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TWF - Tex Willer Forum

[307/309 ] Il Ritorno Della Mano Rossa


Voto alla storia  

37 utenti hanno votato

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Soggetto e sceneggiatura: C. Nizzi
Disegni: Jesès Blasco
Periodicità mensile: Maggio 1986 - Luglio 1986
Inizia nel numero 307 a pag. 59 e finisce nel numero 309 a pag. 43




Ad Amarillo, riappare la Mano Rossa! Un agente della Pinkerton, che indaga sulla banda sotto la falsa identità di giornalista del Morning Star, viene trucidato e Tex viene attirato dall'assassino in una trappola. I membri della nuova Mano Rossa vengono messi in pericolo da un loro stesso compare, il bieco Stillman, l'omicida di Mac Lean. Il killer nutre, per segreti motivi, un odio personale verso Tex e lo attira in paese per eliminarlo. Stillman fallisce e i suoi complici, incolpandolo di aver provocato un gran vespaio, gli infliggono una solenne punizione a base di frustate. All'associazione segreta, guidata da un ignoto Primo Fratello, non resta ormai che cercare di sbarazzarsi dei pards! Chi è davvero Stillman, il tagliagole della Mano Rossa che odia a morte Tex? Quale volto si cela sotto il cappuccio del Primo Fratello della criminosa associazione? E perchè la cricca ha adottato lo stesso nome di una gang sgominata anni prima da Willer? La soluzione del caso consegna ad Aquila della Notte tutte le risposte.



© Sergio Bonelli Editore

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  • 4 settimane dopo...

"Il ritorno della "Mano Rossa"" è la prima storia di Tex che sia stata affidata ad un disegnatore straniero; il risultato, bisogna dire, è piuttosto buono: Jesus Blasco disegna infatti con precisione ed accuratezza, ricreando molto bene il piccolo mondo di una cittadina del West ( Amarillo nel Texas, in questo caso ); anche le scene d'azione sono risolte in maniera adeguatamente dinamica. Più ricca di difficolt? per il disegnatore spagnolo è la resa dei volti dei due pards ( Tex e Carson; curiosamente, per quel che mi risulta, su "Tex" Blasco non ha mai dovuto disegnare Kit Willer e Tiger ), in particolare per quanto riguarda Carson, che è effettivamente un po' curioso con quei capelli lunghi che sembrano perennementi unti nell'olio. Per quanto riguarda invece Tex, IMHO le critiche sono invece meno fondate: dopo le primissime vignette nel n. 307, in cui Blasco occhieggia un po' a Ticci ( e dove si ha un volto di Tex ricalcato su quelli di Galep, che pare proprio rifatto in redazione; anche i volti "ticciani" potrebbero del resto essere frutto di un intervento redazionale ), il volto del nostro ranger viene fuori in maniera personale ( seppure ispirata vagamente al modello di Erio Nicol' ) ed apprezzabile, anche se i suoi lineamenti sono "spagnolizzati" in maniera minima, ma percettibile; in ogni caso il risultato è gradevole, e a mio avviso infinitamente preferibile ai Tex di altri disegnatori spagnoli, come Font, De La Fuente e persino a certe versioni del Tex di Ortiz. Per quanto invece riguarda la storia, si tratta di un "western cittadino" in versione "gialla", che Nizzi insaporisce con qualche riferimento alla primissima storia di Tex ( il nome della gang che il ranger affronta riprende quello della prima organizzazione criminale da lui combattuta; inoltre

nel n. 308, mentre Tex e Carson dormono, il direttore dell'albergo che li ospita, membro dell'organizzazione criminale, cerca di liquidarli mettendo in camera loro una cesta con dentro tre serpenti a sonagli, proprio come avevano fatto contro Tex i cinesi del "sindacato dell'oppio" nel n. 5)
). Il modello principale a cui Nizzi si rif? è però la sua stessa storia "Un ranger del Texas" (nn. 285 - 287 ): anche qui infatti il principale cattivo è un "insospettabile" di cui facciamo la conoscenza soltanto nelle ultime battute della vicenda, e che , dopo aver cercato di eliminare i rangers, prova a strumentalizzarli per liquidare i suoi complici e potersi poi godere il frutto dei loro crimini; senonchè, stavolta è molto più facile per il lettore arrivare a lui, in quanto le sue mosse per indirizzare i sospetti verso i suoi complici sono piuttosto scoperte, cosa che diminuisce la suspence. e rende l'intreccio più piatto rispetto al modello. La mia valutazione personale ?:soggetto 7,5sceneggiatura 7,5disegni 8
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Classica e solida trama a base di insospettabili (uno fino alla fine) e rispettati uomini d'affari con una personalit? nascosta di banditi. Purtroppo, ma inevitabilmente, i primi cinque banditi/galantuomini vengono scoperti o comunque svelati in tempi rapidissimi, e solo l'identit? del "primo fratello" resta ignota abbastanza a lungo per lasciar vivo un minimo di suspence. Dei disegni di Blasco, che sinceramente non è tra i miei preferiti - anche se non nego la sua bravura - devo dire che mi hanno colpito molto i tratti quasi scolpiti del viso di Stillman. Credo che sia lui, e non l'insospettabile primo fratello, il protagonista in negativo della storia. Il mio voto in questo caso è 7

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In effetti, è Stillmann colui che si assume il maggior peso nell'azione tra i "cattivi" ( è anche colui che d' comunque avvio all'azione tout court, giacch?

Tex e Carson non avrebbero messo piede ad Amarillo se Stilman avesse distrutto il telegramma dell'agente Pinkerton Luke McLean, da lui ucciso
; non bisogna però dimenticare che comunque il suo ruolo rimane sempre subordinato a quello del "Primo Fratello" della nuova "Mano Rossa" al quale egli si mantiene ciecamente fedele fino a quando
costui, che pensa di essere sufficientemente al riparo nella sua veste di direttore del "Morning Star", non gli spara, anche se non riesce ad ucciderlo e viene invece ucciso da lui
. Il personaggio di Stillman è comunque più originale e incisivo rispetto a quello dei vari Butler e Griffin in "Un ranger del Texas" e rappresenta uno dei punti di originalità e di forza di questa storia.
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Guest Wasted Years

Questa storia è stranamente "vuota". Sembra che nel villaggio di Amarillo vi siano solo i componenti della mano rossa, tutti gli altri, sceriffo escluso, non esistono. Le indagini non riguardano nessun'altro, e mancano i famosi incontri incidentali alla GLB. Al''epoca mi meravigli? tanto, meno la scontata scoperta del primo fratello, che a un appassionato di gialli risulta evidente dopo relativamente poche tavole. Blasco non è mai stato tra i miei preferiti, e neanche questa volta mi induce a ricredermi. Storia stiracchiata e noiosa, senza spessore proprio.6

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Le caratteristiche segnalate da Wasted sono innegabili; è tuttavia facile spiegarle:a) per quanto ottuso possano considerarlo Tex ed il lettore, lo sceriffo di Amarillo ha ragione nel dire che nella sua cittadina "regna la legge": i membri della gang criminale non hanno ancora imposto il loro dominio sulla cittadina; di conseguenza mancano le condizioni per cui Tex e Carson possano comportarsi come in "La caccia" o in "Una stella per Tex" ( non ci sono tirapiedi dei criminali principali che possano essere sbatacchiati o loro vittime da proteggere, insomma )b ) Il fatto che "le indagini non riguardano nessun'altro" è perfettamente spiegabile con la volont? del "Primo Fratello" della nuova "Mano Rossa", fallito l'attentato a Tex e Carson, di servirsi dei rangers per eliminare i complici.

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Guest Wasted Years

A rigor di logica questo spiegherebbe tutto. Ma non convince troppo. Insomma, ci sono tante piste possibili, ed invece i ranger vengono guidati fino alla fine dalla decisione del capo di utilizzare il ranger per sbarazzarsi dei complici, presa in un momento di terrore dei complici piuttosto prematuro e IMHO posticcio. Non quadra e manca di spessore. Giallo molto debole, western molto debole. Risultato storia molto debole.

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  • 2 anni dopo...
  • Rangers

A me questa storia è sempre piaciuta. Nizzi riesce a costruire una bella banda che agisce come una setta con le sue precise regole e i suoi valori (vedi la pena a base di frustate a chi ha agito male)!Certo il nome della Mano Rossa è semplicemente un pretesto per richiamare l'attenzione dei lettori più fedeli, anche se crea comunque una sorta di continuit? e di legame con il passato, assolutamente da non disprezzare. Bellissimo anche il finale, con il solito "insospettabile" numero 1, la cui identit? svelata crea comunque una piccola sorpresa al lettore!La suspence è sicuramente ben dosata, Nizzi in questi primi gialli era ancora ispiratissimo e dava il meglio di sè!! :DUna storia sicuramente da rivalutare con sequenze ben studiate, buone le sparatorie e in formissima Tex e Carson. Per quanto riguarda i disegni, a me il tratto di Blasco piace. E' riuscito a ricreare delle buone atmosfere Western e un'originale carrellata di personaggi!!Voto: 7 :trapper:

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  • 3 mesi dopo...

Questa volta Nizzi non mi convince. Imposta il racconto, come altre volte, sulla suspence e sul giallo, ma un lettore attento abbastanza presto capisce che

il direttore del Morning Star è il capo della mano rossa
inoltre non mi convince per niente la scena
dell'agguato iniziale. Stillman attende i due pard in ottima posizione e con ben 4 complici che hanno tutto il tempo di mirare ma tutti e 5 fanno incredibilmente cilecca senza neanche sfiorare Tex e Carson. Scena assolutamente poco credibile. Nizzi doveva inventarsi qualcos'altro che il misero riparo di una roccia per far salvare i due pard. Inoltre non mi piace proprio la figura che fa fare a Carson verso la fine del racconto, vabbeh che Tex in genere arriva prima degli altri a svelare i misteri ma di fronte ad una lettera con su scritto "ll direttore del M. S." la faccia interrogativa di Carson che si chiede chi sia questo direttore se la poteva risparmiare. A questo punto solo uno sciocco non ci poteva arrivare.
Voto sette meno meno.
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  • 1 anno dopo...
  • 7 mesi dopo...

Questa storia mi ha convinto molto e lasciato un ottima impressione. Nonostante sia una storia di un lunghezza limitata (non raggiunge i due albi) ho trovato che la trama costruita da Nizzi sia molto convincente, ben orchestrata e che trasmetta quel poco di mistero adatto a dare quel qualcosa in più alla trama che risulta semplice ma ben strutturata. Tutto ciò a riprova che anche con elementi semplici si può realizzare una ottima storia. Trovo che l'idea di far tornare un'associazione come la storica "Mano Rossa" sia un ottima trovata in grado di attirare l'attenzione dei lettori. Mi è anche piaciuto molto come Nizzi ha realizzato il ferreo aspetto della setta. Il tutto magnificamente assistito dai disegni fantastici di Blasco che un autore che ho sempre apprezzato specialmente nelle sue prime prove. Trovo perfetta la sua rappresentazione di Tex, che risulta duro e deciso, mente Carson è piuttosto insolito con dei capelli più lunghi del normale. Peccato aver potuto apprezzare questo grande autore per un numero ristretto di storie perchè sono convinto avrebbe dato molto alla serie. Trama 7,5Soggetto 7,5Disegni 8,5

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  • 5 anni dopo...
  • co fondatore

Storia strana, non è certo "il primo passo falso di Nizzi" come qualcuno sull'altro forum sosteneva anche da prima che nascesse il nostro, è una buona lettura con momenti intriganti, ma rispetto alle precedenti manca di qualcosa, certe parti mi danno l'impressione di essere un po' forzate e c'è qualcosa di manicheo nella rappresentazione di alcuni personaggi. Anche l'agguato di Stillman è gestito non ottimamente.

Blasco ottimo già dalla prima storia, in fondo è arrivato su Tex che in patria (e in Francia) era già un veterano.

 

Quindi dico:

 

TESTI - 7

DISEGNI - 8

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Una delle pochissime storie del terzo centinaio a non essermi piaciuta...

Parto dai disegni: decisamente sotto la media di Blasco, con tante imprecisioni (del resto, basta leggere le critiche che Nizzi stesso gli ha mosso per alcune vignette)

 

Per tornare alla trama, il titolo stesso "Il ritorno della Mano Rossa" tradisce le roboanti attese,  la storia non ha nulla per essere definita nè epica nè memorabile.

Avversari che sono poco più che ladri di polli, Il capo della Mano Rossa è un giornalista di campagna e non si capisce il perchè venga ritenuto dagli altri fratelli terribile ed infallibile, quasi pari ad un semidio :furiosi75:

L'unico avversario pericoloso, Stillman, si fa trattare come un'idiota dal primo fratello: solo nel finale trova le ultime forze per uccidere il suo ex padrone, ormai smascherato da Tex.

Tra l'altro, non si capisce molto bene (e manco Tex lo riesce a spiegare al simpatico sceriffo) quali fossero gli scopi della banda...Probabilmente Nizzi per questa storia ha preso spunto da"Ore Disperate" di Glb (il soggetto, se non sbaglio, era di Bos) ma non è riuscito a creare una banda di insospettabili e spietati manigoldi, solo un'accozzaglia di ricchi bietoloni, che sembra si divertano a farsi prendere per il naso dal direttore del giornaletto di paese, giocando ai complottisti per ottenere cosa? il dominio su di una contea di cui sono già praticamente padroni, visto che sono i cittadini piùinfluenti e ricchi?!...mah!Forse per noia :D...

Nizzi ha fatto decisamente di meglio...

 

  • +1 1
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E invece a me, sarà  che l' ho letta quand' ero piccolo e quando  avevo  da poco inziato a collezionare  Tex in modo  serio, questa  é  storia è  proprio piaciuta!  È  ricca di colpi di scena davvero sorprendenti e inaspettati( e questo  é  il suo maggiore  pregio) i dialoghi sono molto belli, ha un ritmo infallibile, la scena in cui Tex interroga l' albergatore  facendogli credere che ci sia ancora  un serpente nella stanza è  MAGNIFICA, :inch:e quelle col telegrafista molto divertenti.

Ho trovato ottimi i disegni di Blasco, specie  nel rappresentare  le espressioni  dei personaggi. Insomma, anche  se l' agguato nella gola è  un po' noioso, io a quest' ottima storia un nove  glielo  do.

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Si parla della Mano rossa, che però non é nemmeno lontana parente di quella di GLB.

Tante altre cose non convincono e sembrano rimandare al Nizzi attuale. Innanzitutto le 40 frustate inferte a Stillman che dopo, non solo continua la riunione come se niente fosse, ma resta fedele come un cane a colui che gliele aveva inflitte. Poi, Tex e Carson che parlano addirittura di mandato di perquisizione, con il secondo che fa sempre il guastafeste e invece di dare man forte all'amico di una vita cerca sempre di mettergli, a parole, i bastoni tra le ruote.

Sufficienza stentata, probabilmente grazie ai disegni.

Voto alla storia: 6

Voto ai disegni: 8,5

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  • 1 anno dopo...

Storia letta per la prima volta.

Mi dispiace che il ricordo de La mano rossa sia stato sprecato per una storia così scialba, che peraltro ha scarse connessione con la vicenda originaria.

 

Come già notato da Barbanera prima di me, la banda/setta appare alquanto improbabile: non si capisce quali siano gli scopi dell'organizzazione, che ha già in mano la città di Amarillo; né il motivo per cui gli altri adepti temano così tanto il primo fratello, in realtà direttore di uno sgangherato quotidiano di provincia.

 

Tex e Carson si muovono, come acutamente osservato, in uno spazio vuoto: la cittadina texana ci appare stranamente deserta, e i nostri eroi non interagiscono con nessuno se non lo sceriffo e i membri della banda.

 

Del tutto improbabile, poi, il dialogo sulla mancanza di un mandato di perquisizione, di cui non penso che i nostri ranger abbiano mai sentito l'esigenza.

 

Buoni, anche se di stile che ai miei occhi risulta un po' antiquato, i disegni di Blasco.

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  • 1 mese dopo...

Prima storia di Nizzi a non essermi piaciuta. Salvo veramente poco.

Storia poco credibile per tanti aspetti già elencati nei precedenti post ma, in particolare, per l'insensatezza di tutto questo mistero per un'organizzazione che di misterioso ha veramente poco. Cosa fanno? Perché si incappucciano conoscendosi benissimo l'uno con l'altro? Quali misteriosi riti devono compiere così conciati? E poi la "mano rossa", oltre a ricongiungersi in modo artificioso alla precedente storia, cosa ci sta a dire?

Incredibile come facciano poi in cinque a mancare i due pard in un'imboscata dove i nostri non hanno alcun motivo di temere il pericolo. Peraltro mancati non di poco...

Curioso che poi Stillman non sbagli un colpo nelle altre occasioni in cui deve far fuori un complice.

On 4/10/2020 at 00:31, F80T dice:

Del tutto improbabile, poi, il dialogo sulla mancanza di un mandato di perquisizione, di cui non penso che i nostri ranger abbiano mai sentito l'esigenza.

Questa chicca del mandato di perquisizione (sigh) poi è veramente più unica che rara.

 

Ma una delle cose che più mi ha infastidito sono i dialoghi Tex-Carson dove quest'ultimo è di una lagnosità insopportabile. Adoro il Carson brontolone ma qui fa veramente la figura del rompiscatole piagnucoloso che proprio non gli si addice.

Quando poi, dopo che il direttore del giornale dice di non sospettare di nessuno, chiede a Tex: "Credi che ce la faremo [a trovare i colpevoli]?". Cioè, è Kit Carson o una mammoletta qualunque?

Infine Tex che, dopo aver fatto fuori quella pellaccia di Stillman (praticamente un "cyborg" dato che, ferito a morte, riesce a riprendersi, salire un totale di scale e tentare di far fuori i nostri) si rammarica di aver fatto fuori un uomo ferito....

Blasco non mi entusiasma, in particolare nei primi piani di Tex che raramente si assomigliano tra di loro, tanto che viene anche a me il sospetto che in alcuni casi siano stati ritoccati in redazione (un paio giurerei che sono di Galep, altri molto molto "ticciani").

Storia che, IMHO, non raggiunge la sufficienza.

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<span style="color:red;">1 ora fa</span>, Grande Tex dice:

beh questo è texiano

Tutta la storia è Texiana. Dipende con che occhi la guardi. Se certe cose cominciano a darti fastidio, meglio dedicarsi ad altre letture. 

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  • 8 mesi dopo...

Allora... Storia che non mi ha convinto. Giallo molto scontato (si capisce presto il boss), i pards seguono i bigliettini e risolvono il caso. Poi non si capisce dove voleva andare a parare la setta (erano già ricchi). Disegni accettabili.

Nizzi ha scritto storie molto più interessanti del filone giallo.

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  • 2 mesi dopo...

Ho avuto modo varie volte di lodare sul forum il periodo d’oro di Nizzi sulla saga e, allo stesso modo, non mi creo alcun problema a dire che la storia in questione è uno dei pochi anelli deboli della catena. Un episodio alquanto strano, poco coeso e che, a tratti, suscita non pochi dubbi sulla plausibilità del soggetto. La prima cosa che risalta durante la lettura, l’eccessiva tendenza alla citazione di Bonelli e il suo glorioso passato. Un po’ tirata per i capelli l’idea di ripescare dal remoto passato la celebre “Mano Rossa”, ancor più visto che la banda/setta che agisce tra le pagine, con la vecchia formazione non c’entra una cippa :D. Infatti non basta il labile pretesto della presenza del figlio di Welles, la storia poteva fare a meno di questa ingombrante citazione: se si vuole tirare in ballo “le origini del mito” bisogna quanto meno avere un’idea forte e quella che anima la prova di Nizzi non lo è affatto. Che dei vecchi rapinatori decidano di godersi il bottino, mascherandosi dietro una decente rispettabilità, è logico e non raro sulla saga, ma mi chiedo quali motivi spingano questi ricconi a riunirsi in quella sgangherata setta, con tanto di cunicoli segreti, cappucci da Beati Paoli e punizioni corporali. Fanatismo religioso? No! Cospirazione politica? Nemmeno! Rituali sataniche? Neanche per idea. Oltretutto non sembra nemmeno che la banda organizzi altri colpi, quindi che senso ha questa macabra carnevalata? Solo l’ennesima citazione a vecchie storie di Bonelli, evidentemente, ma una citazione del tutto fuori contesto. Poi la scena della fustigazione dell’adepto è stonata ed evitabile, visto che l’atmosfera della storia non arriva a giustificare scene simili. Altro aspetto non a fuoco nel soggetto: se il giovane agente pinkerton in incognito, ha ormai scoperto che il suo “capo” al giornale è pure il capoccia dell’organizzazione criminale su cui sta indagando, come mai è così ingenuo da non guardarsi le spalle e farsi infilzare come un tordo? Un investigatore così abile non dovrebbe minimamente abbassare la guardia o quantomeno girare armato sul “campo di battaglia”. Perdonatemi se anche stavolta rischio di essere poco conciso e di partorire l’ennesimo polpettone :D, ma non posso tacere anche della fastidiosa sensazione provata durante la lettura, ovvero quello di assistere all’azione decisiva della dea bendata, che guida costantemente i due pards: grotte provvidenziali con più uscite, i gemelli persi dall’albergatore che praticamente lo inchiodano senza un briciolo d’indagine (a tal proposito, che necessità c’era di un agguato così atipico, se non citare nuovamente Bonelli alle prese con l’agguato vudù al Sarasota di Tampa?), l’agendina segreta che appare all’improvviso e spiattella tutti i colpevoli, mancava solo un origlione ed eravamo al completo :D. In quanto all’agenda, quanta leggerezza della setta a trascurare il simpatico Smoky dopo l’uccisione del giovane Mac Lean; una congrega così terribile che frusta un adepto per un agguato fallito, non credo si creasse scrupoli per eliminare un possibile testimone oculare. Altro snodo poco convincente per una sceneggiatura davvero mediocre, se non peggio. Che dire poi dell'assurda menzione al mandato di perquisizione dei nostri durante l'irruzione nella sede del villain; uno dei dialoghi meno texiani di Nizzi che fa torcere le budella. Nemmeno il peggior Nolitta ha osato tanto! :D In quanto ai disegni, non vorrei sbagliarmi, ma mi pare che l’episodio sancisce il debutto di Blasco sulla serie. Avendolo letto fin da giovane, il suo tratto latino, molto atipico per la saga, non mi disturba più di tanto, ma immagino che i lettori tradizionalisti di allora si trovarono molto disorientati. Parecchie le correzioni redazionali sul viso di Tex, non soddisfacente la resa di Carson, molto approssimative le anatomie e le armi e poco dinamismo nei corpi che appaiono troppo ingessati, tuttavia lo stile personale ha un quid che ti convince a soprassedere sui presunti difetti appena elencati, sebbene non mi sia mai strappato i capelli dalla contentezza al cospetto delle sue vignette. Altri disegnatori dallo stile latino e al limite, in primis Font, seguiranno Blasco, che ebbe l’onore di aprire la schiera della “legione straniera” sulla celebre creazione editoriale del grande Bonelli. P.s. Ho letto da qualche parte che Nizzi non amasse tanto il disegnatore iberico, è solo un caso o c’entra qualcosa con l’arruffata prova che gli ha affidato? Il mio voto finale è 4   

  • +1 1
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  • 10 mesi dopo...

Lettura conclusa un paio di ore fa. La storia è strana per un lettore e può essere il perfetto esempio di storia con due modi di essere letta;

 

- una lettura scanzonata che non fa le pulci allo sceneggiatore su alcuni punti, ahimé, essenziali. Letta così è davvero godibile, un bel giallo, con dei nemici che non sono affatto così delle schiappe come qualcuno scrive. Anzi, mettono Tex e Carson anche in difficoltà, e i nostri ne vengono fuori grazie anche e soprattutto agli appunti lasciati dall'agente Pinkerton, che è il vero risolutore dell'enigma. 

La sceneggiatura al netto di qualche stortura (ma di cui scriverò a breve, perché qui la lettura è scanzonata) la trovo frizzante e scorrevole e se letta con leggerezza può regalare un paio di ore piacevoli.

 

- una lettura piuttosto critica. Attenzione, possono saltare fuori delle pecche pesanti.

 

1) La prima, L'agguato iniziale a Tex e Kit, davvero maldestro e con una via di fuga abbastanza banale. Ma soprattutto Tex e Carson che non si portano dietro i cadaveri in paese per portarli allo sceriffo per un riconoscimento, preferendo andare in paese e poi tornare con lo sceriffo sul luogo dell'imboscata allo scopo di identificarli. A che scopo fare questa pollata, per farsi soffiare da sotto il naso i cadaveri nel frattempo, come avviene? Beh è chiaro, in questo modo la storia non si risolve subito e resta il mistero di chi ci fosse dietro all'agguato, ma la trovo una mossa stupida da parte di Tex, a maggior ragione considerando che Tex e Carson hanno comunque scoperto le carte con tutti in paese sin da subito e non avevano grosse intenzioni di fare il doppio gioco con lo sceriffo.

 

2) Kit Carson che si lamenta con Tex del fatto che non hanno un mandato di perquisizione? Non serve commentare, questa non è una roba da Tex, @Grande Tex non sarà d'accordo, dopo aver descritto questa storia come da "nove" ma penso sia un fatto oggettivo.

 

3) Condivido l'impressione di un vecchio utente sul fatto che la storia appaia a tratti vuota, esistono in paese solo i personaggi della mano rossa e lo sceriffo, non c'è spazio per un contesto ricco di figuranti e sembra quasi di essere in una città fantasma, tanto da chiedersi la necessità di avere una sede di un giornale se in paese ci sono 4 gatti (ma così non è, eppure dalle pagine dell'albo non si vede che uno sparuto numero di attori), e che questo aiuta anche a gettare quasi da subito i sospetti verso la direzione giusta sui membri della banda e il capo.

 

4) Il capo della banda che mette Tex e Carson sulla pista dei suoi complici per eliminarli in quanto scomodi. Avrebbe avuto senso se il capo fosse stato sconosciuto per gli altri membri, ma se Tex e Carson avessero preso vivo qualcuno dei complici e questo avesse cantato? A maggior ragione dopo che alcuni complici avevamo mostrato già segni di ribellione verso le decisioni del capo... bah, questa mi pare proprio una roba tirata via per i capelli, chissà magari a @Grande Tex sembrerà un colpo di genio Nizziano per caratterizzare meglio il cattivo, che in quanto umano commette dei passi falsi...si scherza eh, ma spero tu possa riconoscere la follia di alcune parti in questa sceneggiatura.

 

Non sono d'accordo con @Barbanera e altri utenti che si chiedono perché 5 criminali vadano dietro ad un direttore di giornale reputandolo una sorta di semidio. 

Vorrei farvi notare che il banchiere, il caporedattore, essere proprietari di un ranch e di un saloon sono solo coperture per costruirsi una rispettabilità e per riciclare denaro da rapine.

Il caporedattore magari era il capo della banda criminale che assaltava treni e in quanto tale avrà mantenuto la leadership, dei suoi trascorsi sappiamo e ci viene detto nulla (e questa forse è un'altra pecca) anche se verso la fine si intuisce come fosse un ottimo attore e che avesse le qualità del criminale. Poi vi sarà apparso poco credibile ma forse questo è un segno di quanto in realtà si sia coperto bene. Io la trovo una critica priva di logica, perché il capo della banda non è il capo di un giornale, ma un ex-criminale che si è creato una copertura aprendo un giornale. Ho voluto commentare questo passaggio perché l'ho trovato in diversi commenti di altri utenti e mi è sembrato bizzarro associare le qualità del criminale alla copertura che si è dato...

 

Ma visto che questa è la sezione dedicata alla lettura critica, nel commentare sul caporedattore e dopo aver citato @Barbanera, mi sono ripreso l'albo in mano perché mi si è accesa una lampadina nel cervello. Nell'albo 308 a pag 17, il capo del giornale dice di non aver mai sentito parlare della "mano rossa" portando come valore aggiunto il fatto che lui è giornalista e dovrebbe averne sentito parlare, vivendo anche in paese da almeno DIECI ANNI e dirigendo per altrettanto tempo il giornale. 

Le cose sono due: o ha mentito spudoratamente a Tex che però facendo due domande in paese lo avrebbe scoperto (e scusatemi ma oltre ad avere un gran fiuto su chi mente, il VERO Tex due domande allo sceriffo le avrebbe fatte sul capo del giornale dove è stato ammazzato l'agente sotto copertura), oppure non ha mentito; ma a questo punto di giorno faceva il giornalista e di notte le rapine ai treni? E finita la carriera criminale avrebbe detto ai suoi compari "hey, sapete io vivo in questo paese carino dove, non ve l'ho detto, sono giornalista, magari potete venire tutti li a vivere e che ne so, diventare banchieri e aprire un saloon, e riunirci sottoterra mascherati per frustarci a turno"........ mi sa che qui qualcosa non torna. 

 

I disegni per me sono ottimi, ricordano il tratto di Galep e li vedo molto fedeli alla tradizione e ben curati. Mi trovo in disaccordo con chi li descrive statici o addirittura lontano dai canoni classici. Lo stesso Carson viene spesso rappresentato da Galep con un capello più lungo, anche un po' olioso, e anche più anziano del solito. 

 

Una storia secondo me da leggere, può tenerti abbastanza in sospeso e con la voglia di arrivare alla fine, ma considerando che si ci sono delle storture dalle quali non bisognerebbe farsi scoraggiare troppo. Siamo nella media dell'autore secondo me. 

 

Lettura scanzonata

soggetto 6.5

sceneggiattura 7

Disegni 8

 

Lettura critica

soggetto 6 (non serviva scomodare la mano rossa)

sceneggiatura 5-

disegni 8.5 (perché tirano su una storia che in alcuni punti lascia perplessi)

 

  • +1 1
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<span style="color:red">22 ore fa</span>, LedZepp dice:

questa non è una roba da Tex, @Grande Tex non sarà d'accordo, d

no,sono d' accordo,ma sinceramente criticare una storia per una frase in una vignetta....neanche ci avevo fatto caso

<span style="color:red">22 ore fa</span>, LedZepp dice:

chissà magari a @Grande Tex sembrerà un colpo di genio Nizziano per caratterizzare meglio il cattivo, che in quanto umano commette dei passi falsi...si scherza eh, ma spero tu possa riconoscere la follia di alcune parti in questa sceneggiatura.

ma sinceramente non mi metto ad analizzarla così

la storia mi ha divertito molto,il resto non ha importanza

<span style="color:red">22 ore fa</span>, LedZepp dice:

giorno faceva il giornalista e di notte le rapine ai treni? E finita la carriera criminale avrebbe detto ai suoi compari "hey, sapete io vivo in questo paese carino dove, non ve l'ho detto, sono giornalista, magari potete venire tutti li a vivere e che ne so, diventare banchieri e aprire un saloon,

a me sembra sensato così

  • Confuso (0) 1
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3 hours ago, Grande Tex said:

no,sono d' accordo,ma sinceramente criticare una storia per una frase in una vignetta....neanche ci avevo fatto caso

ma sinceramente non mi metto ad analizzarla così

Non ho criticato la storia per la vignetta, ma anche per la vignetta. Messa lì da sola, stonicchia, ma anche il miglior cantante ogni tanto becca una stonatura ci sta, ma nel complesso messa con altri scivoloni grossolani diventa più evidente. 

3 hours ago, Grande Tex said:

la storia mi ha divertito molto,il resto non ha importanza

 

Come vedi dal mio post precedente, ho anche scritto che la storia la si può leggere in modo scanzonato senza troppe pretese. Ma tu l'hai definita da 9, una sorta di capolavoro, cozza un po' con l'idea che "la storia mi ha divertito molto, il resto non ha importanza". Ti faccio notare che stiamo parlando di un dettaglio non da poco, che secondo me rende la sceneggiatura non solo inverosimile (e per carità nel fumetto dobbiamo armarci di fantasia) ma sgangherata e completamente irrealistica..

Il capo di una banda che indirizza Tex sui suoi complici per liberarsene, quando i suoi complici se catturati vivi potrebbero fare il nome del capo della banda verso il quale si stavano già ribellando (e il capo ne era informato!). Difficile divertirsi di fronte a una scempiaggine simile!

3 hours ago, Grande Tex said:

 

a me sembra sensato così

qui difficile commentare a meno che tu non sia ironico... 

c'è un palese errore di sceneggiatura, dettato forse da una scrittura dilazionata nel tempo, una rilettura non accurata della sceneggiatura, ma c'è. 

Gli uomini della banda sono arrivati in paese , 5 su 6, da sei mesi e sono sotto copertura, prima rapinavano i treni.

Il sesto che è il capo, vive in paese da 10 anni e fa il giornalista, ma comunque ha sempre fatto le rapine ai treni con gli altri e se li è portati tutti in paese per farsi una copertura, invece di andarsene altrove tutti quanti con una nuova identità...

Boh, a me pare una roba senza logica. Cozza con il fatto che il capo della banda stava tagliando tutti i fili con la sua attività precedente criminale.

 

 

Ok, la storia è di Nizzi, che di storie belle ne ha fatte, in questa ci si diverte, ma appena accendiamo il cervello un attimo di più, la storia finisce nella mediocrità, aggravata dall'uso quasi inopportuno della mano rossa che meritava di tornare in auge per storie di ben maggior caratura...

Il mondo è bello perché vario e si può dare anche un 9 a questa storia. Il giuramento allora quanto gli diamo? 20?

Nizzi scrive un giallo secondo me molto migliore pochi numeri prima, seppur molto più lineare e semplice, a partire dal 301

  • +1 2
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Mah, non si tratta certo di una delle storie da ricordare di quel centinaio.

Anzi, direi il Nizzi minore di quel centinaio.

Poi che ci si possa divertire ok, ma è una storiella semplice semplice.

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