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TWF - Tex Willer Forum

[Romanzi a fumetti 17] La fonte della giovinezza


MacParland
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Aspettavo con molta curiosità questo cartonato, dato che Civitelli l'ho sempre apprezzato per il suo magistrale uso del B/N (e lo apprezzerò ancora di più adesso che l'ho incontrato di persona :lol:), ed ero molto curioso di vedere le soluzioni che avrebbe trovato liberandosi della classica "gabbia" bonelliana e sfruttando il colore...
Ed ovviamente il Maestro non ha deluso :)
Davvero brillanti alcune scene come la doppia tavola nel canyon dove all'interno si copre tutta una giornata dall'alba al tramonto... davvero mozzafiato. Sulle sequenze oniriche io avrei spinto di più, per esempio Tex poteva ricevere la visione di una Lylith in formato Erinni... ma forse è da conservare per una storia (e un villain) diverso :lol:

Evidenti le influenze di Boselli su Giusfredi, tanto nei pro (la gestione dei tanti comprimari e lo svolgimento della storia) quanto nei contro(la lentezza di alcuni dialoghi e la sbrigativa conclusione della vicenda).
In conclusione direi che questi cartonati, anche se costano un occhio della testa, sono decisamente degli appuntamenti da non mancare per me :)

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<span style="color:red">8 ore fa</span>, TuttoTex fan dice:

Aspettavo con molta curiosità questo cartonato, dato che Civitelli l'ho sempre apprezzato per il suo magistrale uso del B/N (e lo apprezzerò ancora di più adesso che l'ho incontrato di persona :lol:), ed ero molto curioso di vedere le soluzioni che avrebbe trovato liberandosi della classica "gabbia" bonelliana e sfruttando il colore...
Ed ovviamente il Maestro non ha deluso :)
Davvero brillanti alcune scene come la doppia tavola nel canyon dove all'interno si copre tutta una giornata dall'alba al tramonto... davvero mozzafiato. Sulle sequenze oniriche io avrei spinto di più, per esempio Tex poteva ricevere la visione di una Lylith in formato Erinni... ma forse è da conservare per una storia (e un villain) diverso :lol:

Evidenti le influenze di Boselli su Giusfredi, tanto nei pro (la gestione dei tanti comprimari e lo svolgimento della storia) quanto nei contro(la lentezza di alcuni dialoghi e la sbrigativa conclusione della vicenda).
In conclusione direi che questi cartonati, anche se costano un occhio della testa, sono decisamente degli appuntamenti da non mancare per me :)

 

Questi cartonati costano un occhio della testa? Stiamo scherzando?

A 9.90 euro?

 

Guarda altrove e vedrai prezzi da almeno 20 euro in su.

 

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6 ore fa, Jeff_Weber dice:

 

Questi cartonati costano un occhio della testa? Stiamo scherzando?

A 9.90 euro?

 

Guarda altrove e vedrai prezzi da almeno 20 euro in su.

 

 

Quando stava per uscire il cartonato di Serpieri, il primo della serie, io mi aspettavo che costasse intorno ai 12 euro e rimasi molto sorpreso di scoprire che sarebbe stato venduto a 6,90

Temo che troppi lettori di Tex abbiano una conoscenza alquanto scarsa di qualsiasi cosa sia diverso dal prodotto da edicola standard targato Bonelli,

  • +1 1
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E

44 minuti fa, Carlo Monni dice:

Temo che troppi lettori di Tex abbiano una conoscenza alquanto scarsa di qualsiasi cosa sia diverso dal prodotto da edicola standard targato Bonelli,

Si, quello che dici è giusto, ma l'ultimo albo di Asterix inedito costa 12 euro.

Dirai che la Panini non deve pagare il costo della storia e dei disegni agli autori (e hai ragione), ma è su questo che il lettore comune fa il confronto.

Tex resta sempre conveniente, ma è il tempo di lettura che interessa di più a gran parte dei texofili. Alcuni, una volta fatto il conto del costo per pagina e della mezzora scarsa di intrattenimento, non giustificano la spesa.

Modificato da Dix Leroy
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Dix Leroy dice:

E

Si, quello che dici è giusto, ma l'ultimo albo di Asterix inedito costa 12 euro.

Dirai che la Panini non deve pagare il costo della storia e dei disegni agli autori (e hai ragione), ma è su questo che il lettore comune fa il confronto.

Tex resta sempre conveniente, ma è il tempo di lettura che interessa di più a gran parte dei texofili. Alcuni, una volta fatto il conto del costo per pagina e della mezzora scarsa di intrattenimento, non giustificano la spesa.

 

Stiamo parlando di ... cartonati ...

inediti ... a colori... di grande formato (anche se non proprio album BD) ... di disegnatori professionali. 

 

La Cosmo ormai veleggia per albi cartonati dai 30 euro in su e non inediti. Albi come Elfi, Nani, Orchi, ecc., non inediti, brossura e di medio formato sono in vendita a 16.90 euro con tendenza all'aumento.

 

Se gli album di Tex non li volete proprio acquistare è un altro paio di maniche ...

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Ognuno dà il proprio peso agli stessi soldi.

Avendo girato molto al di fuori dell'Italia, trovo che i prodotti editoriali Bonelli stiano in una fascia di prezzo che definirei ancora "popolare". L'entità della spesa è determinata piuttosto dal numero di uscite che si vanno ad acquistare.

Se guardiamo al singolo cartonato, non ha un prezzo differente da quello di una prima visione al cinema.

In entrambi i casi si hanno un paio d'ore di evasione con una storia fatta di immagini e parole, con la differenza che il cartonato ti resta tra le mani.

Volendo, possiamo sostituire alla visione del film in sala l'acquisto del corrispondente DVD: allora, anche qui avremmo il pezzo ancora in mano dopo la visione, però vogliamo confrontare un disco di plastica con un bell'albo di grande formato, a colori, che emana un profumo inebriante, esponibile in libreria?

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Il 19/9/2023 at 15:15, natural killer dice:

Chi mi conosce sa bene che natural è Zagoriano quanto killer è Texiano 

[...]

La mia parte zagoriana apprezza la citazione dello Spirito con la Scure in questo cartonato quanto la mia parte Texiana aveva favorevolmente accolto quella di Aquila della Notte al termine delle sette città di Cibola. 

Venendo alla storia in sé ho trovato una vicenda avvincente, che Giusfredi ha gestito bene dall'inizio alla fine, sorretto da una prova grafica di Civitelli che non si discute. Un album degno di figurare accanto ai precedenti e che conferma come le avventure di Tex possano continuare a essere raccontate in maniera convincente anche cambiando completamente la sintassi e la costruzione della tavola

 

Anch'io, da vecchio true beliver, non posso che apprezzare una storia di Tex che si collega a una di Zagor in modo così equilibrato. L'universo condiviso deve essere un valore aggiunto per la storia stessa, ma nelle mani di un autore maldestro finisce per appesantire la lettura. Sotto questo punto di vista, invece, Giusfredi si è dimostrato estremamente abile: i riferimenti alla storia zagoriana non sono orpelli inseriti a forza per collegare in modo artificioso le due storie, ma, al contrario, costituiscono l'ossatura della vicenda. Ciononostante la storia di Zagor non è premessa indispensabile a questa, perché l'avventura di Tex vive in se stessa, autonoma e perfetta. In questo mi sento di dire: bravo Giusfredi!

Poi però devo dire che non sono stato altrettanto convinto dalla sceneggiatura e non condivido il tuo giudizio, Natural Killer: non vedo una differenza nello svolgimento della vicenda tra questo "albo alla francese" e la serie regolare, anzi trovo che la sintassi narrativa rimanga quella abituale. Ad esempio i dialoghi non sono caratterizzati, cioè tutti i personaggi si esprimono con lo stesso linguaggio forbito in qualunque situazione si trovino, e molti di questi dialoghi hanno unicamente una funzione didascalica, cioè con la scusa di spiegarsi le cose tra personaggi, vengono spiegate a noi. Niente di male nella serie regolare: è lo stile di Tex (ma anche di Zagor, di Martin Mystere, ecc.). Però credo che in un albo con poche pagine certe consuetudini potrebbero essere abbandonate in favore di un ritmo più serrato. Con poche pagine a disposizione sarebbe interessante tornare a dialoghi essenziali fino alla rudezza in stile GLB.

 

Due parole anche sui disegni: molto al di sotto delle mie aspettative. Non che improvvisamente Civitelli abbia preso la mano, ma preferisco di gran lunga i chiaroscuri iperdettagliatti del Civitelli in bianco e nero, all'inchiostratura essenziale di questo albo. Certo la scelta era obbligata per lasciare spazio alla colorazione, ma la mia impressione è quella di un disegno meno curato dello standard civitelliano.

Devo dire che anche le tavole con un grande illustrazione di fondo e singole vignette che "galleggiano" sopra non mi ha convinto. L'effetto che mi ha fatto è quello di un album di figurine. Alla fine dei conti credo che la gabbia bonelliana non sia un limite per Civitelli, ma che invece esalti il suo disegno, la sua capacità di rappresentare un paesaggio affascinante.

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

Tex resta sempre conveniente, ma è il tempo di lettura che interessa di più a gran parte dei texofili. Alcuni, una volta fatto il conto del costo per pagina e della mezzora scarsa di intrattenimento, non giustificano la spesa.

 

Il costo per pagina è l'ultimo dei criteri da usare per valutare il prezzo. Come ho già detto più volte, se il prezzo fosse proporzionale al numero di pagine allora il Maxi dovrebbe costare 14 euro e 70 invece di 9 e 90.

Per tua informazione, realizzare un albo alla francese costa più di un albo normale per la grandezza delle pagine il tipo di carta, la colorazione, il tempo di lavorazione molto più lungo. Proprio per questo gli autori sono pagati il 50% in più della loro abituale tariffa per pagina,

Per fare un esempio concreto diciamo che abbiamo a disposizione uno sceneggiatore il cui compenso è 100 euro a pagina ed un disegnatore il cui compenso è 400 euro a pagina (per chi lo sapesse ancora, gli sceneggiatori sono pagati meno dei disegnatori perché molto più prolifici. Nel tempo che un disegnatore impiega a realizzare una pagina uno sceneggiatore ne ha scritte almeno dieci)

Un albo normale con 110 pagine di storia realizzato da questi due costerebbe all'editore, solo per il loro compenso, 55,000 euro. Un albo alla francese, 46 pagine di storia, gli costerebbe invece 34.500 ossia appena il 37% in meno e lo stesso criterio va applicato al colorista ecc.

Tieni presente che un albo normale vende almeno il doppio, ecco un'ulteriore giustificazione del prezzo.

Se poi tu sei di quelli che valutano gli albi a peso, che ci posso fare?

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12 minuti fa, Carlo Monni dice:

 

Il costo per pagina è l'ultimo dei criteri da usare per valutare il prezzo. Come ho già detto più volte, se il prezzo fosse proporzionale al numero di pagine allora il Maxi dovrebbe costare 14 euro e 70 invece di 9 e 90.

 

Non lo devi spiegare a me, ma convincere chi è abituato a leggere mattoni da 300 passa pagine in bianco e nero e dice che il cartonato costa troppo e ci vuole troppo poco tempo a finirlo. E non sarà facile.

Questo cartonato non mi piace, perché A MIO PARERE non ne sfrutta appieno le potenzialità. Civitelli aveva il diritto di provarci, ma (e non credo a quel che scrivo) la sua abilità è rendere il suo disegno vivo e riconoscibile grazie alle sue tecniche di chiaroscuro. Così tutto il lavoro viene svolto dalla colorista, che non può fare miracoli. In più (per far stare tutto nel numero di pagine assegnato) ha riempito le tavole di vignette, che appunto come prevedevo dall'anteprima sembrano figurine.

Tu parli da esperto ma io ti riporto cosa pensa la gente comune con cui parlo e non capisce nulla di editoria. Mi immedesimo in loro e dal loro punto di vista hanno ragione!

A me spendere dieci euro per leggere un mattone da tre ore di lettura in bianco e nero non mi interessa più, piuttosto ne spendo trecento per una raccoltina anni '50 che finirò in quaranta minuti ma mi soddisferà pienamente, oppure mille per un triplo vinile del concerto rock uscito quando ero troppo piccolo per comprarlo in negozio

Modificato da Dix Leroy
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Come volevasi dimostrare, non solo senza sapere il pregresso si viene a contatto con una "realtà" a noi sconosciuta e riassunta in maniera alquanto raffazzonata, ma oltretutto non si può fare a meno di notare come l'autore sia riuscito a creare confusione in un numero di pagine limitato. A volte si può anche ridurre la velocità e concentrarsi sui motivi per i quali un personaggio va avanti da 75 anni MA non grazie a storie così.

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<span style="color:red">11 minuti fa</span>, Doudou dice:

Come volevasi dimostrare, non solo senza sapere il pregresso si viene a contatto con una "realtà" a noi sconosciuta e riassunta in maniera alquanto raffazzonata, ma oltretutto non si può fare a meno di notare come l'autore sia riuscito a creare confusione in un numero di pagine limitato. A volte si può anche ridurre la velocità e concentrarsi sui motivi per i quali un personaggio va avanti da 75 anni MA non grazie a storie così.

Ho capito solo: "come volevasi dimostrare"

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Praticamente senza aver letto la storia di Zagor non ci si può appassionare del tutto alla vicenda. In più la storia è confusionale e forse con poche pagine a disposizione avrebbe potuto, l'autore, rallentare un pò l'azione per rendere la trama più chiara e certe scene molto meno raffazzonate.

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1 hour ago, Carlo Monni said:

Il costo per pagina è l'ultimo dei criteri da usare per valutare il prezzo.

L'unico criterio sensato è "quanto piacere mi dà avere quest'albo (leggere la storia + possederlo) rispetto a quello che pago?"

 

Fare i conti "a peso" come se poi i Tex li pesassi invece di leggerli è un assurdo, ma è altrettanto assurdo mettersi a fare confronti con le pizze (non credo che i Tex abbiano molte calorie, e personalmente li trovo carenti di mozzarella...)

 

 

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28 minuti fa, Diablero dice:

L'unico criterio sensato è "quanto piacere mi dà avere quest'albo (leggere la storia + possederlo) rispetto a quello che pago?"

 

Fare i conti "a peso" come se poi i Tex li pesassi invece di leggerli è un assurdo, ma è altrettanto assurdo mettersi a fare confronti con le pizze (non credo che i Tex abbiano molte calorie, e personalmente li trovo carenti di mozzarella...)

 

 

 

Ultimamente io e te non andiamo più tanto d'accordo (mi riferisco i giudizi sulle storie e quanto vi è collegato ovviamente) ma in questo caso siamo in assoluta sintonia. La penso esattamente allo stesso modo.

 

59 minuti fa, Doudou dice:

Praticamente senza aver letto la storia di Zagor non ci si può appassionare del tutto alla vicenda. In più la storia è confusionale e forse con poche pagine a disposizione avrebbe potuto, l'autore, rallentare un pò l'azione per rendere la trama più chiara e certe scene molto meno raffazzonate.

 

Dissento nella maniera più assoluta. Tutto quello che c'è bisogno di sapere è riportato nella storia. Anche senza aver letto "Le sette città di Cibola" si capisce tutto benissimo e scene raffazzonate proprio non ne ho viste.

Modificato da Carlo Monni
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Lo spunto scelto da Giusfredi rientra tra i classici della narrativa d’avventura, da intendersi chiaramente nel senso più totale e onnicomprensivo del termine, che sia la ricerca di una città misteriosa e di origine sconosciuta, la scoperta di un’immensa ricchezza celata dallo scorrere inesorabile del tempo o la miracolosa e leggendaria fonte dell’eterna giovinezza (“Una potente medicina perduta” dice Tiger Jack) non fa alcuna differenza, è il Graal da sempre ambito dal genere umano ma anche la ghiotta occasione per il narratore di raccontare della fallibilità dell’uomo, vinto dal destino beffardo o dal potere invincibile dell’illusione.

In questa storia Aquila della notte arriva in soccorso dell’indiano Nakai che teme per la scomparsa di sua figlia adottiva Sitsi, inizialmente non è chiaro se la ragazza sia stata rapita o se al contrario abbia scelto di seguire volontariamente un gruppo di uomini alla ricerca della famigerata fonte della giovinezza, resta il fatto che tutti se la dovranno vedere con la figura mascherata di Nataska, uno spietato indiano che difende il prezioso segreto della tribù Hopi.

 

Come tutti sanno Giusfredi recupera personaggi e situazioni dall’universo Zagoriano mettendo in atto una seconda “collisione” di mondi dopo quella di Bandera! (c’è ne saranno altre?), volendo si può discutere all’infinito sull’opportunità di una scelta di questo tipo e sul valore aggiunto che tale soluzione imprime alla storia, tuttavia alla fine l’unica domanda da farsi è se questa sia una storia pienamente riuscita oppure no.

A mio avviso la storia non è pienamente riuscita e uno dei problemi maggiori risiede proprio nella volontà dell’autore di collegarsi alla vecchia vicenda dello Spirito con la scure, per farlo nella prima parte assistiamo ad un lungo e macchinoso spiegone che racconta di personaggi ed eventi passati, avvenimenti e nomi che al lettore di Zagor saranno sembrati superflui mentre a quello di Tex solo confusionari.

La storia nel complesso risulta anche godibile, niente di eccelso e certamente molto al di sotto degli standard della serie cartonata (almeno dei volumi che ho letto finora), tuttavia più andavo avanti con la lettura e più mi chiedevo se era davvero necessario ripescare questi personaggi Zagoriani per inserirli a fatica in un racconto dal respiro fortemente limitato dalle sole 48 pagine.

Tutto questo impegno per far vivere un’avventura a Tex dove utilizza la mitica scure in una manciata di vignette? O per mostrare Zagor e Cico in una tavola dove si racconta di una vecchia storia?

Devo essere onesto, ho trovato questo collegamento una forzatura gratuita, a mio avviso si poteva scrivere la stessa storia senza tirare in ballo Zagor e la sua scure, Giusfredi avrebbe avuto più spazio per raccontare e per meglio definire i diversi personaggi (nessuno di loro lascia il segno) e il tutto sarebbe forse risultato più equilibrato e funzionale, a cominciare da un finale talmente affrettato che nell’ultima pagina l’azione è ancora in corso nonostante l’arrivo dell’implacabile parola FINE.

 

E veniamo ai disegni di Civitelli, quando ho letto il suo nome ho pensato che non poteva esserci scelta migliore considerando il suo tratto particolarmente pulito e definito, concettualmente parlando e prendendo come base la linea chiara d’ispirazione franco/belga Civitelli era semplicemente perfetto per questo tipo di pubblicazione.

Confermo il mio apprezzamento dopo aver letto la storia, ho trovato il suo lavoro molto buono sopratutto per quanto riguarda lo studio e la composizione o de-composizione della tavola, il maestro aretino osa parecchio da questo punto di vista e si diverte nella sperimentazione, oltre alle due splendide splash-page (quella dell’allucinazione collettiva e quella del viaggio di Tex e Nakai) abbiamo diverse tavole singole molto originali, quella muta e a “scacchiera” dove Nakai trova la piccola Sitsi, quella che racconta la vecchia storia di Zagor, quella dell’incubo di Tex e quella con protagonisti i conquistadores, entrambe prive dei rigidi confini delle vignette.

Sinceramente certe critiche mi sorprendono, una certa staticità del disegno è da sempre presente nell’arte di Civitelli che non ha mai fatto della ruvidezza del tratto e della dinamicità il suo punto di forza, magari la colorazione non eccelsa dell’esordiente Laura Piazza (secondo me non ai livelli di Vattani) può aver evidenziato ancora di più queste caratteristiche ma di certo non le ha generate di sana pianta.

Poi per carità è legittimo preferirlo in B/N ma per me il suo lavoro su questo cartonato è di buonissimo livello.

Storia: 6,5 Disegni: 7,5

Modificato da Kamoose
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<span style="color:red">8 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

La storia che è stata interrotta due volte che cita Giusfredi è ovviamente quella di Boselli e Carnevale e mi f piacere sentire che il Bos è ottimista sulla sua futura prosecuzione.;)

Ma ovviamente non con Carnevale

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Letto stamattina l'albo in questione.
Il fatto che questa storia si intrecciasse con Zagor mi attirava parecchio, poi Civitelli ai disegni...quindi sono partito con aspettative alte!

 

Aspettative che non sono state deluse, almeno in parte.

 

i disegni di Civitelli mi sono piaciuti molto, la tavola alla francese gli ha dato qualcosa di diverso con cui confrontarsi e il risultato -per me- è sicuramente positivo.

 

la storia è classica, lineare, per me manca un po' di pathos (o almeno, ne avrei voluto di più 😉), però mi è piaciuto il finale e poi vedere Tex con la scure mi ha fatto emozionare!

 

Giusfredi ha un bel modo di scrivere a mio avviso, spero in futuro di leggere più storie sue 

 

voto?

 

storia: 7

disegni: 7,5

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  • 4 settimane dopo...

Intervengo prima di aver finito di leggerlo, mi riferisco solo ai disegni, non mi stanno piacendo, di sicuro Civitelli non viene valorizzato dal colore, che non mi dispiace, forse un po' saturo, è proprio il tratto del disegno, sono disegni veramente rigidi e piatti senza profondità, le vignette più piccole, secondo me troppe, aggravano questa lacuna e tolgono respiro al formato dell'albo. In generale Civitelli non mi fa impazzire, ma meglio molto meglio in bianco e nero dove può esprimere tutto il suo talento. 

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, marco6691 dice:

Intervengo prima di aver finito di leggerlo, mi riferisco solo ai disegni, non mi stanno piacendo, di sicuro Civitelli non viene valorizzato dal colore, che non mi dispiace, forse un po' saturo, è proprio il tratto del disegno, sono disegni veramente rigidi e piatti senza profondità, le vignette più piccole, secondo me troppe, aggravano questa lacuna e tolgono respiro al formato dell'albo. In generale Civitelli non mi fa impazzire, ma meglio molto meglio in bianco e nero dove può esprimere tutto il suo talento. 

Perfettamente d'accordo con te. Però a me Civitelli, di solito, piace da impazzire! A distanza di qualche settimana, dopo aver lasciato decantare le sensazioni del momento, ho deciso che questo è il più brutto Civitelli che mi sia capitato di vedere. 

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Mi ripeto, non mi piace Civitelli e pur riconoscendone le doti e un suo stile personale, non incontra i miei gusti, questo cartonato secondo me non è alla sua altezza, forse uno dei suoi peggiori lavori su Tex, come ho già scritto è penalizzato dal colore. 

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Il 27/9/2023 at 09:28, Kamoose dice:

Lo spunto scelto da Giusfredi rientra tra i classici della narrativa d’avventura, da intendersi chiaramente nel senso più totale e onnicomprensivo del termine, che sia la ricerca di una città misteriosa e di origine sconosciuta, la scoperta di un’immensa ricchezza celata dallo scorrere inesorabile del tempo o la miracolosa e leggendaria fonte dell’eterna giovinezza (“Una potente medicina perduta” dice Tiger Jack) non fa alcuna differenza, è il Graal da sempre ambito dal genere umano ma anche la ghiotta occasione per il narratore di raccontare della fallibilità dell’uomo, vinto dal destino beffardo o dal potere invincibile dell’illusione.

In questa storia Aquila della notte arriva in soccorso dell’indiano Nakai che teme per la scomparsa di sua figlia adottiva Sitsi, inizialmente non è chiaro se la ragazza sia stata rapita o se al contrario abbia scelto di seguire volontariamente un gruppo di uomini alla ricerca della famigerata fonte della giovinezza, resta il fatto che tutti se la dovranno vedere con la figura mascherata di Nataska, uno spietato indiano che difende il prezioso segreto della tribù Hopi.

 

Come tutti sanno Giusfredi recupera personaggi e situazioni dall’universo Zagoriano mettendo in atto una seconda “collisione” di mondi dopo quella di Bandera! (c’è ne saranno altre?), volendo si può discutere all’infinito sull’opportunità di una scelta di questo tipo e sul valore aggiunto che tale soluzione imprime alla storia, tuttavia alla fine l’unica domanda da farsi è se questa sia una storia pienamente riuscita oppure no.

A mio avviso la storia non è pienamente riuscita e uno dei problemi maggiori risiede proprio nella volontà dell’autore di collegarsi alla vecchia vicenda dello Spirito con la scure, per farlo nella prima parte assistiamo ad un lungo e macchinoso spiegone che racconta di personaggi ed eventi passati, avvenimenti e nomi che al lettore di Zagor saranno sembrati superflui mentre a quello di Tex solo confusionari.

La storia nel complesso risulta anche godibile, niente di eccelso e certamente molto al di sotto degli standard della serie cartonata (almeno dei volumi che ho letto finora), tuttavia più andavo avanti con la lettura e più mi chiedevo se era davvero necessario ripescare questi personaggi Zagoriani per inserirli a fatica in un racconto dal respiro fortemente limitato dalle sole 48 pagine.

Tutto questo impegno per far vivere un’avventura a Tex dove utilizza la mitica scure in una manciata di vignette? O per mostrare Zagor e Cico in una tavola dove si racconta di una vecchia storia?

Devo essere onesto, ho trovato questo collegamento una forzatura gratuita, a mio avviso si poteva scrivere la stessa storia senza tirare in ballo Zagor e la sua scure, Giusfredi avrebbe avuto più spazio per raccontare e per meglio definire i diversi personaggi (nessuno di loro lascia il segno) e il tutto sarebbe forse risultato più equilibrato e funzionale, a cominciare da un finale talmente affrettato che nell’ultima pagina l’azione è ancora in corso nonostante l’arrivo dell’implacabile parola FINE.

 

E veniamo ai disegni di Civitelli, quando ho letto il suo nome ho pensato che non poteva esserci scelta migliore considerando il suo tratto particolarmente pulito e definito, concettualmente parlando e prendendo come base la linea chiara d’ispirazione franco/belga Civitelli era semplicemente perfetto per questo tipo di pubblicazione.

Confermo il mio apprezzamento dopo aver letto la storia, ho trovato il suo lavoro molto buono sopratutto per quanto riguarda lo studio e la composizione o de-composizione della tavola, il maestro aretino osa parecchio da questo punto di vista e si diverte nella sperimentazione, oltre alle due splendide splash-page (quella dell’allucinazione collettiva e quella del viaggio di Tex e Nakai) abbiamo diverse tavole singole molto originali, quella muta e a “scacchiera” dove Nakai trova la piccola Sitsi, quella che racconta la vecchia storia di Zagor, quella dell’incubo di Tex e quella con protagonisti i conquistadores, entrambe prive dei rigidi confini delle vignette.

Sinceramente certe critiche mi sorprendono, una certa staticità del disegno è da sempre presente nell’arte di Civitelli che non ha mai fatto della ruvidezza del tratto e della dinamicità il suo punto di forza, magari la colorazione non eccelsa dell’esordiente Laura Piazza (secondo me non ai livelli di Vattani) può aver evidenziato ancora di più queste caratteristiche ma di certo non le ha generate di sana pianta.

Poi per carità è legittimo preferirlo in B/N ma per me il suo lavoro su questo cartonato è di buonissimo livello.

Storia: 6,5 Disegni: 7,5

A me personalmente il colore è piaciuto, ma i disegni meno, se non l'impostazione di alcune pagine.

La storia...anche interessante il soggetto, ma non coinvolge* e anch'io come altri trovo lenta la trama e  affrettato il finale.

 

*O almeno non coinvolge me; forse anche perché non ho letto la storia originale di Zagor.

Ho provato verso la storia lo stesso senso di estraniata' che provai con i dialoghi (non con i disegni, bellissimi) prolississimi del primo cartonato di Eleuteri Serpieri...

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