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TWF - Tex Willer Forum

[Texone N.40] Sierrita Mountains


MacParland

Messaggi consigliati/raccomandati

Ti ringrazio per le precisazioni, ma per me quello che conta saranno i fatti, ovvero quello che leggerò nelle tue prossime storie.

Se saranno di mio gradimento importerà poco tutto questo, in caso contrario concluderò che abbiamo una divergenza seria su Tex.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Ombra Silenziosa dice:

ti regalo dieci pagine di storyboard originali di una delle mie prime storie

Ah, no.

Adesso ti dico che non è mai successa una cosa del genere e tu in cambio posti qui una sola (mi accontento) fotocopia di una di quelle pagine.

Ti prego ti prego ti prego.

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Buonasera, non entro nel merito delle polemiche sterili, questo di Rauch è stato il primo "Texone" che riprendo tra le mani dopo moltissimi anni, la storia e i disegni nel complesso risultano gradevoli e mi hanno anche appassionato, anche se certe situazioni (il fuggiasco, la donna, l'indiano che sembra imbattibile, il complotto giallo a fare da sfondo) si stanno ripetendo un po' troppo spesso e stancamente sulla collana di Tex in generale.

Riguardo la texianità dell'autore non ho trovato alcun difetto, mi sembra che il Tex di Rauch così come quello che fu di Faraci sia piuttosto fedele all'originale (molto più del non-Tex-comparsa di Boselli).

Il problema non sono i dialoghi e la caratterizzazione del ranger, quanto il soggetto che è piuttosto debole (al contrario delle storie di Boselli invece, sempre avvincenti e mai inferiori all'8 come voto). 

Ecco, se si potesse fare un mix tra questi due aspetti sarebbe l'ideale!

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Adesso, Winchester73 dice:

Buonasera, non entro nel merito delle polemiche sterili, questo di Rauch è stato il primo "Texone" che riprendo tra le mani dopo moltissimi anni, la storia e i disegni nel complesso risultano gradevoli e mi hanno anche appassionato, anche se certe situazioni (il fuggiasco, la donna, l'indiano che sembra imbattibile, il complotto giallo a fare da sfondo) si stanno ripetendo un po' troppo spesso e stancamente sulla collana di Tex in generale.

Riguardo la texianità dell'autore non ho trovato alcun difetto, mi sembra che il Tex di Rauch così come quello che fu di Faraci sia piuttosto fedele all'originale (molto più del non-Tex-comparsa di Boselli).

Il problema non sono i dialoghi e la caratterizzazione del ranger, quanto il soggetto che è piuttosto debole (al contrario delle storie di Boselli invece, sempre avvincenti e mai inferiori all'8 come voto). 

Ecco, se si potesse fare un mix tra questi due aspetti sarebbe l'ideale!

Ti consiglio gli ultimi tre Texoni di Boselli...Uno meglio dell'altro per me...Villa, Carnevale e Dotti (vado a memoria) i disegnatori. 

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Adesso, Diablorojo82 dice:

Ti consiglio gli ultimi tre Texoni di Boselli...Uno meglio dell'altro per me...Villa, Carnevale e Dotti (vado a memoria) i disegnatori. 

Sarà fatto, in materia di Texoni devo recuperare assolutamente, mi ero fermato a "Gli assassini" di Boselli, sperando che siano storie con più Tex e meno "Mitch"

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<span style="color:red">20 ore fa</span>, Diablero dice:

Stavo facendo la parodia dell'atteggiamento "voi non siete nessuno per contraddire un AUTORE" di gilas2. Stavo interpretando un personaggio.

 

Non solo non sono la persona che ragiona in termini di "qualcuno" o "nessuno", ma mi fa proprio ribrezzo quel tipo di mentalità, servile con "i qualcuno" e arrogante con quelli che vede come "nessuno". E anche per questo, purtroppo, non riesco ad ignorare certi post e scatto a rispondere...

Non avevo colto l'ironia del tuo intervento e ciò mi "rincuora" un po'.

 

Per quanto tu sia un utente fumantino, che quando gli salta la mosca al naso non le manda a dire e lancia risposte taglienti e a volte "urticanti", di solito hai sempre mostrato nella tua spigolosità una buona dose di lealtà. Appunto un commento così diretto e offensivo nei confronti di un utente mi avevano spiazzato e mi son permesso d'intervenire.

 

Per sancire la chiusura dell'incomprensione, adesso sarebbe ideale una bella sbafata di piadine romagnole (buonissime!) e fiumi di birra, facendo pure posto a tavolo al pard Gilas2. :D

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<span style="color:red">20 ore fa</span>, Ombra Silenziosa dice:

Gli autori devono stare alla larga da questi contesti e lasciare che i lettori se la smazzino tra loro.

 

Sono d'accordo con Rauch: mi spiace che se ne sia andato, ma sapevo che sarebbe successo, ed è meglio così. E' successo con tutti gli autori che si intromettono in un forum. Infatti, in un forum discutono e criticano il tuo lavoro, quindi non è che possa piacere ad un autore stare accanto ai suoi critici. Nessun autore ama essere criticato, e tantomeno ama essere tra i critici. Ce ne possono essere di quelli che elogiano il suo lavoro - o per adulazione o perchè ci credono davvero - ma, assieme a loro, ci sono per forza delle persone che fanno delle critiche. E' per questo (e per altri motivi ai quali avevo già accennato in un altro post) che pensavo che fosse meglio che gli autori non si intromettessero in un forum.

 

Un autore deve essere lasciato tranquillo a fare il suo lavoro senza badare a nessuno. Se entra nell'agone, non potrà più lavorare tranquillamente. La tranquillità è una condizione fondamentale per realizzare delle buone storie. 

 

Infatti un forum non è un posto tranquillo di incontro, dove si discute all'inglese dietro a una tazza di tè: spesso è un posto di scontro, dove degli sconosciuti possono dire con aggressività quello che vogliono senza problemi, insieme a degli altri che invece vogliono fare delle analisi serie (ma sono pochi). E non sto parlando di questo forum: parlo di tutti i forum. E' una costante di questo mondo virtuale.

 

Il mondo virtuale, internet, è una comunicazione senza comunione tra persone isolate, che favorisce (non sempre: però lo favorisce) lo sfogo delle parti peggiori di se stessi. Noi non stiamo veramente comunicando, ci stiamo solo mandando dei messaggi. Ma questa non è vera comunicazione: è una parvenza di comunicazione, quasi una parodia della comunicazione vera, che necessita di un corpo reale e di una voce reale (per questo anche la comunicazione video a distanza non è una vera comunicazione: è una finzione). Al massimo ci stiamo dando delle informazioni, quando va bene e non avvengono insulti reciproci.

 

Se internet fosse esistito ai tempi di GLBonelli, sarebbe finita allo stesso modo. E non credo che il GL sarebbe entrato di persona in un forum: per esperienza, sapeva che più lontano stai dalle critiche, meglio stai. Anch'io, al suo posto, avrei fatto lo stesso. Se io fossi un autore, preferirei farmi ammazzare piuttosto che andare in un forum dove analizzano un mio lavoro. Da queste forbici non si salva nessuno. Anche Michelangelo fu criticato dai suoi contemporanei. Ma, visto che non c'era internet, Michelangelo poteva strafregarsene bellamente. Inoltre, quando fai un lavoro pubblico, è inevitabile che vengano delle critiche. E' impossibile accontentare tutti. 

 

Gli autori stanno su un piano, i lettori su un altro: ed è meglio che questi piani non si mescolino mai tra di loro. 

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Adesso, joe7 dice:

 

Sono d'accordo con Rauch: mi spiace che se ne sia andato, ma sapevo che sarebbe successo, ed è meglio così. E' successo con tutti gli autori che si intromettono in un forum. Infatti, in un forum discutono e criticano il tuo lavoro, quindi non è che possa piacere ad un autore stare accanto ai suoi critici. Nessun autore ama essere criticato, e tantomeno ama essere tra i critici. Ce ne possono essere di quelli che elogiano il suo lavoro - o per adulazione o perchè ci credono davvero - ma, assieme a loro, ci sono per forza delle persone che fanno delle critiche. E' per questo (e per altri motivi ai quali avevo già accennato in un altro post) che pensavo che fosse meglio che gli autori non si intromettessero in un forum.

 

Un autore deve essere lasciato tranquillo a fare il suo lavoro senza badare a nessuno. Se entra nell'agone, non potrà più lavorare tranquillamente. La tranquillità è una condizione fondamentale per realizzare delle buone storie. 

 

Infatti un forum non è un posto tranquillo di incontro, dove si discute all'inglese dietro a una tazza di tè: spesso è un posto di scontro, dove degli sconosciuti possono dire con aggressività quello che vogliono senza problemi, insieme a degli altri che invece vogliono fare delle analisi serie (ma sono pochi). E non sto parlando di questo forum: parlo di tutti i forum. E' una costante di questo mondo virtuale.

 

Il mondo virtuale, internet, è una comunicazione senza comunione tra persone isolate, che favorisce (non sempre: però lo favorisce) lo sfogo delle parti peggiori di se stessi. Noi non stiamo veramente comunicando, ci stiamo solo mandando dei messaggi. Ma questa non è vera comunicazione: è una parvenza di comunicazione, quasi una parodia della comunicazione vera, che necessita di un corpo reale e di una voce reale (per questo anche la comunicazione video a distanza non è una vera comunicazione: è una finzione). Al massimo ci stiamo dando delle informazioni, quando va bene e non avvengono insulti reciproci.

 

Se internet fosse esistito ai tempi di GLBonelli, sarebbe finita allo stesso modo. E non credo che il GL sarebbe entrato di persona in un forum: per esperienza, sapeva che più lontano stai dalle critiche, meglio stai. Anch'io, al suo posto, avrei fatto lo stesso. Se io fossi un autore, preferirei farmi ammazzare piuttosto che andare in un forum dove analizzano un mio lavoro. Da queste forbici non si salva nessuno. Anche Michelangelo fu criticato dai suoi contemporanei. Ma, visto che non c'era internet, Michelangelo poteva strafregarsene bellamente. Inoltre, quando fai un lavoro pubblico, è inevitabile che vengano delle critiche. E' impossibile accontentare tutti. 

 

Gli autori stanno su un piano, i lettori su un altro: ed è meglio che questi piani non si mescolino mai tra di loro. 

Ti sorprenderà sapere, viceversa, che esistono luoghi dell'internet dove la discussione non diventa scontro.

Questo perchè questi luoghi hanno delle regole chiare a tutti i partecipanti fin dall'inizio, e siccome inevitabilmente man mano che crescono i numeri entrano degli elementi 'tossici', le regole servono a definire i limiti (secondo la Costituzione italiana, il diritto ad esprimere un opinione è garantito ma non è "illimitato", ovvero non si può dire 'tutto' quello che si vuole) e ad estromettere, se e dove necessario, questi elementi 'tossici', per consentire alla discussione di continuare liberamente entro i limiti che lo stesso 'luogo dell'internet' si è dato.

Quindi no, la definizione di 'discussione' = 'scontro' non vale sempre ed ovunque.

 

Venendo allo specifico, un autore può benissimo ricevere del feedback dai suoi lettori (e, un tempo, questo feedback arrivava via posta ordinaria alla redazione, GLB incluso, come tutti sappiamo), purchè il feedback parta prima di tutto dal RISPETTO del lavoro dell'autore. 

"Questa storia mi è piaciuta perchè...." oppure "Questa storia non mi è piaciuta perchè..." ci sta. Sono opinioni, sono gusti, e sono rispettabili. Una storia può essere riuscita o meno, ad alcuni piace ad altri no, per carità, ci sta, se ne prende atto e si va avanti.

Trattare apertamente invece la storia e gli autori che la scrivono senza la minima mancanza di rispetto - perchè questo e quello che succede da queste parti - e volere avere ragione per forza anche quando lo stesso autore viene qui a spiegare il perchè di certe scelte narrative e invece di un 'ok ho capito, grazie', continuare a dargli addosso dandogli più o meno dell'incapace perchè ha fatto così e non ha fatto cosà, perchè Tizio o Caio sì che scriveva bene o costruiva delle belle storie/sequenze (non come te), oppure 'io l'avrei scritta così e sarebbe stata una scena degna dell'oscar del fumetto mondiale universale galattico', oltretutto senza essere nemmeno professionisti del settore ma 'normali lettori' (e oltretutto una minoranza ristrettissimissima dei lettori di Tex, però 'pretendendo' di rappresentare e di parlare a nome di tutti i lettori di Tex e volendo persino imporre a tutti, inclusi gli stessi curatori ed autori di Tex, la propria personalissima 'visione' della texianità), vuol dire essere solamente dei gran maleducati, e uso un termine fin troppo moderato.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, gilas2 dice:

Ti sorprenderà sapere, viceversa, che esistono luoghi dell'internet dove la discussione non diventa scontro.

Questo perchè questi luoghi hanno delle regole chiare a tutti i partecipanti fin dall'inizio, e siccome inevitabilmente man mano che crescono i numeri entrano degli elementi 'tossici', le regole servono a definire i limiti (secondo la Costituzione italiana, il diritto ad esprimere un opinione è garantito ma non è "illimitato", ovvero non si può dire 'tutto' quello che si vuole) e ad estromettere, se e dove necessario, questi elementi 'tossici', per consentire alla discussione di continuare liberamente entro i limiti che lo stesso 'luogo dell'internet' si è dato.

Quindi no, la definizione di 'discussione' = 'scontro' non vale sempre ed ovunque.

 

Venendo allo specifico, un autore può benissimo ricevere del feedback dai suoi lettori (e, un tempo, questo feedback arrivava via posta ordinaria alla redazione, GLB incluso, come tutti sappiamo), purchè il feedback parta prima di tutto dal RISPETTO del lavoro dell'autore. 

"Questa storia mi è piaciuta perchè...." oppure "Questa storia non mi è piaciuta perchè..." ci sta. Sono opinioni, sono gusti, e sono rispettabili. Una storia può essere riuscita o meno, ad alcuni piace ad altri no, per carità, ci sta, se ne prende atto e si va avanti.

Trattare apertamente invece la storia e gli autori che la scrivono senza la minima mancanza di rispetto - perchè questo e quello che succede da queste parti - e volere avere ragione per forza anche quando lo stesso autore viene qui a spiegare il perchè di certe scelte narrative e invece di un 'ok ho capito, grazie', continuare a dargli addosso dandogli più o meno dell'incapace perchè ha fatto così e non ha fatto cosà, perchè Tizio o Caio sì che scriveva bene o costruiva delle belle storie/sequenze (non come te), oppure 'io l'avrei scritta così e sarebbe stata una scena degna dell'oscar del fumetto mondiale universale galattico', oltretutto senza essere nemmeno professionisti del settore ma 'normali lettori' (e oltretutto una minoranza ristrettissimissima dei lettori di Tex, però 'pretendendo' di rappresentare e di parlare a nome di tutti i lettori di Tex e volendo persino imporre a tutti, inclusi gli stessi curatori ed autori di Tex, la propria personalissima 'visione' della texianità), vuol dire essere solamente dei gran maleducati, e uso un termine fin troppo moderato.

Errata corrige: "parvenza di rispetto" invece di "mancanza di rispetto".

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1) Io preferisco che il forum perda un lettore intelligente piuttosto che un autore.

2) Io preferisco che il forum perda tutti i lettori stupidi piuttosto che un autore.

3) Un autore può leggere i commenti del forum anche senza intervenire e non c'è modo di impedirglielo.

4) Se non si può impedire a un autore (neanche bannandolo) di leggere i commenti del forum, questo autore non è in grado di lavorare serenamente.

5) Le soluzioni non sono molte: o sanzioni durissime all'autore masochista o chiudere il forum.

6) Io sono bravissima a comunicare de visu con qualsiasi interlocutore scoprendo solo quello che mi va di scoprire (cioè senza comunicare veramente); non ho bisogno di mascherarmi dietro un nickname, so mascherarmi anche senza uno straccio che mi nasconda.

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Ho appena finito di leggere il Texone di Rauch e Palumbo

 

Devo dire che mi ha appassionato e intrattenuto più che egreggiamente, avevo già visto il signor Palumbo all'opera su qualche Grande diabolik preso per noia al mare anni fa e mi ha impressionato la dinamicità data a tutti i personaggi (Tex in primis) per me grosso punto a favore di questo speciale.

A livello di storia mi è piaciuta, molto classica anche se forse con un pelino troppi personaggi per i miei gusti, però tutto sommato ampiamente promosso.

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On 7/21/2024 at 3:03 PM, Leo said:
On 7/20/2024 at 6:09 PM, Diablero said:

 

(no, non autore di narrativa, non ho scritto storie, ma mica ha specificato...  B)

 

Cosa scrivi, Diablero? Qualche titolo?

 

Articoli e di roba abbastanza "esoterica", nel senso di nicchia di una nicchia, in ambito "giochi", però quando li ristampano all'estero (così per una volta sono io il tradotto invece di essere il traduttore) danno soddisfazione.  B)

 

Non sono "storie", non è narrativa, anche se a volte toccano l'argomento (per esempio ho un articolo tradotto in Corea che riguarda la strutta narrativa delle "storie" in un gioco americano e la correlazione alle regole, pubblicato insieme al gioco nell'edizione coreana).

 

Ma in generale ho scritto un po' di tutto, persino satira politica quando ero molto più giovane, roba che spero non salti più fuori...  :laugh:

 

[anche quella sotto pseudonimo, tanto che all'epoca il mio professore di Italiano - del tutto all'oscuro della cosa, ma attivo in politica - chiese chi scriveva quegli articoli al direttore della rivista, collega di partito, e ci rimase di sasso quando ridendo l'altro gli disse "gli correggi i compiti da anni e non l'hai riconosciuto?" :laugh: ]

Modificato da Diablero
  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

anche quella sotto pseudonimo, tanto che all'epoca il mio professore di Italiano - del tutto all'oscuro della cosa, ma attivo in politica - chiese chi scriveva quegli articoli al direttore della rivista, collega di partito, e ci rimase di sasso quando ridendo l'altro gli disse "gli correggi i compiti da anni e non l'hai riconosciuto?" :laugh: ]

 

Aneddoto eccezionale :D

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Ormai è diventata una mia consuetudine quella di recensire un volume dopo tanto tempo della sua uscita.

 

Purtroppo impegni lavorativi e altre beghe varie, mi stanno tenendo abbastanza distante dalla lettura e quindi accumulo ritardi su ritardi. Ovviamente lasciare le proprie considerazioni dopo che si è a lungo discusso e dibattuto punto su punto, non è affatto semplice, né gratificante: diventano davvero pochi gli spunti che possono essere tratti e aggiungere elementi nuovi è alquanto arduo.

 

Comunque, premessa a parte, adesso son riuscito a leggere l’opera di Rauch e provo a dire la mia.

 

Premetto che ho letto tutti i precedenti commenti, ma mi guarderò bene dall’infognarmi nelle varie diatribe, anche per evitare di aizzare le ceneri ancora ardenti.

 

Storia lineare, che scorre fluida e intrattiene; tempi adeguati di sceneggiatura e dialoghi snelli che rendono più agevole e semplice la lettura. Non certamente un capolavoro, né però una ciofeca.

Ovviamente il livello non riesce minimamente ad avvicinarsi allo spessore dell’ultimo texone di Borden, ma credo che Jacopo non avesse alcuna pretesa di donarci un’opera sperimentale o epica e si sia accontentato di rimanere nei margini, di una sceneggiatura attenta ma non memorabile.

 

In effetti i personaggi che affollano le tavole, per quanto funzionali alla trama, non riescono a bucare come si deve la pagina. Si ha l’impressione che tutto scorra per inerzia, senza sobbalzi o passaggi arruffati, ma la trama stenta a decollare e non dona chissà quale apporto di pathos.

 

Lo spunto dei due ragazzi rapiti dagli indiani che si ritrovano dopo tanti anni, è particolare ma non viene più di tanto sfruttata, così come non lievita la caratterizzazione di Yaqui o Selina.

 

L’autore sembra voler proseguire nella sua opera narrativa senza strafare e il risultato finale è accettabile ma non certamente eccelso e magari, trattandosi di un texone ci si aspettava di meglio. Tuttavia non che Manfredi e Ruju fecero tanto meglio nelle sue ultime prove e questo mi induce a credere che gli sceneggiatori “secondari” non se la sentano di azzardare più di tanto su questa testata, e si accontentino di prove senza pecche né picchi.

 

Su tutti i punti contestati veementemente finora, non mi esprimo più di tanto ma posso benissimo affermare che Rauch è un autore concreto e concentrato, che difficilmente incappa in svarioni da matita rossa, ma dovrebbe rischiare qualcosina in più, per riuscire a dare quell’unghiata che è nel suo repertorio.

 

Il comparto grafico affidato ai pennelli “esterni” di Palumbo è adatto alla testata, visto che porta un’aria di novità che sulla regolare latita. Concordo che tematiche diverse avrebbero aiutato l’artista a mettersi a suo agio, ma l’esito, a mio avviso è buono, e denota personalità di tratto che al giorno d’oggi è merce rara; anche lo stile meno realistico e possente nei contorni e nei neri, mi ha convinto in ottica western.

 

Una cifra stilistica che può dividere le platee, ma che merita una tale vetrina. Magari le fattezze di Tex potevano essere meglio caratterizzate e i cavalli necessitavano una maggiore precisione anatomica (quanto è difficile disegnarli, nel mio piccolo lo so bene e non mi stupisce che anche grandi autori lo facciano malvolentieri!) ma imho la prova è riuscita ed è sempre un piacere vedere cimentare disegnatori esterni sul format. Confido che in futuro la Bonelli riesca a farci altri regali di questo genere (Meyer, Sicomoro, Federici, Pedro Mauro!) Il mio voto finale è 6

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<span style="color:red">6 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Ormai è diventata una mia consuetudine quella di recensire un volume dopo tanto tempo della sua uscita.

 

Purtroppo impegni lavorativi e altre beghe varie, mi stanno tenendo abbastanza distante dalla lettura e quindi accumulo ritardi su ritardi. Ovviamente lasciare le proprie considerazioni dopo che si è a lungo discusso e dibattuto punto su punto, non è affatto semplice, né gratificante: diventano davvero pochi gli spunti che possono essere tratti e aggiungere elementi nuovi è alquanto arduo.

 

Comunque, premessa a parte, adesso son riuscito a leggere l’opera di Rauch e provo a dire la mia.

 

Premetto che ho letto tutti i precedenti commenti, ma mi guarderò bene dall’infognarmi nelle varie diatribe, anche per evitare di aizzare le ceneri ancora ardenti.

 

Storia lineare, che scorre fluida e intrattiene; tempi adeguati di sceneggiatura e dialoghi snelli che rendono più agevole e semplice la lettura. Non certamente un capolavoro, né però una ciofeca.

Ovviamente il livello non riesce minimamente ad avvicinarsi allo spessore dell’ultimo texone di Borden, ma credo che Jacopo non avesse alcuna pretesa di donarci un’opera sperimentale o epica e si sia accontentato di rimanere nei margini, di una sceneggiatura attenta ma non memorabile.

 

In effetti i personaggi che affollano le tavole, per quanto funzionali alla trama, non riescono a bucare come si deve la pagina. Si ha l’impressione che tutto scorra per inerzia, senza sobbalzi o passaggi arruffati, ma la trama stenta a decollare e non dona chissà quale apporto di pathos.

 

Lo spunto dei due ragazzi rapiti dagli indiani che si ritrovano dopo tanti anni, è particolare ma non viene più di tanto sfruttata, così come non lievita la caratterizzazione di Yaqui o Selina.

 

L’autore sembra voler proseguire nella sua opera narrativa senza strafare e il risultato finale è accettabile ma non certamente eccelso e magari, trattandosi di un texone ci si aspettava di meglio. Tuttavia non che Manfredi e Ruju fecero tanto meglio nelle sue ultime prove e questo mi induce a credere che gli sceneggiatori “secondari” non se la sentano di azzardare più di tanto su questa testata, e si accontentino di prove senza pecche né picchi.

 

Su tutti i punti contestati veementemente finora, non mi esprimo più di tanto ma posso benissimo affermare che Rauch è un autore concreto e concentrato, che difficilmente incappa in svarioni da matita rossa, ma dovrebbe rischiare qualcosina in più, per riuscire a dare quell’unghiata che è nel suo repertorio.

 

Il comparto grafico affidato ai pennelli “esterni” di Palumbo è adatto alla testata, visto che porta un’aria di novità che sulla regolare latita. Concordo che tematiche diverse avrebbero aiutato l’artista a mettersi a suo agio, ma l’esito, a mio avviso è buono, e denota personalità di tratto che al giorno d’oggi è merce rara; anche lo stile meno realistico e possente nei contorni e nei neri, mi ha convinto in ottica western.

 

Una cifra stilistica che può dividere le platee, ma che merita una tale vetrina. Magari le fattezze di Tex potevano essere meglio caratterizzate e i cavalli necessitavano una maggiore precisione anatomica (quanto è difficile disegnarli, nel mio piccolo lo so bene e non mi stupisce che anche grandi autori lo facciano malvolentieri!) ma imho la prova è riuscita ed è sempre un piacere vedere cimentare disegnatori esterni sul format. Confido che in futuro la Bonelli riesca a farci altri regali di questo genere (Meyer, Sicomoro, Federici, Pedro Mauro!) Il mio voto finale è 6

A grandi linee concordo. Però avrei gradito un parere su due o tre punti oggetto di molte discussioni : il pestaggio e atteggiamento di Tex prima della sparatoria nel saloon ad esempio. 😉

Poi Rauch deve trovare la storia da "graffio" o l'idea originale da sfruttare (come ad esempio ha già fatto  o sta cercando di fare Giusfredi).

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Il 26/07/2024 at 07:07, Diablorojo82 dice:

Però avrei gradito un parere su due o tre punti oggetto di molte discussioni : il pestaggio e atteggiamento di Tex prima della sparatoria nel saloon ad esempio. 😉

 

Non sono entrato nel merito per due ragioni ben precise pard: in primis prediligo giudicare nell'insieme un'opera e non nelle singole sequenze, a patto che non ci siano scene meritevoli di essere citate sia nel bene che nel male, ma soprattutto perchè si è già detto tutto e il contrario di tutto sulle scene "incriminate" e aggiungere ulteriori pareri non aiuta a rendere interessante la discussione, anzi si rischia nuovamente di riaccendere cori di approvazioni e smentite. Ormai per esperienza so che su alcuni argomenti che dividono le platee, puoi anche stilare trattati scentifici o altro ma le opposte fazioni non si muoveranno di un cm, anzi spesso si finisce per alzare i toni e il gioco non vale la candela.

 

Ma visto che me lo chiedi non mi astengo:

 

1. Sulla scena del pestaggio, avrei solo tagliato la frase di Carson e fatto leva sul disegnatore per non esagerare con la dinamica, per il resto non lo trovo scandaloso, in fondo il soggetto punito è pur sempre un delinquente attentatore e ci sta che Tex lo "ripassi" un po'. Così il rangers appare odioso? Non credo, ho visto di peggio, ma poi il nostro eroe non è un cherubino e in passato scaraventava dalla finestra gli avversari. Mi avrebbe stupito se sparasse alla schiena, ecco cosa tradirebbe la sua texianità.

 

2. Anche la scena del saloon non è uno svarione a mio modo di vedere, poichè Tex non ha bisogno della "cavalleria" per affrontare avversari di mezza tacca. Poteva scatenare una strage? Ma anche no, poichè lo sceneggiatore che è "il fato e la divinità del fumetto" opta per altro. Se si ragiona così, ogni scena è sbagliata, perchè si potrebbe obiettare durante una sparatoia: "Se l'avversario ha un candelotto di dinamite e ti fa saltare in aria?"

 

3. Sul mancato inseguimento del bandito, Jacopo ha dato la sua spiegazione plausibile ed è accettabile, anche qui gli eventi li decide l'autore e noi lettori con i se e con i ma contiamo poco.

 

4. Trovo più consone le critiche al mancato sfruttamento di personaggi come Selina e il truce compagno di rapimento, visto che potevano diventare un valore aggiunto alla storia come fece Nizzi nello splendido texone di Jesus Zane (perchè anche Nizzi sapeva scrivere ai tempi migliori, purchè se ne dica!) mentre così divengono solo un contorno per lo sviluppo della trama, tuttavia, a mio avviso, l'albo scorre bene e non presenta svarioni tali da meritare la matita rossa. Rauch ha talento e può fare comunque di meglio e auspico che in futuro s'imponga di alzare l'asticina, poichè ne è perfettamente in grado. 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Condor senza meta dice:

Non sono entrato nel merito per due ragioni ben precise pard: in primis prediligo giudicare nell'insieme un'opera e non nelle singole sequenze, a patto che non ci siano scene meritevoli di essere citate sia nel bene che nel male, ma soprattutto perchè si è già detto tutto e il contrario di tutto sulle scene "incriminate" e aggiungere ulteriori pareri non aiuta a rendere interessante la discussione, anzi si rischia nuovamente di riaccendere cori di approvazioni e smentite. Ormai per esperienza so che su alcuni argomenti che dividono le platee, puoi anche stilare trattati scentifici o altro ma le opposte fazioni non si muoveranno di un cm, anzi spesso si finisce per alzare i toni e il gioco non vale la candela.

 

Ma visto che me lo chiedi non mi astengo:

 

1. Sulla scena del pestaggio, avrei solo tagliato la frase di Carson e fatto leva sul disegnatore per non esagerare con la dinamica, per il resto non lo trovo scandaloso, in fondo il soggetto punito è pur sempre un delinquente attentatore e ci sta che Tex lo "ripassi" un po'. Così il rangers appare odioso? Non credo, ho visto di peggio, ma poi il nostro eroe non è un cherubino e in passato scaraventava dalla finestra gli avversari. Mi avrebbe stupito se sparasse alla schiena, ecco cosa tradirebbe la sua texianità.

 

2. Anche la scena del saloon non è uno svarione a mio modo di vedere, poichè Tex non ha bisogno della "cavalleria" per affrontare avversari di mezza tacca. Poteva scatenare una strage? Ma anche no, poichè lo sceneggiatore che è "il fato e la divinità del fumetto" opta per altro. Se si ragiona così, ogni scena è sbagliata, perchè si potrebbe obiettare durante una sparatoia: "Se l'avversario ha un candelotto di dinamite e ti fa saltare in aria?"

 

3. Sul mancato inseguimento del bandito, Jacopo ha dato la sua spiegazione plausibile ed è accettabile, anche qui gli eventi li decide l'autore e noi lettori con i se e con i ma contiamo poco.

 

4. Trovo più consone le critiche al mancato sfruttamento di personaggi come Selina e il truce compagno di rapimento, visto che potevano diventare un valore aggiunto alla storia come fece Nizzi nello splendido texone di Jesus Zane (perchè anche Nizzi sapeva scrivere ai tempi migliori, purchè se ne dica!) mentre così divengono solo un contorno per lo sviluppo della trama, tuttavia, a mio avviso, l'albo scorre bene e non presenta svarioni tali da meritare la matita rossa. Rauch ha talento e può fare comunque di meglio e auspico che in futuro s'imponga di alzare l'asticina, poichè ne è perfettamente in grado. 

Concordo su tutti e quattro i punti.😉👍

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  • Collaboratori

Anche qui arrivo tardi. 

Ho letto il texone solo questa mattina. 

Sensazioni contrastanti, storia che fila e che si lascia seguire, però anche troppo ordinaria per il format, anche sulla serie regolare l'avrei trovata di ripiego. Personaggi tagliati un po' con l'accetta, con una storia alle spalle che sa di già letto. A differenza di altri non ho scene incriminate, anche quella del pestaggio è un classico di Tex, il tizio dietro le sbarre non è una margherita, per me ci sta eccome. Disegni di Palumbo che non mi hanno convinto molto, ma dopotutto è un texone e ci stanno. Per il voto è: sette 1/2.

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  • 3 settimane dopo...

Recuperato anche il texone di quest'anno, sul quale devo ammettere che dopo le anticipazioni di trama e disegni non è che avessi troppe aspettative: vicenda vista e rivista e uno stile che, nulla togliere a Palumbo che in ambito extra texiano non ho mai conosciuto, non mi convincevano più di tanto. Ed in effetti a lettura ultimata non posso certo dire di avere tra le mani un capolavoro, però un'onesta storia che scorre bene ed intrattiene sì. Certo, sul Texone ci aspettiamo prove più incisive e vicende più memorabili, ma nel complesso non ho grandi appunti da muovere alla storia, se non proprio una critica già in partenza alla linearità e, mi si passi il termine, banalità del soggetto. Ho letto qua è là delle critiche ad alcune sequenze che ora con cognizione di causa posso dire di trovare esagerate: mi trovo in accordo con il Condor, per citare l'ultimo utente che ha detto la sua sulla questione.

Tutto sommato una storia come tante, scritta con mestiere e senza picchi ne cadute da un Rauch che sulle pagine di Tex per il momento non ha osato più di tanto. Speriamo che con il tempo possa acquisire personalità e sicurezza e scrivere storie di maggior spessore. Anche i disegni alla fine accompagnano bene la vicenda e non mi sono dispiaciuti, anche se mi è parso di notare un calo sul finale.

 

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