Jump to content
TWF - Tex Willer Forum

[01] [Almanacco 1994] La Ballata Di Zeke Colter


due

Voto alla storia  

50 members have voted

You do not have permission to vote in this poll, or see the poll results. Please sign in or register to vote in this poll.

Recommended Posts

  • Sceriffi

Ci sono storie che rileggo spesso, e questa è di una quelle. Su questa storia mi sono già espresso più volte, per me è la miglior storia breve Texiana mai fatta.

Nizzi in 110 pagine (albo della serie regolare) crea una storia stupenda! Zeke Colter e Anatra Zoppa, sono personaggi fantastici caratterizzati molto bene. Il primo in particolare è il vero protagonista, cosa rara nelle storie di Nizzi, ma qui crea un gran bel personaggio. Tex fa la sua parte, i nemici funzionano bene e anzichè attaccare frontalmente elaborano un piano più complesso, per via della precisione con cui Tex stende i primi nemici. Come detto in precedenza Tex fa la sua parte, ed anche lui elabora un piano per uscire dalla casa in fiamme.

Nel frattempo ci viene mostrato il Flashback che narra le gesta di un Zeke Colter in solitaria. Questa parte permette alla storia di fare il salto di qualità, Nizzi riserva il giusto spazio alla storia di Zeke, Calegari utilizza la tecnica della mezzatinta in maniera sublime. Io spero vivamente che questa storia venga riproposta in un formato migliore, lo vedrei bene con la stessa veste grafica che ha avuto "L'Ultima Vendetta". Tutta la storia in un formato maggiore, e dopo bozzetti e magari una breve intervista a Nizzi o a Biglia.

Di recente mi è capitato di rileggere "Nueces Valley" e verso pagina 40 Gunny Bill, ci dice che ha fatto il Trapper in Wyoming. Io ho iniziato subito a fantasticare, e mi è venuta in mente un'idea stupida, ma ci tenevo a condividerla. In poche parole Gunny Bill nel Wyoming conosce uno Zeke Colter appena 20enne, i due fanno amicizia..... Poi ci spostiamo nella valle del Nueces, dove Gunny Bill ricordando i bei tempi, parla a Tex e a Sam, di quando nel Wyoming conobbe Zeke Colter, e chiude la storia dicendo: "Se mai voi doveste avere dei problemi andate in Wyoming a .....". Poi la storia nel tempo reale con Tex nel Wyoming . Fesserie a parte, io spero che Zeke compaia in una storia di Tex Willer, e la non risposta di Boselli mi dà speranza.

  • Like (+1) 1
Link to comment
Share on other sites

  • 9 months later...

Ho recuperato oggi in un mercatino questo Almanacco 1994 e devo dire che questa storia breve di Nizzi è stata davvero una piacevole sorpresa, sia per la trama che per gli ottimi disegni, che richiamano un'atmosfera (inconsueta per Nizzi) in qualche modo "kenparkeriana", evocata anche dalla poetica comunanza con la natura nella quale vive il burbero protagonista. La metto tra le migliori 10 di Nizzi che ho letto, in barba a chi lo descrive capace solo di scrivere storie a base di bistecche e patatine, vecchi cammelli, origlioni e cinturoni slacciati. L'autore di Fiumalbo ha fatto a pieno titolo la storia di Tex, malgrado il lungo periodo di crisi e le storie in tono minore, che, abbiamo potuto constatare nell'ultimo periodo sulla regolare, capitano però a tutti gli sceneggiatori.

  • Like (+1) 1
Link to comment
Share on other sites

  • 4 weeks later...

Una storia che è un piccolo gioiello, senza se e senza ma, impregnata com'è di quell'atmosfera crepuscolare che raffigura alla perfezione la fine di un'epopea, quella dei trailers che, a rischio della vita, si dedicavano alle grandi cacce sulle Montagne Rocciose per approvvigionarsi di pellicce da scambiare nei rendez-vous, di fatto uniche occasioni di scambiare veri e propri discorsi con altre persone.

 

Crepuscolarità che Nizzi, nel suo periodo di massimo splendore, riesce a trasmettere in maniera egregia attraverso i ricordi e le gesta di Zeke Colter, anziano trapper che ha sempre orgogliosamente vissuto della propria attività, pressoché fuori dal mondo, ed a causa di una ingenuità si ritrova costretto a difendersi dagli appetiti di lestofanti inebriati dalla febbre dell'oro. Uno scontro, ammantato dal meraviglioso tratto quasi nostalgico di Renzo Calegari, che è in primis uno scontro tra individui con interessi contrapposti, ma al contempo è anche rappresentativo di un vero e proprio scontro di civiltà, una rispettosa degli equilibri di Madre Natura e l'altra invece pronta a stravolgerla senza ritegno pur di trarne tutti i vantaggi possibili. Tutti sappiamo come sia andata a finire, oggi, nella vita reale, per cui acquista ancora maggior valenza il ruolo svolto nella vicenda da Tex, il cui fondamentale contributo permette al vecchio amico Zeke di avere la meglio, ed in un certo senso rappresenta una vittoria, seppure non assoluta, di chi si oppone agli eccessi dell'avanzata della cosiddetta civiltà. 

  • Like (+1) 1
Link to comment
Share on other sites

  • 2 months later...

Fin dal titolo, dai disegni e dall'ambientazione si capisce che questa è una storia ispirata a Ken Parker.

Giancarlo Berardi aveva scritto "La ballata di Pat O'Shane", aveva collaborato a più riprese con Renzo Calegari e collocato il suo biondo eroe tra i paesaggi innevati delle Montagne Rocciose, tra trapper, scout, indiani e foreste selvagge.

E le prime pagine e l'atmosfera dell'intera storia lo confermano: vignette a volte mute, Tex che cavalca in solitaria tra gli alberi, tra le foglie che cadono, la neve che scende, a volte parlando col cavallo, altre volte addormentandosi intirizzito accanto al fuoco senza pensare a niente, solo guardando la fiamma e la natura incontaminata che lo circonda. Ken Parker al 100%.

 

Bellissime le sequenze iniziali illustrate da Renzo Calegari, da sempre un maestro del fumetto western, ineguagliato nel rappresentare i boschi, la neve, il vento, gli animali, un paesaggio naturale in cui l'uomo è ancora perfettamente inserito, che è tutt'uno con lui. Come anche nel cinema di Anthony Mann (vedi ad es. "Terra lontana" e "Là dove scende il fiume").

 

Altrettanto kenparkeriano è l'atteggiamento di Tex, meno protagonista del solito, pronto a lasciarsi accogliere dagli altri (il vecchio Zeke e la squaw Anatra zoppa), a dialogare e a sorridere con loro, ad ascoltarli mettendosi momentaneamente da parte, con un ritmo più rilassato (fin quando almeno non arriva il momento di entrare in azione e di risolvere la faccenda nel suo solito modo).

 

L'esperimento di fare un Tex un po' diverso dal solito, fuori dagli schemi tradizionali, meno glbonelliano (e anche meno nizziano classico), era rischioso ma alla fine funziona.

La storia non sembra un esercizio di stile, una imitazione puramente formale, ma - grazie ai personaggi ben caratterizzati e a dialoghi curati (in certi momenti quasi letterari) - riesce ad essere viva, credibile, emozionante e a catturare il lettore, nonostante il soggetto scarno.

Certo, molto è dovuto agli splendidi disegni realistici di Renzo Caligari, ma anche tutto il racconto che Zeke fa della sua esperienza di vita (che riassume un po' la storia dei trapper nella prima metà dell'Ottocento) è ben narrato, i ballons si inseriscono meravigliosamente nei disegni e tutto scorre sotto gli occhi del lettore con molta naturalezza.

 

Ben costruito lo scontro finale. E splendida l'ultima pagina muta: Zeke e Anatra Zoppa che entrano nella loro capanna abbracciati, poi la capanna vista dall'alto in mezzo alla neve, e infine la vignetta grande con Tex e i delinquenti superstiti che se ne vanno a cavallo, con attorno a loro uno scenario maestoso di rocce, alberi, neve, cielo.

 

Personalmente mi piacciono molto le storie d'atmosfera. In questo caso un'atmosfera crepuscolare, ma allo stesso tempo vitale e "quotidiana". Storie in cui l'azione è alternata a momenti più riflessivi. Questa "Ballata di Zeke Colter" ne è un ottimo esempio. E su Tex, secondo me, dovrebbero essercene un po' di più, almeno ogni tanto, per variare i soliti schemi.

 

P.S.. l'ho riletta nella nuova collana di ristampe "SuperTex" e se indicassero da qualche parte la data di pubblicazione originale (gennaio 1994) e magari riproponessero, anche in piccolo, la copertina originale dell'almanacco non sarebbe male...

Edited by Poe
Link to comment
Share on other sites

<span style="color:red">11 ore fa</span>, Poe dice:

Fin dal titolo, dai disegni e dall'ambientazione si capisce che questa è una storia ispirata a Ken Parker.

Giancarlo Berardi aveva scritto "La ballata di Pat O'Shane", aveva collaborato a più riprese con Renzo Calegari e collocato il suo biondo eroe tra i paesaggi innevati delle Montagne Rocciose, tra trapper, scout, indiani e foreste selvagge.

E le prime pagine e l'atmosfera dell'intera storia lo confermano: vignette a volte mute, Tex che cavalca in solitaria tra gli alberi, tra le foglie che cadono, la neve che scende, a volte parlando col cavallo, altre volte addormentandosi intirizzito accanto al fuoco senza pensare a niente, solo guardando la fiamma e la natura incontaminata che lo circonda. Ken Parker al 100%.

 

Bellissime le sequenze iniziali illustrate da Renzo Calegari, da sempre un maestro del fumetto western, ineguagliato nel rappresentare i boschi, la neve, il vento, gli animali, un paesaggio naturale in cui l'uomo è ancora perfettamente inserito, che è tutt'uno con lui. Come anche nel cinema di Anthony Mann (vedi ad es. "Terra lontana" e "Là dove scende il fiume").

 

Altrettanto kenparkeriano è l'atteggiamento di Tex, meno protagonista del solito, pronto a lasciarsi accogliere dagli altri (il vecchio Zeke e la squaw Anatra zoppa), a dialogare e a sorridere con loro, ad ascoltarli mettendosi momentaneamente da parte, con un ritmo più rilassato (fin quando almeno non arriva il momento di entrare in azione e di risolvere la faccenda nel suo solito modo).

 

L'esperimento di fare un Tex un po' diverso dal solito, fuori dagli schemi tradizionali, meno glbonelliano (e anche meno nizziano classico), era rischioso ma alla fine funziona.

La storia non sembra un esercizio di stile, una imitazione puramente formale, ma - grazie ai personaggi ben caratterizzati e a dialoghi curati (in certi momenti quasi letterari) - riesce ad essere viva, credibile, emozionante e a catturare il lettore, nonostante il soggetto scarno.

Certo, molto è dovuto agli splendidi disegni realistici di Renzo Caligari, ma anche tutto il racconto che Zeke fa della sua esperienza di vita (che riassume un po' la storia dei trapper nella prima metà dell'Ottocento) è ben narrato, i ballons si inseriscono meravigliosamente nei disegni e tutto scorre sotto gli occhi del lettore con molta naturalezza.

 

Ben costruito lo scontro finale. E splendida l'ultima pagina muta: Zeke e Anatra Zoppa che entrano nella loro capanna abbracciati, poi la capanna vista dall'alto in mezzo alla neve, e infine la vignetta grande con Tex e i delinquenti superstiti che se ne vanno a cavallo, con attorno a loro uno scenario maestoso di rocce, alberi, neve, cielo.

 

Personalmente mi piacciono molto le storie d'atmosfera. In questo caso un'atmosfera crepuscolare, ma allo stesso tempo vitale e "quotidiana". Storie in cui l'azione è alternata a momenti più riflessivi. Questa "Ballata di Zeke Colter" ne è un ottimo esempio. E su Tex, secondo me, dovrebbero essercene un po' di più, almeno ogni tanto, per variare i soliti schemi.

 

P.S.. l'ho riletta nella nuova collana di ristampe "SuperTex" e se indicassero da qualche parte la data di pubblicazione originale (gennaio 1994) e magari riproponessero, anche in piccolo, la copertina originale dell'almanacco non sarebbe male...

Anch'io l'ho avuto per le mani e sfogliato. Opignone personale, ma quanto è più bella la versione in bianco e nero. Ma tanto tanto. Per il resto concordo con Poe.

Link to comment
Share on other sites

  • Sceriffi

Aldilà della qualità della storia, che per me resta la migliore dell'almanacco, è proprio una delle peggiori da verniciare, assieme ai texoni. Ci sono i due esordienti Biglia e Coppola che al tempo lavoravano per lo studio e si occuparono delle matite, ma la vera impronta l'ha lasciata il maestro Calegari con le sue bellissime pagine in mezzatinta. Nessuna colorazione potrà migliorare le scene in cui Colter si rifugia nella tana del castoro, i colori possono solo peggiorare il lavoro del maestro. Sono contento che ci siano molte ristampe complete del nostro Tex, ma questa in particolare poteva essere gestita meglio. Oltre ad essere i migliori per qualità di sceneggiatura e disegni, gli articoli dei primi almanacchi erano molto belli. La testata può andare bene per chi vuole leggere qualche storia che è entrata in continuity, come "Glorieta Pass" o "La legge del deserto" con Dan Bannion. 

Link to comment
Share on other sites

l'ho appena ripresa in mano dopo che ho visto questo post. ambientazione stupenda. Gustosissimo Zeke. Ma a me piace anche come hanno sviluppato Anatra Zoppa...simpaticissima.

Edited by Lucero
Link to comment
Share on other sites

  • 2 years later...

[ripristino]

 

(nel dubbio... la pagina mi dà segnalazioni strane e l'ultimo post è del 2021)

 

[edit: e infatti sono apparsi subito altri 7 post prima invisibili]

 

Qualcuno sa quando è stata scritta la Ballata di Zeke Colter? Prima o dopo la crisi di Nizzi? (Calegari era molto lento..)

Edited by Diablero
Link to comment
Share on other sites

  • Sceriffi
8 ore fa, Diablero dice:

Qualcuno sa quando è stata scritta la Ballata di Zeke Colter? Prima o dopo la crisi di Nizzi? (Calegari era molto lento..)

L'ha scritto Sandro recentemente: Nizzi inizia a scrivere il primo Almanacco tra Gennaio e Marzo del '93.

Sembra molto tardi (l'Almanacco è uscito a Gennaio '94), manco un anno per completare la storia, ma Calegari fece tutte le chine e le bellissime pagine in mezzatinta, tutte le matite Biglia e Copello quindi i tempi si dimezzarono notevolmente.

 

Tra l'altro di questa storia ho sempre voluto avere o almeno guardare le tavole originali ma in "Come Tex nessuno mai" apprendiamo che tutte le tavole sono in posesso di un collezionista.

Link to comment
Share on other sites

In pratica a fare uscire Nizzi dal periodo "depressivo" è stato Nick Raider (tutte le storie di Nick che ha citato sono molto riuscite). Si sente la differenza tra quando parla delle storie del suo personaggio e di quelle di Tex, che sembra vivere come un dovere gravoso... 

Link to comment
Share on other sites

<span style="color:red">1 ora fa</span>, Magic Wind dice:

In pratica a fare uscire Nizzi dal periodo "depressivo" è stato Nick Raider (tutte le storie di Nick che ha citato sono molto riuscite). Si sente la differenza tra quando parla delle storie del suo personaggio e di quelle di Tex, che sembra vivere come un dovere gravoso... 

Probabilmente è stato così.

Chissà, fosse riuscito a tener in vita Nick Raider forse negli anni 2000 avrebbe scritto meno Tex ma meglio.

In ogni caso resterò sempre grato a Nizzi.

Link to comment
Share on other sites

Grazie, @ymalpas! Potresti ripostare anche le altre pagine di Nizzi da Fumetti D'Italia? Avevo già incontrato link a quelle pagine nelle mie ricerche nel forum, ma erano tutti down e quindi non ero riuscito a recuperarle...

 

1 hour ago, Black Jim said:

Chissà, fosse riuscito a tener in vita Nick Raider forse negli anni 2000 avrebbe scritto meno Tex ma meglio.

Non credo, alla fine scriveva male pure Nick Raider (vedere l'incommentabile numero 200).

 

Credo piuttosto che lo scrivere Tex così svogliatamente gli abbia proprio tolto il gusto e la passione dello scrivere qualunque fumetto (persino su Leo Pulp si nota un calo drastico con le storie successive)

 

1 hour ago, Magic Wind said:

L'errore capitale credo sia stato togliergli il suo personaggio e incatenarlo a Tex...

L'errore capitale è stato TENERLO su Tex...

 

In realtà, i sostituti c'erano: "Oklahoma" per me era più "texiana" di qualunque cosa mai scritta da Nizzi (semmai era molto meno "Nolittiana", e purtroppo Sergio anche magari inconsciamente voleva un Tex "nolittiano", vedere finale dei fucili di shannon rifatto...), e anche Medda se gli proibivi di mettere bordelli non era andato tanto male. Boselli non era più un novellino, aveva scritto storie per Zagor e altri personaggi con ottimi risultati ed era prolifico . Magari con una mano da Nizzi in caso di bisogno, per me gli autori per Tex C'ERANO.

 

A me pare ancora una follia: hai un autore che è tanto schifato da un personaggio che non riesce più a scriverlo, e tu cosa fa, invece di dirgli "ci scusiamo moltissimo, d'ora in poi non lo scriverà più e potrà dedicarsi totalmente a Nick Raider o a altri suoi progetti", pensi di risolvere tutto BUTTANDO SOLDI AL PROBLEMA? "le pago uno sproposito, le triplico la paga, basta che continui a scrivere storie del personaggio che odia e non vuole più scrivere"? Boh... poi ci credo che non poteva più lamentarsi delle ciofeche che Nizzi ha scritto per anni e anni...

 

E pensare che per tenere QUEL Nizzi, hanno bocciato Berardi e Medda e hanno "costretto" Boselli a scrivere per soli due disegnatori... follia pura!

Edited by Diablero
  • +1 2
Link to comment
Share on other sites

  • Collaboratori
52 minuti fa, Diablero dice:

Grazie, @ymalpas! Potresti ripostare anche le altre pagine di Nizzi da Fumetti D'Italia? Avevo già incontrato link a quelle pagine nelle mie ricerche nel forum, ma erano tutti down e quindi non ero riuscito a recuperarle...

 

 

Ho diversi numeri di fumetti d'Italia, specie quelli dedicati a Tex, ma non ho più veramente mai ritrovato altre pagine simili di Nizzi. Fu un'esperienza saltuaria per uno (il numero 7 con la pagina postata sopra), due o pochi altri numeri (? non so). Se qualcuno li possiede tutti si faccia avanti. Io ne ho uno con un'intervista a Galep, il 5, senza Nizzi. Adesso ve la posto.

Link to comment
Share on other sites

<span style="color:red">19 minuti fa</span>, Diablero dice:

Non credo, alla fine scriveva male pure Nick Raider (vedere l'incommentabile numero 200).

 

Nick Raider mi sembrava un'ameba come personaggio: i cattivi erano più memorabili di lui. Tipo la Louise Clementi o Don Vito Saracyno. Persino i comprimari te li ricordi meglio di lui (per esempio la Texas Rose o il nero poliziotto alla Bud Spencer Abe). Il  numero 200 (gennaio 2005), l'ultimo, neanche me lo ricordo, mi pareva vagamente che fosse il matrimonio di Nick con Violet e Don Vito che si intrometteva in qualche modo. Ed era anche il primo e ultimo numero che Nizzi ha fatto di Nick Raider dopo il  numero 100 (che era uscito nel 1998).

 

<span style="color:red">48 minuti fa</span>, Diablero dice:

(persino su Leo Pulp si nota un calo drastico con le storie successive)

 

Però si vede che era più nelle sue corde, tanto che è un peccato che non lo faccia più. E sì che di storie ne ha fatte solo tre! 

 

<span style="color:red">50 minuti fa</span>, Diablero dice:

"Oklahoma" per me era più "texiana" di qualunque cosa mai scritta da Nizzi

 

Sì, ma era troppo "kenparkeriana". E' un Tex "educatamente tosto", non se mi spiego. Comunque non è certo scemo o ottuso, e questo non è poco.

 

<span style="color:red">53 minuti fa</span>, Diablero dice:

Medda se gli proibivi di mettere bordelli non era andato tanto male.

 

Non ho mai capito perchè Medda li mettesse due volte di fila in tutte le sue due storie, O non ne poteva fare a meno o voleva trovare una scusa per essere buttato fuori e quindi lo faceva apposta.

Ma scusate, che problema era mettergli un supervisore che gli dicesse: "Ancora un altro bordello? No, senti, questa scena la taglio, mettila in un'altra ambientazione! E muto! Ricorda chi ti paga!" Peccato, perchè faceva comunque delle storie interessanti. Anche se mettere un Tex che vince a pugni con colpi bassi era stata una sciocchezza.

 

<span style="color:red">57 minuti fa</span>, Diablero dice:

E pensare che per tenere QUEL Nizzi, hanno bocciato Berardi e Medda e hanno "costretto" Boselli a scrivere per soli due disegnatori... follia pura!

 

Ecco, questa sul serio non me la spiego. Manco Nizzi fosse, nel mondo di Sergio Bonelli, l'UNICO SCRITTORE AL MONDO che possa scrivere Tex. Mai visto uno così Nizzidipendente come Bonelli figlio.

Che ci voleva ad affidarsi ad altri sceneggiatori? Bastava solo aggiustare un pò loro il tiro. Invece fanno le pulci a Berardi, Boselli e Medda e non le fanno a Nizzi. Ma nella vita accadono spesso cose inspiegabili.

Link to comment
Share on other sites

  • Sceriffi

Se dovete parlare di Nick Raider fatelo nel topic, mentre se il discorso è sulla crisi di Nizzi va bene il topic creato da Diablero. Così poi non devo scorporare niente.

Link to comment
Share on other sites

  • Collaboratori

Di Medda correva la fake news di una terza storia bocciata. Io in realtà dubito della sua bocciatura, per me non era interessato a continuare. L'ultima sul Tex Color la reputo come una delle migliori tra quelle pubblicate.

Link to comment
Share on other sites

<span style="color:red">2 ore fa</span>, ymalpas dice:

 

Ho diversi numeri di fumetti d'Italia, specie quelli dedicati a Tex, ma non ho più veramente mai ritrovato altre pagine simili di Nizzi. Fu un'esperienza saltuaria per uno (il numero 7 con la pagina postata sopra), due o pochi altri numeri (? non so). Se qualcuno li possiede tutti si faccia avanti. 

 

Ne ho sicuramente diversi numeri, appena li ho sotto mano verifico... 

Link to comment
Share on other sites

3 hours ago, joe7 said:

Ecco, questa sul serio non me la spiego. Manco Nizzi fosse, nel mondo di Sergio Bonelli, l'UNICO SCRITTORE AL MONDO che possa scrivere Tex. Mai visto uno così Nizzidipendente come Bonelli figlio.

Che ci voleva ad affidarsi ad altri sceneggiatori? Bastava solo aggiustare un pò loro il tiro. Invece fanno le pulci a Berardi, Boselli e Medda e non le fanno a Nizzi. Ma nella vita accadono spesso cose inspiegabili.

Boselli tempo fa l'aveva spiegata così (mi viene quasi voglia di quotarlo male così magari interviene... :P   no, dai metto davvero quello che mi ricordo, ma se cerchi nel forum dovresti poter trovare le sue parole esatte): che anche se non c'era nulla di "ufficiale", in quell'epoca senza ancora la figura del curatore di una serie, c'era in pratica un autore "titolare" che aveva la precedenza, e chiamavano gli altri solo se non ce la faceva.

 

E Nizzi, non so se perchè si sentiva minacciato dall'arrivo di Boselli, o se gli era presa una bulimia tipo "scrivo tutto io! TUTTO!! BWAH-AH AH!", dopo che si era lamentato per anni che gli toccava scrivere circa 1000 pagine all'anno... si mette a scriverne millecinquecento! Millesettecento! "La storia di Ticci? La scrivo io! Fusco? La scrivo io! Texone di tizio? Lo scrivo io! Scrivo tutto io!". Lasciando a Boselli solo i due autori con cui Nizzi NON VOLEVA lavorare, Letteri e Marcello (e comunque finisce la storia con Marcello e lo occupa per altre 200 pagine, quindi non è neanche vero che Boselli aveva sempre quei due). In pratica per ogni storia la "prima scelta" era Nizzi, e se lui diceva "lo faccio io!!!!" non poteva farlo nessun altro.

 

In seguito quando la produzione aumenta (arriva l'almanacco, il maxi, etc.) e non riesce più a starci dietro "lascia" altri disegnatori a Boselli, ma sempre ogni volta quelli che gradiva di meno (Capitanio, Font, Ortiz, etc.) e comunque a scegliere era Nizzi. In pratica il Boselli che scriveva cose tipo "Sulla pista di fort Apache" o "la grande invasione" non poteva lavorare perchè Nizzi occupava tutto quello che poteva occupare con le sue strapagatissime "fucili di shannon", "Fort Sahara" o "i fratelli Donegan"...

 

---------------------

 

Per tornare a questa storia, per me dimostra, assieme al Texone di Ortiz (in cui Tex è estraneo alla vicenda fino alla fine), che almeno in quel periodo, Nizzi sa ancora scrivere, basta che nella storia... non ci sia Tex! (le parti migliori di questa storia sono senza Tex, idem per il Tesone di Ortiz e ovviamente Leo pulp e Nick Raider). Era Tex che proprio non sopportava e gli faceva rovinare le storie...

Link to comment
Share on other sites

  • Recently Browsing   0 members

    • No registered users viewing this page.
×
×
  • Create New...

Important Information

Terms of Use - Privacy Policy - We have placed cookies on your device to help make this website better. You can adjust your cookie settings, otherwise we'll assume you're okay to continue.