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TWF - Tex Willer Forum
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Come rilanciare Tex?


demetrio

Domanda

A volte mi chiedo: sarà mai possibile rilanciare veramente Tex oggi? (Questione collegata alla possibilità di rilanciare la lettura del fumetto in generale e del western come genere) A questo scopo può servire la realizzazione del parco a tema in Italia di cui si parlò tempo fa (a proposito, sta andando avanti questa cosa?) oppure riproporre i cartoni animati di anni fa su 'Supergulp' e 'Tex & company' o realizzarne di nuovi? Quanto sono servite a smuovere le acque le serie di figurine che sono uscite?

Mi chiedo anche: se nemmeno i grandi film sui supereroi Marvel e DC sono riusciti a rialzare le vendite di quei fumetti cosa ci vorrà? Non c'è più speranza?

Vi prego, ditemi la vostra opinione

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

Ma no!!! :lol: Sai scrivere bene amica mia. :)

Ho finito l'inchiostro.

 

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<span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablero dice:

Per interessare immagino interessi. (Guadagnare bene interessa sempre)

 

Semplicemente, non abbastanza per leggerlo.

 

Per un esempio non so quanto calzante (è un autore che ha una pubblica immagine molto costruita, quindi da prendere con le molle) per diverso tempo Roberto Recchioni (che non è un "nuovo" autore, pubblica da più di 30 anni...) ha prima detto che gli sarebbe piaciuto scrivere Tex, poi che stava scrivendo Tex. Alla fine la montagna ha partorito il topolino, di pubblicato c'è pochissimo, soprattutto uno speciale sul fratello di Tex...  che è un omaggio al film Cane di Paglia. Cioè alla fine tutta questa voglia di "scrivere Tex" era solo "voglia di poter citare film anche in un western". Cosa che lo accomuna al 90% degli sceneggiatori attuali che vogliono solo "citare", dal citare Alien o Terminator su Zagor a citare Kirby su Nathan Never. :craniate:

 

Hanno fatto fare una storia breve a Antonio Serra. Cosa ha fatto al suo esordio (credo) su Tex? Ha citato Ken Parker. Ha omaggiato Ken Parker. Ha preso il Ken Parker di "Il Respiro e il Sogno" e ci ha messo Tex. :azz:

 

Questo è quello che passa il convento oggi. Dovendo scrivere Tex, si rifanno a Ken Parker. Perché purtroppo ormai si entra dal fumetto "dalla porta fanzinara" di adorazione per Ken Parker e il "fumetto d'autore" per quelli cresciuti negli anni 80 e i Manga e i videogiochi per quelli anni 80. Scrivono come eterni bambinoni che rifanno le storie che hanno letto. E nessuno legge Tex.

 

Tex piace al "grosso pubblico", quindi in questa ottica "elitaria" (ma de che?) è apertamente disprezzato. :furiosi75:

 

Non è purtroppo solo un problema dei fumetti, la crisi attuale del cinema e della TV  per me è dovuto soprattutto ad un livello onestamente sconfortante delle sceneggiature, sono davvero pietose. Aridatece Whedon!!!! :pianti:

 

E qui devo darti ragione @Diablero.

 

Da due settimane a questa parte, totalmente a sorpresa Warner TV (Canale 37) sta riproponendo dalla prima puntata il serial Dallas, recentemente restaurato in HD e con il doppiaggio originale (sebbene ci siano parti ridoppiate e altre in lingua inglese e sottotitoli italiani).

 

Cosa c'entra tutto questo con Tex?

 

C'entra senza dubbio perché rivedere le prime stagioni di Dallas è come attingere alla matrice originale di tutto ciò che progressivamente è diventata la serialità in TV.

 

Questa matrice resta ancora attraente perché ideata bene, sceneggiata meglio, interpretata magnificamente e doppiata da attori professionisti. Gli epigoni che hanno saccheggiato programmi come Dallas e simili, fanno invece annoiare perché non hanno alcuna nuova chiave per attrarre il pubblico e sono talvolta anche male interpretati.

 

Con Tex è capitata la medesima cosa.

 

Chi ha voluto saccheggiare GL Bonelli ha finito per svilire quelle storie originali, chi ha intrapreso un lavoro di rinnovamento come @borden e in altra maniera anche Ruju (pur con qualche tamarrata, come le chiami severamente tu), ha invece dato nuova linfa vitale al personaggio e a un certo numero di situazioni discostandosi con abilità dal capostipite.

 

Altri sceneggiatori più giovani sulle testate di Tex scrivono anche buone storie, sebbene appaiano talvolta come minestre riscaldate. Se poi consideriamo i sequel delle storie di GL Bonelli, lì più o meno toppano tutti, compresi i veterani.

 

Come diceva la mia bisnonna ... esser non si può più di una volta.

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Ottima domanda: si intende scrivere storie di qualità da buona a molto buona? Oppure aumentare il numero di lettori? O evitare un abbandono dei lettori più affezionati?

 

Nel 2014 con un mio amico, colui che mi regalò 2 copie di Tex alla fine d'inverno 2001, stavamo parlando e ipotizzando dell'uscita del numero 1000. Tuttavia un qualche anno dopo smise di comprare Tex, inizialmente dicendo per problemi di spazio, ma in realtà le storie degli ultimi anni di allora non gli piacevano più così tanto. Ho fatto qualche timido tentativo successivamente per farlo tornare, ma invano.

Personalmente compro Tex anche se in maniera meno regolare di un tempo... Anche se ho letto con immenso piacere la storia con Mefisto come direttore del manicomio e la storia con la trasferta nel Borneo. 

Mi è capitato ancora di recente di parlare dell'eventuale numero 1000 con il mio fornitore di fumetti: ciò significa che teniamo a Tex malgrado tutto. Sarebbe un'attesa di 17-18 anni grossomodo. Tantissimo, considerando che i fumetti sono in crisi rispetto al passato.

 

 

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Ciao a tutti... La domanda che ponevo in apertura della discussione intendeva cercare tutte le idee che ci vengono in mente a noi del forum per aumentare i lettori ed evitare abbandoni e anche migliorare la qualità... nel messaggio iniziele davo alcune idee ma molte risposte sono state negative e pessimistiche ma io continuo a sperare per il meglio. Se vi viene in mente qualcosa a voi...

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La collezione Book non attirerà nessun nuovo lettore perchè è scritta in un Italiano troppo vecchio per il mondo d'oggi.
Oggi servono numeri da 23/30 pagine massimo 60 se è un "evento", servono purtroppo i colori, serve una narrazione più visiva e meno scritta, serve il coraggio di andare oltre la griglia bonelliana lasciando spazio a tutta la creatività ed estro degli artisti, e penso anche servi a tutti i costi uno scossone ai canoni storici del personaggio, se non vende più/ sempre meno bisogna provarle tutte, può andare bene o può andare male, ma se non provi è una lenta agonia come stiamo subendo (pure a caro prezzo) che andrà inevitabilmente a spegnersi.

 

My two cents.

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<span style="color:red">49 minuti fa</span>, Tex_Willer90 dice:

Oggi servono numeri da 23/30 pagine massimo 60 se è un "evento", servono purtroppo i colori

Non li leggono i manga i giovani? Sono in bianco e nero e hanno centinaia di pagine.

  • Grazie (+1) 1
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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Tex_Willer90 dice:

scossone ai canoni storic

La prima cosa da fare è cambiargli nome: Rex.

La seconda è promuoverlo: commissario.

Sarà un successone.

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Non so dire se il campione usato fosse attendibile, ma uno youtuber (se volete e se è permesso potrò dare il link) ha di fatto intervistato i suoi figli in materia di fumetti:

a parte che nessuno dei fumetti presi a campione passa davanti ai videogiochi o il cellulare, i marmocchi hanno sentenziato che un giornalino tipo Diabolik, ma a colori potrebbe essere interessante. I vecchi comics books sono colorati ma troppo difficili da leggere, i manga hanno disegni più interessanti e si leggono meglio mentre i poveri bonellidi in ogni caso all'ultimo posto.

Non è neanche per le troppe pagine (un fumetto giapponese ne ha di più), ma sono i personaggi non in sintonia con loro, i dialoghi infiniti e prolissi e anche il lettering troppo piccolo. Spaventa moltissimo la serialità (le storie non finiscono mai e a quanto pare anche i personaggi non dovrebbero essere eterni), e il numero della collana ha il suo perché dall'allontanare i giovani lettori.

Avessi preso in carico la collezione di mio padre (che era pure incompleta) con quasi ottocento albi avrei sicuramente letto qualcosa e poi rinunciato!

Il colore è a volte importante a volte no. Una pagina a colori è più semplice da visualizzare e rende subito indivuabile la parte da leggere.

Modificato da Dix Leroy
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Penso che sia inutile da parte nostra fare previsioni di vendita o presunte profezie di fallimento senza avere nessun dato ufficiale.

 

Ognuno di noi matura la propria idea in proposito, ma all'atto pratico è aria fritta. In fondo non è compito nostro fare valutazioni di marketing e chi di dovere farà le dovute valutazioni considerando le vendite.

 

Tuttavia, siamo poi così sicuri che la scrittura di Gianluigi Bonelli non venda ancora?  Il successo iniziale della CSAC e la riproposta di questa ristampa dopo il Classic sembrerebbe indicare il contrario.

 

Ovvio aspettarsi al giorno d'oggi vendite di 500.000 copie è utopia, ma se anche in cartonato da libreria si continua soventemente a ristampare classici bonelliani, chi stabilisce che il suo stile sia vetusto e invendibile anche tra i giovani?

 

Passatemi una similitudine (non so quanto azzeccata ma la faccio): i vinili non vendono più come gli anni 70 ma nelle cifre attuali continuano a vendere i mostri sacri come Pink Floyd e Beatles, non certo Achille Lauro. Che valga lo stesso per i fumetti?   

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<span style="color:red">31 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Passatemi una similitudine (non so quanto azzeccata ma la faccio): i vinili non vendono più come gli anni 70 ma nelle cifre attuali continuano a vendere i mostri sacri come Pink Floyd e Beatles, non certo Achille Lauro. Che valga lo stesso per i fumetti?   

Qualche anno fa ho chiuso con i Tex inediti perché con troppe uscite semplicemente mi ero stufato di leggere fumetti. Poi mi sono accorto che mi ero semplicemente stancato di leggere fumetti nuovi e ho provato a rileggere qualche vecchio albo.

Ora ogni sera mi leggo una striscia: dopo aver smesso con l'anastatica di Zagor (che comunque non avevo mai letto) ora sono gasatissimo con le strisce del Sgt. York e inizio domani la terza serie, la prima in formato striscia. Roy D'Amy con le sue strampalatissime cronologie e versioni davvero alternative dei personaggi storici...

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<span style="color:red">31 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Tuttavia, siamo poi così sicuri che la scrittura di Gianluigi Bonelli non venda ancora?  Il successo iniziale della CSAC e la riproposta di questa ristampa dopo il Classic sembrerebbe indicare il contrario

 

Assolutamente, al linguaggio ci si  dovrà (molto eventualmente) abituare, ma le belle storie piacciono sempre... e restano.Del resto proprio oggi un mio studente chiedeva di Dostoevskij che già aveva iniziato a leggere...

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<span style="color:red">54 minuti fa</span>, Black Jim dice:

Del resto proprio oggi un mio studente chiedeva di Dostoevskij che già aveva iniziato a leggere...

Se lo studente legge Dostoevskij, è ovvio che il professore legga Tex :lol2:

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, demetrio dice:

Chissà come vanno le vendite del Tex Classic (meno pagine e a colori)?

Il problema del classic (ovviamente per uno che non conosce la storia della pubblicazione) è la perenne scritta "continua" al piede di pagina 67.

Si rende conto di assistere a una "telenovela avventurosa" ed è facile che desista, a meno che lo stile desueto, la forma del lettering incostante e la colorazione piatta e noiosa non facciano scattare una scintilla di passione.

Il "lettore occasionale" (probabilmente oggi estinto) credo sarebbe più attratto dal nuovo corso del Classic Zagor.

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<span style="color:red">23 ore fa</span>, Letizia dice:

Se lo studente legge Dostoevskij, è ovvio che il professore legga Tex :lol2:

Esattamente! 😅

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<span style="color:red">18 minuti fa</span>, Black Jim dice:

Esattamente! 😅

Non ho mai capito perché Достоевский è stato traslitterato in Dostoevskij.

Di solito la doppia i ий si traslittera in iy (con la Y al posto della J).

Scusate l'OT.

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<span style="color:red">13 ore fa</span>, demetrio dice:

Chissà come vanno le vendite del Tex Classic (meno pagine e a colori)?

Anche io sarei curioso. La Classic tra le varie ristampe è la più particolare: poche pagine, a colori, quindicinale. Credo che da bambino mi avrebbe attirato. Non l'ho mai acquistata (ad eccezione del numero uno, un paio di anni fa per sfizio vedendolo in fumetteria) ma ci sono affezionato perché è stato proprio un Tex Classic 38 trovato in una piccola biblioteca autogestita a farmi scoprire Tex.

Purtroppo il prezzo è diventato troppo alto, ingiustificato, non competitivo. Per esempio, Topolino ha più pagine, sempre a colori, contiene storie INEDITE e costa 1€ in meno! Della Classic non sono inediti nemmeno i colori, essendo una riproposizione in miniatura della Collezione storica a colori: non c'è davvero nessun motivo valido per comprarla.

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Caro @Tex_Willer90 ho letto il tuo intervento. 

 

In Italia ha sempre e solo funzionato un solo formato: quello Bonelli. 
Anche Ratman, l'unico fumetto di supereroi che abbia mai avuto successo in Italia, è stato pubblicato in quel formato (poi si è passati al gigante, alle raccolte, e al formato comic book), ma il formato originale era Bonelli e in bianco e nero (con griglia, come Jack Kirby). 

 

I supereroi, quando hanno prosperato in edicola, impilavano 3 serie, alle volte similari, alle volte no sulle 72 pagine dell'albo. Quando i lettori hanno protestato (perché devo leggere anche l'uomo maiale in appendice agli X-men?) hanno cominciato a pubblicare monografici di 32 pagine al costo di 4 euro (di cui solo 22 di fumetto). Tra qualche mese è probabile che gli spillati mensili saranno solo Batman e Spiderman, tutto il resto passerà ai volumi da libreria.

 

Come dimostra il recente successo di Tex Willer puoi provare a ridurre le pagine (sempre del formato Bonelli, con prezzo contenuto), ma è inutile cambiare il formato. 

 

Non appena la nuova dirigenza ha preso il potere, dopo una serie di iniziative fallimentari (Saguaro pubblicato ma abbandonato a sé stesso, in edicola, con disegnatori poco accattivanti - è comunque durato ben 3 anni, Orfani, iper pubblicizzata, la ristampa con Gazzetta, quella di Bao, il motion comic, è durato 1 anno e mezzo in più,- Adam Wild pubblicato senza una supervisione, Mercurio Loi, celebratissimo e premiatissimo fumetto, pubblicato a colori, perché non si sa, visto che costava un euro in più di Tex, è durato meno di 2 anni, - Odessa la serie più preparata dalla Bonelli - così detto in conferenza stampa da Antonio Serra, - non lo ha letto nessuno) ha deciso di provare nuovi formati. 

Il formato audace che ha chiuso dopo un anno e il formato da libreria alla francese (non mi sembra che ci sia un successo eclatante di questa linea, il Confine non esce da più di 1 anno - doveva essere trimestrale- e se Nero ed Eternity vendessero sfracelli - parlo di 10mila copie - ce lo avrebbero detto). 

Sia i supereroi che i volumi francesi in Italia non hanno mai venduto nulla. 

Sui contenuti: in Bonelli hanno provato a fa' gli americani.

 

A metà anni '90 Sergio Bonelli decide di rinnovare le due serie create da lui. 

Zagor viene affidato a Boselli e Mister No a Masiero. 

 

Zagor accoglie nel suo contenitore i romanzi pulp degli anni '30 che integra con le passioni letterarie di Sergio Bonelli, riscopre le trasferte e utilizza nuovi e credibili nemici, ma sempre ancorato a Darkwood. 

 

A Masiero piacciono i super eroi.

Il pilota dopo una discesa nella tristezza e nella depressione viene di corsa riportato a Manaus (un po' di storie americane restano in magazzino e non vengono mai pubblicate) e tristemente chiude. 

 

Avranno imparato la lezione? 

Pare di no!

Nathan Never ha avuto due o tre ripartenze. Il numero 251 doveva essere il NINO: Nuovo Inizio NeverianO, con nuovi autori per alleggerire la continuity, ma al numero 303 hanno riazzerato tutto (perché Serra doveva chiudere la serie). Io non leggo NN quindi non so di più.


Martin Mystere: Ci hanno provato con le nuove avventure a colori (anche qui prezzo più alto perché a colori (1 euro in più), ha avuto così successo che la seconda serie, è stata pubblicata in bianco e nero e sono stati reintrodotti Java e altri personaggi della serie normale (ed eliminato quel tale Max), e anche questa ha avuto così successo che ha chiuso. 

 

Dylan Dog: dopo una serie di annunci iper-mega-super-fantastici-galattici, a cui seguivano storie imbarazzanti  arriva una meteora (potrei parlare per una ventina di righe sull'errore di mettere DYD di fronte a una questione del genere, errore concettuale per il personaggio che non deve salvare il mondo, mai fatto e mai lo farà) e nulla sarà mai come prima. 
Dyd uccide il suo creatore, nell'albo forse più brutto della serie, dove non c'è una storia, ma solo le citazioni (RR dice nell'editoriale: la storia più postmoderna che io abbia mai scritto, peccato che il post moderno, a livello letterario sia morto negli anni '10 e abbia lasciato il posto ad altro) e il personaggio riparte di nuovo dal numero 401. Con l'impermeabile, con la barba e riciclando vecchie storie. 
Il risultato?

Un bagno di sangue. La serie ha così tanto insuccesso (leggi crollo delle vendite) che sono costretti a chiamare Chaiverotti che stava scrivendo una storia per il Maxi, la devono adattare in fretta e furia e la pubblicano sulla serie regolare, facendo tornare Mana Cerace, sperando che qualche vecchio lettore tornasse. Subito dopo c'è la trilogia di Vasco Rossi... Anche questa nella speranza che qualcuno sbagli: invece di comprare TV, sorrisi e Canzoni e acquisti Dylan Dog. 

 

Non contenti, dopo tutti questi esempi, per salvare capra e cavoli bisognerebbe rivoluzionare tutto?

Io starei fermo, rileggerei le storie di GLBonelli e cercherei di tornare alle origini. Nient'altro. 

P.S. Mi rendo conto che alcuni giudizi sono tagliati con l'accetta, ma molte informazioni si possono trovare nei topic delle altre serie (Mister No, ad esempio dove abbiamo analizzato la questione Vento Rosso e Revolution)...

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Geronimo dice:

Caro @Tex_Willer90 ho letto il tuo intervento. 

 

In Italia ha sempre e solo funzionato un solo formato: quello Bonelli. 
Anche Ratman, l'unico fumetto di supereroi che abbia mai avuto successo in Italia, è stato pubblicato in quel formato (poi si è passati al gigante, alle raccolte, e al formato comic book), ma il formato originale era Bonelli e in bianco e nero (con griglia, come Jack Kirby). 

 

I supereroi, quando hanno prosperato in edicola, impilavano 3 serie, alle volte similari, alle volte no sulle 72 pagine dell'albo. Quando i lettori hanno protestato (perché devo leggere anche l'uomo maiale in appendice agli X-men?) hanno cominciato a pubblicare monografici di 32 pagine al costo di 4 euro (di cui solo 22 di fumetto). Tra qualche mese è probabile che gli spillati mensili saranno solo Batman e Spiderman, tutto il resto passerà ai volumi da libreria.

 

Come dimostra il recente successo di Tex Willer puoi provare a ridurre le pagine (sempre del formato Bonelli, con prezzo contenuto), ma è inutile cambiare il formato. 

 

Non appena la nuova dirigenza ha preso il potere, dopo una serie di iniziative fallimentari (Saguaro pubblicato ma abbandonato a sé stesso, in edicola, con disegnatori poco accattivanti - è comunque durato ben 3 anni, Orfani, iper pubblicizzata, la ristampa con Gazzetta, quella di Bao, il motion comic, è durato 1 anno e mezzo in più,- Adam Wild pubblicato senza una supervisione, Mercurio Loi, celebratissimo e premiatissimo fumetto, pubblicato a colori, perché non si sa, visto che costava un euro in più di Tex, è durato meno di 2 anni, - Odessa la serie più preparata dalla Bonelli - così detto in conferenza stampa da Antonio Serra, - non lo ha letto nessuno) ha deciso di provare nuovi formati. 

Il formato audace che ha chiuso dopo un anno e il formato da libreria alla francese (non mi sembra che ci sia un successo eclatante di questa linea, il Confine non esce da più di 1 anno - doveva essere trimestrale- e se Nero ed Eternity vendessero sfracelli - parlo di 10mila copie - ce lo avrebbero detto). 

Sia i supereroi che i volumi francesi in Italia non hanno mai venduto nulla. 

Sui contenuti: in Bonelli hanno provato a fa' gli americani.

 

A metà anni '90 Sergio Bonelli decide di rinnovare le due serie create da lui. 

Zagor viene affidato a Boselli e Mister No a Masiero. 

 

Zagor accoglie nel suo contenitore i romanzi pulp degli anni '30 che integra con le passioni letterarie di Sergio Bonelli, riscopre le trasferte e utilizza nuovi e credibili nemici, ma sempre ancorato a Darkwood. 

 

A Masiero piacciono i super eroi.

Il pilota dopo una discesa nella tristezza e nella depressione viene di corsa riportato a Manaus (un po' di storie americane restano in magazzino e non vengono mai pubblicate) e tristemente chiude. 

 

Avranno imparato la lezione? 

Pare di no!

Nathan Never ha avuto due o tre ripartenze. Il numero 251 doveva essere il NINO: Nuovo Inizio NeverianO, con nuovi autori per alleggerire la continuity, ma al numero 303 hanno riazzerato tutto (perché Serra doveva chiudere la serie). Io non leggo NN quindi non so di più.


Martin Mystere: Ci hanno provato con le nuove avventure a colori (anche qui prezzo più alto perché a colori (1 euro in più), ha avuto così successo che la seconda serie, è stata pubblicata in bianco e nero e sono stati reintrodotti Java e altri personaggi della serie normale (ed eliminato quel tale Max), e anche questa ha avuto così successo che ha chiuso. 

 

Dylan Dog: dopo una serie di annunci iper-mega-super-fantastici-galattici, a cui seguivano storie imbarazzanti  arriva una meteora (potrei parlare per una ventina di righe sull'errore di mettere DYD di fronte a una questione del genere, errore concettuale per il personaggio che non deve salvare il mondo, mai fatto e mai lo farà) e nulla sarà mai come prima. 
Dyd uccide il suo creatore, nell'albo forse più brutto della serie, dove non c'è una storia, ma solo le citazioni (RR dice nell'editoriale: la storia più postmoderna che io abbia mai scritto, peccato che il post moderno, a livello letterario sia morto negli anni '10 e abbia lasciato il posto ad altro) e il personaggio riparte di nuovo dal numero 401. Con l'impermeabile, con la barba e riciclando vecchie storie. 
Il risultato?

Un bagno di sangue. La serie ha così tanto insuccesso (leggi crollo delle vendite) che sono costretti a chiamare Chaiverotti che stava scrivendo una storia per il Maxi, la devono adattare in fretta e furia e la pubblicano sulla serie regolare, facendo tornare Mana Cerace, sperando che qualche vecchio lettore tornasse. Subito dopo c'è la trilogia di Vasco Rossi... Anche questa nella speranza che qualcuno sbagli: invece di comprare TV, sorrisi e Canzoni e acquisti Dylan Dog. 

 

Non contenti, dopo tutti questi esempi, per salvare capra e cavoli bisognerebbe rivoluzionare tutto?

Io starei fermo, rileggerei le storie di GLBonelli e cercherei di tornare alle origini. Nient'altro. 

P.S. Mi rendo conto che alcuni giudizi sono tagliati con l'accetta, ma molte informazioni si possono trovare nei topic delle altre serie (Mister No, ad esempio dove abbiamo analizzato la questione Vento Rosso e Revolution)...

Analisi che condivido solo in parte. In particolare la lettura che dai sugli albi di supereroi non mi pare corretta: la pubblicazione dei supereroi nelle edicole italiane è sempre stata in prima natura "antologica" e solo in ristampa "monografica". È vero che L'Uomo Ragno, Superman, Batman, grazie all'abbondanza di pubblicazioni oltreoceano, hanno avuto periodi in cui potevano occupare l'intero albo con tre o quattro storie, ma la "rivoluzione" degli albetti striminziti va tenuta separata da tutto ciò che c'era prima e che FUNZIONAVA! Poi la qualità delle storie è globalmente calata, qualche lettore se ne sarà andato e qualcuno ha pensato di arginare la crisi con una genialata: far pagare il triplo e dare da leggere un terzo. Tanto il prezzo è ininfluente sulle vendite, dicevano. Com'è andata a finire lo stiamo vedendo: supereroi con tirature da print on demand e praticamente scomparsi dalle edicole.

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@Il sassaroli certo!

Ma gli antologici in Italia sono terminati svariati anni fa. 

Credo che l'ultimo ad aver fatto antologici in edicola fosse la De agostini (o forse la Lion all'inizio?). La panini non fa più antologici da almeno 10 anni, perché i lettori non li vogliono ( e ha preso i diritti della DC nel 2020). 

 

Quella roba funzionava, ma le proteste dei lettori erano all'ordine del giorno. Ricordo le fiere, e le conferenze della Marvel Italia e poi della Panini in cui le critiche erano solo sulle serie che non piacevano e che venivano infilate negli antologici da 72 pagine. 

 

Che poi gli antologici funzionavano, certo, ma le cifre dei Bonelli non li vedevano nemmeno con il cannocchiale. 

Anche Nick Raider (il meno venduto della filiera) vendeva più di Spider Man che era, a detta di Lupoi, il supereroe più venduto in Italia. 

 

Quando dico che Ratman è l'unico supereroe (ho dimenticato di scrivere italiano) che ha avuto successo, è perché vendeva molto più di Spider-man. 
Ha già avuto ben 4 ristampe e continuano a ristamparlo senza problemi. 
Ratman Collection, tutto ratman, ratman color special (pubblicato nei mesi d'estate), ratman gigante, ratman la saga e presto vedrai che ne faranno un'altra. 

Se spider man vendesse quanto ratman la Panini stapperebbe bottiglie di champagne... 

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5 ore fa, Geronimo dice:

In Italia ha sempre e solo funzionato un solo formato: quello Bonelli.

Mi sembra che anche giornali a fumetti come Il Giornalino abbiano avuto un buon successo per diversi decenni.

O anche quelli nel formato orizzontale come Lupo Alberto, anche se in un periodo molto più contenuto.

Modificato da frank_one
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Anche l'Eternauta, la rivista, è arrivata al numero 200. Però ha chiuso nel 2000, ormai 25 anni fa. Lo stesso si può dire di comic art che dovrebbe essere arrivato a circa 200 numeri. 
Il giornalino, come il corriere dei ragazzi, come altri, hanno avuto successo ormai nel secolo scorso.

Lupo Alberto esce ancora, ma non più in edicola, e vende circa cinquemila copie. 

Ovviamente ci sono stati altri formati di successo, ma nessuno dagli anni '80 in poi ha mai avuto lo stesso successo del formato Bonelli. 

Forse adesso è giunto al termine anche quel formato. Però non credo che si riuscirà a superare la crisi utilizzando due formati che in Italia non hanno mai venduto. Il formato dei supereroi e quello dei volumoni francesi. 

Bisognerà trovare una terza via e nuovi e differenti autori. 

Forse. 

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<span style="color:red">43 minuti fa</span>, Geronimo dice:

Anche l'Eternauta, la rivista, è arrivata al numero 200. Però ha chiuso nel 2000, ormai 25 anni fa. Lo stesso si può dire di comic art che dovrebbe essere arrivato a circa 200 numeri. 
Il giornalino, come il corriere dei ragazzi, come altri, hanno avuto successo ormai nel secolo scorso.

Lupo Alberto esce ancora, ma non più in edicola, e vende circa cinquemila copie. 

Ovviamente ci sono stati altri formati di successo, ma nessuno dagli anni '80 in poi ha mai avuto lo stesso successo del formato Bonelli. 

Forse adesso è giunto al termine anche quel formato. Però non credo che si riuscirà a superare la crisi utilizzando due formati che in Italia non hanno mai venduto. Il formato dei supereroi e quello dei volumoni francesi. 

Bisognerà trovare una terza via e nuovi e differenti autori. 

Forse. 

 

Dici che non hanno mai venduto i fumetti dei supereroi e i cartonati alla francese in Italia?

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