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TWF - Tex Willer Forum

[765/766] La collera di Falco Giallo


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<span style="color:red">11 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

 

Dissento in maniera netta, assoluta e totale. La peggiore storia di Tex in assoluto è "Oltre il fiume" un concentrato del peggio del peggio della scrittura di Nizzi

Da Cane Giallo a Falco Giallo.

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La sceneggiatura del secondo albo non è indecorosa come quella del primo, ma Tex non ha alcun guizzo. Anzi, se non fosse per il (telefonatissimo e improbabilissimo) colpo di fortuna, gli Shoshones sarebbero stati ripresi.

Macchiettistiche tutte le figure dei militari.

 

Salvo solo i disegni del grande maestro Ticci, che avrebbe meritato ben altra sceneggiatura.

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Storia molto divertente ma che non è esente da difetti, che in questa seconda parte si fanno più significativi.
Succedono un sacco di cose e la storia procede bella spedita, il ritmo non è certo un problema per Nizzi e ci si diverte a seguire Tex e compagni in questa fuga rocambolesca in barca, treno e cavallo: è uno spasso, ad un certo punto mi aspettavo di vederli capitare in aeroporto e prendere un aereo.
Ci sono però situazioni che mi hanno fatto storcere il naso fino a farmelo cadere: lo sto ancora cercando.

Passi che Tex rubi un treno, boh, in fondo lo prende solo in prestito e se vogliono vanno a riprenderselo. Ma il furto di cavalli mi ha fatto male. Si fa puntare il fucile alla schiena e viene cacciato malamente, dopo che il padrone e i due figli rifiutano le sue insistenti offerte. Tex cosa fa? Torna e li ruba nottetempo dando dei bifolchi e degli zoticoni a quei tipi solo perché non avevano avuto interesse a vendergli gli animali. L'ho trovato un comportamento di una bassezza irreale: ma non è Tex quello che dovrebbe stare dalla parte della gente? Mi rubi i cavalli e mi insulti pure? Poco importa lasciare il sacchetto con la mancia, quei cavalli non erano in vendita, non importa se sei un ranger o il messia bianco degli indiani!
Poi tutto procede bene (farsi passare come mercanti dagli uomini del forte mentre gli altri proseguono a piedi è stata una bella trovata, forse la mia scena preferita dell'albo. Aveva un che di Tex classico by GL Bonelli) fino alla scoperta del passaggio segreto dietro la cascata:  la scena con le indiane che passano per caso e Tex che chiede loro da dove arrivano l'ho trovata un po' surreale, sicuramente banale. Gestita meglio sarebbe risultata più genuinamente comica.
Il finale invece è un disastro. Tex accusa Drayton di essere in combutta con Brazer, così all'improvviso e senza uno straccio di prova, senza averne fatto mai alcun cenno prima di allora. Lui e Carson indagheranno, dice, mah. Mi è sembrato un dialogo campato per aria. Poi il bambino piange e Drayton muore. Ecco, l'albo doveva finire qui, con una scena forte, per far dimenticare i punti meno riusciti: avrei detto che nonostante i difetti era un albo più che buono e in generale una storia ben riuscita. Invece Nizzi evidentemente era andato corto con la sceneggiatura e le ultime cinque o sei pagine le riempie a casaccio con un anticlimax imbarazzante. Tex che convince i militari a tornare a casa esordendo con un "Parliamoci chiaro, ragazzi!" totalmente fuori luogo nei toni. Anche tutta la spiegazione è aria fritta, ormai la vicenda è finita, al lettore non interessa.
Poi succede una cosa incredibile: Tex accompagna Falco Giallo attraverso il passaggio dietro la cascata e comincia a fargli la telecronaca di quello che sta succedendo, come se fosse scemo. "Ecco, qui c'è il passaggio che ci porterà dalla tua gente", "Ecco, lì c'è la tua gente che ti aspetta". Ma cos'è pensa che sia cieco? Non li vede da solo? Poi il colpo di genio: "Buona fortuna qui in Canada, comunque se volete potete anche ritornare nella vostra riserva, tanto nessuno vi darà più problemi". Ma come?! Dopo tutto il casino fatto per farli scappare li rimetti nei guai? Capisco che i soldati probabilmente non daranno più loro fastidio, ma sono comunque persone che per vendetta hanno commesso un massacro, mi sembra il minimo che rimangano in esilio in Canada. Penso che quelle ultime pagine dopo la morte di Drayton siano gestite talmente male che pure un bambino le avrebbe scritte meglio. Tutto il bel ritmo della storia, mandato in vacca.

C'è da dire che l'ho letto tutto d'un fiato, credo non mi fosse mai successo da quando leggo Tex. E mi sono divertito in una maniera che mi succede solo quando leggo le vecchie storie di Bonelli. Che mal di naso però (l'ho ritrovato, era finito sotto il letto!).

Può essere che a furia di storie pesanti e che si prendono troppo sul serio mi sia venuto il naso troppo sensibile? In fondo quante volte può capitare ultimamente di divertirsi davvero leggendo un fumetto? Ha senso dare troppo peso ad eventuali leggerezze?
Azzardo un 7- come voto complessivo ai due albi, ma potrei rileggerla e far sparire quel meno, forse anche trasformarlo in un più. A dir la verità, ho già voglia di rileggererla, quindi c'è speranza. Per me Nizzi è promosso.

  • +1 1
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Fresco di lettura del secondo albo, che chiude la controversa storia del duo Nizzi-Ticci, integro il commento abbozzato il mese scorso e procedo con la valutazione finale.

 

Il primo albo è stato oggettivamente carente, per via di alcuni snodi forzati e degli errori piuttosto marcati commessi da Tex, tutti aspetti che denotano il livello ormai approssimativo d'ispirazione di un Nizzi alquanto bollito.

Su quei passaggi infelici ovviamente si poggia pure il secondo albo, ma ammetto che si è mostrato quantomeno più ritmato e divertente. 

 

Di errorini e passaggi forzati ne troviamo pure qui, ma l'autore riesce a imbastire una bella volata di eventi durante la rocambolesca fuga di Tex e gli indiani di Falco Giallo, che intrattiene e non fa sbadigliare. In alcuni tratti, mi è sembrato di rivedere le scene lungo l'Atabaskha Lake con trucchetti fra battelli e ispezioni a vuoto, qui si aggiunge pure un furto di locomotiva e un meno edificante ratto di cavalli (o quasi, visto che lascia del denaro, ma il gesto rimane).

 

Mi è piaciuta la sequenza lungo il forte al confine, dove finalmente i nostri tornano a essere degli ottimi strateghi, disposti a rischiare pur di ottenere l'obiettivo, di contraltare non ci fanno una bella figura i militari, bellamente presi per il naso, ma non si può avere tutto dalla vita. :lol:

 

Anche l'idea del parto permette una sequenza tenera, che tende a ingigantire le figure di Falco Giallo e del sergente Coster, al cospetto di un vile e odioso colonnello che finisce meritatamente la sua infausta esistenza contro la lama del fiero indiano. Meno piacevole la scorciatoia surreale del passaggio scoperto con una botta di fortuna con la "C" maiuscola :lol: , grazie alla "strana" presenza di pedoni indiani che passano di là solo per aiutare lo sceneggiatore a dipanare la matassa, ma purtroppo non è una novità del recente Nizzi quello di usufruire di simili trovate.

 

Ricapitolando: storia tutt'altro che memorabile, che raggiunge una risicata sufficienza solo per via di un secondo albo più decente e per i maestosi disegni di Ticci; tuttavia visto le critiche e le premesse iniziali, temevo sfracelli e invece si è visto decisamente di peggio sulla saga.

 

Con Ticci ho ormai speso tutto gli aggettivi possibili e ogni sua prova continua a stupirmi. Personalmente faticherei a credere, se non lo sapessi, che l'artista ha superato i quattro ventenni d'età: aldilà della fisiologica evoluzione di tratto che ha portato a una sintesi più marcata, la mano continua a essere strepitosa e la regia delle inquadrature ottimale. I paesaggi del maestro Senese sono pura poesia, così come il suo dinamismo e i suoi cavalli. Tex e Carson conservano i loro tratti, che da più di cinquant'anni li caratterizzano e trovo sempre perfetta la recitazione facciale dei personaggi che appaiono tra le tavole.

 

Un esito così ottenuto da un disegnatore anziano che ha combattuto con problemi seri alla vista è quasi prodigioso. Noi lettori di Tex dobbiamo ritenerci onorati e fortunati di aver potuto disporre di un talento così sulla saga che amiamo, un fuoriclasse assoluto che merita un posticino d'onore nell'Olimpo del fumetto mondiale. Il mio voto finale è 6

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3 hours ago, Condor senza meta said:

Un esito così ottenuto da un disegnatore anziano che ha combattuto con problemi seri alla vista è quasi prodigioso. Noi lettori di Tex dobbiamo ritenerci onorati e fortunati di aver potuto disporre di un talento così sulla saga che amiamo, un fuoriclasse assoluto che merita un posticino d'onore nell'Olimpo del fumetto mondiale.

E qui la questione diventa "filosofica", se non etica...

 

C'è chi "compensa" la pochezza della trama (che comunque trova estimatori nelle persone stremate dalle ultime estenuanti "saghe" di Boselli, a cui vorrei dire che quando i lettori sono tanto disperati da preferire questo Nizzi solo perchè almeno è semplice, vuol dire che qualche dubbio sul fatto di aver esagerato dovrebbe venirgli...), con la bellezza dei disegni, dando un voto che è una "media".

 

Io non la penso cosi. Per me è un AGGRAVANTE.

 

Per quanto ancora Ticci lasci a bocca aperta, sappiamo tutti che non ha vent'anni, non sappiamo per quanto tempo riuscirà a tenere questa qualità. E la sua produzione è già calata. Quindi abbiamo MENO TICCI, e per UN TEMPO LIMITATO.

 

Sprecare questi disegni per una storia simile è un crimine. Per me è un aggravante: una storia da 4, se spreca un disegnatore simile, diventa da 3.

  • +1 2
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Adesso, Diablero dice:

C'è chi "compensa" la pochezza della trama (che comunque trova estimatori nelle persone stremate dalle ultime estenuanti "saghe" di Boselli, a cui vorrei dire che quando i lettori sono tanto disperati da preferire questo Nizzi solo perchè almeno è semplice, vuol dire che qualche dubbio sul fatto di aver esagerato dovrebbe venirgli...), con la bellezza dei disegni, dando un voto che è una "media".

 

Sprecare questi disegni per una storia simile è un crimine. Per me è un aggravante: una storia da 4, se spreca un disegnatore simile, diventa da 3.

 

Concordo in tutto: mi ha fatto rabbia vedere uno come Ticci sprecato per una storia simile (come Magnus per il Texone, che aveva una trama veramente penosa).

 

Inoltre, è vero anche il fatto che si costruiscono ultimamente delle storie complicate come l'ultima di Mefisto: se si accetta la semplicità di una storia di Nizzi, vuol dire che le storie ingarbugliate piacciono poco...

 

 

 

Edited by joe7
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Concordo sul fatto che questa storia più semplice sia stata apprezzata ANCHE per il suo essere arrivata dopo alcune storie un po' pesanti e forse più lunghe del necessario. Però credo anche che sia ingiusto negare che per qualcuno, me compreso, possa  avere valore di per sé.

 

Dire che i disegni di Ticci siano un difetto invece che un pregio per questa storia poiché quest'ultima non sarebbe all'altezza del maestro è paradossale: vi state accanendo su Nizzi andando contro la logica. Dire che se fosse stata realizzata da un disegnatore meno bravo avrebbe meritato un voto più alto è semplicemente un controsenso.

 

Posso capire quello che intende @Diablero. È come se il nostro attore preferito scegliesse come ultimo film una robetta da poco, lasciandoci con l'amaro in bocca. Comprensibile, ma ha senso dare la colpa al film e dire che il film è ancora più brutto perché quell'attore avrebbe potuto essere in un altro?

 

Qui si sta cercando di piegare le regole della logica per farla convergere verso le proprie convinzioni :P

 

Io nel dubbio ho preferito non parlare dei disegni di Ticci nel mio commento alla storia. Sapendo dei problemi di salute, ho preferito sospendere il giudizio (che sarebbe stato nel complesso affettuosamente positivo).

  • Confused (0) 1
  • +1 3
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Il 14/08/2024 at 23:09, Diablero dice:

Io non la penso cosi. Per me è un AGGRAVANTE.

 

Per quanto ancora Ticci lasci a bocca aperta, sappiamo tutti che non ha vent'anni, non sappiamo per quanto tempo riuscirà a tenere questa qualità. E la sua produzione è già calata. Quindi abbiamo MENO TICCI, e per UN TEMPO LIMITATO.

 

Sprecare questi disegni per una storia simile è un crimine. Per me è un aggravante: una storia da 4, se spreca un disegnatore simile, diventa da 3.

Il tuo punto di vista può essere condivisibile, ma evidentemente in redazione la pensavano diversamente quando fu assegnata la storia, quindi inutile piangere sul latte versato.

 

Mi viene di aggiungere che pure Villa fumettista non è stato estremamente sfruttato a dovere e purtroppo ogni sua prova dura anni e anni, visto la concomitanza della stesura delle copertine.

Pensandoci bene: la lunga mefistolata e La Cavalcata del destino non sono certo dei capisaldi della serie, in mezzo un texone dalla lunghissima gestazione, con una trama classica, buona ma non ai livelli dei migliori lavori boselliani. Evidentemente è il rischio del mestiere per i fuoriclasse del pennello. 

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Allora...Partiamo dagli aspetti positivi...Il ritmo non è male, si bada al sodo, la fuga verso il Canada incalza, ci sono diversi personaggi che hanno il loro bel ruolo, i disegni di Ticci sono come al solito e seppur in fase calante il dinamismo e gli indiani ricordano i vecchi tempi, qualche siparietto tra i pards strappa un sorriso.

I pards...Proprio sulla loro gestione secondo me ci sono state troppe cose discutibili.

Nizzi mette subito in difficoltà Carson (che poi si riscatterà) e sviluppa la trama sugli errori di Tex (errori magari utili per la storia) che si riscatterà relativamente (a parte un paio di trovate strategiche e qualche filippica).

Falco Giallo chiude il cerchio della storia salvando la sua famiglia e dando pan per focaccia all'odioso militare.

Bah...Il Color di Nizzi è stato classico e lineare ma con poche macchie nella gestione dei pards.

In questa doppia ci sono troppe macchie che non sono neppure bilanciate da una grande storia.

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<span style="color:red">19 ore fa</span>, Il Signore dell&#x27;Abisso dice:

Bah, di Nizzi ho letto di peggio.

La storia tutto sommato scorre via... 

 

Assolutamente, alla fine è una storia che scorre via bene, certo non un capolavoro ma mica lo possono essere tutte.

E Ticci è qualcosa di clamoroso ancora oggi, ma ammetto essere di parte visto che io ho sempre amato il suo tratto.

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Il 8/8/2024 at 16:53, Poe dice:

Ma tutto l’albo è pieno di scene improbabili, inverosimili, di continue beffe in cui c’è sempre qualcuno beffato da qualcun altro, più da fumetto comico che d’avventura.

 

Concordo, storia "topolinesca" scritta senza sforzarsi un minimo per rendere la trama più appassionante e verosimile.

Probabilmente ho comunque letto di peggio su Tex:snif:

Faccio finta di farmela andare bene solo grazie ai disegni del Maestro Ticci...

  • +1 1
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Il 09/07/2024 at 18:23, cuervojones dice:

 

Ho visto Tex impiombare spesso puma e coyote. E forse anche qualche lupo in Canada. Quindi non credo che avrebbe mai detto "viva il lupo" o  "lunga vita al lupo".  Molto più probabile, dovendo scegliere, "Crepi". 

 

Pero' magari ho torto... Ma il contesto quello era... I puma e i coyote se potevano li impiombavano perché erano pericolosi... 

Il problema, però, qui non è cosa avrebbe dovuto rispondere Tex perchè, alla sua epoca, l'unica risposta poteva essere soltanto "Crepi"; la risposta politicamente corretta "viva il lupo" ha iniziato a diffondersi soltanto da pochi anni

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Non sono d'accordo per due motivi:

- Tex non scappa, non è ricercato, al massimo aiuta gli shoshoni a scappare

- Tex giunge effettivamente sul suolo canadese, ma fondamentalmente si ferma pochi passi oltre il confine e lo fa solo nelle ultime pagine

 

Quindi per me Fuga VERSO il Canada è un titolo che descrive al meglio la vicenda, che più che sulla meta è incentrata sul percorso. Anche perché fino alla fine il lettore non deve sapere se Tex ce la farà o meno a lasciare il Montana, quindi un titolo come il tuo Tex scappa IN Canada sarebbe un grosso spoiler circa l'effettiva riuscita dell'impresa!

Edited by frank_one
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Enrico dice:

Il problema, però, qui non è cosa avrebbe dovuto rispondere Tex perchè, alla sua epoca, l'unica risposta poteva essere soltanto "Crepi"; la risposta politicamente corretta "viva il lupo" ha iniziato a diffondersi soltanto da pochi anni

 

Io ho sempre risposto "crepi" e sempre così risponderò.

 

Vorrei davvero sapere chi sono questi sconosciuti che si mettono a strologare sul "modo corretto di rispondere". Ma chi glielo ha mai chiesto? Non sanno fare altro che imporre agli altri che d'ora in poi si deve dire così ed è giusto dire così perchè lo diciamo noi sconosciuti? Ma chi siete? Dei semidei? Fino a quando saranno ascoltati questi sconosciuti che sputano sentenze? (non parlo di te, Enrico, parlo di questi sconosciuti)

 

Io comunque risponderò sempre "crepi".

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  • co fondatore
Posted (edited)

Critico solo la scelta di definire "topolinesca" la trama della storia in questione: vi invito a rileggervi storie gialle di Gottfredson, Martina o ancora Mezzavilla. Con Topolino o altri del suo microcosmo protagonisti. Poi ditemi.

Edited by Mister P
  • +1 2
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Just now, frank_one said:

Il politicamente corretto su Tex? Ottimo modo per perdere lettori.

 

È già arrivato da anni (da quanto tempo non vedi Tex chiamare un cinese "limoncino" o usare la spaventosa e terrificante parola che inizia per N?). Ma come tutte le cose che diventano poi una moda, poi un ossessione e poi una cappa oppressiva, il politicamente corretto ha una base di partenza condivisibile, e uno sviluppo che anche quando smette di essere condivisibile rimane più che tollerabile.

 

Tex in questo momento per me è al limite. Mi va benissimo non fargli più usare termini offensivi (però andrebbero utilizzati ALTRI termini offensivi non razziali, quando pesta qualcuno magari non lo chiama "limoncino" ma potrebbe ancora chiamarlo "giuggiola" o "sacco di letame", non si può vedere un Tex che parla come un regolamento...), non mi va più bene andare a cancellarli nelle storie degli anni 50.

 

Più che il politicamente corretto in sé, che per ora non è arrivato agli eccessi isterici che vediamo negli USA, mi preoccupa la venerazione di troppi autori Bonelli per le storie "impegnate" di Berardi e il desiderio di "berardeggiare" con storie "educative" (davvero, va bene che Berardi è bravo, ma HA VENDUTO MENO DI TUTTI! Dove sono gli emuli di D'Antonio, di Nolitta, di Castelli, che vendavano tutti più di lui? Figurati poi GL Bonelli...  ogni tanto malignamente penso che la Bonelli dovrebbe cominciasre a pagare in base alle vendite anche sui mensili da edicola, solo che dopo tutti vorrebbero andare su Tex...)

 

Però, prima che torni Poe a redarguirci... qui stiamo davvero sparando aria fritta, va bene che è agosto, siamo annoiati in attesa di nuove storie di cui (s)parlare, ma mi pare eccessivo costruirsi tanti castelli in aria solo per la presenza di quattro donne. Oltretutto le storie di GL Bonelli erano ZEPPE di donne "toste" senza tanti problemi (certo, è sempre una faccenda di fiducia negli autori...)

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<span style="color:red">57 minuti fa</span>, frank_one dice:

Non sono d'accordo per due motivi:

- Tex non scappa, non è ricercato, al massimo aiuta gli shoshoni a scappare

- Tex giunge effettivamente sul suolo canadese, ma fondamentalmente si ferma pochi passi oltre il confine e lo fa solo nelle ultime pagine

 

Quindi per me Fuga VERSO il Canada è un titolo che descrive al meglio la vicenda, che più che sulla meta è incentrata sul percorso. Anche perché fino alla fine il lettore non deve sapere se Tex ce la farà o meno a lasciare il Montana, quindi un titolo come il tuo Tex scappa IN Canada sarebbe un grosso spoiler circa l'effettiva riuscita dell'impresa!

Tex scappa inseguito dai soldati.

Non cerca nemmeno di rubar loro dei cavalli per le donne e i bambini che rallentano la fuga.

Tex scappa.

Non cerca nemmeno di rallentare i soldati con la tecnica di QFM il Temporeggiatore.

Tex scappa.

Non tende agguati ai soldati senza far loro del male e non cerca di appiedarne qualuno ammazzando qualche cavallo.

Poveri cavalli, che colpa ne hanno loro se portano in groppa i soldati?

Tex scappa.

E non muove un dito neanche per scappare più veloce.

Tex scappa.

E quando arriva al fortino non trova di meglio che dare false generalità e ha anche il gran culo (scusate il francesismo) di non essere riconosciuto da nessuno, il ranger più famoso d'America (del nord, Canada e Messico compresi, del centro e del sud) e famoso anche in Asia (almeno del Borneo).

Tex si limita a scappare.

Non fa altro che scappare.

Scappa in Canada.

Che poi non si fermi e ritorni negli States, che importa?

Importa che Tex è scappato, e poi ancora scappato.

È scappato di fronte ai soldati.

"Fuga" è impersonale.

"Tex scappa" denota un'azione non molto eroica compiuta dal mio eroe.

Già altre volte si è visto Tex scappare, ma mai così.

Un Tex che scappa così non avrei mai voluto vederlo.

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12 minutes ago, Letizia said:

Un Tex che scappa così non avrei mai voluto vederlo.

Consolati, se si fermava sarebbe stato per calarsi le braghe chiedendo pietà... :rolleyes:

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<span style="color:red">7 ore fa</span>, ymalpas dice:

''Tex perde lettori'' no?

 

Piaccia o non piaccia a qualcuno, Tex è la serie, o meglio  il gruppo di serie,  che perde meno lettori di tutte quelle Bonelli. Ultimamente, pare, anche meno del fisiologico 2% annuo ed in questo ha aiutato anche Tex Willer che ha attirato nuovi lettori che poi sono passati anche al Tex classico.

Personalmente sono fiducioso che con l'esaurimento delle storie residue di Nizzi e l'arrivo di forze fresche come Giusfredi e Barbieri il futuro possa ancora essere roseo.

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  • Collaboratori

Il mio messaggio però era ironico e si riferiva solo al titolo dell'albo in edicola,  non mi auguro certo la perdita di lettori. C'è da dire che davanti al calo generalizzato delle vendite la SBE ha fatto poco per frenarlo, in taluni casi forse lo ha avvallato.

 

Parlo dei prezzi in continua evoluzione, prossimamente a 5,40 €.

 

Del marketing associato al fumetto che in passato era visto come premio alla fedeltà e oggi come ulteriore modo di lucrare sul marchio (tipo le carte regalate a metà se non acquisti anche le ristampe di storie che già avevi in casa, oppure il mazzo venduto  in edicola a circa 10 euro!!!!).

 

Della scarsa attenzione rivolta ai lettori tradizionali con l'invasione di bollini sulle copertine per 12 o 13 mesi di seguito, tutto visto in chiave esclusivamente pubblicitaria.

 

Del proliferare di albi speciali, anche in edizioni speciali farlocche, che se di per se  costituiscono un incremento dell'offerta che uno può rifiutare di comprare ( ma gli autori fanno rimandi, talvolta, alla serie regolare, anzi in un caso una storia del mensile è stata finita su un Maxi), è anche certo che abbassano la qualità  della serie regolare costringendo gli autori a un superlavoro, in taluni casi si sono viste anche storie dalla qualità discutibile comparire sul mensile per emergenze dell'ultimo momento.

 

Della qualità di certe storie a volte davvero scandalose, come questa di Nizzi senza andare troppo lontano, e anche di autori che visibilmente non sono portati oppure non rischiano, limitandosi a scrivere delle storielle, dimenticandosi però che la maggior parte dei lettori che le leggono sono cresciuti ai tempi di GLB e quindi non prendono per il naso nessuno. 

 

Della qualità degli albi che si presentano spesso fallati, con pagine sbiadite, sfuocate o al contrario ricoperte o chiazzate di inchiostri neri fortemente invasivi: me ne sono capitati diversi negli ultimi anni e denotano una cura della stampa preoccupante.

 

Della pubblicità dei prodotti SBE, tipo nuove uscite o uscite in edicola, affiorante nelle pagine interne dell'albo e nelle copertine, che sono una delle cose più fastidiose per me (vedi all'opposto i redazionali di Boselli nella serie Tex Willer) e di cui mi importa un fico secco.

 

La vera pubblicità, beninteso, quella che non si fa sulla pelle dei lettori che quell'albo te lo pagano, quella nei media o sulla televisione, che devi pagare tu editore interamente, l'unica che veramente va a centrare il bersaglio, non te la fanno mai o quasi.

 

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