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TWF - Tex Willer Forum

[730/731] Il mostro del gran lago salato


Sam Stone
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<span style="color:red">3 ore fa</span>, dario63 dice:

Premesso che questa cosa degli spoiler io proprio non la capisco (voglio dire, se uno viene a leggere i commenti in una sezione dedicata all'ultimo albo in uscita, che cosa sta cercando? Vuole sbirciare qualcosa tenendo le manine di fronte agli occhi, facendo finta di non capire nulla, oppure guarda dei commenti che, o sono costretti ad essere molto asettici per non rivelare nulla - e finiscono per essere poco significativi e generici - oppure esprimono un legittimo parere su una storia, e allora possono "rivelare" qualche dettaglio. Ma se uno teme questo tipo di anticipazione, che ci viene qui a fare, almeno in questo preciso momento??), non mi pare di aver fatto significative rivelazioni... 😇

 

Un commento ad una storia può contenere osservazioni interessanti che non riguardano la trama (ad esempio sullo stile del disegnatore, o sul proprio grado di apprezzamento della storia), e commenti più specifici che entrano nei dettagli. Io ad esempio sono qui senza aver letto il secondo albo, sono interessato ai primi ma mi irriterebbe leggere quelli del secondo tipo; non costa nulla segnalare questi ultimi con l'indicazione di SPOILER, come peraltro previsto dal regolamento :)

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SPOILER

SPOILER

SPOILER

Il 12/8/2021 at 18:32, Poe dice:

...sull'identità del Siats. Quello che sembra, da questo primo albo, potrebbe essere solo un abile depistaggio. E l'odio del "mostro" verso gli Utes potrebbe essere motivato da qualcos'altro che scopriremo solo nel secondo albo, magari legato alla mitologia della tribù, o a un passato oscuro e segreto degli Utes di cui né Tex né noi sappiamo ancora niente. Vedremo...

Ecco... le previsioni che avevo fatto, come spesso mi capita, erano sbagliate! :P Non c'è nessun depistaggio e il Siats è davvero quello che si immaginava all'inizio.

Niente di male ma, a parte l'identità, sinceramente mi aspettavo un maggiore sviluppo della personalità dell'antagonista, così come una spiegazione del suo legame con la leggenda indiana del Siats.

Il 20/8/2021 at 18:16, ymalpas dice:

la leggenda è proprio liquidata in UNA sola vignetta a pagina 19, come dire che un soggetto che nasce pensato per il Siats alla fine sfoci invece in una storia che parla invece di tutt'altro.

Sono d'accordo. Nel secondo albo l'elemento indiano, mitologico, non emerge (il vendicatore poteva avere una qualunque altra maschera) e la storia sposta troppo l'attenzione - secondo me - sul poco interessante Colter coi suoi sgherri, senza particolari trovate di sceneggiatura, tranne la scazzottata (con carcerazione) di Carson e il finale tragico tra padre e figlio (ma anche qui, qualche vignetta in più di dialogo, visto che è l'apice drammatico, avrebbe giovato, anche per una maggiore caratterizzazione dei personaggi).

Come vendicatore Melvin Conroy alla fine resta piuttosto inespresso, e dietro la maschera, potremmo dire, in fondo non c'è niente. (Sicuramente non è un personaggio nolittiano, basta vedere la differenza con l'Alvin Webb de "La grande Minaccia", per fare un esempio).

 

Ruju, come nel recente Texone "Old South", spreca - a mio avviso - l'occasione per approfondire elementi interessanti del soggetto (qui l'atmosfera orrorifica iniziale, il mistero del lago, un passato oscuro) per virare verso tematiche più usuali (Colter, l'oro, i pionieri aggrediti). Insomma la storia è discreta ma, dispiace dirlo, il secondo albo un pochino delude...

Ottimi fino alla fine, invece, i disegni di Benevento.

Modificato da Poe
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S

P

O

I

L

E

R

 

Ho apprezzato che il mostro nel titolo del primo albo non sia poi veramente un mostro, ma l'uomo mascherato per incutere timore: Ruju con il soprannaturale aveva già dato nella precedente "pistolero vudu".

Alla fine é una storia che si basa sul solito schema degli affaristi senza scrupoli, sempre pronti a tutto per impossessarsi dell'oro nelle terre degli indiani: serve il "casus belli" (omicidio dei componenti della carovana) per fare strage della tribù, con l'appoggio del militare corrotto di turno.

In più c'è questo bel personaggio del Siats che specialmente nel primo albo intriga abbastanza e tiene alta l'attenzione sullo svolgersi della vicenda.

Divertente nel primo albo la scena con il dollaro truccato con due teste, in base al quale i pards "decidono di non impiccare" il giovane scalcinato fuorilegge. 

Siats che poi è il figlio del militare allevato dal vecchio indiano; quindi niente sorprese e niente astrusità.

Nel secondo albo però il personaggio si sgonfia parecchio, e viene sconfitto senza troppi problemi.

Il finale non mi é piaciuto: non é giustificabile in alcun modo l'omicidio del proprio figlio ed il relativo suicidio del maggiore Conroy. Anzi, mi sarei aspettato che il padre avesse tentato di far fuggire il figlio ritrovato, per salvarlo in qualche modo e dargli la possibilità di vivere un'altra vita liberandosi dall'odio.

Buona invece l'idea di mettere Carson a "massaggiare" le teste dei soldati al posto di Tex.

I disegni sono buoni tranne alcuni primi piani di Tex toppati (vedere ad esempio a pag 67 del secondo albo l'ultima vignetta in basso a destra).

Nel complesso una storia discreta, ma dopo il primo albo mi aspettavo di più.

Come voto per me siamo sul 6,5 

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Può contenere S P O I L E R

Mi sono affacciato alla lettura dei due albi con viva preoccupazione, vista la presenza di un "mostro" e visto il disastro di Ruju con soggetti magici di tre mesi fa (e il pesantissimo "Manuela Montoya" del mese scorso), invece mi sono divertito.

Il Mostro non è tale, ma un essere in carne ed ossa e la storia è interessante e piacevole. In gran forma i due pards, con anche diverse massaggiate di capo come accade sempre più di rado (però sono rimasto deluso dal mancato pestaggio di Tex al maggiore all'inizio. Con GLB e il primo Nizzi lo avrebbe riempito di sberle, mi sono detto, ma poi ci ha pensato Carson alla fine a fare il diavolo a quattro). Belli i personaggi, buona la storia. Finale controverso...che bisogno aveva ll maggiore di uccidere il figlio e suicidarsi? Bisogna rifletterci su. Comunque finale a sorpresa che ci può anche stare.

Disegni validi.

Ruju 7.50

Benevento 7.50

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Sono freschissimo di lettura della seconda parte: mi preme premettere che, nonostante qualcosa sugli sviluppi della vicenda lo avessi già intuito al pari di altri sin dallo scorso albo, da tempo non ero così impaziente di poter avere tra le mani l'albo conclusivo di una storia, e ritengo che la mia attesa sia stata molto ben ripagata. 

 

Già la mia sola premessa credo basti a lasciare intendere come io sia rimasto soddisfatto da questa storia, probabilmente la migliore realizzata sinora su Tex da Pasquale Ruju (forse, chissà, poiché coadiuvato da @Barbanera, cui rinnovo i miei più sinceri complimenti :ok:, senza dimenticare gli ottimi disegni di Michele Benevento); voglio aggiungere di essere contento di aver potuto constatare come le azioni del Siats fossero manipolate da burattinai interessati a faccende ben più concrete della vendetta di uno "spirito", la cui vera identità non è stata di per sé affatto sorprendente (a questo riguardo, del resto, mi sono sempre detto del parere che più che "scoprire" chi impersonasse il Siats fosse interessante comprendere quali fossero i veri motivi alla base delle sue azioni violente), ed ha condotto ad un epilogo abbastanza forte che, tuttavia, è a mio avviso coerente con gli eventi che lo hanno preceduto.

 

Ulteriore nota di merito che ritengo sia da riconoscere al duo Ruju/Rizzo, la perfetta gestione dell'Altro Duo di pards, pressoché impeccabili lungo tutto l'arco della vicenda, con particolare lode per quanto riguarda la valorizzazione del Vecchio Cammello, non una semplice spalla ma un autentico coprotagonista :ok:.

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Primo albo decisamente più avvincente del secondo, con l’antagonista che si rivela essere chi “doveva” essere. Un paio di cose stonano, soprattutto la prima...ovvero, il tentativo di corruzione di Colter, davvero improponibile avendo già avuto a che fare con Tex. 

Poi, l’omicidio del Siats e soprattutto la sua imperturbabilità nel trovarsi di fronte al padre. A mio modo di vedere, due scene dove nemmeno la ben nota sospensione dell’incredulità ne permette l’accettazione.

Perdonatemi, non ho inserito SPOILER. Se un moderatore può rimediare...

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P O S S I B I L E

S P O I L E R

 

 

Concordo con le osservazioni espresse poco fa con chiarezza da @juanraza85 e quindi con un giudizio complessivamente positivo su questa storia. 

Tuttavia, due piccoli rilievi: a mio avviso, Ruju ha chiamato in causa anche in questo caso un interessante tema che mi pare gli stia molto a cuore, ossia le relazioni familiari tormentate, per lo più quelle fra padre e figlio - come, ma in maniera decisamente più complessa, ancorché non totalmente riuscita, con "La seconda vita di Bowen", oppure fra fratelli (come in "Sulla cattiva strada"). Ecco, proprio su questo versante la sua attuale storia mi sembra un poco un'occasione mancata, dal momento che mi sarei aspettato che l'incontro finale fra il maggiore Conroy e il figlio Melvin venisse esplorato con una cura superiore, non in pochissime vignette. La soluzione tragica ci può stare, ma almeno preceduta da qualche riflessione o minimo scambio di parole fra i due. Inoltre, il "Siats", per quanto ormai chiaramente sconfitto da Tex sulle rive del lago, sembra totalmente sottomesso (prima a Tex, poi al ritrovato padre), privo di parola, ben diverso dal "cattivo" combattivo che era apparso all'inizio. 

Altro dettaglio poco realistico a p. 74. Colter è ormai in fin di vita con la schiena spezzata e completamente sdraiato a terra: Tex sopraggiunge nella radura dove si trova il malcapitato, senza parlare e, si presume, facendo il minor rumore possibile. Ora, Colter individua senza esitazioni, pur senza avere la possibilità di vedere la persona che sta sopraggiungendo come Tex. Sarebbe stato facile evitare questa eccessiva perspicacia (per di più da un personaggio che non è apparso come dotato di grande acume, visto che si è fatto seguire da Tex e Kit conducendoli sulle tracce dei suoi complici) almeno disegnando Colter in una posizione diversa, oppure (meglio, a mio avviso) aggiungendo alla sua "nuvoletta" un elemento dubitativo (ad es. "Willer, siete voi?"). Non un gran difetto, ma stona un po' nella narrazione.

Modificato da dario63
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SPOILER

 

 

 

Preso e letto oggi questo secondo albo, che, devo dire, non mantiene a mio avviso le buone premesse del primo. Soluzione davvero "telefonata" per quanto riguarda l'identità del Siats: credo che davvero pochi lettori non avessero capito dal primo albo di chi si trattava. Speravo in un colpo di scena: nessun pathos, invece, nella rivelazione della sua identità, portata anche troppo per le lunghe.

Forse si poteva evitare di spargere a piene mani tutti quegli indizi fin dal primo albo, lasciando che il lettore potesse giungere a delineare i suoi sospetti nel corso del secondo: così invece fin dal mese scorso l'identità del Siats era ben chiara.

Per quanto riguarda il finale, unico colpo di scena, direi, di questo albo, lo trovo tanto tragico quanto affrettato. Si stenta a credere che i due Conroy, ritrovatisi dopo tanto tempo, non avessero che da dirsi 4 scarne parole prima della drammatica conclusione. A questo punto,  sarebbe stato meglio non mostrarne lo svolgimento, facendo udire a Tex, dopo la richiesta di Conroy di lasciarli soli, gli spari, per poi scoprire cosa era accaduto. Il lettore avrebbe potuto così immaginare lo svolgimento del confronto (che avrei fatto durare più tempo) che, per come viene mostrato, risulta invece poco credibile ed alquanto semplicistico.

Modificato da Jim Brandon
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3 ore fa, dario63 dice:

La soluzione tragica ci può stare, ma almeno preceduta da qualche riflessione o minimo scambio di parole fra i due. Inoltre, il "Siats", per quanto ormai chiaramente sconfitto da Tex sulle rive del lago, sembra totalmente sottomesso (prima a Tex, poi al ritrovato padre), privo di parola, ben diverso dal "cattivo" combattivo che era apparso all'inizio. 

 

SPOILER

 

La rassegnazione del Siats, benché possa sembrare che Stone rispetto alla belluina combattività che questi aveva mostrato fino al duello con Tex, potrebbe essere individuata nel contraccolpo psicologico che il "mostro" potrebbe aver accusato nel momento in cui si è reso conto della sconfitta, e con essa la fine di quella che, a torto o a ragione, considerava una sua battaglia personale.

 

In quest'ottica, potrebbe a mio avviso trovare spiegazione anche il breve ma drammatico confronto finale col padre, anch'egli sconfitto su tutta la linea e cosciente di essere al capolinea, esattamente come il figlio.

 

 

3 ore fa, dario63 dice:

 

Altro dettaglio poco realistico a p. 74. Colter è ormai in fin di vita con la schiena spezzata e completamente sdraiato a terra: Tex sopraggiunge nella radura dove si trova il malcapitato, senza parlare e, si presume, facendo il minor rumore possibile. Ora, Colter individua senza esitazioni, pur senza avere la possibilità di vedere la persona che sta sopraggiungendo come Tex

 

RI-SPOILER

 

Per quanto non particolarmente brillante, Colter poteva facilmente immaginare che solo Tex poteva essere sulle sue tracce. 

Modificato da juanraza85
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Spoiler

 

 

Il Siats è ispirato in buona sostanza al Berseker...il guerriero nordico, furioso,violento,avido di sangue.

È insensibile al dolore,non teme la morte, è un essere feroce e privo di pietà.è un killer, punto..ha subito un trauma terribile da giovane, diventa consapevolmente uno strumento di morte contro un intero popolo,gli Utes.

Non doveva comparire in alcun modo con traumi nel finale. se fosse stato troppo sfaccettato psicologicamente avrebbe perso la sua vera natura e il suo fascino secondo me.è stato sconfitto,ha cercato di compiere la sua missione,accetta la morte per mano del padre...la morte di entrambi chiude il cerchio di una storia fatta di vendetta cieca, insensata e di oro sporco di sangue...

Nolitta non c entra una verza...

 

Modificato da Barbanera
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Storia non banale, con squarci interessanti; vedi la triangolazione "Mostro"-"Trafficone"-"Ufficiale" che interagiscono a distanza ma sotto sotto con lo stesso intento: sbarazzarsi degli indiani. Siats in evidente e ripetuto affanno nei confronti dei due pards, artefice e vittima di un gioco più grande di lui e del quale si ignora la genesi. Ok le motivazioni, ma quando iniziano davvero le sue operazioni, quanti anni ha il figlio sventurato, come e di cosa ha vissuto prima di essere folgorato dal  fulmine della rivalsa concreta, come decide le sue forme di vendetta e in base a che cosa convince i suoi accoliti ad unirsi a lui e a rimanerci? Tutto un po' troppo abbozzato e nel finale della storia tutto abbastanza compresso, dopo un prevedibile e anticipato blocco della minaccia. Ma il ritmo c'è, l'idea buona di base anche (non originalissima nel complesso, ma come detto con buoni, singoli spunti) e i disegni aiutano ad alzare il giudizio complessivo, anche se i complimenti vanno soprattutto all'ideatore del tutto, che come direbbero a Roma è uno "de noantri".

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21 hours ago, dario63 said:

Colter è ormai in fin di vita con la schiena spezzata e completamente sdraiato a terra: Tex sopraggiunge nella radura dove si trova il malcapitato, senza parlare e, si presume, facendo il minor rumore possibile. Ora, Colter individua senza esitazioni, pur senza avere la possibilità di vedere la persona che sta sopraggiungendo come Tex. Sarebbe stato facile evitare questa eccessiva perspicacia (per di più da un personaggio che non è apparso come dotato di grande acume, visto che si è fatto seguire da Tex e Kit conducendoli sulle tracce dei suoi complici) almeno disegnando Colter in una posizione diversa, oppure (meglio, a mio avviso) aggiungendo alla sua "nuvoletta" un elemento dubitativo (ad es. "Willer, siete voi?"). Non un gran difetto, ma stona un po' nella narrazione.

Secondo me, più che questo, stona il fatto che Colter tenti di corrompere Tex e Carson dopo averli già conosciuti

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SPOILER

Purtroppo la frenesia di questi giorni, mi ha impedito di scrivere prima il giudizio finale dell’opera. L’albo conclusivo l’ho gustato in piena notte e, sebbene crollassi dalla stanchezza, ho staccato la luce solo dopo aver ultimato l’ultima pagina. Già questo aspetto depone a favore della prova: la sera prima, durante la rilettura di una delle ultime storie bonelliane “Uno sporco imbroglio”, mi sono assopito con il volume in mano :D. Facezie a parte, la storia che vede il debutto del nostro caro pard @Barbanera, mi ha soddisfatto. Non possiamo certo dire che sia un capolavoro, ma si fa leggere con interesse e assolve in pieno il suo compito di intrattenere piacevolmente il lettore. Il soggetto, sebbene non del tutto originale, è tutt’altro che banale e ricco di spunti interessanti. Onestamente anch’io, come altri utenti, ho percepito un leggero calo nel secondo albo, più che altro a livello di sceneggiatura, tuttavia Ruju, considerate alcune ultime uscite, si è difeso bene e la sua trama conserva un ritmo accettabile e lineare. Ho trovato molto performanti i due pards, e da carsoniano non posso che apprezzare il suo exploit all’interno del forte: mi piace credere che Antonello abbia voluto omaggiare così, la frangia di fan del “Vecchio Cammello” :). L’identità del Siats è prevedibile e spoilerata troppo presto, magari il flashback incriminato del primo albo poteva essere tagliato, ma tutto sommato non mi ha disturbato più di tanto. Ho apprezzato molto la figura arcana del vecchio Soshone cieco e la trovata di soggetto di allacciare, gradualmente le file delle azioni degli antagonisti, ognuno perseguendo un obiettivo diverso ma in fondo accomunato da un medesimo denominatore: la cacciata degli Utes. Il drammatico epilogo, anche se un po’ accelerato e magari non adeguatamente elaborato, ha il potere di colpirti allo stomaco e personalmente non me lo aspettavo, così come mi ha molto colpito pure la cruenta vignetta con il gigantesco Siats che fracassa “in diretta” la colonna vertebrale del malcapitato Colter. Il tentativo di corruzione del bieco mercante nei confronti di Tex era da evitare, davvero poco credibile come cosa, ma per il resto, bisogna ammettere che Colter, in fin dei conti, si rivela il vero burattinaio della situazione. Suo il “merito” di gestire a personale vantaggio l’odio per i nativi maturato da padre e figlio e presumibilmente, senza l’intervento dei nostri due pards, avrebbe avuto successo, mosso dalla bramosia dell’oro, ovvero una delle maggiori motivazioni che spingono gli uomini ad abbandonare la retta via. Una tipica storia da “Tex”, che, seppur senza eccellere, si fa apprezzare e mostra le qualità di soggettista di Antonello, che a mio avviso lo porteranno ad altre future apparizioni. Merita pure un plauso il curatore, che ha il coraggio e la passione dir difendere le buone idee, anche se provenienti da esordienti o non addetti ai lavori: un atteggiamento che denota amore per il personaggio, personalità e nessuna traccia di “snobismo” di sorta. Sotto l’aspetto grafico, se la prova poco ispirata di uno stanco Laurenti ha depotenziato la trama del ritorno di Manuela Montoya, qui Benevento, bissa l’ottima prestazione del debutto e si mostra un artista di tutto rispetto, un ottimo rafforzo per il team texiano. Un autore stiloso, molto abile nella narrazione “grafica”, un tratto personale che valorizza le sequenze di sceneggiature e discreta continuità di resa. Al sottoscritto piace particolarmente e spero di vederlo spesso impegnato sulla regolare. Il mio voto finale è 7

Modificato da Condor senza meta
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Ennesima delusione di un annata davvero mesta (almeno finora) per la serie regolare.

 

Stavolta almeno i disegni si salvano. Benevento si conferma un ottimo disegnatore. Anche se ci sono vignette che mi hanno fatto un po' sorridere, tipo a pagina 20 con gli indiani che si materializzano magicamente in mezzo all'erba bassa a 2 metri da Colter senza che lui li veda prima. Va bene che Colter sarà rappresentato per tutta la storia come un emerito imbecille, ma la scena così, non è drammatica, è ridicola. Il senso di ridicolo aumenta a vedere gli indiani, disegnati più grandi dei cavalli, minacciare i bianchi da un metro (è un arco, mica un lancia, a che serve avvicinarsi così rischiando una reazione?), oltretutto mettendosi in maniera che se mancano il bersaglio si ammazzano fra di loro...  :P

 

(Lo segno fra gli errori del disegnatore perché, anche se magari la descrizione di Ruju era proprio quella, per me un bravo disegnatore li segnala i problemi come questi o ci pone un po' di rimedio, e dubito che Ruju abbia dettagliato la scena al punto di indicare l'esatta posizione di ogni indiano).

 

Ma comunque a parte qualche inciampo come quello la prova di Benevento è più che buona e non è certo lui che affossa la storia...

 

Non so quanto sia presente nel soggetto di Barbanera e quanto sia farina del sacco di Ruju, ma la storia mi è sembrata un accozzaglia di parti diverse per tono e senso. Confesso che sono rimasto sorpreso leggendo il post precedente di Barbanera in cui dice che l'ispirazione gli è venuta dai Berserker, i guerrieri-orso... il comportamento dei "cattivi" in questa storia mi fa pensare più ad una setta di assassini tipo Thugs, si avvicinano silenziosi, guardinghi, attaccano di sorpresa solo piccoli gruppi non in grado di difendersi ed evitano a tutti i costi lo scontro frontale con i loro nemici, la loro forza sta nello stare nascosti e non farsi trovare, cancellando le tracce e stando rintanati al sicuro fra una strage e l'altra. Astuzia, tattica e pianificazione, attacchi a tradimento, nascondersi, combattere in assoluto silenzio...  non sono certo queste le cose che mi vengono in mente leggendo la parola "Berserker"

 

E cosa centra tutto questo con piani di speculatori, manovrati dagli indiani stessi (che per essere un gruppo di sbandati che non conosce nessuno conoscono davvero tanta gente...), con militari corrotti e trafficanti? Ma non era una storia d'atmosfera? Invece diventa una storia quasi comica con il commerciante che si fa infinocchiare come un pollo da Tex dimostrandosi un avversario ridicolo. Ma poi cambia ancora e diventa una tragedia greca (telefonatissima e prevedibile dall'inizio del primo albo) con padre e figlio che si incontrano senza riconoscersi e si portano alla morte e alla rovina a vicenda...  insomma "facciamo una storia che è un horror con un nemico quasi sovrannaturale, ma comica con avversari da operetta, che finisce in tragedia quando verrà svelato un segreto che tutti indovineranno da subito"...

 

Come ho detto, non so se il soggetto fosse già così incoerente o se è colpa di Ruju, ma tendo a dare più la colpa a quest'ultimo. Non tanto per "partigianeria da forum (:laugh:) che non mi fa attaccare un "collega", quanto per il semplice fatto che il professionista con decenni di carriera alle spalle è lui. Se questi problemi erano già nel soggetto originale, avrebbe dovuto mitigarli, magari facendo qualche cambiamento. È normale che il primissimo soggetto pubblicato di un non professionista possa avere qualche problemino, sta al professionista poi correggerli invece di amplificarli. E qui mi sa che una certa "faciloneria" di Ruju invece i problemi li ha amplificati.

 

Dubito che il soggetto originale specificasse che l'avversario dovesse avere la forza di Hulk (ma avete presente che forza ci vuole per rompere il collo di un uomo grande e grosso con le DITA di una sola mano?), e che lasciasse tracce che Tex trovava in cinque minuti facilmente ma tutti gli Utes non fossero capaci di trovare...

 

Già, gli Utes...  ma che figura ci fanno in questa storia? i loro avversari sono degli sbandati fanatici, nel loro territorio, guidati da un folle che ha sì la superforza di Hulk (Ruju davvero a queste esagerazioni non rinuncia mai, gli sarà rimasto l'imprinting da Dylan Dog, fra campi di forza antiproiettili, superpoteri vari, superforza, etc...), ma che non è capace di nascondere decentemente le sue tracce (Tex le trova ogni volta in cinque minuti, "dimentica" un dardo su una collana anche se si era avvicinato apposta per quello, etc.). Eppure sono tanto fifoni, cagasotto e terrorizzati da perdere immediatamente qualunque capacità, si fanno sistematicamente fregare, non sanno trovare tracce facilissime, e tremano ad ogni rumore pensando subito agli spiriti maligni...  la storia li presenta davvero come poveracci indifesi che senza Tex e Carson potrebbero essere sbaragliati da chiunque, basta che gli dica "buh! Sono uno spirito cattivo..." Infatti, di fronte a questo problema...  CHIAMANO TEX (non passa di lì per caso, vanno proprio a cercare Tex in un altro stato e a chiamarlo perché sono troppo terrorizzati per cercare tracce...)

 

E parlando del ritrovamento del dardo... non è un palese ed evidente errore di sceneggiatura? Autoquotandomi dal post in cui parlavo delle magagne del primo albo, "Pagina 45. Aneesha si salva perché il mostro non si accorge che il dardo ha colpito la collana, e infatti è ancora piantato lì. Per fortuna lui non ha raccolto i dardi, altrimenti l'avrebbe scoperta di sicuro. Lei però ha visto che ha i capelli rossi, mentre lui...  si chinava sui corpi a raccogliere i dardi???".

 

E la faciloneria con cui Colter svela tutto a Tex perchè crede di poterlo corrompere? (ma prima si fa pestare, e allora davvero la scena è totalmente incoerente), e poi...  corre gentilmente a far strada a Tex? Non so, sarebbe diverso se Tex gli avesse dato dei motivi, avesse architettato un piano articolato... ma no, basta che gli dica "adesso abbiamo tutto quello che ci serve", per spedirlo come un pirla a cercare i suoi complici? E Tex LO SAPEVA? (e che è, un indovino?)

 

Sono tutte scene singole, senza un collegamento logico fra di loro...  le prima scene con l'assalto sono drammatiche, e "prendono" il lettore, ma finita la scena per attaccarcene un'altra ci sono gli Uteh che non trovano tracce che Tex trova in 5 minuti. Ma una storia non si fa con scene appiccicate assieme! Le scene devono essere al servizio della storia!

 

Tipo a pagina 62, L'Incredibile Hulk si avvicina al campo dei coloni, e al combattimento, e si prepara a colpire...  a prima vista parte una scena drammatica, ma dopo mezzo secondo ti rendi conto che è ridicola...  si stanno sparando con dei fucili, e dovrebbero avere paura del pirla che avanza allo scoperto in mezzo alle pallottole armato solo di una cerbottana? Se voleva usare la cerbottana non era meglio se la usava PRIMA del combattimento per far fuori le sentinelle, non dopo allo scoperto facendosi sforacchiare da tutti. Solo che fare così sarebbe stato un piano ragionato, e davvero, per essere dei cospiratori, non ce n'è uno che ragioni in questa storia...

 

Subito dopo Tex e Carson irrompono sparando...  ah, che scena fica, non si era mai vista prima in Tex (sono ironico se non si capisse), solo che andrebbe fatta con un senso. E lì, in quella situazione, che senso ha che Tex e Carson arrivino in mezzo alla luce dei fuochi, facendosi vedere bene che sono solo in due, invece di attaccare dal buio? Ma anche qui, vorrebbe dire che Tex e Carson si comportano da esseri umani e non da eroi da fumetto "postmoderno" attuale, consapevoli del fatto che hanno la plot armor e sono invincibili, e quindi è più importante combattere in maniera "fica" che non farlo in maniera intelligente...

 

Boh, dopo i fasti delle passate "nizzate", mi sa che conio il termine "Rujate", riguardo a scene apparentemente "cool" ma totalmente prive di senso...  tipo a pagina 83 quando due indiani arrivando correndo completamente allo scoperto con Tex in guardia...  percorrono tutta la strada fino a lui prima che lui riesca a sparare il secondo colpo, solo perché serve a Ruju per fare la scazzottata e poi la scena dell'indiano che non sta giù...  lo stesso risultato si poteva ottenere ideando uno straccio di metodo, di trucco, che gli indiani usano per arrivare addosso a Tex. un buon nascondiglio, un trucco per distrarlo, qualcosa...   e invece no, Ruju conta sul fatto che "scena fica basta e avanza", ed ecco che Tex non riesce a premere il grilletto due volte nel tempo che i due impiegano ad arrivare da lui (10, 20 secondi?) semplicemente "perchè si"...

 

No, Ruju, non basta. Fai scene che abbiano un minimo di senso, per cortesia. Non credo di chiedere troppo, no?

 

 

 

 

 

 

 

 

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C'e' un escamotage che personalmente trovo ridicolo , anzi irritante : la lama nascosta nel tacco dello stivale. Intendiamoci: e' un classico della letteratura di avventura , e mi va benissimo , ma collocarla nel tacco e' assurdo . Mettetemela nascosta sul fianco dei Camperos ! Anzi una per lato e in entrambi gli stivali . Vorrei sommessamente far presente agli sceneggiatori che Tex e soci continuamente scendono da pietraie scoscese , passano ore ed ore a cavallo su e giu' per monti e torrioni e i tacchi dei loro stivali sono sempre li' , a fare il loro duro lavoro senza spostarsi di un millimetro . Poi pero' , appena non si riesce a far uscire l'eroe da una situazione che sembra senza speranza , ecco che con due dita si sfila il tacco ed esce la lama provvidenziale . Immagino che finita l'emergenza , basti infilare la lama nel suo alloggiamento e senza neanche un "click" l'avventura puo' ripartire . Maddai !  

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Beh, la lama nel tacco è un elemento che si era già visto in diverse storie del Tex "classico" di GL Bonelli, quindi il vederla riapparire un po' mi ha fatto piacere. Ma solo un po', perché effettivamente mi pare anche quella usata male in questa storia. Se ricordo bene (qualcuno ha un elenco di tutte le storie in cui viene usata per verificare?), ha un meccanismo di "sblocco" che impedisce di perdere il tacco camminando che la rende poco pratica per un emergenza come quella che si vede qui, non è una semplice lama nel fodero al posto del tacco.

 

Oltretutto è un escamotage usato raramente per levarsi dai guai in situazioni ben più disperate che non "oh, oggi ho dimenticato il coltello" durante una lotta... che Tex, in quella situazione, invece di colpirlo direttamente con le mani alla gola, o negli occhi, o di afferrare un sasso, o anche di fregare il coltello direttamente al suo avversario, si metta a fare il contorsionista piegando la gamba abbastanza da sbloccare il tacco, mi pare un po' arzigogolata come cosa...

 

Sai che impressione mi ha dato? Che invece dell'uso che ne faceva GL Bonelli, che era "Ho in mente un idea per una situazione davvero drammatica per Tex, ma come lo faccio fuggire? Mmm...  non mi viene in mente altro, userò il trucco del tacco"  (e la rarità con cui l'ha usato fa pensare che fosse proprio l'ultima cosa se non gli veniva in mente niente di meglio), questa sia stata una mera "citazione": "mmm... voglio fare una citazione della lama del tacco, che manderà in sollucchero i lettori...  facciamo che durante una lotta Tex non possa sparare, non possa usare una lancia che ha buttato via, non possa usare un suo coltello, gli metto un avversario forzuto che non possa battere a pugni, lo faccio disarmare così non può sparargli manco dopo, così giustifico l'uso del tacco...")

 

 

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<span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

citazione": "mmm... voglio fare una citazione della lama del tacco, che manderà in sollucchero i lettori...  facciamo che durante una lotta Tex non possa sparare, non possa usare una lancia che ha buttato via, non possa usare un suo coltello, gli metto un avversario forzuto che non possa battere a pugni, lo faccio disarmare così non può sparargli manco dopo, così giustifico l'uso del tacco...")

io non ci trovo niente di male: è un idea nuova, e ci sta.

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19 minutes ago, Grande Tex said:

io non ci trovo niente di male: è un idea nuova, e ci sta.

 

Perché tu non trovi nulla di sbagliato (o forse sei abituato così, perché purtroppo è come sceneggiano in troppi oggi) nel fatto che la storia nell'insieme (e quindi tono, intreccio, sense of wonder, avventura, etc.) venga piegata e sacrificata alla singola "scena fica" (cioè, alla quotabilità di una singola immagine sui social, o una sboronata di cui vantarsi o di una "citazione" che da punti...)

 

Oggi hai un sacco di "scene citabili", e la gloria degli autori viene da quanto te le citano, ma non hai più storie memorabili. Perché la "frase ganza" (o l'equivalente, in certi generi si punta allo schock, in altri alla frase moraleggiante) è considerata più importante dell'appassionare il lettore.

 

Se poi gli attuali lettori con un cortissimo attention span siano la causa o l'effetto di questo, non lo so.

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Contiene SPOILER...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allora...Devo ammettere che la storia mi è piaciuta seppur con due nei. Dall'inizio avevo intuito il finale con il legame familiare (e io sono un lettore poco sveglio) e non ho "capito " il finale. Sono "demeriti" di Ruju? Non lo so. Però la storia mi ha preso, scorre bene e grazie ai disegni di Benevento c'è una bella atmosfera. Carson è sul pezzo (ed è sempre una nota positiva) e Tex è ben riconoscibile. Il cattivo (Siats) è costruito in modo accattivante. Quindi il giudizio è positivo aspettando di capire le "colpe" di Ruju o le mie.:blink:

<span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

 

Perché tu non trovi nulla di sbagliato (o forse sei abituato così, perché purtroppo è come sceneggiano in troppi oggi) nel fatto che la storia nell'insieme (e quindi tono, intreccio, sense of wonder, avventura, etc.) venga piegata e sacrificata alla singola "scena fica" (cioè, alla quotabilità di una singola immagine sui social, o una sboronata di cui vantarsi o di una "citazione" che da punti...)

 

Oggi hai un sacco di "scene citabili", e la gloria degli autori viene da quanto te le citano, ma non hai più storie memorabili. Perché la "frase ganza" (o l'equivalente, in certi generi si punta allo schock, in altri alla frase moraleggiante) è considerata più importante dell'appassionare il lettore.

 

Se poi gli attuali lettori con un cortissimo attention span siano la causa o l'effetto di questo, non lo so.

Visto che i tuoi post sono sempre interessanti (seppur non condivida lo stile, il tono e l'eccessiva pignoleria/attenzione  ma dipende dal carattere e dalla personalità) sarei curioso di sapere una tua top 20 o top 50 di Tex (anche non in questo post).

Certe cose che hai fatto notare nella storia sono plausibili e probabilmente corrette. Ero troppo immerso nella lettura e non le ho notate (sono un lettore poco attento).

 

 

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3 ore fa, Diablero dice:

 

Perché tu non trovi nulla di sbagliato (o forse sei abituato così, perché purtroppo è come sceneggiano in troppi oggi) nel fatto che la storia nell'insieme (e quindi tono, intreccio, sense of wonder, avventura, etc.) venga piegata e sacrificata alla singola "scena fica" (cioè, alla quotabilità di una singola immagine sui social, o una sboronata di cui vantarsi o di una "citazione" che da punti...)

 

Oggi hai un sacco di "scene citabili", e la gloria degli autori viene da quanto te le citano, ma non hai più storie memorabili. Perché la "frase ganza" (o l'equivalente, in certi generi si punta allo schock, in altri alla frase moraleggiante) è considerata più importante dell'appassionare il lettore.

 

Se poi gli attuali lettori con un cortissimo attention span siano la causa o l'effetto di questo, non lo so.

Ma le scene o frasi shock,come le chiami ,sono fatte proprio per fare appassionare il lettore.E alla fine,è questo che conta quando si legge un libro,un fumetto o quando si guarda un film o una serie tv: divertirsi. Se poi a te danno fastidio,allora è questione di gusti 

Una storia è fatta di scene: e se tutte o quasi sono fiche,allora per forza di cose tutta la vicenda  per quanto magari non troppo logica, è appassionante,e questo è ciò che conta di più,a meno che non si scada proprio nell' assurdo,o che i personaggi siano incoerenti .

Ma in questo caso la storia in sè per me è logica e coerente

Modificato da Grande Tex
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Anch'io la penso più o meno così.

L'unica cosa tra quelle citate da Diablero che davvero stona è quando Colter pensa di corrompere Tex e Carson dopo averci già avuto a che fare: improponibile (come del resto avevo già notato anch'io e qualcun'altro).

Per il resto non vedo particolari brutture sulla storia, anche se il finale non mi ha entusiasmato.

Che l'identità del Siats sia facilmente intuibile non é un male: non é un giallo-western come potrebbe essere considerato anche "la figlia di Satania", che fino a un certo punto lascia nel dubbio sull'identità dell'avversario.

Gli Utes sono rintronati dalla paura da non riuscire a combinare nulla? I pellerossa erano molto superstiziosi e ci stà.

Il Siats é troppo forte? Se si sa dove colpire il corpo umano si possono fare danni irreparabili anche senza avere la forza eccessiva di Hulk. Posso capire che la strega in "pistolero vudu" sia troppo potente, ma se anche questo Siats é troppo forte non si può inventarsi nessun nemico originale; ci si deve limitare al solito bieco signorotto che vuole spadroneggiare il paese dove ha messo le tende, e ai soliti biechi pistoleri che vengono sfoltiti un po' per volta dai pards.

Tex e Carson dovevano attaccare al buio e non uscire allo scoperto come hanno fatto?

Ma parliamo sempre di un fumetto, non é una vera azione militare da studiare nei dettagli al tavolino.

Ci saranno centinaia di storie anche ai tempi di G.L. Bonelli dove i nostri si lanciano allo sbaraglio e naturalmente tutte le pallottole li sfiorano senza poterli uccidere.

Se si boccia questa storia allora si devono bocciare quasi tutte (se ne salvano poche di Boselli, ma solo quelle riuscite particolarmente bene): in questo caso uno si dovrebbe domandare perché continua a leggere Tex.

 

Modificato da zagor70
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3 minutes ago, zagor70 said:

in questo caso uno si dovrebbe domandare perché continua a leggere Tex.

Tranquillo che QUESTO Tex smetterei presto di leggerlo. Per fortuna di solito (almeno fino all'anno scorsoi) è scritto molto meglio...  (anche Ruju, non se se è perché ormai ho notato certe sue brutte abitudini e le noto subito, o se davvero sta scrivendo peggio, ma le sue storie fino a poco tempo fa non mi erano così indigeste...)

 

Più che altro, se piace questo livello di scrittura, non capisco perché prendere PROPRIO Tex...  di fumetti scritti così, con trame così scombiccherate e personaggi che fanno cose senza senso, è pieno il mondo, andrebbe bene un qualunque altro fumetto Bonelli... Io prendevo Tex proprio perché cercavo cose migliori...

 

Comunque, mi hai convinto su una cosa: un personaggio che spezza il collo di un altro con una mano sola (quindi, senza alcun punto dove poter torcere, a meno di non farlo con pollice e indice mentre il resto della mano sta ferma), cioè in grado probabilmente  di sollevare un cavallo con due dita (cioè due cavalli, uno per mano), è davvero tipicamente western. Come cavolo faceva John Ford a fare i film senza?

 

Normallissimo poi che lo stesso personaggio non riesca ad impedire a Tex di muoversi con entrambe le mani, ma si sa che Tex può sollevarne quattro, di cavalli...

 

La prossima volta che ci mettiamo, uno che corre come Flash? Tanto è normalissimo che qualcuno corra veloce, nel west, no?

 

 

5 hours ago, Diablorojo82 said:

Visto che i tuoi post sono sempre interessanti (seppur non condivida lo stile, il tono e l'eccessiva pignoleria/attenzione  ma dipende dal carattere e dalla personalità) sarei curioso di sapere una tua top 20 o top 50 di Tex (anche non in questo post).

Certe cose che hai fatto notare nella storia sono plausibili e probabilmente corrette. Ero troppo immerso nella lettura e non le ho notate (sono un lettore poco attento).

 

Non sarei in grado. Non ho classifiche di opere, non ne faccio mai, a parte che non mi ricorderei tutti i titoli, se vedi non metto mai nemmeno i voti alle storie. Non ha senso per me mettere tutte le storie in una scala unica, come se ci fosse un unica maniera di sbagliarle o di farle bene. Preferisco spiegare le cose che mi sono piaciute e quello che non ho gradito.

 

Oltretutto, se mi chiedessero di fare una classifica di "tot cose che preferisco", (cibo, film, fumetti, etc) so che subito dopo avrei solo voglia di mangiare o vedere qualcosa FUORI da quella classifica...  (provaci a mangiare sempre i tuoi 3 cibi preferiti e vedi poi quanto tempo rimangono preferiti). La mia storia preferita è, ogni volta, quella che ho voglia di leggere in quel momento...

 

Però posso dire che dubito molto che avrò mai voglia di rileggere le ultime storie pubblicate sulla serie regolare...

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<span style="color:red">10 minuti fa</span>, Diablero dice:

Comunque, mi hai convinto su una cosa: un personaggio che spezza il collo di un altro con una mano sola (quindi, senza alcun punto dove poter torcere, a meno di non farlo con pollice e indice mentre il resto della mano sta ferma), cioè in grado probabilmente  di sollevare un cavallo con due dita (cioè due cavalli, uno per mano), è davvero tipicamente western. Come cavolo faceva John Ford a fare i film senza?

Ammetto che la scena è al limite, tuttavia sulla saga si è visto questo e altro. Senza andare a spulciare i vecchi albi, ricordo che nelle prime storie Bonelli faceva divellere a mani nude le barre di una cella a Tex; Pat Mac Ryan e Gross Jean a mani nude distruggevano i saloon e anche Boselli permise a Tex con un braccio rotto, di rimanere in bilico su un precipizio. Di forzature e incongruenze la saga ne è piena, ma è ovvio che, trattandosi di un'opera di fantasia, vanno pure accettate con la tanta decantata "sospensione dell'incredulità". Le "licenze poetiche" su Tex ci sono sempre state e non solo adesso. Per il resto, non entro in merito sulle valutazioni soggettive degli utenti, anzi le rispetto a prescindere se mi trovino d'accordo o meno. 

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