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TWF - Tex Willer Forum

[Speciale Tex Willer N.8] Stella d'argento


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Il 22/07/2024 at 04:46, Diablero dice:

Dubbio causato dalla dannata mania della continuity e dei personaggi ricorrenti: Shepard si era già visto in altre storie? il nome non mi è nuovo...

Uno Shepard è apparso abbastanza di recente nel Texone di Boselli-Villa Tex l'inesorabile. E' il proprietario di un trading post di Aguas Coloradas in cui si svolge un'animata scena (che avrà come protagonisti Tex e Carson) - e compare da p. 27. Tuttavia, è un "pesce piccolo", un personaggio poco significativo.

Invece continua a frullarmi nella mente un Sam Shepard che mi sembrava essere un personaggio ben più negativo, ma non riesco a rammentare in quale storia sia apparso (però direi in una piuttosto vecchia). Nelle nebbie della mia mente, mi sentirei di associarlo ad una storia illustrata da Erio Nicolò. Ma può benissimo darsi che mi stia sbagliando clamorosamente...

Edited by dario63
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Il 18/07/2024 at 10:08, Letizia dice:

Peccato, ti sei perso un capolavoro.

 

Il 18/07/2024 at 15:22, Letizia dice:

In realtà non l'ho ancora letta, ma ritengo che non si possa esprimere giudizi su qualcosa senza prima averlo letto.

 

Letizia, sei stata profetica: è un capolavoro! 

 

Al di là della storia (che, ammetto, mi ha fatto inumidire il ciglio in un paio di occasioni) il modo di raccontare è perfetto. Giusfredi dovrebbe tenere lezioni di sceneggiatura.

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<span style="color:red">1 ora fa</span>, Il sassaroli dice:

 

 

Letizia, sei stata profetica: è un capolavoro! 

 

Al di là della storia (che, ammetto, mi ha fatto inumidire il ciglio in un paio di occasioni) il modo di raccontare è perfetto. Giusfredi dovrebbe tenere lezioni di sceneggiatura.

Ti ho mai parlato della mia sfera di cristallo?

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20 ore fa, dario63 dice:

Invece continua a frullarmi nella mente un Sam Shepard che mi sembrava essere un personaggio ben più negativo, ma non riesco a rammentare in quale storia sia apparso (però direi in una piuttosto vecchia). Nelle nebbie della mia mente, mi sentirei di associarlo ad una storia illustrata da Erio Nicolò. Ma può benissimo darsi che mi stia sbagliando clamorosamente...

Anche a me il nome Sam Shepard dice qualcosa... più Monti o Ticci che Nicolò.

 

Mi ha fatto piacere rivedere il tratto di Del Vecchio che porta ancora diversi echi di "Nueces Valley"

La storia in sè non è niente di sconvolgente, il Carson con pizzetto e baffetti neri già lo conoscevamo, e non essendo Tex viene lasciato più libero di esprimere una vena 'romantica' (in senso ottocentesco) se non proprio melodrammatica (soprattutto nel finale) con diversi richiami ai romanzi di Dumas, e non solo per i tre moschettieri, benchè Carson forse risponde più all'iconografia del più 'raffinato' Aramis che non del più 'tormentato' Athos.

Anche se, nel 'dieci anni dopo', il Carson un po' più maturo torna ad assomigliare di più alla prima versione di Tom Selleck/Magnum PI o, meglio, Carabina Quigley (un po' più scapigliatura, meno la brizzolatura).

Curiosità sulla 'stella d'argento'.

I 'badge' dei Texas Rangers venivano (e credo siano tutt'ora) ricavati dalle monete messicane (la legge americana vietava, e vieta fin da allora, di 'deface' ovvero di 'modificare' la moneta americana (se ricordate in vecchissimi Tex l'usanza di prendere monete d'argento per farne, invece, speroni)). I primissimi - quelli fino al 1870 circa, i cosiddetti 'Aten company' - erano ricavati preferibilmente da monete 'ocho peso' e non 'cinco peso', che sono invece la versione successiva ed attuale e non avevano, almeno per quanto riguarda i pochi esemplari sopravvissuti, le foglie d'alloro sul bordo ma erano 'lisci'.

Il badge di Kit Carson nello speciale viene mostrato due volte, a pag. 9 ed a pagina 72, ed è la versione 'cinco peso, post 1870'.

Mi sembra di capire che dovrebbe essere lo stesso distintivo, ma a pag. 9 si legge sopra le iniziali 'K.C.' anche il numero 6, mentre a pag, 72 il numero 6 non c'è (dei distintivi se ne parla ancora a pagina 104, ma siamo 'dieci anni dopo').

Bisognerebbe fare un confronto poi sia con la versione 'originale' di GLB e sia con quelli 'imminenti' nella serie Tex Willer nel numero di agosto. 

More info: https://authentictexas.com/the-cinco-peso-badge/

A titolo di semplice curiosità storica EH (che poi c'è chi comincia a fare le soliti inutile polemiche sul nulla solo per frullare gli ammennicoli) ;)

Edited by gilas2
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37 minuti fa, Magic Wind dice:

 

Ma vi ricorderà lui...

 

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no, proprio in relazione a Tex. 

 

mi viene in mente questo attore qui 

 

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Edited by gilas2
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  • co fondatore
<span style="color:red">21 ore fa</span>, gilas2 dice:

(che poi c'è chi comincia a fare le soliti inutile polemiche sul nulla solo per frullare gli ammennicoli) ;)

Sento aria di sospensione.

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Allora...Di Giusfredi apprezzo le idee e i tentativi di trovare qualcosa di "fresco". Stavolta con il tamburo del Paterson e la lanterna magica ha sviluppato una buona trama con Carson protagonista. Un Carson su tre piani temporali e alle prese con rangers e indiani.

Un po' di romanticismo e tanta azione. Forse qualcosa non è andato bene nel dosaggio(un approfondimento maggiore su Shepard, la battaglia tra i rangers e i comanche un po' troppo tirata via) però globalmente la storia è stata piacevole.

Non male Del Vecchio ai pennelli anche se mi aveva convinto di più in altre occasioni (Nueces).

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Adesso, Diablorojo82 dice:

 Forse qualcosa non è andato bene nel dosaggio(un approfondimento maggiore su Shepard

Sai che invece è una delle cose che più mi è piaciuta? Shepard è un ranger razzista e con fini poco limpidi, lo si capisce poco alla volta e non serve dire altro. Trovo straordinaria questa capacità di Giusfredi di rappresentare a tutto tondo un personaggio senza spiegoni o dialoghi descrittivi. Per questo lo ritengo uno degli scrittori di Tex e Zagor più lontani dallo stile bonelliano di oggi. 

  • +1 1
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<span style="color:red">23 minuti fa</span>, Il sassaroli dice:

Sai che invece è una delle cose che più mi è piaciuta? Shepard è un ranger razzista e con fini poco limpidi, lo si capisce poco alla volta e non serve dire altro. Trovo straordinaria questa capacità di Giusfredi di rappresentare a tutto tondo un personaggio senza spiegoni o dialoghi descrittivi. Per questo lo ritengo uno degli scrittori di Tex e Zagor più lontani dallo stile bonelliano di oggi. 

Non cercavo uno spiegone...Due o tre vignette (una pagina o mezza pagina) per dare qualche "pennellata" in più a questo personaggio. 

Però sono dettagli, la storia è stata piacevole, interessante e con spunti originali.

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  • co fondatore
<span style="color:red">18 ore fa</span>, Il sassaroli dice:

Sai che invece è una delle cose che più mi è piaciuta? Shepard è un ranger razzista e con fini poco limpidi, lo si capisce poco alla volta e non serve dire altro. Trovo straordinaria questa capacità di Giusfredi di rappresentare a tutto tondo un personaggio senza spiegoni o dialoghi descrittivi.

Altro punto a favore della storia, concordo.

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Sono rimasto abbastanza soddisfatto dello speciale del duo Giusfredi/Del Vecchio, le avventure con un giovane Kit Carson hanno sempre un loro fascino particolare visto che ne ha passate di cotte e di crude anche prima di conoscere Tex. Giusfredi confeziona una storia classica ma con alcuni elementi che la rendono originale e con personaggi ben caratterizzati, tra questi spicca Eve, ragazza in gamba cresciuta da un padre vecchio stampo che non si farà problemi ad aiutare Carson caduto in un agguato. Belle poi le sequenze al villaggio con la cattura di Carson e la sua liberazione da parte dei rangers. La parte finale penso sia la migliore dell'albo con Eve che mantiene la promessa fatta a Carson al loro primo incontro di fargli vedere uno spettacolo della "lanterna magica" prima che il destino faccia il suo corso nella vita della povera ragazza. Con questa storia penso che Del Vecchio si sia superato alla grande soprattutto nelle scene delle allucinazioni di Carson e la parte finale.

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Il 18/07/2024 at 17:41, Carlo Monni dice:

 

Mi hai messo sulle spalle una bella responsabilità .:D:o:wub:

@Carlo Monni Ma avevi ragione, una storia su Carson l'avrei presa lo stesso, ma grazie del consiglio, AZZECCATTISSIMO!

Il 18/07/2024 at 15:07, Carlo Monni dice:

 

Si tratta di una gran bella storia in effetti.

Se fosse stata scritta settant'anni fa John Ford ne avrebbe comprato i diritti per farne un film e se non lui Howard Hawks.;)

Vero, comprato e letto, non credo di aver capito proprio TUTTO, ma la storia per me e' da 9, molto bella e con ottimi disegni.

Il 21/07/2024 at 11:42, Leo dice:

CONTIENE SPOILER

 

L'abbacinante bellezza del viso di Eve [Ndr fa pensare agli amiri di Carson ma la freddezza del padre...] tradiscono sin da subito una situazione diversa, una certa profondità della situazione (rapporto problematico padre/figlia, che in realtà dopo viene solo abbozzato ma non sviluppato, sospendendolo in un' apprezzabile indefinitezza che lascia capire al lettore più di quanto non dica espressamente) che lascia pensare che Eve non sarà solo la semplice fanciulla da salvare.

@Letizianella scena del cimitero, il Vecchio Cuore Splendente sembra Priamo che, in incognito, prega il suo antico avversario (Achille/Carson) nel suo ruolo di vecchio padre. Una scena omerica, appunto, resa ancor più commovente dalle lapidi nella radura in cui è ambientata. Achille/Carson non si sottrarrà all'impresa, e riprende contatto con il ranger Shepard, padre di Eve. In poche vignette, Giusfredi tratteggia questo personaggio con notevole profondità: un relitto, che cerca nel whisky un antidoto al male di vivere, un cinico anaffettivo che non è nemmeno andato al capezzale della figlia, un sadico torturatore di donne. Il vuoto spaventoso dell'esistenza, si scorge in Shepard, i cui tratti esteriori sono la perversione e l'indifferenza.

 

[...]Giusfredi [...]Racconta di un amore platonico, intriso di tristezza e malinconia per la sorte che il caso ha riservato a Eve. Come l'indimenticabile Marta de La diceria dell'untore (cui Giusfredi potrebbe essersi ispirato per la scena finale), anche Eve abbandona il letto del sanatorio col suo cavaliere, cercando nella "fuga" un riscatto dalla malattia, rivendicando con quell'azione avventata - una passeggiata all'aperto - il suo diritto di vivere, il suo attaccamento, giovanile e disperato, alla vita. La sua ribellione a un destino segnato si traduce nell'ultimo spettacolo della Lanterna magica, le cui diapositive sui vetri, fondendosi con le immagini della sua mente ormai prossima alla fine, proiettano un film, struggente e bellissimo, di una principessa antica salvata dal prode moschettiere dai baffi e pizzetto neri.

 

Complimenti a Giorgio Giusfredi.      

Come sempre un grazie a @Leo per le sue recensioni, sempre ispirate anche quando non le condivido, ma non e' questo il caso!

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Bellissima storia, bello il personaggio di Eve, forse da approfondire i personaggi indiani tranne Cuore Splendente, ma mi rimangono domande.

    CONTIENE SPOILER

Il 26/07/2024 at 19:10, Diablorojo82 dice:

Allora...Di Giusfredi apprezzo le idee e i tentativi di trovare qualcosa di "fresco". Stavolta con il tamburo del Paterson e la lanterna magica ha sviluppato una buona trama con Carson protagonista. Un Carson su tre piani temporali e alle prese con rangers e indiani.

Un po' di romanticismo e tanta azione. Forse qualcosa non è andato bene nel dosaggio(un approfondimento maggiore su Shepard...) però globalmente la storia è stata piacevole.

 

Il 26/07/2024 at 19:33, Il sassaroli dice:

Sai che invece è una delle cose che più mi è piaciuta? Shepard è un ranger razzista e con fini poco limpidi, lo si capisce poco alla volta e non serve dire altro. Trovo straordinaria questa capacità di Giusfredi di rappresentare a tutto tondo un personaggio senza spiegoni o dialoghi descrittivi. Per questo lo ritengo uno degli scrittori di Tex e Zagor più lontani dallo stile bonelliano di oggi. 

 

Il 26/07/2024 at 20:46, Diablorojo82 dice:

Non cercavo uno spiegone...Due o tre vignette (una pagina o mezza pagina) per dare qualche "pennellata" in più a questo personaggio. 

Infatti.Anch'io ho apprezzato molto lo stile di Giusfredi pero' ok "Shepard e' un ex ranger razzista e dai fini poco limpidi"( @Il sassaroli)  e capisco che -visto che non estrae (e lascia uccidere i propri uomini, un filino vile, no?) Carson non lo uccida, soprattutto perche' -presumo- e' il padre di Eve e si limita a tenersi il fucile (bella scena), ma che faceva Shepard in un ranch sorvegliatissimo?

 

Certo Carson ci dice che "covano una rivincita schiavista" e questo mi farebbe pensare all'ennesima banda di sudisti, ma, dai pochi indizi sembrano piu' TRAFFICANTI DI SCHIAVI in stile Comancheros o semplici banditi, il tutto resta un po' TROPPO in ombra, perche' SE fosse vera una delle ultime ipotesi andava arrestato dai nostri ranger (un grande Tex per la cronaca) o no?

Non mi sembra certo un tipo innocuo e scornato anche se "sconfitto" dalla vita cone osserva Kit...

Proseguo prossimamente su queste pagine?

 

1

Ma soprattutto, a proposito del bel personaggio di Hokolesqua-¡veramente difficile da uccidere e reso graficamente in maniera splendida!-...

Si puo' presumere che inizialmente abbandoni Shepard per andare da Cuore Splendente* per sposare (o perche' ha gia' sposato) sua figlia (e/o per lottare contro i bianchi?), ma quando Shepard, dopo averlo centrato al petto, lo costringe a parlare e lo scalpa, I lui gli  rivela solo questo? (bho!) e II come fa Shepard a crederlo morto? O forse meglio: se lo lascia "morente"/per morto ci vuole una notevolissima sospensione dell'incredulità' per accettare che Hokolesqua sia comunque arrivato vivo da Cuore Splendente, MOLTA di piu' di quella necessaria per credere al filtro della verita' e alla profezia, profezia del resto funzionale a tener vivo Kit fino all'intervento di Arkansas Joe (bello vederlo!).

 

¿Che l'inizio servisse solo a caratterizzare Shepard, piu' che Hokolesqua, dato che in seguito se ne dice poco? 

 

*Splendido ossimoro con la realtà' del personaggio il fatto che Giusfredi l'abbia chiamato "CUORE Splendente" e non qualcosa come "PETTO Splendente". 

 

O si tratta semplicemente di un personaggio storico come Casacca di ferro ?

 

Detto cio', ribadisco ottima storia e ottima lettura, complimenti a Giusfredi e Del Vecchio.

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  • Collaboratori

Ho letto questa mattina questo speciale (avevo e ho un po' di letture arretrate). Giusfredi, uhm, finora non mi aveva mai troppo appassionato, però questa storia è davvero bella e merita più di nove, forse anche il termine ''capolavoro''.

 

Sono contento per lui perché ha dimostrato due cose: saper scrivere grandi storie e avere il coraggio di osare e di andare oltre l'ordinario, la banalità.

 

La storia offre un sacco di spunti, ma é soprattutto articolata in modo tale da confrontare padri e figli e non ti aspetti che sia il capo comanche a soprassedere sulla sia gloria quando c'è da salvare la sua prole, giungendo al sacrificio personale quando la figlia cade nelle mani di Shepard.

 

Questo individuo invece avrebbe voluto il maschio e si trova una volitiva figlia, ma avete già scritto di come la tratta e l'abbandona a se stessa quando è malata. Sulla lapide leggiamo beloved daughter, amata figlia e non moglie. La giovane è stata lasciata anche dall'ufficiolotto, ma si capisce da lontano ormai che il suo cuore era stato conquistato interamente da Carson, anche senza leggere l'epilogo che resta tra i migliori che siano mai stati scritti.

 

Abbiamo due coppie in questa storia, alla fine restano una ''vedova'' comanche che in dieci anni non ha mai dimenticato il suo uomo, e un Carson donnaiolo, ma non superficiale, con le sue ferite profonde, scritte direttamente nel cuore. Ed è qui, nell'esitazione che gli impedisce di varcare la soglia della camera, che ne capiamo la grandezza d'animo, nel tenersi stretto quel fucile che nasconde quella che per lui era più di una simpatia e di un'amicizia, che Tex non è ancora in grado di capire fino in fondo, fino a che non incontrerà sulla sua strada Lilith.

Come scrive Boselli nell'introduzione, tra questo Carson e quello macchiettistico che si lamenta, c'è un solco.

 

Storia questa, dunque, molto importante, cinematografica come ha ben detto Monni, non solo per il riferimento  alla lanterna magica che ispirò i fratelli Lumière, ma per averci mostrato una guerra con i comanche prima della grande invasione, per aver dato a Carson un'avventura sentimentale che non è raccontata ma solo suggerita, emozionante e durissima nella sua conclusione 'romanzesca' e 'fiabesca'.

 

Immaginarne una di questa portata prima di Lena era difficile, lo stesso Mauro Boselli si era limitato recentemente solo a rapporti occasionali (Maria Pilar), sulla stessa linea di un Tex che conosce solo delle donne con cui non si lega.

 

Nello scrivere una storia come questa, quella pagina 100 che spunta a sorpresa durante la lettura è invece quanto di più scontato che ci si potesse aspettare, la ragazza non poteva ''vivere'', ma è il modo in cui Giusfredi l'ha raccontata a meritare i nostri applausi, è una pagina che gli permette di costruire tutti quello che è raccontato dopo, un turning point, una chiave di volta, che negli albi di Tex si contano sulle dita di una mano. Per tutto questo e per altro, questa storia merita 10, perché dopo averla letta ti viene subito la voglia di rileggerla, come solo per i classici.

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Adesso, ymalpas dice:

un solco

Direi un abisso.

Un Carson in una storia sublime che non potrà mai essere non solo eguagliato ma neanche paragonato con il Carson lamentoso e crapulone cui siamo abituati.

A meno che, magari pian piano, Carson non ritorni l'eroe coprotagonista e si lasci alla spalle la macchietta comica che l'hanno fatto diventare.

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Ma scusate se fosse Carson il protagonista della serie il frontespizio sarebbe "Kit Carson" e non "Tex".
Questa è una storia in cui c'è 'solo' Carson ma nella serie Carson è 'la spalla' (come Kit, come Tiger Jack) non il protagonista. 

Che poi ci sia modo e modo di 'declinare' il tema della 'spalla' del protagonista non c'è dubbio.

 

Il commento alla storia l'ho lasciato qualche giorno fa e non mi pare nemmeno si debba gridare al 'capolavoro'.

Edited by gilas2
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Adesso, gilas2 dice:

se fosse Carson il protagonista della serie

Ho detto coprotagonista.

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Quando un giovane indiano aveva “il suo battesimo da guerriero” veniva celebrato dalla tribù e poteva definirsi pronto per il suo percorso dell’esistenza di adulto; a par modo, il giovane Giusfredi, con la prova in questione, è pronto per il salto di qualità che da tempo gli si auspica.

 

Giorgio finora ha dimostrato di avere la stoffa, ma non era riuscito tuttavia a raggiungere livelli tali da far gridare allo giubilo, ma stavolta quella famosa unghiata a cui alludevo nell’altro post, secondo il mio personale giudizio è riuscito a darla. Una buona notizia per noi appassionati di Tex, poiché si candida come un possibile candidato a ricevere il pesante testimone allorché il sachem Borden, deciderà di godersi i suoi viaggi e il riposo (spero il più tardi possibile!)

 

Giusfredi rispetto agli altri validi sceneggiatori all’opera sulla testata, ha il vantaggio non di poco di poter lavorare braccio a braccio con Mauro, e questa è una miniera di esperienza, poiché il nostro Borden avrà avuto il modo di tramandare alcuni trucchetti del mestiere al suo “discepolo” fumettistico.

 

Non a caso, la storia pubblicata in questo speciale, sembra davvero una prova boselliana, per struttura, tasso di epicità e caratterizzazione dei personaggi. Mi si consenta di definirlo, se non il migliore, ma uno dei più validi speciali Tex Willer finora usciti. Di certo il più valido fra quelli che vedono in solitaria dei personaggi “secondari”. Recchioni quando si cimentò nella trama di Sam Willer, ciccò clamorosamente la prova imho, poiché il fratello di Tex apparso in quelle tavole era ciò di più lontano dall’ingenuo galantuomo creato dalla penna di Bonelli nel suo celebre “sguardo “ nel passato di Tex. A dire il vero non mi convinse nemmeno la storia di Mefisto realizzata da Borden, i due team up fra Tex e Zagor fanno storia a se, ma è inutile tornare a parlarne in questa sede.

 

Come dicevo, Giusfredi ci dona uno speciale davvero bello e non lo dico solo perché vede come protagonista il mio adorato Kit Carson. L’autore riesce con personalità e coraggio a mostrarci un giovane Kit che lascia il segno: coraggioso, deciso, altruista, affascinante ed eroico. Un Carson di spessore che non ha nessun timore di mettere in rischio la sua vita pur di mantenere la promessa data al capo indiano, che in fondo era un passato nemico. Il suo coraggio e la sua lealtà, gli servono da salvacondotto allor quando tira da una pericolosa situazione il figlio di Cuore Splendente. Il suo senso della giustizia lo induce a indagare sull’ambiguo ranger Shepard e di certo non rimane insensibile alle grazie della splendida figlia Eve, resa magistralmente (e fascinosa!) da un Del Vecchio in stato di grazia.

 

Proprio la giovane Eve è una creatura perfettamente riuscita all’autore: bella, coraggiosa, intrepida e palesemente fulminata dal fascino indiscutibile emanato dal “giovane cammello”. La scena del salvataggio in mezzo all’assalto Comanche è davvero ben scritta e crea pathos.

 

Pochi gesti, come il lancio della fiaschetta del whisky per curare la ferita, descrivono pure un rapporto padre-figlia non del tutto idilliaco e noi lettori siamo giustamente indotti a credere che la dolce Eve è una profumata rosa nata sullo sterco del cinismo e odio paterno.

 

Molto ben reso pure Cuore Splendente, un indiano fiero e spietato che fa incetta di stelle di rangers come trofei dopo la loro eliminazione, ma che sa pure essere riconoscente con Carson per il salvataggio del primo figlio e non si creerà problemi a chiedere nuovamente il suo aiuto per salvare la seconda figlia, rapita e maltrattata dal sempre più odioso Shepard.

 

Infatti anche la struttura su vari archi temporali, molto cara a Borden, garantisce ulteriore spessore alla storia e ammetto che la fatidica pagina 100, che si inaugura con la fredda lapide di Eve, è stata una pugnalata all’anima.

 

La sequenza nel presente, che vede pure un cameo ben inserito di Tex e la rivincita di Carson nei confronti dell’ex ranger avversario, è avvincente, ma il vero gioiello è l’epilogo poetico e malinconico che Giusfredi ci dona, mostrandoci una commovente e tenerissima scena degli ultimi giorni di vita di Eve, con il suo amato Carson, che la visita in ospedale e le permette di vivere un ultimo e splendido desiderio, ovvero assistere insieme alla tanta citata “lanterna magica”.

 

Non so a voi, ma le ultime pagine mi hanno davvero commosso e l’ultima tavola è davvero splendida e ad altissimo tasso emozionale. Tanto di cappello Giorgio!:Ave:

 

La riuscita ottimale della prova è garantita pure dal contributo grafico del grande Del Vecchio: non ho mai nascosto la mia stima nei confronti di questo artista, elegante, pulito, molto espressivo ed efficace. Reputo che sia uno dei migliori interpreti dei primi piani dei nostri pards e la sua opera è preziosa e riconoscibile anche quando è “costretto” a rappresentarli da giovani.

 

Vignette dinamiche e dalla grande leggibilità, poggiate su una linea chiara ben amalgamata, che a tratti mi ricorda vagamente lo stile del compianto Letteri.

 

Ho di recente avuto l’onore di conoscere personalmente Pasquale ad Etnacomics e il piacere di esprimergli di presenza la mia sincera stima, mi rammarico solo che l’albo in questione non fosse ancora uscito in quei giorni, poiché avere una sua dedica su un tale volume, sarebbe stata un’ambita ciliegina sulla torta. Lodi meritate anche alla sua prova grafica. Il mio voto finale è 9

Edited by Condor senza meta
  • +1 2
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Giorgio Giusfredi non ha finora sbagliato alcuna sceneggiatura su Tex.

Stella d'Argento è, però, il punto di eccellenza della sua produzione, con l'auspicio che possa ancora alzare l'asticella, così come fa Duplantis nel salto con l'asta.

Come è stato già scritto, la vicenda è molto ispirata, a partire dal riferimento a I tre moschettieri e al tema della lanterna magica.

Emozionante, dal mio punto di vista, la pagina finale.

 

Poche parole per i disegni, perché il tratto di Pasquale Del Vecchio è semplicemente splendido, e rende in particolare nelle tavole con le mezze tinte.

 

In conclusione, ottimo speciale, che conferma le grandi aspettative che nutro sull'operato di Giusfredi.

 

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  • 2 weeks later...

L'ho letto alcuni giorni fa e confermo quanto detto anche da voi sul forum, storia davvero bella che ti tiene incollato dalla prima all'ultima pagina e alla fine hai pure voglia di ricominciare da capo in loop continuo.

 

Personalmente oserei dire che è tranquillamente a parimerito con "Il passato di Carson" di Boselli nella mia personale classifica.

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Anche io concordo con i generali apprezzamenti.

Storia bella, dura e cruda (la sequenza di apertura, i tanti scontri, la figlia di Cuore Splendente prigioniera) ma al tempo stessa delicata (nel rapporto tra Carson e Eve) e triste, crepuscolare. Interessanti le figure di Eve e del capo indiano, qualche deja vu per quanto riguarda l'ufficialetto e lo stesso Shepard. Ben studiati la parte finale ed il contributo del giovane Tex, ultime pagine poi commoventi al pari di certi finali Boselliani...l'allievo ha imparato dal maestro:D

Ottima storia dunque, fin qui la migliore di Giusfredi a mio avviso. 

Del Vecchio uno dei miei preferiti tra i disegnatori attuali.

Edited by Il Biondo
  • +1 1
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On 7/18/2024 at 10:08 AM, Letizia said:

Peccato, ti sei perso un capolavoro.

Fidandomi del giudizio di Letizia, ho cambiato idea, l'ho comprato e non me ne sono pentito!

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  • 1 month later...

Mi associo a tutti i pareri positivi. Stavolta Giusfredi realizza un piccolo gioiello, ma io lo avevo già detto dopo Fratello di sangue che era uno che aveva i numeri. B)

 

Quest’albo è qualcosa che su Tex oggi non è facilissimo da trovare: una storia molto articolata ma allo stesso tempo scorrevole, di veloce lettura ma non “leggera”, con una struttura non classica (e una temporalità non sempre lineare) ma avvincente, e poi con dei personaggi perfettamente sbozzati, dei cambi di scenario e dei colpi di scena ottimamente dosati, una costruzione delle scene adeguata (ne troppo moderna ne troppo “old style”), dei dialoghi appropriati, una perfetta caratterizzazione di Carson e anche di Tex quando appare. E con tocco ci romanticismo misurato perfettamente e mai invadente. Ma è così difficile scrivere storie così? Ho idea di si, visto che se ne vedono poche. :P

 

Del Vecchio è come sempre molto bravo. Un disegnatore forse sottovalutato, dallo stile grafico semplice e che si mette al servizio della sceneggiatura e che ha nella leggibilità e nell’ottima resa dei personaggi i suoi punti di forza.

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