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TWF - Tex Willer Forum

[651/653] Luna Insanguinata


ymalpas

I sondaggi della storia  

86 members have voted

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Beh, toglierei quel "mai tenero".........quando qualcosa non mi piace, scrivo il perché; quando mi piace, faccio lo stesso........semplice, no? ;) Dovrebbe essere questa la funzione di un forum, non certo schierarsi "pro" o "contro" qualcuno....siamo tutti schierati per Tex, in fin dei conti.  

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                                     CONTIENE SPOILER  CONTIENE SPOILER CONTIENE SPOILER

 

 

La storia che si è conclusa questo mese,è stata eccellentemente realizzata in tutte le sue parti.Avvincente ,ben realizzata un Tex che è sempre protagonista della storia,anche nel finale in cui giustamente Ada pone fine al suo incubo eliminandolo di persona come è giusto che sia,ha dimostrato a se stessa che aveva il potere di cancellare l'oltraggio che Charvez gli aveva reso sedici anni prima e tutto questo grazie anche alla presenza non di secondo piano ai fini dell'azione di Silent Foot.

La tensione e il pathos della storia sono resi notevoli da parte di Daniel che deve nascondere la sua vera natura al padre naturale fiducioso nel fatto che i suoi genitori non lo abbandoneranno al suo destino.Certo durante la lettura la sua strategia ci fa preoccupare parecchio perchè fino all'ultimo ti convince che è passato dal lato comanche,e questo crea non poca preoccupazione duante la lettura,ma scatena emozioni e sentimenti contrastanti che gratificano lo stesso svolgersi della storia.

Sono anche io convinto di un omaggio magari involontario nel giorno della festa delle donne,e mai come in questo finale con il personaggio di Ada si raggiunge l'apice della forza femminile,in una conclusione che non poteva essere diversa per le ragioni esposte all'inizio.

Disegni molto appropriati da parte di Mastantuono che a differenza di altri lo trovo adatto in Tex,anche se alcuni primi piani possono apparire estremi riguardo alle espressioni dello stesso Tex.

Boselli ha creato una storia non ottima come già detto in pecedenza per altre come "El Supremo" o "La stirpe dell'abisso",ma veramente eccellente che mi ha soddisfatto al cento per cento.....Da applausi.......bravo Borden.... :trapper:

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Rileggendo i tre albi ho percepito un filo conduttore fatto di fatica - sangue, sudore e polvere, ma anche tanta acqua e fango - molto bene preparati da Boselli e disegnati da Mastantuono. Muscoli doloranti, piaghe, ferite, affanno, cuori pulsanti, ansie, speranze e paure. Piccoli fuochi, poche luci, visioni oniriche, tutto sotto una cappa pesante fatta di eventi naturali e di sentimenti umani. Un'oppressione che dura due albi e mezzo e che giustamente si dissolve nell'ultima vignetta, nell'ultima battuta di Ada, la protagonista assoluta di questo racconto, lei "causa" e vittima e lei, alla fine, che fa giustizia e si permette anche, e a ragione, di invitare a guardare verso un futuro migliore.

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Bella. Veramente una bella storia. Mi ha inchiodato fino all'ultima vignetts. Piena di colpi di scena e dialoghi azzeccatissimi. Bello anche il riferimento indiretto a Mefisto nei dialoghi degli sgherri di Charvez. Bravo, anzi, bravissimo Borden. Ottima storia.

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  • Collaboratori

Finito di leggere un albo pieno, denso di situazioni, forse troppo dialogato, ma comunque appagante e degna conclusione di un'ottima storia, il cui finale, in cui Tex

 


cede il passo all'intraprendente Ada, che mette una definitiva fine all'ingloriosa carriera di Charvez

 

per una volta ci può stare!

 

Buoni tutti i personaggi comprimari, ma su tutti domina Silent Foot, che capta subito la nostra simpatia e non fa mai ombra a Tex.

 

Disegni di Mastantuono, stile a parte che digerisco poco, sono promossi, anche se la bella Ada non mostra gli anni che ha in realtà, e il nemico Charvez poteva essere caratterizzato in maniera più riconoscibile (lo si distingue a stento dagli altri guerrieri )

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Soggetto molto bello, grande sceneggiatura.

Tempi del racconto senza vuoti o riempimenti non necessari al suo sviluppo.

Dialoghi ben congegnati e coinvolgenti.

Colpi di scena inaspettati e funzionali all'epilogo concepito dall'autore.

Insomma, un racconto molto "moderno" ed adeguato alle aspettative dei lettori di oggi.

 

E qui mi sorge spontanea una considerazione: GLB e Nizzi, insieme a Boselli i tre più importanti scrittori di Tex, sarebbero stati in grado di elaborare un racconto simile a questo? Io credo di no e ciò non mi stupisce.

Molte volte ho scritto che è importante "contestualizzare" quando si tentano paragoni tra autori appartenenti a differenti epoche (io stesso partecipo ai vari sondaggi, ma lo faccio soprattutto per divertimento....).

 

In ogni caso, quel che è certo è che Boselli scrive nell'epoca più difficile della lunga storia del nostro Ranger, epoca nella quale la COMUNICAZIONE - nelle sue variegate forme - è assolutamente differente da quella dei tempi di GLB e di Nizzi.

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  • Collaboratori

Una curiosità grafica:

 

 

tex0409.jpg  0AsE=--.jpg

 

Come si evince la posizione della colt è la medesima. E' curioso notare l'evoluzione dal 1994 al 2015, vent'anni sono passati, e Villa è sempre più bravo.

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Ora aspetto il commento di Jack65...

 

(spero di non deluderti, per ora solo un anticipo....... :rolleyes:)

 

pensavo che con Ammazza si fosse arrivati al top del ridicolo, ma quando ho visto

 


Tex travestito da gaan mi stavo per buttare in terra...

:lol2: , con quel cencio in testa,  :lol2: , ma che è, un burqa? che per caso sei diventato mussurmano  :lol2: , me coioni...moh ce tocca a'indossallo a tutti......

 

da bambino avevo letto una storia di Alan Mistero in cui lui inganna mi pare un indiano travestendosi da stregone col nome di Imb-hecc-ill  :lol2: ...ecco, mi piace questo ritorno all'infanzia, peccato che per Tex il travestimento duri troppo poco, meno male che ogni tanto compaiono queste perle che mi fanno sbellicare  :rolleyes: 

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Avevo già espresso il mio voto, ma vedo che per questa storia c'è anche il sondaggio per il miglior personaggio.

 

Molti personaggi meritano il voto....

 

Ada protagonista passiva in quanto vittima nell'antefatto assurge a un ruolo più attivo di madre coraggio e di risolutrice finale.

 

Silent Foot grande vecchio dall'enorme carisma di vaga ispirazione manga, vero deus ex machina della conclusione.

 

 

Rick  Simmons con sullo sfondo il forte legame paterno che lo porta a cercare il figlio incurante di ogni pericolo,

 

Daniel combattuto nella scelta tra due padri senza lasciar intendere fino alla fine le sue vere intenzioni,

 

Ma è Charvez, antagonista sul quale si regge tutta la storia  dal prologo alla fine a prendere il mio voto. 

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Charvez è un vigliacco sanguinario che si fa forte del numero, una trentina, della sua banda che domina con il terrore, infatti fa uccidere un suo uomo, con la superstizione e forse anche con la stessa droga che utilizza per soggiogare Daniel. Stermina i rurales, i poveracci che si sono allontanati da Tex, e i sfortunati del convoglio dei carri, ma non si scontra mai con Tex, né lo fa cadere nelle trappole, scappa perché sa che Tex lo raggiungerà e nel duello quando si vede sconfitto infrange le regole ordinando ai suoi di sparare, come anche altri sanguinari avevano fatto ( Narvaez, Revekti e altri pistoleri bianchi come Langdon e Fraser). L' unica volta che raggiunge il suo scopo è quando rapisce Ada, ma gli avversari sono dei mandriani, non pistoleri di rango. Scopo raggiunto a metà perché il progetto di tenere Ada schiava per sempre viene mandato in fumo da Tex, che oltre a liberare Ada gli dà una bella ripassata. Un uomo meschino ma molto crudele, pieno di sé, che procura molto dolore agli innocenti che incontra che può essere sconfitto solo da uomini ( Tex, Silent Foot e i tre Simmons) che non hanno paura dei numeri e sono determinati a fare giustizia. Per questo ho votato Silent Foot, cacciatore di uomini dei quali conosce l'anima e con quella conoscenza li cattura.

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Ci sono state tante storie di Tex, al termine delle quali alcuni altri personaggi rimanevano indelebili ed in questa in cui siamo tutti d'accordo, direi, per concedere al Nostro un... Oscar  da miglior attore non protagonista, la scelta è davvero difficile e riguarda un elemento della prima ora e due che in maniera attiva irrompono solo nel gran finale. Ho votato Ada per la suggestione che l'albo sia uscito alla vigilia dell'8 marzo e perché non ricordo un elemento femminile così dirompente e di tanto pathos nella conclusione logica a posteriori - ma non scontata in partenza - della vittima iniziale che strappa per sé la vendetta. Facendo giustizia, ottenendo una giustizia che nessun altro le avrebbe dato.

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Anch'io vedo solo ora che vi è un sondaggio sul personaggio più rappresentativo di questa storia.

Per differenti motivazioni, tutti meriterebbero il voto.

Tra tutti scelgo Ada, perché rappresenta la vera ragione della storia.

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Storia molto buona, ben giostrata e con passaggi di grande fascino.

Non un capolavoro perché verso la fine un po' si incarta e perde quel minimo di mordente che l'avrebbe resa memorabile.

Infatti il finale pur efficace mi è sembrato a conti fatti un po' troppo a tarallucci e vino, normalizzando eccessivamente le dinamiche tra i personaggi e ridimensionando di conseguenza le sofferenze, le ossessioni e i dubbi e cos' ben descritti da Boselli sino ad allora nel corso della narrazione.

Insomma sarà che a me piace il Borden che rompe gli schemi sollevando gli strali dei tradizionalisti ma la conclusione in questo caso mi è sembrata un po' troppo leggera e tradizionalista.

Un'altra piccola critica e una notazione a margine:

- Ancora una volta Boselli eccede un po' troppo nelle lodi che i coprotagonisti rivolgono al nostro ranger, il più delle volte secondo me basterebbe il comportamento di Tex senza bisogno di sottolineature pleonastiche che un po' inceppano la narrazione.

- Non vi sembra che il Tex di Boselli sia più "bianco" di quello del suo creatore?

Io ultimamente ho notato diverse sue storie che vanno in questo senso, dove, nonostante figure anche azzeccatissime come Silent Foot e lo stesso Charvez , gli indiani sono spesso relegati a comparse un po' folkloristiche o al tradizionale ruolo di cattivi mentre lo sguardo di Tex si identifica sempre più spesso con quello dei pionieri, degli allevatori e della società bianca in generale.

Anche in questa storia il fatto che viva con i Navajos e abbia un figlio mezzosangue non viene sottolineato da nessuno dei suoi compagni, non genera nessun sospetto e nessuna suggestione aggiuntiva alla storia e del resto lo stesso Tex nel corso della caccia si dimentica completamente la sua parte indiana e si comporta e pensa in tutto e per tutto come un bianco.

Mi sembra insomma si sia perso un po' quel misto di orgoglio/rimpianto derivato dall' essere un outsider al di fuori della società bianca dominante, quel suo stare dalla parte sbagliata della Storia che GL sapeva trasmettere così magistralmente con poche pennellate.

E' probabilmente anche una tendenza un po' generale che dopo la stagione filoindiana degli anni 70 nel cinema e nella letteratura western ha rimarginalizzato ancora una volta la figura dei nativi americani ma a conti fatti quello recente mi sembra un Tex più inserito, istituzionalizzato e decisamente più a suo agio con i bianchi che con gli indiani.

Voi che ne pensate?

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credo sia un caso Ahmed... e spesso nelle sue avventure Tex non ha posto l'accento sulla sua appartenzenza ai Navajos. Non penso neanche che ora Tex sia diventato più istituzionalizzato o bianco (per usare un tuo termine) ma credo che in futuro nelle storie di Boselli ci saranno indiani che avranno il giusto peso, saranno protagonisti e non relegati a ruoli confinanti tipo villain e quant'altro.

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Storia molto buona, ben giostrata e con passaggi di grande fascino.

Non un capolavoro perché verso la fine un po' si incarta e perde quel minimo di mordente che l'avrebbe resa memorabile.

Infatti il finale pur efficace mi è sembrato a conti fatti un po' troppo a tarallucci e vino, normalizzando eccessivamente le dinamiche tra i personaggi e ridimensionando di conseguenza le sofferenze, le ossessioni e i dubbi e cos' ben descritti da Boselli sino ad allora nel corso della narrazione.

Insomma sarà che a me piace il Borden che rompe gli schemi sollevando gli strali dei tradizionalisti ma la conclusione in questo caso mi è sembrata un po' troppo leggera e tradizionalista.

Un'altra piccola critica e una notazione a margine:

- Ancora una volta Boselli eccede un po' troppo nelle lodi che i coprotagonisti rivolgono al nostro ranger, il più delle volte secondo me basterebbe il comportamento di Tex senza bisogno di sottolineature pleonastiche che un po' inceppano la narrazione.

- Non vi sembra che il Tex di Boselli sia più "bianco" di quello del suo creatore?

Io ultimamente ho notato diverse sue storie che vanno in questo senso, dove, nonostante figure anche azzeccatissime come Silent Foot e lo stesso Charvez , gli indiani sono spesso relegati a comparse un po' folkloristiche o al tradizionale ruolo di cattivi mentre lo sguardo di Tex si identifica sempre più spesso con quello dei pionieri, degli allevatori e della società bianca in generale.

Anche in questa storia il fatto che viva con i Navajos e abbia un figlio mezzosangue non viene sottolineato da nessuno dei suoi compagni, non genera nessun sospetto e nessuna suggestione aggiuntiva alla storia e del resto lo stesso Tex nel corso della caccia si dimentica completamente la sua parte indiana e si comporta e pensa in tutto e per tutto come un bianco.

Mi sembra insomma si sia perso un po' quel misto di orgoglio/rimpianto derivato dall' essere un outsider al di fuori della società bianca dominante, quel suo stare dalla parte sbagliata della Storia che GL sapeva trasmettere così magistralmente con poche pennellate.

E' probabilmente anche una tendenza un po' generale che dopo la stagione filoindiana degli anni 70 nel cinema e nella letteratura western ha rimarginalizzato ancora una volta la figura dei nativi americani ma a conti fatti quello recente mi sembra un Tex più inserito, istituzionalizzato e decisamente più a suo agio con i bianchi che con gli indiani.

Voi che ne pensate?

Ma che dici? Affronta i Comanches sul  loro terreno, cerca le piste, li cattura, sfrutta le loro credenze, fa il duello indiano, ha il rapporto con Silent Foot... Che doveva fare di più? Il costume da navajo mica se lo porta sempre dietro.

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Certo che fa tutto questo ma in un'ottica prettamente bianca secondo me.

Anche quando vede il ragazzo rapito dall'alto dice qualcosa tipo: " sembra in tutto e per tutto uno di loro, ma è solo apparenza", che mi sembra sottolinei una certa distanza tra il ranger e gli indiani buoni o cattivi che siano.

Capisco che è questione di sfumature eh, ma per dire GL e Nolitta mi sembrano avessero una partecipazione e una comprensione più istintiva della parte per così dire "indiana" di Tex.

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  • Collaboratori

Io ho colto, invece, in Tex il profondo rispetto se non direttamente il "credere" alla "magia" indiana di Charvez. Inoltre alla fine della storia Tex sottolinea il fatto che suo figlio Kit Willer sia un meticcio. Anche il fatto che Charvez muoia per mano di Ada è scritto nel destino, come sottolineato dall'antagonista quando dice che gli spiriti gli hanno predetto che non sarà nessun - uomo - mortale ad ucciderlo (difatti morirà per mano di una donna). Insomma c'è delicatezza da parte dell'autore nel trattare il tema non certo con lo sguardo dell'occidentale colonizzatore ma bensì quello del nativo con le sue credenze. Che poi il tema della "magia" di Charvez resti purtroppo nel sottofondo della storia è uno degli errori più o meno ricorrenti di Boselli che presta ai suoi nemici dei connotati speciali senza spiegarne l'origine o comunque farne uno dei loro veri punti di forza ( pochi mesi fa lo stesso Sandoral peccava, come personaggio, per gli stessi motivi ).

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 Che poi il tema della "magia" di Charvez resti purtroppo nel sottofondo della storia è uno degli errori più o meno ricorrenti di Boselli che presta ai suoi nemici dei connotati speciali senza spiegarne l'origine o comunque farne uno dei loro veri punti di forza ( pochi mesi fa lo stesso Sandoral peccava, come personaggio, per gli stessi motivi ).

 

Non sono d'accordo: il fascino di Charvez, a mio avviso, è anche nel fatto che il suo lato "magico" resta non spiegato, mai rivelato fino in fondo, come se fosse una minaccia sotterranea e mai ben chiarita: anche questo lo rende molto inquietante.

 

Non concordo nemmeno con Ahmed sulla questione della "indianità" di Tex. Qui è detto più volte che Tex è il capo dei Navajos, anzi, si viene addirittura ad accennare che anche Aquila della Notte abbia qualche potere, qualche strana "magia" da contrapporre a quella di Charvez. Lui stesso combatte Charvez col feticcio!

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Concordo in tutto quello esposto sopra da Ymalpas e Paco e ti dirò Ahmed,...durante la storia gli stessi Comanche e Charvez chiamano Tex Aquila della Notte,esternando un certo "rispetto" per il nemico che si appresta ad affrontarli....Tex va all'inseguimento del suo nemico Charvez con i bianchi,ma è Aquila della Notte che fà la storia fino al giusto finale in cui Ada scaccia i suoi incubi uccidendo Charvez.....Certo per essere rispettato e riconosciuto come il capo bianco dei Navajos non è necessario che sia vestito come quando si trova al villaggio,ma il suo carisma come capo del popolo Navajo emerge lo stesso,sopratutto da parte degli stessi comanche.......

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  • Collaboratori

- Ancora una volta Boselli eccede un po' troppo nelle lodi che i coprotagonisti rivolgono al nostro ranger, il più delle volte secondo me basterebbe il comportamento di Tex senza bisogno di sottolineature pleonastiche che un po' inceppano la narrazione.

 

 

Questo è un punto invece col quale mi sento pienamente d'accordo, capita spesso di dover leggere sia esclamazioni sia commenti sulla bravura di Tex, se non sono direttamente esibizioni come quella a Villa Diago a scapito dei docccioni (o gargoyle, in inglese).

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Avventura splendida,2015 iniziato e proseguito alla grande. Dal momento che non gradisco le recensioni fiume,sarò conciso come al solito. Sceneggiatura dall'impianto solido,verosimile,fondato su rabbia,crudeltà,disperazione e numerosi colpi di genio di Boselli (il doppio sogno,i cacciatori cacciati stile "Sierra Charriba",il finale con Ada vendicatrice),non c'è nulla di sbagliato,niente che mi abbia fatto ridere scioccamente,tutto fila liscio e rasenta la perfezione,è un crudo racconto western,notevole trasposizione a fumetto di una certa cinematografia revisionista anni '60/'70,i cui massimi esponenti furono Peckinpah,Penn,Altman e Leone. L'unica pecca è,secondo me,il tratto di Mastantuono,in particolare il suo personalissimo modo di ritrarre Tex,con un fisico da wrestler ed un viso a volte inguardabile (pag.104,per esempio) ed un'Ada quarantenne dai tratti di ventenne. Ho votato Charvez come personaggio,uno degli indiani più duri e spietati mai visti ed alla storia regalo un bel 9. Bravo Borden !

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Riprendendo il post di prima volevo solo aggiungere due osservazioni a quella perdita di orgoglio/rimpianto di cui parlava Ahmed postando due vignette in cui nella prima emerge la considerazione del nemico comanche per Tex come Aquila della notte....altro che non viene menzionato....:)

 

KkEluvt.jpg?1

 

 

e poi un altra vignetta dove i suoi compagni di viaggio bianchi sottolineano una qualità che solo un capo indiano come Aquila della Notte può avere proprio in quella veste.....Certo un semplice vaccaro o cittadino dell'est avrebbe fatto un chiasso infernale....non menzionano Aquila della notte ma è sottointeso che sanno benissimo delle sue abilità "indiane"....

 

X8J12GH.jpg?1

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  • Rangers

Mah. Secondo me Charvez di magico ha ben poco ed è giusto così.

Lo scrittore più in là di così non sarebbe potuto andare.

Charvez è un capo, uno dei tanti ribelli che Tex ha incontrato sul suo cammino.

Non è uno stregone e anche se lo fosse stato non poteva reggere il confronto con i grandi "maghi" comparsi in alcune storie memorabili.

A questo proposito mi è piaciuto l'accenno allo stregone bianco degli Hualpai sconfitto da Aquila della Notte.

Ecco Charvez molto probabilmente cercava di eguagliarne le gesta, in modo da poter entrare nella leggenda e far tremare ogni uomo che ne avesse sentito nominare il nome (proprio come capita con Mefisto, prova del fatto che ancora a questo punto della serie viene conosciuto come il terribile stregone bianco degli Hualpai)!

 

Sono d'accordo che in altre storie anche recenti non sia stata sfruttata la componente magica-fantastica, quelle storie ne avrebbero certamente guadagnato (vedi Alaska o nel ritorno di Cane Giallo :censored2::mazza::help: ).

In questo caso specifico però la storia secondo me poteva andare solo in questa direzione.

Charvez poteva avere solo quel ruolo e l'ha assolto in tutte le sue parti perfettamente! :ok:

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