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TWF - Tex Willer Forum

[770/771] Il soldato fuggiasco


MacParland

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10 hours ago, valerio said:

Ma riallacciandomi al discorso che si faceva dei social, vedo che c'è un plebiscito:D, evidentemente il classico con i soliti intrecci triti e ritriti ottiene sempre i suoi successi.

Ho già risposto sulla rappresentatività di Facebook, si potrebbe parlare anche dell'effetto dell'algoritmo, dell'effetto eco, etc, ma non mi interessa ora questo argomento, quanto chiedermi (e chiedervi)... qualcuno si APPASSIONA davvero a questa roba?

 

Non ho scelto il termine a caso. Il "pregio" maggiore che sento ultimamente su Nizzi è "almeno è facile da leggere". Una specie di isola dove riposare dopo le "difficili" storie di Boselli (che per me appaiono tali perchè purtroppo sta curando molto meno la sintesi nei dialoghi, in realtà non sono storie complicatissime, sono solo lunghe e pesanti da leggere...). Cioè con Nizzi "si fa poca fatica".

 

Ma avete mai sentito dire da un bambino che preferisce stare a sedere piuttosto che andare sull'altalena o la giostra perchè "si fa meno fatica"?

 

Il "si fa meno fatica" è un pregio se si pensa ad UN LAVORO, ad un tedioso e faticoso compito che si "deve fare" con poca passione, e non si vede l'ora di finire.

 

Con Leo e altri ho avuto discussioni veementi (e ne avrò altre, contateci...) su Fuga da Anderville (su cui, comunque, ho ragione io, è oggettivo! :old: :P ), ma fra i loro argomenti, non ho MAI sentito dire "si fa poca fatica a leggerlo". Quelli che si sono appassionati con le storie di Nizzi in passato lo hanno fatto magari perchè le trovavano divertenti e con un buon ritmo, non perchè "facevano poca fatica a leggerle".

 

La "fatica" è un concetto molto soggettivo (per quanto critichi i dialoghi di Boselli nelle sue storie recenti, faccio MOLTA più fatica a leggere Nizzi, dovendomi fermare ogni quattro-cinque pagine per la "fatica" di sopportare incongruenze, illogicità, caratterizzazioni strampalate se non ridicole, etc.), ma è sempre legato al "dovere" fare qualcosa, ad uno sforzo ingrato che si fa con fastidio. Quando si parla di cose che piace fare, si tende ad usare altri termini (sforzo, impegno, attenzione, etc.).

 

Se un lettore dice che preferisce Nizzi perchè fa "meno fatica", dice che fa fatica a leggere SIA Nizzi SIA Boselli. Solo che con Nizzi ne fa meno. Cioè, fa fatica A LEGGERE TEX. Per me è un lettore che sta ormai comprando Tex per pura abitudine, per "collezionismo" se ha "la serie completa", ma non ha più voglia di leggerlo.

 

 

P.S.: riguardo al divertimento, di chi fa un fumetto e di chi lo legge, lo dice anche un autore come Igort, riferendosi ad Andrea Pazienza, in questo video (il link dovrebbe puntare al punto esatto in cui lo dice, se non funziona e vi manda all'inizio, andate a 4' e 50" )

 
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34 minuti fa, Diablero dice:

Ma avete mai sentito dire da un bambino che preferisce stare a sedere piuttosto che Se un lettore dice che preferisce Nizzi perchè fa "meno fatica", dice che fa fatica a leggere SIA Nizzi SIA Boselli. Solo che con Nizzi ne fa meno. Cioè, fa fatica A LEGGERE TEX. Per me è un lettore che sta ormai comprando Tex per pura abitudine, per "collezionismo" se ha "la serie completa", ma non ha più voglia di leggerlo.

 

Tra chi colleziona Tex (e sono ancora molti) e invece chi lo compra e lo LEGGE, c'è una grande differenza: l'editore concede al lettore al massimo una settimana, perché poi dovrà comprarne un altro, anch'esso da terminare il prima possibile per non prendersi indietro. L'altra fetta probabilmente è costituita da ex lettori che hanno già ceduto e non fanno altro che portarli a casa, forse perdono il tempo di imbustarli e li mettono via, sperando un giorno di trovarsi il tempo per vedere cosa c'era dentro.

Un albo scorrevole contenente scene e dialoghi visti mille volte rende il compito più gradevole, disimpegnato e veloce da sbrigare. Non li posso biasimare, ultimamente più che leggerli davo una rapida sfogliata saltando le vignette dove non vedevo azione.

Con gli ultimi Maxi che ho letto ogni tanto mi alzavo a sgranchirmi perché un intero pomeriggio chino e concentrato cominciava a essere pesante.

Edited by Dix Leroy
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55 minuti fa, Diablero dice:

P.S.: riguardo al divertimento, di chi fa un fumetto e di chi lo legge, lo dice anche un autore come Igort, riferendosi ad Andrea Pazienza, in questo video (il link dovrebbe puntare al punto esatto in cui lo dice, se non funziona e vi manda all'inizio, andate a 4' e 50" )

 

Concetto condivisibile. 

 

55 minuti fa, Diablero dice:

qualcuno si APPASSIONA davvero a questa roba?

 

Io non so che tipo di lettore io stia diventando. Però, oltre ad aver apprezzato Jesse James, e qui i motivi mi sembrano ovvi, non ho storto il naso di fronte a questa fatica nizziana. L'ho trovata migliore di tante altre uscite, non solo di Nizzi, e priva di errori, se si eccettua la mancata rabbia di Tex dopo aver ascoltato il racconto dell'eccidio. La corretta caratterizzazione del personaggio pretendeva ben altra vigoria da Tex rispetto all'aplomb poco partecipe che abbiamo visto. Non dispero tuttavia che nel secondo albo autore e personaggio si riscattino dando la giusta lezione ai colpevoli.

 

55 minuti fa, Diablero dice:

Con Leo e altri ho avuto discussioni veementi (e ne avrò altre, contateci...) su Fuga da Anderville (su cui, comunque, ho ragione io, è oggettivo! :old: :P ),

 

Aaaarghhh, questa è una minaccia che getta ombre inquietanti sul futuro :D

Edited by Leo
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1 ora fa, Diablero dice:

Ho già risposto sulla rappresentatività di Facebook, si potrebbe parlare anche dell'effetto dell'algoritmo, dell'effetto eco, etc, ma non mi interessa ora questo argomento, quanto chiedermi (e chiedervi)... qualcuno si APPASSIONA davvero a questa roba?

 

Non ho scelto il termine a caso. Il "pregio" maggiore che sento ultimamente su Nizzi è "almeno è facile da leggere". Una specie di isola dove riposare dopo le "difficili" storie di Boselli (che per me appaiono tali perchè purtroppo sta curando molto meno la sintesi nei dialoghi, in realtà non sono storie complicatissime, sono solo lunghe e pesanti da leggere...). Cioè con Nizzi "si fa poca fatica".

 

Ma avete mai sentito dire da un bambino che preferisce stare a sedere piuttosto che andare sull'altalena o la giostra perchè "si fa meno fatica"?

 

Il "si fa meno fatica" è un pregio se si pensa ad UN LAVORO, ad un tedioso e faticoso compito che si "deve fare" con poca passione, e non si vede l'ora di finire.

 

Con Leo e altri ho avuto discussioni veementi (e ne avrò altre, contateci...) su Fuga da Anderville (su cui, comunque, ho ragione io, è oggettivo! :old: :P ), ma fra i loro argomenti, non ho MAI sentito dire "si fa poca fatica a leggerlo". Quelli che si sono appassionati con le storie di Nizzi in passato lo hanno fatto magari perchè le trovavano divertenti e con un buon ritmo, non perchè "facevano poca fatica a leggerle".

 

La "fatica" è un concetto molto soggettivo (per quanto critichi i dialoghi di Boselli nelle sue storie recenti, faccio MOLTA più fatica a leggere Nizzi, dovendomi fermare ogni quattro-cinque pagine per la "fatica" di sopportare incongruenze, illogicità, caratterizzazioni strampalate se non ridicole, etc.), ma è sempre legato al "dovere" fare qualcosa, ad uno sforzo ingrato che si fa con fastidio. Quando si parla di cose che piace fare, si tende ad usare altri termini (sforzo, impegno, attenzione, etc.).

 

Se un lettore dice che preferisce Nizzi perchè fa "meno fatica", dice che fa fatica a leggere SIA Nizzi SIA Boselli. Solo che con Nizzi ne fa meno. Cioè, fa fatica A LEGGERE TEX. Per me è un lettore che sta ormai comprando Tex per pura abitudine, per "collezionismo" se ha "la serie completa", ma non ha più voglia di leggerlo.

 

 

P.S.: riguardo al divertimento, di chi fa un fumetto e di chi lo legge, lo dice anche un autore come Igort, riferendosi ad Andrea Pazienza, in questo video (il link dovrebbe puntare al punto esatto in cui lo dice, se non funziona e vi manda all'inizio, andate a 4' e 50" )

 

Secondo me non notano minimamente le varie incongruenze o illogicità (ma nemmeno notano eventuali sforamenti dal canone) e quindi non notandole non gli danno fastidio ovviamente, di contro si verifica quello che lo stesso Nizzi chiamava "il brodino caldo", insomma il porto sicuro della classicità con poco sforzo, con gli indiani, i bivacchi, le bistecche, le battute tra i pards (batttute che un tempo erano frizzanti e divertentissime e oggi sono di maniera, ma tant'è). Il tutto su intrecci non troppo elaborati. Consideriamo anche che in genere, le persone leggono i fumetti tra un impegno e l'altro e vogliono solo rilassarsi senza porsi troppi problemi.

 

Non mi meraviglia affatto che Nizzi continui a riscuotere molto successo là fuori (e, in questa ottica, si spiega la scelta di Borden di richiamarlo), perchè dove io ormai mi annoio o vedo magagne, i lettori medi trovano quello che cercano, ossia indiani, bistecche e patatine, bivacchi, proprietari di ranch prepotenti (per la millesima volta), dialoghi scherzosi e lettura facile.

 

 

Edited by valerio
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

Aaaarghhh, questa è una minaccia che getta ombre inquietanti sul futuro :D

Spera soltanto che @Diablero si dimentichi, perché io non mi dimentico davvero!:rolleyes:

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1 hour ago, Dix Leroy said:

Con gli ultimi Maxi che ho letto ogni tanto mi alzavo a sgranchirmi perché un intero pomeriggio chino e concentrato cominciava a essere pesante.

Il Maxi per me è un formato di un altra epoca, vecchio e superato.

 

Sono nati quando ancora non c'erano smartphone e tablet, quando i ragazzi avevano un sacco di tempo libero, e quando anche gli adulti andavano al mare d'estate per giorni e giorni e "avevano bisogno di roba da leggere" in spiaggia, o in treno su lunghi percorsi.

 

Oggi in treno non legge più nessuno, hanno tutti il tablet o lo smartphone, le edicole delle stazioni, che un tempo erano le piu ricche e quelle che valevano di più, sono state le prime a chiudere. La gente al mare ci va meno tempo, e quel tempo è più prezioso.

 

Un tempo la gente aveva un sacco di tempo libero, e cercava intrattenimento per colmare quel tempo. In un epoca in cui la TV c'era solo la sera e c'era un solo canale, questo ha fatto la fortuna di Tex quando fu azzeccato il formato giusto, il "gigante" che raccoglieva ben 15 strisce (all'inizio), cioè ben 3-4 mesi di storie in un albo solo più economico. Così come le strisce erano state il formato perfetto per il 1948 quando bisognava contenere i costi e il prezzo il più possibile. Ogni epoca ha il suo formato adatto.

 

Pur con tutte le differenze del caso, oggi siamo più vicini al 1948: pochi soldi, poco tempo. i formati dovrebbero tornare a "snellirsi", e lo stanno già facendo (il formato Tex Willer sta già venendo imitato). Penso che anche il Maxi in futuro dovrà "restringersi" se non vogliono superare la soglia psicologica dei 10 Euro.  Sarei favorevole se questo portasse ad un calo delle pagine prodotte (quindi ad una maggiore qualità) e a un risparmio per i lettori (che adesso sono "spremuti" a livello assurdo), ma temo che il risultato più probabile sia l'aumento delle pubblicazioni (cioè sempre quelle 4000 pagine ma spalmate su un numero maggiore di albi: tipo un Maxi con meno pagine ma bimestrale) portando alla fine al lettore "cornuto e mazziato", sempre le stesse pagine e la stessa qualità ma dovrebbe spendere ancora di più...

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Il Maxi è un formato che a me piace, il problema è la qualità, che non sempre è all'altezza.

E non lo prendo sempre...perchè non amo le doppie storie, mi piace la storia unica, in questo caso mi compro il tomo, altrimenti no.

Andrebbe migliorata la qualità del maxi, che ormai pare il rifugium peccatorum di disegnatori in disarmo e di sceneggiatori stanchi, secondo me è una collana da valorizzare.

Eliminerei invece i vari color eccetera. Ma credo che siamo off topic.

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Tutto quello che è venuto dopo il Texone, e quindi parliamo più o meno degli urli 30-35 anni non ha mai raggiunto l'interesse e le vendite dei primi due formati. Pare stare all'altezza Tex Willer, ma perché temo sia più ricercato dai vecchi appassionati che dai nuovi lettori. Il Color mi piace se lo penso come palestra per nuovi sceneggiatori e disegnatori, ma in questo caso la colorazione mi appare superflua.

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<span style="color:red">20 ore fa</span>, Diablero dice:

Pur con tutte le differenze del caso, oggi siamo più vicini al 1948: pochi soldi, poco tempo. i formati dovrebbero tornare a "snellirsi", e lo stanno già facendo (il formato Tex Willer sta già venendo imitato). Penso che anche il Maxi in futuro dovrà "restringersi" se non vogliono superare la soglia psicologica dei 10 Euro.  Sarei favorevole se questo portasse ad un calo delle pagine prodotte (quindi ad una maggiore qualità) e a un risparmio per i lettori (che adesso sono "spremuti" a livello assurdo), ma temo che il risultato più probabile sia l'aumento delle pubblicazioni (cioè sempre quelle 4000 pagine ma spalmate su un numero maggiore di albi

Sono molto d'accordo con questo pensiero, ma si scontra con gran parte dello "zoccolo" di collezionisti di Tex cresciuti a storie "fiume". Al varo della serie "Tex Willer" la comprai con entusiasmo (i primi albi in doppia copia per riporli nel mio personalissimo Box "Wanted"), ma presto mi accorsi che la narrazione era pressoché identica alla serie classica, soltanto spalmata in più albi, cosa di cui peraltro si lamentano in pochissimi.

Le storie brevi non solo dimostrano che i lettori non gradiscono, ma anche che gli scrittori faticano a inserirci contenuti che vadano oltre un semplice aneddoto.

A me piacciono molto i colori (tranne quelli del Classic e dei nuovi cartonati perché provengono semplicemente dalla CSR), e un fumetto a colori lo preferisco praticamente sempre a uno in bianco e nero, ma se quello è il solo ingrediente di interesse anche l'espediente dei "Color" trova il tempo che trova. Il primo color con la quasi scomparsa del vecchio cammello invece faceva ben sperare, anche se apparteneva al filone di storie che raramente poi si rileggono.

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23 ore fa, Dix Leroy dice:

 L'altra fetta probabilmente è costituita da ex lettori che hanno già ceduto e non fanno altro che portarli a casa, forse perdono il tempo di imbustarli e li mettono via, sperando un giorno di trovarsi il tempo per vedere cosa c'era dentro.

 

Ma va bene tutto, ma questa proprio siamo, senza voler offendere nessuno, al masochismo texiano. :censored2:

Edited by Loriano Lorenzutti
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19 minuti fa, Loriano Lorenzutti dice:

Ma va bene tutto, ma questa proprio siamo, senza voler offendere nessuno, al masochismo texiano. :censored2:

Io sono stato di questa fazione per due volte, la prima nella fase calante di Nizzi: prendevo l'albo mensile e semplicemente lo mettevo dopo quello precedente. Mi piacevano di più i supereroi americani, ma non intendevo rinunciare a collezionare le avventure del ranger. Poi ho mollato Marvel e DC e ho cominciato a rimettermi in pari con quello che avevo tralasciato. Ci ho messo due anni leggendo una avventura completa ogni settimana, spesso pentendomi di aver sprecato la serata!

Poi le uscite texiane inedite si sono moltiplicate e mi sembrava di non aver altra scelta che prendere tutto, ma piano piano una collana dopo l'altra ho ricominciato a rallentare.

Una volta esaurito lo spazio, ho buttato altri fumetti che sapevo non avrei più riletto, rinviando solo di poco l'inevitabile. Tutt'ora mi restano due tre annate di albi soltanto sfogliati. Magari sono anche belli, ma non ne ho ancora la curiosità.

Edited by Dix Leroy
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Senza infamia e senza lode, finora.

 

Niente di particolarmente originale, anzi sembra un collage di altre cose che Nizzi ha già scritto in passato, ma non ho trovato errori di caratterizzazione o di sceneggiatura (anche il flashback mi sembra corretto: i nostri sono informati su come si sono svolti gli avvenimenti dal sergente che lo ha saputo dai soldati presenti).

 

Il massacro al campo indiano Nizzi lo aveva già usato un po’ a sproposito anche in La collera di Falco Giallo e anche qui sembra abbastanza avulso dalla trama principale, che segue il classico schema missione –>indagine –>inseguimenti –>scazzottate –> sparatorie, concentrandosi unicamente su Tex e Carson (il soldato fuggiasco del titolo dopo l’episodio in flashback non lo si vede proprio più).

 

Nizzi utilizza tutta una serie di familiari cliché che probabilmente fanno respirare “aria di casa” ad alcuni lettori (motivo per cui è tuttora piuttosto apprezzato fuori dal forum): i bivacchi attorno al fuoco conditi da dialoghi ironici, i trading post, le scazzottate, il cattivaccio messo a mollo nell’abbeveratoio… Il problema è che queste cose fanno tanto contorno, ma dietro al “fumo” c’è purtroppo ben poco arrosto.

 

Per quanto riguarda i disegni non è un mistero che Nizzi volesse Biglia. Invece gli è capitato Bruzzo, che evidentemente non gli va a genio e che mi pare avere modificato parecchio il suo tratto dalla sua prima storia L’uomo di Baltimora e adesso sembra rifarsi dichiaratamente al primo Ticci, quello di Sulle piste del Nord, con un segno però più rotondo e calligrafico.

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5 ore fa, Magic Wind dice:

Per quanto riguarda i disegni non è un mistero che Nizzi volesse Biglia. Invece gli è capitato Bruzzo,

 

Diciamola  più correttamente: quando venne a sapere dallo stesso Biglia che stava disegnando un Texone su testi di Ruju, Nizzi si arrabbiò con Boselli, probabilmente su istigazione di Roberto Guarino, perché voleva che a Biglia fosse invece affidata, sempre per il Texone, questa storia che per quanto ne sapeva lui non era stata ancora assegnata. Boselli gli disse che la storia era già stata assegnata a Bruzzo e che non aveva alcuna intenzione di fare scambi. Nizzi gli sbatté il telefono in faccia ed il resto è noto.

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<span style="color:red">26 minuti fa</span>, Diablero dice:

:laughing::laughing::laughing:

 

Sì, lo so.:D

Non trovi ironico che proprio il superfan Guarino, con il suo comportamento, abbia causato la caduta del suo grande idolo?

 

 

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Sprecare un autore valido e prolifico come Biglia per questo "brodino riscaldato", su un texone per giunta dove la trama sarebbe stata il clone debole del "Soldato Comanche" rappresentava un autentico suicidio.

 

Meno male che Borden non si è lasciato convincere e poco importa il telefono sbattuto in faccia: ha fatto benissimo!

 

Edited by Condor senza meta
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1 hour ago, Carlo Monni said:
1 hour ago, Diablero said:

:laughing::laughing::laughing:

 

Sì, lo so.:D

Non trovi ironico che proprio il superfan Guarino, con il suo comportamento, abbia causato la caduta del suo grande idolo?

 

Non ringrazierò mai abbastanza Guarino! Tutte le volte alla fiera dell'ANAFI lo trovo lontano dal bar, ma se capita l'occasione devo pagargli da bere! Santo Subito, è riuscito a fare quello in cui io ho fallito per tanti anni: mandare via Nizzi da Tex! :lol:

 

(e poi Borden si stupisce che lo saluti alle fiere! Mi pare il minimo, dovrei portarlo in trionfo! :laughing: )

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<span style="color:red">40 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

Sprecare un autore valido e prolifico come Biglia per questo "brodino riscaldato", su un texone per giunta dove la trama sarebbe stata il clone debole del "Soldato Comanche" rappresentava un autentico suicidio.

 

Meno male che Borden non si è lasciato convincere e poco importa il telefono sbattuto in faccia: ha fatto benissimo!

 

 

Concordo.:D

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9 hours ago, Magic Wind said:

(anche il flashback mi sembra corretto: i nostri sono informati su come si sono svolti gli avvenimenti dal sergente che lo ha saputo dai soldati presenti).

 

Non è che non sia corretta, è però una scelta bizzarra, che infatti in molti abbiamo notato.

E' abbastanza normale mescolare situazioni soggettive e oggettive in un racconto nel racconto, quando il flashback è la vera storia e il passato in cui si svolge diventa il presente della narrazione, con il tempo del narratore interno a fare solo da cornice.

 

Anche su Tex, senza neanche andare a controllare non ho dubbi che in storie in teoria narrate in soggettiva da Tex come "Il passato di Tex" o "Tra due bandiere" saranno piene di particolari e situazioni che Tex non può conoscere e che non ha senso che stia ricostruendo.

 

Ma quando il flashback, come in questo caso, è breve e accessorio alla narrazione, in genere gli sceneggiatori tendono ad essere più rigorosi, scegliendo il punto di vista oggettivo o soggettivo.

Fosse una storia scritta da chiunque altro potremmo pensare ad un insolita scelta stilistica. Trattandosi di Nizzi probabile non si sia posto manco il problema. Sarà partito con l'intenzione di un flashback in soggettiva, poi si sarà accorto che gli era più comoda una narrazione in soggettiva per inserire più informazioni e se ne sarà sbattuto. Oppure non c'avrà proprio fatto caso.

 

Comunque io non sono così sicuro che la storia non avrà colpi di scena. Ci sarà probabilmente un dilemma d'amore per il soldato fuggiasco e in genere il buon Nizzi li risolve facendo crepare i personaggi femminili. La vedo grigia per l'indianina sexi.

 

Non so se trovare interessante o avvilente scoprire che sono questa storia e una questione di assegnazione dei disegnatori la pietra dello scandalo che ha provocato il patatrac con Nizzi. Mi illudevo ingenuamento potesse essere stata la storia di Ticci, con Boselli o chi per lui improvissamente rinsaviti di fronte a quello spreco di talento (di Ticci) e di carta. Invece se Nizzi non faceva il capricci lo avremmo avuto a imperversare fino ai cent'anni.

 

 

Edited by Dee Brown
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Il problema di quel flashback non è che è sbagliato "tecnicamente", è che è sbagliato "narrativamente".

 

Mi spiego meglio: la tecnica della "narrazione dal punto di vista di un personaggio" che DIVENTA un vero e proprio flashback che mostra anche cose che il narratore non può sapere, è una tecnica vecchia ma "delicata", perchè bisogna delimitare bene la narrazione dal flashback. immagino tutti abbiano in mente film dove questo avviene molto chiaramente (per esempio, la narrazione è sfumata, o ha un filtro particolare, poi di colpo si vede tutto normalmente e parte il flashback)

 

Qui (tanto per cambiare) Nizzi la sfrutta malissimo, non differenziando in nessuna maniera la narrazione dal flashback, ma (come si è visto in questa discussione) mettere lì il flashback manda in confusione il lettore, che HA visto cosa è successo... ma non sa quanto ne sanno Tex e Carson. Sanno che è stato compiuto un massacro senza giustificazione o no? Sanno che la ragazza stava per essere uccisa? O sanno solo la versione raccontata da Stanley?

 

A questo punto della narrazione, a noi lettori serve di più sapere cosa sanno Tex e Carson, che non sapere come sono andate davvero le cose. E invece, mettendo lì il flashback...  in pratica Nizzi ha "tagliato" la scena del racconto del padre, e non sappiamo adesso cosa ha detto davvero a Tex e a Carson.

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Aldilà del buon I cattivo uso del flashback, quello che è sbagliato è la continua proposizione di questo strumento.

Ormai non c'è storia senza uno o più narrazioni posteriori, in cui si parla spesso di tutto, annoiando il lettore.

 

Nel cacciatore di taglie l'inizio è raccontato in diretta, si vede l'azione della famiglia che attua la rapina, poi tenta di fuggire ma è raggiunta dagli inseguitori e tranne il più giovane, trova la morte.

A Tex verrà anche raccontata per filo e per segno, senza che noi si stia lì a vedere dei tizi seduti che ne parlano per pagine.

Le cose che vengono aggiunte sono quelle che interessano al lettore: 

1) la famiglia è caduta in disgrazia dopo la Guerra Civile, però ha già pagato a caro prezzo, ergo salvare se possibile l'unico sopravvissuto.

2) sulle tracce del ragazzo c'è un inseguitore della peggior specie.

Non è più semplice e lineare?

 

Insomma, se fosse stato seguito l'ordine naturale degli eventi non sarebbe cambiato nulla e il racconto sarebbe stato più scorrevole (Oddio con Nizzi poco probabile lo stesso...)

 

Oltretutto nei tempi recenti si continua a inserire informazioni inutili, come la storia d'amore.

Chi se ne frega!

I motivi possono essere lasciati al lettore che se li può anche immaginare (cupidigia? meschinità? crudeltà gratuita?) e non sono utili se non a perdere tempo.

 

Un tempo i flashback erano utilizzati per raccontare eventi perlopiù fondamentali per Tex (il passato di Tex, il giuramento, tra due bandiere) ed è per quello che erano interessanti. Adesso si spiegano cose assolutamente irrilevanti (la figlia del comandante è l'innamoramento del ragazzo, ma è desiderata anche da un altro) che hanno solo la funzioni di riempire tavole di nulla.

 

Poi ci sono autori come Ruju che in pratica scrivono solo tramite flashback e ci si domanda perché calino le vendite. 

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, Exit dice:

Oltretutto nei tempi recenti si continua a inserire informazioni inutili, come la storia d'amore.

Chi se ne frega!

I motivi possono essere lasciati al lettore che se li può anche immaginare (cupidigia? meschinità? crudeltà gratuita?) e non sono utili se non a perdere tempo.

Questo però è il tuo personale punto di vista, quello di un lettore che considera una storia d'amore all'interno di un fumetto (di Tex) come una "informazione inutile", qualcosa che fa "perdere tempo".

Sono gusti.

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, frank_one dice:

Questo però è il tuo personale punto di vista, quello di un lettore che considera una storia d'amore all'interno di un fumetto (di Tex) come una "informazione inutile", qualcosa che fa "perdere tempo".

Sono gusti.

 

Esattamente, ma Exit ha il brutto difetto di ritenere le sue opinioni come dati oggettivi. Va detto che non è l'unico.

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<span style="color:red">4 ore fa</span>, frank_one dice:

Questo però è il tuo personale punto di vista, quello di un lettore che considera una storia d'amore all'interno di un fumetto (di Tex) come una "informazione inutile", qualcosa che fa "perdere tempo".

Sono gusti.

Ni. Tex è un fumetto d'avventura quindi la storia d'amore è nella stragrande maggioranza dei casi più che superflua.

Se fosse un romanzo rosa sarebbe indispensabile.

 

Poi dipende uno cosa si aspetta... un lettore di Tex di solito gente che spara e non che fa effusioni :P

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In effetti, se voglio storie d'amore guardo Candy Candy o le telenovelas, che almeno sono coerenti: lì non fanno stragi e sparatorie e ti danno quello che ti aspetti.

 

Io non li guardo, ma il concetto è questo. Ora, se ti guardi una storia western, cosa pretendi di vedere? Maison Ikkoku? Orange Road? Bacini e tormenti d'amore? Ti aspetti di vedere sparatorie e cazzotti, diamine, mica quella roba!

 

Gianluigi Bonelli diceva chiaramente - e aveva ragione - che i lettori di Tex NON VOGLIONO quella roba. Poi ci saranno le eccezioni, ma se Tex ha avuto successo per tanto tempo è perché il Gianluigi ci vedeva chiaro...

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