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TWF - Tex Willer Forum

[762/764] Il Mistero del Monte Rainier


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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Black Jim dice:

Vero, la tradizione poetica ha sempre accettato le preposizioni articolate col/colle e persino "pel" per il.

Personalmente ho scoperto col/collo in Epica(Monti, Pindemonte) alle medie e lo uso da allora, molto più immediato di "con il".

Certo "colla" si può equivocare coll'adesivo, ma il contesto chiarisce.

Bellissima lingua l'italiano.

 

Certamente si tratta di un termine un pò desueto, ma "colla" anziché "con la" si utilizza ancora e in questo caso fa risparmiare un carattere nei balloons.

 

Altrettanto "vintage", ma ancora più virtuoso in termini di risparmio caratteri è il "sinché" utilizzato da @borden e ormai assurto a vero marchio di fabbrica delle sue sceneggiature e di quelle che subiscono modifiche (vedi albi di Giusfredi).

 

Il "sinché" di @borden ovviamente sostituisce un più prolisso "fino a quando", "sin quando", oppure "fino a che".

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In attesa della lettura dell'ultimo albo, esprimo anche io il mio giudizio positivo per questa storia di Boselli / Bocci.

 

Da fan "recente" e lettore sporadico di Tex del passato non ho sofferto il legame con la storia precedente di GLB, anzi, il rimando è stuzzicante e mi ha fatto venire voglia di recuperare la vicenda originaria. 

 

Sceneggiatura parecchio intrigante per i tanti elementi in gioco: il ricordo dei Pards della precedente avventura sul Rainer, la mesta spiritualità dei Salish, l'ambiguo dottor Andreev, il mistero della pietra aliena e dei suoi effetti mutanti, i lupi posseduti, l'ottusa cupidigia di Holt e dei suoi sodali...

 

Più che promosse le tavole di Bocci, che mi sembra avere un tratto che ben si adatta ai paesaggi del pacific northwest (bellissimo il profilo del Monte Rainer a pg 102 de La vetta degli spiriti) e alla psicologia dei personaggi, in particolare degli interessanti comprimari. 

 

Curiosissimo di vedere come si sviluppa I demoni dei ghiacci, spero possa mantenere questo livello. 

  • +1 1
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Terzo albo che non delude e chiude nel migliore dei modi questa eccellente tripla fantascientifica. Il rischio di riprendere la vecchia storia di GLB per farne un seguito era notevole, e devo ammettere che anch'io avevo qualche pregiudizio iniziale, soprattutto perché western e fantascienza non vanno molto bene assieme, ma il risultato finale, a mio parere, è andato al di là delle più rosee aspettative.

 

Il terzo albo, tutto azione, adrenalina e sapienti montaggi alternati tra i vari pards che agiscono separatamente, riesce in modo perfetto a tirare tutte le intricate fila, preparate con pazienza nei due albi precedenti. Tutto torna e scorre bene, i numerosi personaggi hanno ognuno un loro ruolo e si susseguono senza pestarsi i piedi a vicenda, i quattro pards divisi tra loro se la cavano egregiamente, la trama non ha forzature né spiegoni finali, per fortuna. Anche gli accenni all’alieno della "Valle della luna" sono fatti con molta discrezione.

 

La vicenda riesce a mantenere il suo alone misterioso e una atmosfera gelido-orrorifica fino alla fine; l’elemento propriamente fantascientifico viene affrontato in modo esplicito solo nel finale e con intelligenza, evitando dialoghi che potevano risultare ridicoli e, grazie ai bellissimi disegni espressionisti di Bocci - precisi ma allo stesso tempo quasi astratti in certe scene - i macchinari e gli elementi alieni si armonizzano bene con gli anfratti delle caverne, le pareti della montagna, i paesaggi innevati.

Numerose sono le tavole da antologia: ricordo solo la splash-page del secondo albo (p. 81), rarissima, se non quasi unica nelle storie texiane di Boselli; oppure i riti di purificazione sempre nel secondo albo o anche il finale con Tex in versione “Judok”.:lol:

Insomma una riuscita storia di mistero e avventura, tra le migliori degli ultimi anni, con Bocci che si è meritato a pieno titolo il diritto a disegnare un Texone.

 

Difetti? Mamie che appare solo nel primo albo e poteva fare un'altra comparsata simpatica anche nel secondo, invece che dilungarsi per es. su Holt e la sua scalcinata cricca in carcere.

 

Infine un'osservazione: di solito parlando di Tex e fantascienza si fa riferimento sempre all'alieno misterioso della "Valle della luna" (n. 55-56), poi alle piante extraterrestri de "Il fiore della morte" (160-161-162) e a "Un mondo perduto" (282-283).

Ma ci si dimentica spesso quella che invece è la primissima vera avventura SF di Tex "Il totem nel deserto" (n. 34-35) con lo scienziato pazzo Vindex che fa orrendi esperimenti genetici (di cui comparirà il seguito a strisce di Burattini quest'estate).

Quindi, limitandosi alla serie regolare, questa di Boselli è di fatto la quinta storia di fantascienza di Tex. Un'avventura, secondo me, pienamente in linea con lo spirito originario di GLB.

Edited by Poe
  • +1 2
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Ho appena terminato "La vetta delgi spiriti", secondo numero di questa trilogia del bos e bocci, devo dire che la sto apprezzando abbastanza, sopratutto in questo numero mi sono piaciute molto tutte le parti innerenti agli sciamani e le varie "visioni" che mi hanno ricordato sotto certi aspetti quelle ambientazioni alla "magico vento".

Forse le parti a me meno gradite son quelle innerenti ai visitatori, mi sembra cozzi molto con l'ambientazione Western una storia così "ai confini delle realtà" ma forse è un problema mio che, non avedo letto la precedente storia, non riesco a coglierne certi aspetti.

I disegni di Bocci mi sono apparsi buoni e molto meno confusionari rispetto all'albo precedente il che è positivo.

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2 ore fa, Poe dice:

Terzo albo che non delude e chiude nel migliore dei modi questa eccellente tripla fantascientifica. Il rischio di riprendere la vecchia storia di GLB per farne un seguito era notevole, e devo ammettere che anch'io avevo qualche pregiudizio iniziale, soprattutto perché western e fantascienza non vanno molto bene assieme, ma il risultato finale, a mio parere, è andato al di là delle più rosee aspettative.

 

Il terzo albo, tutto azione, adrenalina e sapienti montaggi alternati tra i vari pards che agiscono separatamente, riesce in modo perfetto a tirare tutte le intricate fila, preparate con pazienza nei due albi precedenti. Tutto torna e scorre bene, i numerosi personaggi hanno ognuno un loro ruolo e si susseguono senza pestarsi i piedi a vicenda, i quattro pards divisi tra loro se la cavano egregiamente, la trama non ha forzature né spiegoni finali, per fortuna. Anche gli accenni all’alieno della "Valle della luna" sono fatti con molta discrezione.

 

La vicenda riesce a mantenere il suo alone misterioso e una atmosfera gelido-orrorifica fino alla fine; l’elemento propriamente fantascientifico viene affrontato in modo esplicito solo nel finale e con intelligenza, evitando dialoghi che potevano risultare ridicoli e, grazie ai bellissimi disegni espressionisti di Bocci - precisi ma allo stesso tempo quasi astratti in certe scene - i macchinari e gli elementi alieni si armonizzano bene con gli anfratti delle caverne, le pareti della montagna, i paesaggi innevati.

Numerose sono le tavole da antologia: ricordo solo la splash-page del secondo albo (p. 81), rarissima, se non quasi unica nelle storie texiane di Boselli; oppure i riti di purificazione sempre nel secondo albo o anche il finale con Tex in versione “Judok”.:lol:

Insomma una riuscita storia di mistero e avventura, tra le migliori degli ultimi anni, con Bocci che si è meritato a pieno titolo il diritto a disegnare un Texone.

 

Difetti? Mamie che appare solo nel primo albo e poteva fare un'altra comparsata simpatica anche nel secondo, invece che dilungarsi per es. su Holt e la sua scalcinata cricca in carcere.

 

Infine un'osservazione: di solito parlando di Tex e fantascienza si fa riferimento sempre all'alieno misterioso della "Valle della luna" (n. 55-56), poi alle piante extraterrestri de "Il fiore della morte" (160-161-162) e a "Un mondo perduto" (282-283).

Ma ci si dimentica spesso quella che invece è la primissima vera avventura SF di Tex "Il totem nel deserto" (n. 34-35) con lo scienziato pazzo Vindex che fa orrendi esperimenti genetici (di cui comparirà il seguito a strisce di Burattini quest'estate).

Quindi, limitandosi alla serie regolare, questa di Boselli è di fatto la quinta storia di fantascienza di Tex. Un'avventura, secondo me, pienamente in linea con lo spirito originario di GLB.

 

Appena uscito in edicola e subito letto questo terzo numero.

 

Posso confermare il giudizio positivo espresso all'uscita, per soggetto, sceneggiatura e disegni. Un numero quest'ultimo senza gli interessanti e mai noiosi approfondimenti culturali del primo, senza riepiloghi e con tanta azione. Quasi speravo ci fosse un ulteriore albo per altri approfondimenti su qualche personaggio.

 

Un finale adeguato allo spinoso soggetto che non scontenta proprio nessuno ... brillante, sobrio e in linea con la tradizione. 

 

Non voglio essere provocatorio. Immaginate se a scrivere questo esatto sequel fosse stato il curatore e sceneggiatore principale di Zagor.

Ehm ...

 

 Bravissimi @borden e Bocci, complimenti ad entrambi.

Edited by Jeff_Weber
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Beh...dopo in lungo silenzio sul forum mi sento di dare un parere su questa storia ora che si è conclusa.

Albo comprato questo pomeriggio e già letto, il che non mi accadeva da mesi. Buon segno iniziale.

La storia scorre al ritmo giusto: ottima alternanza di azione e momenti più "calmi" (seppure con una costante tensione).

Interessante nel finale lo scoprire un po' di più le carte invece di lasciare tutto nella più totale e classica ambiguità: il sorriso di Tex che osserva la "stella" mentre Carson borbotta l'ho trovato perfetto.

I disegni per me sono ottimi.

Non ho mai amato particolarmente le incursioni del sovrannaturale in Tex, infatti (al rogo al rogo!!) non sono mai stato un grande fan di Mefisto, il cui ritorno in 7 mesi mi è costato una fatica enorme. Però la fantascienza è un'altra mia passione, quella della Golden Age poi la adoro, e per assurdo la trovo più interessante anche mescolata al genere western, dato che mantiene sempre un certo alone di plausibilità.

Nel complesso promuovo decisamente questi tre albi: spero però che restino una buona eccezione alle storie realistiche che sono sempre le mie preferite, anche perché con queste tematiche il rischio di banalizzare tutto è altissimo.

  • +1 1
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Vado controcorrente rispetto agli ultimi commenti e, nonostante le sensazioni positive dei primi due albi, devo ammettere di essere rimasto deluso da questo terzo numero.

 

La vicenda subisce una decisa accelerata grazie a delle scelte che mi hanno fatto storcere il naso:

 

Spoiler

ho trovato un po' forzata la rovinosa caduta nei ghiacci senza particolari conseguenze, così come il rinvenimento di un dedalo di cunicoli sotterranei che permette comunque ai pards di convergere verso il cuore dell'azione. Anche la presenza dell'indiana nascosta nei cunicoli da chissà quanto non mi ha convinto.

 

Mi aspettavo qualcosa di più dagli alieni, che, seppur ammaccati, pensavo potessero essere alla fine avversari più consistenti e il rocambolesco intervento risolutore di Kit mi ha lasciato un po' perplesso.  

 

 

 

 

Insomma, mi aspettavo un epilogo più robusto dopo che avevo particolarmente apprezzato i primi due episodi.

 

Giudizio comunque positivo per soggetto, atmosfere e per l'eccellente lavoro di Bocci. 

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Questa pizza di storia in tre albi è imho la dimostrazione palese che l'autore non ha più niente da dire.

 

POSSIBILI SPOILER

L'ennesima seconda parte di storie già scritte, molto meglio, da altri.

Citazionismo spinto che mi chiedo se sia stata offerta la consulenza del Rrobe.

Si perché non solo due storie di GLB tirate in ballo palesemente.

Ma la tizia che comanda mentalmente i lupi non ricorda Mitla?

E la megaspiegazione del significato dei simboli totemici, mi ha rimandato al Nolitta della foresta dei totem, solo che lì era uno studioso a straparlare.

Si prende qualcosa anche da Nizzi, perché il Carson frantuma maroni lamentoso del secondo albo non ha niente a che fare col grande Kit Carson bonelliano, mentre somiglia molto a quello dell'autore modenese.

E chissà quanti me ne sono sfuggiti.

 

La vicenda è troppo zeppa di scene e dialoghi, questi terrificanti in molti frangenti e non mi stupisco più che qualcuno a leggere le anticipazioni del prossimo numero sia sollevato nel leggere le "simpatiche" nizziate, che fare un elenco è noioso come il pippotto sulla simbologia pellerossa (pardon natia).

 

Cito, sono stato colpito anch'io dalla sindrome, la presenza della ragazza.

Sopravvive per molto tempo, non sappiamo quanto ma si tratta di mesi o anni, nascosta nelle viscere del Monte Rainier :lol:

Ma come? Si riscrivono le ingenue storie di GLB e si inserisce un'assurdità del genere?

Perché è probabile che una ragazza sola, circondata da gundhar, lupi famelici e alieni, senza scorte alimentari, senza poter accendere un fuoco per scaldarsi (fa freddino), sopravviva in buona salute, senza farsi scoprire.:D

Secondo me non tornava tra la sua gente non perché rovinata in viso, piuttosto perché non era esattamente profumata...

Roba da fumetti ingenuissimi che neanche Capitan Miki...

 

Mi ha molto incuriosito anche che i lupi oltre che comandati mentalmente siano selettivi e non uccidono tutti gli umani.

Non che manchi una spiegazione arzigogolata, ma allora a che gli serve una tizia che li comandi?

Strano poi che così intelligenti e dotati di un notevole fiuto non si accorgano della presenza di un'intrusa...

 

Termino con "fantastikeski" (non ho controllato come si scrive però è qualcosa del genere).

Sarà russo corretto, ma ha un effetto troppo ridicolo da leggersi. 

Mi ha ricordato tanto il Lupo Pugacioff :P

 

Faccio una richiesta. Evitiamo che ci sia anche un proseguo, perché come al solito Tex non fa più piazza pulita e già tremo all'idea...

  • +1 3
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<span style="color:red">7 ore fa</span>, Exit dice:

Questa pizza di storia in tre albi è imho la dimostrazione palese che l'autore non ha più niente da dire.

BOOOOM!!!

Non ti è piaciuta? Legittimo. Hai anche argomentato il perché non ti è piaciuta, quindi massimo rispetto per la tua opinione. Ma dare del bollito a Boselli...

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Terza e ultima parte deludente, approvo chi l'ha definita arzigogolata. aggiungo frammentata.Il labirinto dei cunicoli rappresenta alla perfezione una storiche si divide e si perde in molte altre, come accadeva nell'ultima vicenda di Mefisto. Il risultato è di un suo di proposte, non del tutto appetitose. Diciamo storia in discesa, come qualità; apprezzabilissima nel primo albo, ancora interessante nel secondo, ma con troppo guazzabuglio nel terzo. Ultima considerazione, che ripeto: i sequel delle storie sono un astuto esperimento  (non è un'offesa) di tenere viva l'attenzione dei vecchi lettori con vecchi ricordi e certamente anche di dare una sistemata a certe incongruenze dei tempi pionieristici o comunque lontani di GLB. A A parte Mefisto e Il figlio scemo qualche proposta cè stata anche da parte del figlio Sergio o chi per lui (Nizzi), dal Cornicerò a Proteus, però negli ultimi anni la densità dei sequel è decisamente aumentata. Non giudico, credo di aver contribuito a spiegarne le ragioni: attirare un pubblico ormai anziano e quindi di larghe memorie. Tex mensile come Techetechete su Rai 1.

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Letto il terzo albo e apprezzato. Nulla di sconvolgente.

Qualche ingenuità qui e lì, come il russo che conosce la lingua aliena ma se l'era dimenticato (o meglio, gliela hanno tolta dalla testa a distanza quando è scappato) o l'indiana che sopravvive per mesi senza cibo sotto un ghiacciaio. Mi ha fatto un po' sorridere qualche didascalia di troppo come una che dice "L'ascesa continua..", come se non fosse chiaro quello che mostravano i disegni. Molto buffa anche la scena dei cavalli che tornano a casa da soli, risolta in un'unica vignetta, quando in questi tre albi si sono usate decine di pagine per vicende che ne richiedevano al massimo un paio come la questione della mandria nel primo episodio.

Alla fine gli alieni si vedono, giusto 5 minuti prima di partire per lo spazio. Dobbiamo comunque ritenerci fortunati: nella recente vicenda della Tigre nera Tex arrivava quando il nemico era ormai sconfitto, qui almeno ha avuto il tempo di interagirci per qualche secondo.

Mi chiedo se fosse davvero necessario mettere in campo decine di ghundar, lupi feroci e indiane sfigurate per proteggere una navicella sepolta sotto un ghiacciaio: chi diavolo l'avrebbe mai trovata?

Ma poi quelle pietre ustionanti cos'erano esattamente? In una vignetta si vedono dei ghundar che buttano qualcosa in un buco all'interno della nave ed ho pensato che fossero quelle pietre usate come carburante. Allo stesso tempo però non credo che le pietre fossero già sul ghiacciaio, le devono aver portate dallo spazio gli alieni.

È un peccato che non ci sia stato detto praticamente nulla sugli alieni: da dove arrivavano esattamente? Perché erano sulla Terra? Da quanto tempo erano qui? Cosa cercavano? Che tipo di civiltà è la loro? Non sappiamo nulla, eppure c'era addirittura un tizio che parlava la loro lingua!

 

Disegni di Bocci ottimi, anche se basta che un personaggio faccia qualche passo indietro verso lo sfondo per fargli sparire improvvisamente dettagli come la bocca o le dita. Bizzarro.

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Just now, frank_one said:

È un peccato che non ci sia stato detto praticamente nulla sugli alieni: da dove arrivavano esattamente? Perché erano sulla Terra? Da quanto tempo erano qui? Cosa cercavano? Che tipo di civiltà è la loro? Non sappiamo nulla, eppure c'era addirittura un tizio che parlava la loro lingua!

Oddio mio, volevi pure un albo aggiuntivo di spiegoni?????  :blink:

 

A me bastavano e avanzavano le cose mostrate nelle due storie precedenti "citate" da questa. A cui questa storia non aggiunge nulla. Ma più che prendermela con Boselli (che a livello di sceneggiatura qui ha fatto un buon lavoro, anche se... totalmente inutile!) sono irritato dal coro di lettori "moderni" che vogliono che gli sia spiegato ogni piccolo dettaglio, anche i più noiosi e pallosi, e pretendono la morte di ogni mistero e quindi di ogni storia "misteriosa" (e poi dopo aver preteso che gli spiegassero la rava e la fava poi magari si lamentano che le storie sono troppo lunghe)

 

Da dove arriva questa incapacità di usare la propria immaginazione? E perchè mai gli autori adesso si fanno in quattro per accontentarli, scassando la min###a a tutti gli altri?

Edited by Diablero
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Adesso, Diablero dice:

Oddio mio, volevi pure un albo aggiuntivo di spiegoni?????  :blink:

Eh, no. Non un altro albo, per carità! Avrei piuttosto preferito che si fosse gestito meglio lo spazio dandone meno a scene non così importanti come quelle dedicate a Holt e compagni.

Non è che voglio uno spiegone, ma c'è uno scienziato che incontra degli alieni (Alieni! Mica la signora Martini del piano di sotto) e riesce pure a parlarci e.. non dice nulla di quello che gli hanno detto?! Mi sarei accontentato di qualche semplice frase rivolta a Tex per convincerlo a seguirli nel loro mondo, qualcosa tipo: "Mi hanno raccontato di città immense interamente di metallo e palazzi alti un miglio! Carrozze volanti, tecnologie inimmaginabili, ti rendi conto, Tex!". E invece se ne sta lì senza esprimere la minima meraviglia, come se invece che aver parlato con degli alieni fosse stato a chiacchierare del più o del meno con un fruttivendolo. Mi sarei aspettato un qualche cenno di entusiasmo, soprattutto da un uomo di scienza come lui, un entusiasmo che trabocca e si lascia sfuggire qualche dettaglio incredibile. E invece no.

"Questi sono alieni che vengono dalle stelle. Io conosco la loro lingua, ma me ne ero dimenticato. Vado via con loro perché sono uno scienziato e sono curioso. Ciao".

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Un'altra storia al limite del ridicolo che secondo me denota una discesa qualitativa incontrollata della serie regolare, come se del resto ce ne fosse bisogno... L'ennesimo riempimento di pagine che se non fossero disegnate non direbbero niente. Ma soprattutto l'ennesima storia non Western di Boselli, che è da 3 anni esatti che non ne pubblica più una Western sulla serie regolare (voglio dimenticare apposta quella di Higgins), e da più tempo ancora che non ne pubblica una decente (l'ultima è stata Netdahe, giugno 2020). Nel frattempo altri autori con storielle, storielline e storiacce e mai davvero nulla di apprezzabile.

Per questa sci-fi (e non sci-fi/western) ha detto tutto Exit e mi trova sostanzialmente d'accordo. L'unica cosa che riesco a salvare sono i disegni di Bocci, che da un lato si esaltano con le scenografie della storia, dall'altro sono sprecati per tutto il resto.

 

Ridatemi Nizzi... 

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Francamente, leggere giudizi come... deludente, senza qualità e al limite del ridicolo per questa storia di @borden a me sembra troppo.

 

Ovviamente, libero ognuno di esprimere la propria opinione, ma perché così tanta acredine e livore?

 

E prendersela anche per qualche rarissima didascalia? Io ne imporrei il ripristino perché talvolta basterebbero a sfoltire pagine di riepilogo attraverso lunghi dialoghi. 

 

Saperne di più su questi alieni? A me avrebbe dato l'orticaria come in certi albi di Martin Mystère in cui ti veniva raccontata la storia lacrimosa dell'abbandono del loro pianeta condannato a causa del decadimento dei costumi degli abitanti o per il classico asteroide in collisione. E poi giù con mille altri cliché...

 

La sobrietà di questa storia non si discute, come pure sceneggiatura e disegni. E l'approfondimento culturale è stato la ciliegina sulla torta.

 

Semmai, ci si deve chiedere se la scelta di produrre sempre più spesso sequel sia imposta dai vertici della Bonelli, oppure costituisca ormai quasi un'esigenza autoriale del nostro @borden

  • +1 1
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Stavolta non concordo sulla bontà della sceneggiatura.

Prendiamo il monologo mentale di Kit a pagina 79.

"Shaila mi fa cenno di scendere per quella scaletta... PER FORTUNA HO I GUANTI... O LA PELLE DELLE MANI MI SI ATTACCHEREBBE AL METALLO GELIDO... SIAMO SOTTO ZERO!"

Mancava un riferimento alla fortuna di essersi portato i mutandoni di lana :P

A parte scherzi, scherz unai buona sceneggiatura dovrebbe evitare come la peste queste frasi lasciandole all'immaginazione del lettore oppure alle vituperate didascalie (magari anche asciugandole un po').

 

E che dire di Tex che a pagina 91 si risveglia a dice: "Ce l'abbiamo fatta?" e il russo che gli fa notare che sono prigionieri :laugh:

Sembrerà solo a me, ma Tex fa una figura da scemo che uno sceneggiatore dovrebbe evitare. 

Al massimo imho ci poteva stare un "Cosa è successo?" perché si stava riprendendo, ma confondersi tra l'essersela cavata e essere prigioniero pare scritto da Nizzi...

 

Altre cose varie che non c'entrano nulla con Tex...

Kit che presenta ai pards la ragazza.

Una roba tipo: "Vi presento Shaila!":ohmy:

Per un attimo ho pensato a una sfilata con Benigni che dice Modello Giuditta :lol:

Con Bocci che la disegna pure (se non ho visto male) con la gamba scoperta ampiamente sopra il ginocchio. Un abbigliamento perfetto per resistere molto tempo alle temperature del luogo.

Particolare che non può essere sfuggito a Boselli che afferma sempre di controllare tutto...

 

Ma è la conclusione che rappresenta l'andazzo attuale. Gli alieni alla fine ripartono! Tex deve aver deciso che non sono più un pericolo e che i morti di due avventure differenti potevano anche riposare in pace, perché lui non riteneva che gli eztraterresti avessero nulla da espiare. Perché un pochino responsabili lo erano o no?

Invece liberi sono pronti per il ritorno assieme agli Akkroniani, magari per un bel team-up con Zagor.

 

Boh forse è colpa mia, ma il buono non l'ho proprio trovato.

 

p.s. se ho frainteso qualcosa, eventualità probabilissima, dipende dal torpore che mi prende sempre più spesso davanti ai colossali baloon. Boselli imho non sa cosa sia la sintesi...

 

  • +1 1
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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Jeff_Weber dice:

Semmai, ci si deve chiedere se la scelta di produrre sempre più spesso sequel sia imposta dai vertici della Bonelli, oppure costituisca ormai quasi un'esigenza autoriale del nostro @borden

Borden ha spiegato più di una volta che pensa ad un sequel (di vicende o personaggi del passato) solo se c'è la possibilità di imbastirci una storia sopra, cioè: prima la storia, e POI la vicenda (il Monte Rainer) o i personaggi (alieni, ghundhar e quanto altro). Così come ha sempre detto che 'ripescare' un personaggio già visto 'tanto per', per lui non ha senso (ricordo ad esempio Big Cisco, ogni tanto citato da qualche forumista, a cui lui ha sempre risposto "E per fargli fare cosa?")

 

<span style="color:red">10 ore fa</span>, frank_one dice:

 

Ma poi quelle pietre ustionanti cos'erano esattamente?

Uranio o qualche altro materiale radioattivo, ovviamente. S'era capito dal primo albo (ma anche dalla prima storia quarant'anni fa).

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<span style="color:red">53 minuti fa</span>, Exit dice:

rendiamo il monologo mentale di Kit a pagina 79.

"Shaila mi fa cenno di scendere per quella scaletta... PER FORTUNA HO I GUANTI... O LA PELLE DELLE MANI MI SI ATTACCHEREBBE AL METALLO GELIDO... SIAMO SOTTO ZERO!"

Baloon di pensiero standard in altre collane :rolleyes: 

Mi viene da dire che questo genere di precisazioni non è caratteristica di qualche sceneggiatore ma fa ormai parte dello stile SBE. Strano che ci sia cascato il Boselli.

<span style="color:red">53 minuti fa</span>, Exit dice:

E che dire di Tex che a pagina 91 si risveglia a dice: "Ce l'abbiamo fatta?" e il russo che gli fa notare che sono prigionieri :laugh:

Sembrerà solo a me, ma Tex fa una figura da scemo che uno sceneggiatore dovrebbe evitare. 

Al massimo imho ci poteva stare un "Cosa è successo?" perché si stava riprendendo, ma confondersi tra l'essersela cavata e essere prigioniero pare scritto da Nizzi...

Ecco, qui invece a me pare che i dialoghi siano perfetti: Tex si riprende ed è subito sul pezzo, sa di aver preso conoscenza e si informa.

Sarebbe stato proprio dello sceneggiatore sciatto il "cosa è successo?" e ci avrebbe aggiunto anche l'immancabile (l'avrò letto almeno tremila volte) "ah, ora ricordo".

<span style="color:red">53 minuti fa</span>, Exit dice:

Boselli imho non sa cosa sia la sintesi...

Non concordo affatto. Che i dialoghi non siano sintetici è fuor di dubbio, ma che la sceneggiatura sia prolissa non mi pare proprio.

Adesso, gilas2 dice:

Uranio o qualche altro materiale radioattivo, ovviamente. S'era capito dal primo albo (ma anche dalla prima storia quarant'anni fa).

Ma quale uranio?!? Moscovio, ovviamente. Elemento transuranico con numero atomico 115, carburante interstellare di tutte le astronavi fatte come Asimov comanda!

  • +1 1
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Terminata la lettura ieri sera posso dire che questa storia mi è piaciuta e trovo un po' esagerate alcune critiche, in altre circostanze a mio avviso più condivisibili.

I primi due albi creano una buona atmosfera di mistero mentre nel terzo i nodi vengono al pettine con sequenze d'azione senza troppi fronzoli. Qualche particolare e qualche semplificazione nel terzo albo balzano all'occhio, però non minano la bontà della vicenda. Questa volta al contrario di altri non ho avvertito un eccesso di spiegazionismo, per cui anche la prima parte introduttiva non mi è risultata pesante. Gestito secondo me nella maniera corretta anche il finale, appunto senza spiegazioni dettagliate inerenti gli extraterrestri e senza eccessivo coinvolgimento dei nostri con questi ultimi. I dialoghi/pensieri dei vari personaggi sono complessivamente più centrati rispetto ad altre altre recenti occasioni, anche se questo

<span style="color:red">57 minuti fa</span>, Exit dice:

"Shaila mi fa cenno di scendere per quella scaletta... PER FORTUNA HO I GUANTI... O LA PELLE DELLE MANI MI SI ATTACCHEREBBE AL METALLO GELIDO... SIAMO SOTTO ZERO!"

e qualche altro non passano inosservati.

In sostanza ho trovato quest'ultima fatica boselliana una buona storia d'avventura ed un connubio riuscito tra west texiano e fantascienza, il che comunque non è scontato.

Certo non mi auguro che esca a breve una nuova storia di stampo fantastico, o men che meno un sequel diretto di questa, ed anzi anche io spererei che Boselli ritrovasse l'ispirazione/voglia di scrivere qualche classica storia western, senza ritorni o revisionismo vario, cosa che peraltro sappiamo riuscirgli bene.

Ottimi i disegni di Bocci, in particolare ho apprezzato molto la rappresentazione della foresta e dei paesaggi in generale, oltre che dei lupi, davvero ben risuciti e spaventosi! :lupo_grigio::lupo_grigio:

Qualche piccola riserva invece su alcuni volti.

Contento di sapere che questo artista sia all'opera su un Texone!

 

 

  • +1 1
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Io per ora ho letto i primi 2 albi; il terzo conto di leggerlo oggi in pausa pranzo... devo dire che finora trovo la storia veramente ottima e molto intrigante... altro livello rispetto alla precedente del Monte Rainer a mio avviso, che avevo trovato molto noiosa. Vediamo se dopo il terzo albo confermo o cambio idea.

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Letto anche il terzo albo... dunque come premessa diciamo che il genere western-fantascientifico non è esattamente nelle mie corde...

 

Detto cio' il terzo albo porta a termine la storia sicuramente in maniera molto più convincente rispetto alla precedente avventura sul Rainer.

 

Ci sono trovate interessanti, come il fatto che i 4 pards incontrino ciascuno i loro sogni fatti precedentemente nel villaggio indiano...

 

Ma l'alieno volante con la pistola laser, la ragazza sopravvissuta da sola x anni (come???), e la "solita" distruzione di mezzo monte (che ormai sarà diventato una collinetta) con annessa fuga dalla valanga, non mi hanno convinto appieno.

 

Quindi storia discreta, ben sceneggiata per ampi tratti, ma un pò troppo tirata via nel finale... e anche un pò troppo "Star Trek"... però lo si sapeva dall'inizio dove si andava a parare... 

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Sfogliando la vecchia storia “Un mondo perduto” ho notato una finezza di Boselli: la vicenda inizia con Gros-Jean che mostra a Tex una fibbia d’oro ritrovata in un crepaccio su cui è inciso un essere strano dalla testa simile a quella di una mosca, un essere con di fianco due figure che sembrano adorarlo, o qualcosa di simile. La stessa immagine ricomparirà poco più avanti sulla punta della lancia scagliata dai Ghundar. Al lettore sembra un’anticipazione di ciò che si nasconde sul monte Rainer, invece di quell’incisone non sapremo più niente e non vi si farà più cenno nel corso della storia.

 

Boselli invece se n’è ricordato nei “Demoni dei ghiacci” e l’ha ripresa per raffigurare l’alieno volante, immaginando che “la testa da mosca” sia in realtà un casco che nasconde le fattezze da rettile.

Insomma la fibbia inventata da GLB, e poi dimenticata, è stata ripresa da Boselli, per fortuna senza spiegazionismi che sarebbero risultati ridicoli tipo: “Quell’essere volante mi ricorda qualcosa… ah sì, la fibbia che mi mostrò Gros-Jean nell’avventura precedente”. :lol:

 

In generale la cosa più apprezzabile del terzo albo è proprio quella di aver evitato le troppe spiegazioni sugli extraterrestri e i loro poteri, lasciando al lettore la capacità di fantasticare un po’ (cosa che molti sembrano aver perso): “vengono dalle stelle e vogliono tornarci”, è più che sufficiente come informazione, così come sono sufficienti le sobrie spiegazioni di Andreev sui loro poteri mentali.

Bello il suo saluto a Tex prima di partire verso lo spazio profondo (p. 100): “Per me è solo l’inizio di una grande avventura… il sogno della mia vita: esplorare l’ignoto! Dunque non ti preoccupare per me, amico…”

 

L’altro pregio di questo terzo albo è quello di condensare in 110 pagine numerose scene d’azione con un montaggio serrato, ben calibrato e con un ritmo anche piuttosto originale per Tex (ci si lamenta sempre del ritmo lento, poi appena c’è una rapida sequenza cinematografica non la si apprezza?:rolleyes:): da quando vengono travolti dalla valanga e si ritrovano tutti e quattro separati, inizia una serie di brevi scene, che vanno da p. 33 in poi, in cui si alternano i 4 pards alle prese ognuno con avversari diversi. Ogni scena si interrompe sul più bello, creando attesa e curiosità nel lettore, come in certi thriller che seguono più vicende contemporaneamente con stacchi veloci.

 

Il 08/06/2024 at 22:46, Il Berna dice:

Il sorriso di Tex che osserva la "stella" mentre Carson borbotta l'ho trovato perfetto.

Sono pienamente d'accordo. Il finale, nonostante tutta la storia sia stata cupa, non è negativo, lascia spazio a un sorriso, contrariamente al triste finale di "Un mondo perduto".

 

Sfogliando in questi giorni la vecchia storia di GLB – sfogliando, non leggendo perché "Un mondo perduto" non mi è mai piaciuta – non posso che confermare il mio giudizio negativo.

La storia non solo ha un soggetto esile e una sceneggiatura sbrigativa e spesso superficiale, ma ha evidenti lacune narrative: nella prima parte per esempio compare un “razzo” verde che si ferma in mezzo al cielo. Cos’è? Un ufo? Sembrerebbe così, ma poi - un po’ come della fibbia d’oro - non se ne sa più niente (semplici esche per creare attese che non avranno seguito), così come non si capisce per esempio perché i lupi che dovrebbero essere “i guardiani del tempio” invece di fare appunto la guardia siano tenuti rinchiusi in una stanza nascosta da cui escono solo in seguito alla catastrofe finale.

 

A mio parere “Un mondo perduto” non funzione né come storia di fantascienza/western, né come storia di Tex, visto che Tex non fa quasi niente per tutta la vicenda, se non dare due o tre pugni ai Ghundar e uccidere un lupo con una lancia: non è né decisivo né lo si ricorda per qualcosa in particolare.

Anzi, parlando all'inizio con Gros-Jean in un saloon non si accorge di essere ascoltato da malintenzionati in cerca di oro (un anticipo degli origlioni tipici di altri sceneggiatori?:lol:), né durante la scalata del monte si accorge di essere seguito da loro; Tiger, per inciso, provoca, scivolando involontariamente, la morte del capitano Olden; i pards poi si fanno catturare con molta facilità e piuttosto ingenuamente dai Ghundar (con una rete) senza che nessuno riesca a sparare nemmeno un colpo; successivamente riescono a fuggire in modo ancora più sbrigativo e senza alcun merito, solo grazie a una ragazza klamath che li libera e che loro, tra l’altro, non sapranno proteggere visto che morirà precipitando dal ponte di pietra (di solito nelle fughe gli eroi si preoccupano di aiutare i più deboli, perché non rimangano indietro, qui invece no, la ragazza resta in coda, impaurita, e nessuno dei pards se ne accorge se non quando è ormai troppo tardi). Anche Gros-Jean non combina niente di buono per tutto il tempo se non tirare una lancia, sbagliare la mira e colpire i macchinari provocando la distruzione e il terremoto successivo.

 

Insomma, se consideriamo anche che il padre di Steiner, lo scienziato più pazzo e stereotipato del mondo, muore (sempre per colpa della lancia di Gros-Jean) e che delle ragazze klamath rapite (scopo principale del viaggio) non si sa più niente e nemmeno vengono più nominate da Tex (una delle pecche più gravi della trama), direi che l’avventura è un fallimento totale: i Nostri non salvano nessuno, non sono decisivi, non capiscono bene neanche cosa hanno visto. Infatti, nell’ultima vignetta Tex non può far altro che ringraziare il cielo di averla scampata e ricordare mestamente le persone morte durante il viaggio. E dire: “Non sempre le ciambelle escono col buco”. In effetti…:lol:

 

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  • Collaboratori

Letto anche io il terzo albo, meglio dei precedenti, con più azione e finalmente il nemico vero di fronte. Complessivamente non la prova più riuscita di Boselli ma va bene lo stesso. Bocci potrà solo migliorare col tempo, per ora ha mostrato grandi potenzialità e difetti che su Tex con l'esperienza potrà evitare. Voto 7,5.

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<span style="color:red">39 minuti fa</span>, Poe dice:

In generale la cosa più apprezzabile del terzo albo è proprio quella di aver evitato le troppe spiegazioni sugli extraterrestri e i loro poteri, lasciando al lettore la capacità di fantasticare un po’ (cosa che molti sembrano aver perso): “vengono dalle stelle e vogliono tornarci”, è più che sufficiente come informazione, così come sono sufficienti le sobrie spiegazioni di Andreev sui loro poteri mentali.

:ok:

<span style="color:red">39 minuti fa</span>, Poe dice:

L’altro pregio di questo terzo albo è quello di condensare in 110 pagine numerose scene d’azione con un montaggio serrato, ben calibrato e con un ritmo anche piuttosto originale per Tex (ci si lamenta sempre del ritmo lento, poi appena c’è una rapida sequenza cinematografica non la si apprezza?:rolleyes:): da quando vengono travolti dalla valanga e si ritrovano tutti e quattro separati, inizia una serie di brevi scene, che vanno da p. 33 in poi, in cui si alternano i 4 pards alle prese ognuno con avversari diversi. Ogni scena si interrompe sul più bello, creando attesa e curiosità nel lettore, come in certi thriller che seguono più vicende contemporaneamente con stacchi veloci.

:ok:

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