota, né nei dialoghi, e nemmeno quando incontra kit Carson: Quando Lilyth muore, GL BONELLI NON HA LA MINIMA INTENZIONE DI DARE UN FIGLIO A TEX. Figurarsi se ce l'aveva quando li ha fatti sposare, mesi prima... Lo so che "tutti dicono" che l'ha fatto sposare per quello. "Tutti dicono" sempre un sacco di cazzate, purtroppo, perchè le cazzate di solito sono seducenti e danno l'impressione di "sapere il perchè delle cose", e finisce che nessuno sta mai a verificarle... Perché GL Bonelli fa sposare Tex? Perché era una buona idea per una storia. Chiaro che poi la toglieva di mezzo per la storia successiva. Il Tex di quei tempi dopotutto aveva molto spesso avventure con "pards" donne (Lilith arriva subito dopo l'addio a Lupe, dopo diverse avventure, come prima le aveva avute con Tesah..._) che sparivano presto. Al massimo, il fatto di essersi imparentato con i Navajo serviva ad avere UN ALTRO PARD... Dalla striscia immediatamente successiva, la numero 57: e successivamente: (fa impressione pensare ad un epoca in cui bisognava spiegare chi era aquila della notte con note a piè pagina... ) In questo periodo, GL Bonelli ancora non ha un immagine "stabile" di Tex. È stato fuorilegge, poi è diventato ranger, poi rivoluzionario, poi di nuovo ranger, poi aquila della notte in costume tipo Kinowa con moglie e cane indiani. Adesso prova con il setup "lone ranger", cavaliere solitario con il fido indiano, Tonto Tiger. (persino un nome sempre di cinque lettere che inizia con T...) Ma non funziona, non si trova bene a fare Lone Ranger con l'indiano taciturno, o forse semplicemente, ad un certo punto gli viene l'idea di dare un figlio a Tex... Albo 63, datato 20 febbraio 1951, dopo DUE MESI dalla morte di Lilyth (2 gennaio), a GL Bonelli viene in mente l'idea di dare un figlio a Tex, e quando gli viene in mente... lo infila subito, nei dialoghi, anche se non può ancora farlo vedere. Cosa che non aveva MAI fatto negli albi precedenti: Pensa a quanto "cambiava" quel Tex in quel periodo... Tex prima serie numero 1: arriva Tex e Dinamite Tex prima serie numero 13 (tre mesi dopo): Tex diventa Ranger, prima apparizione di Kit Carson Tex prima serie numero 20: primo team-up con Kit Carson Tex prima serie numero 39: incastrato da Mefisto, Tex torna fuorilegge solitario Tex prima serie numero 43: Tex si unisce a Montales nella rivoluzione messicana Tex prima serie numero 51: Montales vince, Tex torna negli USA., Tex seconda serie numero 2 (corrisponde al 62), Tex torna nei Rangers e ritrova Kit Carson (che ancora fa solo apparizioni saltuarie) Tex seconda serie numero 28 (corrisponde al 88), Tex torna in Messico e come "spalla" ha Lupe la messicana Tex seconda serie numero 37 (corrisponde al 97), Tex torna negli USA, abbandona Lupe Tex seconda serie numero 38 (corrisponde al 98), Tex sposa Lilyth Tex seconda serie numero 43 (corrisponde al 103), Tex diventa Aquila della notte, con tanto di costume alla Phantom e un cane (come Phantom) Tex seconda serie numero 57 (corrisponde al 117), Lilyth muore, Tex inizia a fare il lone Ranger con il fido indiano Tiger. Tex seconda serie numero 63 (corrisponde al 123), Tex si ricorda che ha un figlio. Tex terza serie numero 1 (corrisponde al 136), finalmente si vede il figlio di Tex, il nuovo pard di Tex è Gros-Jean Questo nei primi due anni di pubblicazioni. Davvero questa ti sembra una serie "pianificata" e "studiata"? A me pare chiaro che GL Bonelli andava a braccio. Anche se era arrivato alla terza serie, Tex non era per nulla ancora una serie fuori pericolo, altre serie di GL Bonelli come Hondo erano durate molto di più, almeno un 2-3 serie le facevano quasi tutti...Bisognava continuamente reinventarsi per non annoiare i giovani (e quindi spietati) lettori. Tex non raggiunge un assetto davvero "stabile" fino alle storie della guerra civile (prima versione, ovvio) che finalmente riuniscono il quartetto in maniera meno estemporanea: parliamo di storie della metà circa degli anni 50... ------------------- Nota aggiuntiva sulle ristampe!!!! La nota nell'interno del retro di copertina di Tex 56, di cui ho postato lo scan, non è stata MAI ristampata dalla Bonelli, se non nelle ristampe anastatiche dell'albo (è presente sia nella Piacentini degli anni 90 che nell'attuale anastatica da edicola) Si capiscono i motivi: prima di tutto, NESSUNA delle tante note presenti in quelle pagine è mai stata ristampata (avrebbero oltretutto sballato l'impaginazione), e oltretutto quella è una delle (tante) note che vorrebbero far credere che il fumetto racconta la storia "vera" di un famoso Tex Willer di cui sono stati trovati i diari. E che le avventure sono ambientate nel 1889. Anche se si capisce come mai la nota non sia mai stata ristampata così com'è... il fatto di toglierla SENZA SOSTITUIRLA CON NIENTE manda in confusione il lettore delle ristampe. Il lettore originale, quello delle strisce, sapeva che Tex era rimasto vedovo, e che era passato un anno. Quindi vederlo riapparire accompagnato da Tiger non dà luogo a nessuna perplessità. Il lettore della serie "Tex Gigante" invece si trovò di fronte un Tex che agisce al fianco di Tiger, e non fa più cenno a Lilyth, per tutto l'albo! E solo nell'albo gigante successivo, il 9, "L'ultima battaglia", nel dialogo con Carson, c'è quel sibilino "sai di lilyth?", "sì", "OK, allora non parliamone!" Per sapere CHE CAVOLO ERA SUCCESSO A LILYTH (cioè, che era morta di malattia) il povero lettore delle ristampe dovette attendere fino al numero 104, cioè 96 NUMERI DOPO! (che a prima vista sembrano 8 anni, ma in realtà i primi albi non erano mensili, sono oltre 10 anni...)6 points
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Concordo. Questa storia, ingiudicabile a se stante - sia perché parte di una serie sia perché si pone di suo quale, incomprensibile, seguito de Il Giuramento - è una delle peggiori storie mai apparse sulla serie. E, personalmente, non l'ho neanche troppo apprezzata come storia in sé. A voler essere retorici - e perché non esserlo? - si potrebbe affermare che Boselli qui abbia commesso il suo parricidio. Sì, perché è GLB, al termine della sua storia, che scrive in didascalia - dettaglio non indifferente perché non è Tex che parla ai pards, ma lo stesso sceneggiatore a parlare al lettore - "E nello stesso istante, nella lontana Arizona, una raffica di vento spezza la lancia rinsecchita dal tempo che molti anni prima Tex aveva piantato ai piedi della tomba di Lilyth, e... la vendetta è compiuta!". Ora, che GLB possa essere contraddetto - per quanto sia il creatore di Tex - lo si può anche ritenere accettabile - meglio evidentemente su episodi che non costituiscano il mito di Tex; che le sue storie possano essere raccontate nuovamente, diversamente, finanche con modifiche - preferibilmente in una serie collaterale e auspicabilmente senza autoassolutori editoriali - può essere anche apprezzato; ma che un cardine della serie possa essere così vilipeso mi ha amareggiato. Il solo fatto che una simile operazione sia stata pensata non può che gettare fosche ombre su chi l'ha pensata e portata avanti. Con La cavalcata del destino, paradossalmente, Boselli non si limita a contraddire GLB in una storia cardine della serie, cosa che trovo di dubbio gusto, ma nega l'elemento mitico e soprannaturale di Tex. Non è Tex, infatti - oltre a GLB - ad aver avallato l'idea che la vendetta fosse compiuta, bensì il vento che, nella lugubre scena finale de Il Giuramento, spezza la lancia della vendetta. Vento che, per quello che era l'universo narrativo di Tex prima de La cavalcata del destino, non poteva che essere considerato come figurazione concreta del sovrannaturale o del divino - chiamali dio/dei, spiriti, destino - che statuiva in modo irrevocabile la vendetta compiuta. In quella che finisce per essere una parodia della saga, La cavalcata del destino mette in discussione questo elemento riconducendolo inevitabilmente - qualcuno lo ha scritto in questa discussione - a mera coincidenza... dopo 20 anni esposta agli agenti atmosferici è normale che la lancia si sia spezzata per un colpo di vento. E in una parodia, non so quanto voluta, di sé stessa La cavalcata del destino disvela al lettore che le apparizioni della morte e degli spiriti degli indiani a Higgins sono solo il parto della mente scossa dell'antagonista, mentre l'apparizione di Lilith nient'altro che fan service. Altro che destino, La cavalcata degli eventi statisticamente probabili e scientificamente spiegabili avrebbero dovuto chiamarla - anche se avrebbe sicuramente avuto meno appeal. Come sempre, Boselli osa e arriva a vette di negazione dell'universo di Tex che probabilmente nessun altro sceneggiatore prima di lui ha raggiunto. Nel bene e nel male non conosce mezze misure.6 points
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Invece il forum è nato anche per avere dialogo con gli autori, che hanno il diritto di passare e dire la loro se qualcuno fa critiche alle loro storie. Altrimenti sarebbe un forum a senso unico e non avremmo neanche la possibilità di leggere molti aneddoti e retroscena che stanno dietro alle quinte della lavorazione delle storie.6 points
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Come sempre, quando non puoi imporre ad altri le tue critiche del "..." passi al turpiloquio becero, accusando gli altri di un tuo enorme problema: un Ego spaventoso a cui tutti dovrebbero inchinarsi. E' mai possibile? Una nuova tripla di Tex deve ancora uscire in edicola, avremo il piacere di leggere una storia di @borden e disegnata da Bocci che abbiamo visto non tantissimo in questa serie, ma che già in parecchi aspettano con impazienza e cosa sai dire? Le solite vecchie atrocità su tutti, autori e lettori !6 points
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Non è solo questo: la scena serve a far vedere il contesto sociale in cui vivevano i neri del profondo Sud (il razzismo è uno dei temi principali della storia) e ancora di più serve per quello che ha già detto Grande Tex: Esatto! Qui Tex non è un attaccabrighe, non è un fesso manesco, TEX VUOLE RIDARE DIGNITA' A TOM (che non è affatto più intelligente di Tex, semmai più spaventato e abituato a chinare sempre la testa di fronte ai bianchi). E INFATTI E' QUI CHE TOM COMINCIA A RIBELLARSI e a non dire più sissignore. State travisando tutta la scena presentando Tex come un imbecille. Anzi, praticamente a sentire voi ogni vignetta di questa storia è sbagliata! E' possibile statisticamente che tutte le vignette di questa storia non vadano bene??!! Tex doveva tenere un basso profilo? In qualche modo dovevano mangiare e Tex - che è sempre sicuro di sé - ha ritenuto che non ci fosse un pericolo eccessivo nel mangiare in un ristorante di razzisti in un paesino sperduto, anche se in territorio nemico. Ha valutato che il rischio valeva la pena, per quanto detto prima, per ridare dignità a Tom (come ha sempre fatto con Tiger). Tex doveva farsi spaventare da quattro bifolchi e mangiare fuori? Ma dai! Era rischioso? Ragionando così dovreste allora criticare metà delle storie di Tex. Dovreste tutte le volte dire: "Sarebbe più logico fare diversamente, perché oggettivamente se il piano di Tex va male, che bel casino che succede!", dovreste dire: "Tex sbaglia ed è un fesso perché il piano è rischiosissimo e mette a repentaglio anche la vita del caro figlio e del suo amato amico Carson!" Se in "Vendetta indiana" i suoi calcoli sono sbagliati, per fare un esempio, chissà che bel casino per i Navajos! Poi sta allo sceneggiatore far andare tutto bene e dar quindi ragione a Tex. GLB faceva filare tutto liscio, e anche Nizzi in questa scena (quindi è da considerarsi un rischio calcolato), Nolitta invece no (vedi il finale della "Strage di Red Hill") e lì effettivamente Tex faceva quasi sempre delle misere figure. P.S. chiedo: è normale ripetere continuamente IN OGNI DISCUSSIONE che Tex è "un imbecille", "un coglione", la storia è "una cagata", lo sceneggiatore è "un inetto". Chi non la pensa come te "non capisce niente", se qualcuno dice qualcosa di non condivisibile "è un problema suo", o addirittura insegnare agli altri come si scrive, e tutto questo spesso con tono supponente? (Non parlo di una persona specifica, ma come tendenza generale). Qualche volta potrà anche sfuggire, e vabbè ci può stare, ma IN OGNI DISCUSSIONE?6 points
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Tutto dipenderà dalla risposta del pubblico a questa iniziativa. Le cover, anche se visto il materiale e la tiratura dovrebbero avere un costo irrisorio, almeno un poco costano. Incellofanare costa. Se prevedono che l'iniziativa abbia successo dovranno aumentare la tiratura con un certo costo. Se noi (noi lettori in generale, non solo in questo forum) non ci facciamo fregare e compriamo solo le cose che avremmo preso comunque (io mi sa che ne prenderò pure meno...) non solo tutte queste spese non verranno interamente ripagate, ma la massa di copie in resa diventerà un costo aggiuntivo. Tutta l'operazione diventa un flop economico per la Bonelli, e magari iniziano a rispettarci di più. Se, viceversa, i collezionisti correranno a frotte a comprare due copie di ogni albo, potete stare tranquilli che la prossima volta (a breve) le copie da comprare per avere tutta la chincaglieria saranno 4... Protestare serve a poco, il vero "voto di protesta" si fa con il portafoglio. E come dice sempre Tex, "è nel portafoglio che bisogna colpirli" Certo che se poi invece i lettori si faranno fregare un altra volta da specchietti e perline colorate, vorrà dire che se le meritano queste iniziative...6 points
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O nessuna, considerata la sua ignoranza circa l'esistenza di Kircher prima e le sue intenzioni incendiarie poi. Il fatto che non la citi non vuol dire che lo abbia dimenticato. Come non ha dimenticato che non solo Taki, ma tutto un intero villaggio è stato trucidato da quegli assassini. Non c'è bisogno di citare nulla, basta il desiderio di vendetta, che Carson ha. E ce lo ha anche nell'intento di umiliare Kircher, non solo di ucciderlo o arrestarlo, accettando il duello. Le fasi di questa battaglia fluviale sono concitate e ci sta che il vilain riesca a fuggire. Forse le canoe andavano disegnate più lontane (ma forse il disegnatore voleva solo rendere l'idea, concentrando nella vignetta le due imbarcazioni che duellavano), forse un colpo di Tex sarebbe potuto andare a vuoto (consentendo ai fuorilegge di recuperare tempo e di portarsi fuori tiro in un intervallo di tempo più plausibile), forse la situazione poteva essere limata meglio. Ma io non credo che questi particolari possano pregiudicare il giudizio su una storia che non è, come la definisci tu, ma è una delle storie più apprezzate degli ultimi tempi. Utilizzare aggettivi così veementi, così lapidari, così stroncanti è a mio parere una grossa ingiustizia nei confronti di questa fatica rujana, considerato che le tue chiavi di lettura, dalle stragi causate dal Tex fesso alle assurdità spazio-fisiche della battaglia sul fiume sono come mimino opinabili, per non dire sbagliate, e considerato inoltre che con questo metro ben poche storie di Tex (Glb e Boselli compresi) passerebbero al vaglio della tua censura. Senza offesa, ma quei tuoi giudizi tranchant sono veramente esagerati, Diablo.6 points
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Visto la lieve attinenza col genere western, mi fa piacere condividere con voi un mio recente disegno, esuguito a china e tempera su cartoncino grigio.6 points
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A me, a dire il vero, piace poco il tono provocatorio del post di Diablero. Sotto un'indubbia capacità dialettica, maschera un sottile attacco a chi non la pensa come lui, del tutto fuori contesto in questo topic. Le critiche, anche quelle motivate o acute, rimangono sempre soggettive e definire "branco" chi la pensa diversamente, non lo condivido. Non credo che qui ci si associ per andare contro o a favore di quell'utente, ogni persona ha le sue idee e capacità critiche. Come è ovvio che nessuno ha la verità in tasca, di conseguenza catalogare i lettori in "furbi" e "sempliciotti che non capiscono quello che leggono" mi pare quanto meno bizzarro per non definire ingeneroso. In merito al maxi sono molto combattuto, i disegni di Casertano meritano, ma temo la tenuta dell'ultimo Nizzi su una storia con così tante pagine.6 points
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Buongiorno a tutti i pards del forum, finalmente ho trovato l'occasione per un disegno con 4 i pards riuniti sulla pista.. Un saluto!6 points
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Ai fini del "confronto" fra FDA e "The due bandiere" devo parlare anche di questa storia. Ma è meglio che lo faccia qui, nel thread dedicato. Cosa pensava GL Bonelli della guerra? Si faceva "gasare" dalla retorica bellica? Anelava la lotta contro il nemico, voleva uccidere quei subumani invasori delle "razze inferiori"? Direi proprio di no. GLBonelli era nato nel dicembre 1908. Aveva vissuto quindi sin dai 13 anni immerso nella retorica guerrafondaia del regime fascista. Ma leggeva opere di altri paesi, aveva viaggiato per il mondo (almeno in svizzera e in Francia), aveva un ottica sicuramente meno provinciale e ottenebrata dalla propaganda fascista rispetto a molti suoi compatrioti (e ricordiamoci che, come editore, erano anni che si scornava contro l'ottusità e il fanatismo della censura fascista, che più volte aveva minacciato di farlo chiudere) Allo scoppio della guerra nel 1939 ha 31 anni, per un paio di anni riesce ad evitare di essere arruolato ma dopo l'estate del 1943, con la nascita della Repubblica di Salò, non potrebbe più evitarlo. Quindi per non andare in guerra scappa in Svizzera. (insomma, la versione dell'epoca del fare l'Obiettore di Coscienza, anche se all'epoca li chiamavano renitenti alla leva o disertori) Anche nelle sue opere... come viene rappresentato il mondo dei militari? Come il regno dell'ottusità e della stupidità, dove poveri soldati innocenti vengono mandati al massacro da stupidi ufficialetti con il culo al caldo. Ricordiamoci alcune scene rimaste nella memoria dei lettori... E ricordiamoci anche il suo comportamento con i soldati semplici durante "Sangue Navajo" e "Vendetta Indiana"... insomma, TEX NON FA MAI LA GUERRA, non contro i semplici soldati che non hanno colpe. Non solo in questo GL Bonelli era pacifista e assolutamente antimilitarista... in una intervista postata nel forum risalente agli anni 60, alla domanda su quale fosse un personaggio del west che disprezzasse e che considerava sopravvalutato, rispose senza esitazione "il generale Custer", specificando poi cosa pensava di quel vanesio e pomposo ufficiale che aveva mandato i suoi uomini al massacro per la sua sfrenata ambizione politica (chissà come avrebbe sofferto a sapere che anni dopo un altro autore, suo INDEGNO erede, avrebbe presentato proprio sul "suo" Tex il generale Custer in un ottica positiva... meglio che non l'abbia mai saputo, o almeno lo spero...) Per anni si è limitato a questo. Poi arrivano gli anni 60. E la guerra del vietnam. Che polarizza le "posizioni" dei favorevoli e contrari alla guerra in una maniera che non si vedeva in Italia dal 1939. È un fatto ormai assodato che, durante una guerra, i film che parlano delle altre guerre in realtà parla solo di quella che si sta svolgendo. Così i film western "revisionisti" degli anni 70 in realtà parlavano della guerra del; vietnam (e nel loro mostrare gli indiani come pacifici hippy anne-litteram erano molto più "fantasiosi" e tradivano la storia molto più dei vituperati film con John Wayne...). Idem con il più recente "300" che con la scusa del parlare di Leonida e dei suoi 300 spartani, in realtà parla delle guerre degli USA in medio oriente per "esportare la democrazia" Il western quindi in quegli anni non può non parlare di guerra. E schierarsi. E anche GL Bonelli lo fa. (e lo fa con una CHIAREZZA politica di assoluta contrarietà alla guerra tale che mi meraviglio che Sergio Bonelli non gliel'abbia censurata. I tempi in cui nel futuro anche Sergio Bonelli avrebbe scritto opere antimilitariste erano ancora da venire...) Guardiamo ai tempi. È stata pubblicata nel marzo 1970. Cioè è stata scritta nel 1969 o prima. Quindi PRIMA della maggior parte dei western "revisionisti". PRIMA che uscissero gran parte degli altri fumetti "pacifisti" che ridicolizzavano la guerra. Anche in questo, GL Bonelli è un PRECURSORE. Non scrive, come faranno tanti altri, denunce della guerra "a posteriori", dopo il 1974, quando, dopo la sconfitta, è facile criticare la guerra. Lo fa nel 1969. Quando ci sono gli studenti che vengono pestati dalla polizia (o peggio... cercate su wikipedia il massacro degli studenti al Kent State University del 1970) Scrive questa storia quanto chi critica la guerra in piazza rischia le botte dalla polizia, o di essere "sprangato" dai fascisti. Quando in TV tutti i TG esaltano la guerra "per la libertà" e chi non lo fa viene tacciato di essere un "rosso" agli ordini di mosca. Non è una delle sue migliori storie, è vero. Prima di tutto perchè non è il suo "genere". GL Bonelli è un autore di avventure escapiste, scrive per lettori che vogliono fuggire dalla realtà, e che sono ancora abbastanza giovani. Sa che non può fare, come di moda ai giorni nostri, un noioso polpettone retorico buonista. Deve comunque intrattenere i lettori e fare "una storia di Tex". Eppure... eppure riesce a metterci gli orrori della guerra. A differenza del pavido e derivativo Nizzi, che fa solo una storiellina gialla con buoni buonissimi e cattivi cattivissimi in cui non si vede una bomba, un ferito civile, una casa distrutta, NIENTE (tanto che guerra di Nizzi è rappresentata come una bella avventura alla rambo contro mostri cattivi senza il minimo danno alla popolazione civile), GLBonelli pur in una storia DAVVERO DI TEX ci mette... 1) La guerra che rompe amicizie consolidate e trasforma gli amici in nemici, nelle figure di Tex e Rod (una cosa che GL Bonelli deve aver vissuto personalmente, visto quanti amici e collaboratori hanno combattuto per Salò...) 2) Le forse armate che requisiscono le proprietà delle popolazioni che devono "difendere", come capita a Tex e a Damned Dick (pare poco, ma Nizzi non fa vedere manco questo, nessuno dei suoi soldati fa il minimo torto ad un civile del sud) 3) Che in un esercito, gli ufficiali stupidi e boriosi sono da ambo le parti, come mostra l'incontro con il borioso ufficialetto nordista di "quando tuona il cannone" (i nordisti di Nizzi essendo "i buoni" sono tutti eroi senza macchia, dei santi...) 4) Sempre in "quando tuona il cannone", si fa vedere un reparto sudista attaccare una fattoria per saccheggiarla (notare come GL Bonelli mostri SOPRATTUTTO l'effetto della guerra sui civili, mentre invece Nizzi troppo preoccupato dalla sua storia "gialla" e dal "mistero" su "chi avrà rubato l'oro" NON FA VEDERE IL MINIMO DANNO ALLA POPOLAZIONE CIVILE (a parte quelli minacciati, picchiati e derubati da Tex, ovviamente) 5) MANOVRE MILITARI! Il "Quando tuona il cannone", anche con l'ausilio di MAPPE, si parla di strategia, di battaglie, di linee di rifornimento, insomma di quelle cose tipiche della guerra che Nizzi IGNORA COMPLETAMENTE (il "suo" Tex vaga di qua e di là per organizzare un evasione, in un limbo senza distanze e senza geografia, e in cui della guerra se ne parla molto genericamente e "per sentito dire", tipo "lo sa che il generale Sherman è arrivano nel posto X? Abbiamo perso la guerra..." "oh perbacco, che disdetta...") 6) LA GUERRA. Quella che manca completamente nello stupido gialletto di Nizzi. In tutta "fuga da anderville" non si vede NEMMENO UNO SPARO che non sia indirizzato a Tex o ai suoi amici (o viceversa, che non sia sparato da Tex e i suoi amici). A parte loro, LA GUERRA NON ESISTE. Invece, GL ci fa vedere le battaglia. E ce le fa vedere due volte, nei due aspetti: prima, a pagina 16-30 di "Tramonto Rosso", ci fa vedere una brillante operazione "chirurgica" con un attacco di un reparto ad una città. Poi, quando siamo ben gasati per le gesta dei "nostri", dei "buoni"... vediamo Shiloh Church. Vediamo quello che Nizzi ci vuole nascondere, nella sua visione della guerra come una cosa bella che punisce i cattivi e libera i buoni senza il minimo danno collaterale (anzi, in fuga da andwerville è imperdonabile che non l'abbiano fatta prima, i sudisti razzisti andavano sterminati tutti decenni prima! Pulizia etnica, così si fa!!!) Vediamo gli effetti di una vera battaglia. Con le cannonate, con i cadaveri sparsi, cadaveri di gente innocente, arruolata a forza o perchè ha creduto alle bugie sull'"onore" e sulla "bandiera". E alla fine, Tex farà un solenne giuramento, che chiarisce il suo comportamento futuro: "che io sia dannato se d'ora in poi sparerò mai più un colpo su qualcuno che non sia un rapinatore o un ladro di bestiame o di cavalli" Terminando con "All'inferno le guerre! All'inferno tutti gli sporchi e pazzi politicanti che con le loro dannate chiacchiere seminano incomprensione e odio fra la povera gente" Più chiaro di così... Ecco, io spero tanto una cosa. Io DAVVERO spero che nessuno abbia mai fatto leggere a GL Bonelli "Fuga da Anderville" Perché non posso nemmeno immaginare cosa avrebbe pensato il pacifista e anarchico GL Bonelli, nel lerre un albo del suo Tex in cui TEX SI RIMANGIA QUELLA PROMESSA e per un sacco di pagine SPARA ALLEGRAMENTE SU SOLDATI DI LEVA. descritti come mostri assetati di sangue. Spero che almeno quell'oltraggio gli sia stato risparmiato. E che non abbia mai visto il suo Tex trasformato proprio in uno di quelli che esalta la guerra come una cosa che i "buoni" devono fare contro i "cattivi"... GL Bonelli era un uomo in anticipo sui tempi. Ha mostrato gli indiani come esseri umani in anticipo sul resto del fumetto italiano. E ha anticipato film contro la guerra come "Apocalypse Now" o "il cacciatore" Nizzi è uno che le mode le segue e non anticipa nessuno, ma anche lui è un uomo del suo tempo. Gli anni 80 erano gli anni di Ronald Reagan, gli anni in cui la guerra del Vietnam è stata "riscritta" nell'immaginario collettivo come una "guerra giusta" che gli eroici soldati USA hanno perso per colpa dei "politicanti di sinistra". Erano gli anni in cui Reagan sventolava la bandiera a stelle strisce e parlava della lotta contro "L'Impero del Male", gli anni di Top Gun. Quindi è vero che Nizzi fa una rappresentazione della guerra "più moderna". Una rappresentazione PIÙ ADATTA ad una generazione che non l'aveva vissuta sulla sua pelle, ma solo nei videogames spara-ammazza Quindi anche Nizzi anticipa un film che ha la sua stessa visione della guerra come uno scontro "uno contro tutti" fra buoni e cattivi dove i "buoni" uccidono solo malvagi subumani insegni di vivere, senza alcun danno per i civili. Questo film:6 points
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Parte prima. Gli anni novanta (1991 - 2000) Dopo aver disegnato la storia "L'uomo serpente" nel 1987, il disegnatore Letteri si vede assegnare due storie da un albo di GL Bonelli che erano rimaste nel cassetto e che in fase redazionale sono riviste e completate rispettivamente da Nizzi la prima e da Sclavi la seconda e tre albi di una storia per la serie regolare dell'esordiente (su Tex) Giancarlo Berardi che disegna in poco più di un anno tra il 1989 e il 1990. L'editore, che ha appena lanciato con successo il primo Texone, come è già successo con le tavole di Buzzelli, esita un buon momento davanti alla sceneggiatura dello sceneggiatore ligure e alla fine decide di ripetere l'esperienza dell'albo speciale lanciando quello che in redazione chiamano il balenottero e che Tiziano Scalvi ha ribattezzato Mini Texone, che è pubblicato nel dicembre del 1991 nel classico formato bonelliano ma con ben 348 pagine come supplemento al Tex Tre Stelle. Ai lettori è presentato come un albo fuori serie e "fuori dal comune" dove troveranno da un punto di vista grafico i rassicuranti disegni di Letteri mentre ai testi scopriranno l'interpretazione "d'autore" che di Tex ne ha dato il celebre creatore di Ken Parker, "uno dei soggettisti principi del fumetto italiano" per usare le stesse parole di Sergio Bonelli nell'introduzione contenuta nell'albo. Il soggetto riguarda la corsa alla terra in Oklahoma, un classico tema western che i lettori hanno potuto scoprire nel 1980 nel 162° albo della Collana Rodeo della Storia del West di D'Antonio. La copertina dell'albo è riciclata dagli Albi d'oro di Tex, più precisamente il 12° numero dell'ottava serie, probabilmente per i problemi di salute che affliggono in quegli anni il copertinista Aurelio Galleppini. Quando l'editore lancia il volume non ha intenzione di serializzare la collana come già sta facendo con successo con i Texoni, assai difficile è infatti trovare sul mercato degli autori di nome che conoscano bene Tex! Nel 1993 tuttavia la possibilità di dare un seguito al Mini Texone si materializza quando lo spagnolo Antonio Segura, tramite il disegnatore Ortiz che ha ultimato il suo Texone, entra in contatto con Sergio Bonelli. Nell'aereo che lo riporta in Spagna l'autore ha già l'idea del soggetto che scriverà e che riguarderà "I cacciatori di fossili", titolo di lavorazione della storia che è prevista però per la serie regolare, come lo saranno anche le tre successive pubblicate nella collana del Maxi. Il disegnatore è ovviamente l'amico Ortiz che si mette al lavoro già in quella primavera del 1993 con l'obiettivo di finirla per una pubblicazione prevista nel 1995. Il ritardo che si protrarrà di due anni, l'albo esce in edicola solo nel 1997, è dovuto principalmente allo stato della sceneggiatura che così com'è non è pubblicabile. Lo sceneggiatore spagnolo infatti conosce poco Tex, non sa nemmeno che è il capo dei Navajos, inoltre la sua storia si presenta lacunosa nei dialoghi, per questo motivo è revisionata profondamente in redazione da Decio Canzio. Il risultato finale resta distante da quella che è una storia canonica di Tex, questo motivo spingerà Sergio Bonelli a varare la collana del Maxi Tex nel novembre 1997. Ma andiamo con ordine. Nel 1993 anche Manfredi presenta il suo primissimo soggetto che poi diventerà la storia contenuta nel Maxi Tex del 2005. I lavori per lui vanno al rilento, la sceneggiatura è da lui completata solo nel 1996 e accantonata dall'editore che la darà a un disegnatore, l'argentino Repetto solo nel tardo 2000 dopo un accurato lavoro di revisione. Di questa storia parleremo più diffusamente nella seconda parte. No, nessun errore nel presentare la copertina del Maxi Tex del 2000 invece che quella de "L'oro del Sud", il maxi pubblicato un anno prima nel 1999. Il fatto è che il Maxi si compone di due storie, realizzate in due tempi distinti. La prima, "La collera di Tex" è una storia di Segura di due albi sempre pensata per la serie regolare che l'argentino Repetto finisce nel 1995. Ovviamente presenta gli stessi problemi della sceneggiatura de "Il cacciatore di fossili", per questo motivo sarà accantonata per cinque anni (anche perché il numero delle pagine non ne permette la pubblicazione su un balenottero). Quando la collana del Maxi è lanciata, Sergio pensa di pubblicarla su questo formato ovviamente corretta e revisionata, aggiungendovi una storia più breve, poco più di un albo di lunghezza, "Tres Cruces" che poi diventerà "Odio implacabile", che Segura sceneggia e che Repetto finisce di disegnare nel 1999, comunque troppo tardi per una pubblicazione nel 1998 che resterà infatti un anno scoperto! Il Maxi Tex "L'oro del Sud", 266 pagine, nasce probabilmente anche questo per la serie regolare ed è richiesto a Segura nel 1997, mentre vede ai disegni ancora una volta Ortiz. In effetti il primo vero e proprio Maxi Tex commissionato da Sergio Bonelli come tale è quello che Nizzi scrive per Repetto nel 1998, intitolato "Rio Hondo", che sarà pubblicato solo nel 2002. Nel gennaio del 1999 Mauro Boselli inizia invece a lavorare per Font sul Maxi Tex "Nei territori del Nord Ovest" che finirà di sceneggiare esattamente due anni dopo: anche questa storia era inizialmente prevista per la serie regolare. Si riparlerà di entrambe solo nella seconda parte. Ritornando a "L'oro del Sud" la storia è come sempre godibile, ma lo sceneggiatore si conferma quello più lontano dal modello offerto da GL Bonelli, stavolta con un battello corazzato abbandonato nel cuore di una palude nella cui stiva giace un tesoro di lingotti che suscita la cupidigia di due uomini dagli ideali contrapposti: un ufficiale sudista e un seguace del Ku Klux Klan. Se qualcuno degli utenti ha qualche aneddoto da aggiungere riguardante le storie di questa prima parte, non si faccia pregare per intervenire!|6 points
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Caro Diablero, senza ironia, mi sei davvero simpatico, perché mi ricordi un carissimo amico d'infanzia, Giuseppe, ormai trapiantato in America da anni ma che sento ancora, il quale, appena conseguita la patente, mi invitó a fare il primo giro con lui alla guida dell'auto prestatagli dal padre. Facemmo un bel giro (prudente e perció rilassante) di un paio d'ore fuori città, quando a un certo punto il motore si spense in una stradina di paese. Il mio amico, colto e preparato come ne ho conosciuti pochi ma alquanto schematico e metodico anche nelle cose più empiriche e quotidiane (per questo il soprannome che gli avevamo dato era "Sharp", dal nome della marca di calcolatrici che a scuola a quei tempi andava per la maggiore), aprí il cofano e diede sfoggio di tutte le nozioni tecniche apprese a scuola guida: spinterogeno ok, cinghia ok, liquidi ok, alternatore ok... Non sapendo più che pesci pigliare, spingemmo la macchina a bordo strada e andammo in un bar lí vicino per telefonare a suo padre. Giuseppe aveva già cominciato a snocciolargli tutte le articolate diagnosi che aveva fatto, quando il padre lo interruppe e gli chiese: "La benzina ce l'hai messa?". Era una di quelle vecchie auto (una Talbot) che non avevano ancora la spia della riserva ma solo la lancetta, che evidentemente per lui era solo una stanghetta di plastica. . Ecco, aneddoto di simpatia a parte, caro Diablero, il tuo difetto comunicativo (scusa se mi permetto la paternale) é che se un forumista (io o chiunque altro) esprime un'opinione, per es. dice che la storia gli é piaciuta, che la trama é gradevole, che Tex é il vero Tex o qualunque altra considerazione secondo il SUO gusto e la SUA percezione, tu non puoi dargli dell'incompetente o dell'incapace perché SECONDO TE é evidente, scientifico, oggettivo che la trama é fallace, che Tex non é Tex, che l'autore ha sceneggiato una boiata, ecc... Tu giustamente porti le evidenze a sostegno della tua tesi, lui porta le sue, ci possono essere interpretazioni differenti dello stesso passaggio ma alla fine non é che tu debba pretendere di avere la ragione assoluta "perché é evidente, é lí scritto, basta leggere!" e gli altri sono tutti incapaci di intendere qello che scrivi. Almeno le elementari credo che su questo forum le abbiamo fatte tutti (non che i tuoi post siano elementari, ma le elementari bastano per leggerti). Se ci sono posizioni diverse, tutte con ugual dignità, é perché quella storia o quel passaggio offre effettivamente chiavi di lettura diverse, si puó concordare o dissentire, ma mai travalicando il rispetto per il pensiero altrui, essendoci insindacabile soggettività in ogni libera opinione. La rigorosa dimostrazione scientifica e deterministica di teoremi e formule lasciamola alla fisica, alla geometria, alla chimica... Qui parliamo di fumetti, cioé di fantasia, emozioni, suggestioni, passione! E poi, lo diceva addirittura il sommo fisico-matematico Stephen Hawking: "Nell'universo nulla é perfetto, perché la perfezione semplicemente non esiste". Chiudo anch'io qui questo simpatico OT, sebbene di OT non ci vedo nulla, visto che si é parlato di una comparazione tra Quercia Rossa e Felipe, nonchê tra i rispettivi Tex. Sempre con simpatia e rinnovata stima e alla prossima, caro Giusep... ehm... Diablero!6 points